Chi è il questore di Napoli Izzo
UN MASSACRATORE DI MANIFESTANTI INERMI CHE HA FATTO CARRIERA PROTETTO DAL SINDACATO DI DESTRA SAP
La carriera, la storia personale e le brutali repressioni di chiaro stampo fascista di cui è stato protagonista nel recente passato, testimoniano che il questore di Napoli Nicola Izzo è un anticomunista nemico giurato delle masse popolari e in particolare dei giovani antimperialisti no-global.
A parte il massacro organizzato il 17 marzo del 2001 a Napoli, il nome di Izzo è legato a diversi altri episodi di efferata violenza.
La sua carriera "professionale'' inizia alla Polstrada di Pavia e prosegue parallelamente con la sua fulminea scalata al vertice del Sap, il sindacato di destra della ps.
Promosso dopo soli otto mesi a questore di Treviso, successivamente viene trasferito a Verona da dove, dopo un altro anno di "buon lavoro'', nell'ottobre del 1998 con l'arrivo del rinnegato D'Alema a Palazzo Chigi e l'ex democristiano Bianco al Viminale, Izzo viene promosso alla questura di Torino.
Nel capoluogo piemontese, che rappresenta il suo primo vero incarico di prestigio, Izzo non delude i suoi sponsor politici. Esordisce dando subito prova delle sue brutali tecniche repressive contro manifestanti inermi.
La mattina del 1· Maggio del 1999 scatena i suoi uomini contro il corteo di lavoratori che manifestano contro l'aggressione imperialista alla Serbia.
La caccia al manifestante prosegue anche nel pomeriggio quando i celerini devastano il centro sociale Askatasuna dov'era in corso una festa con donne e bambini molti dei quali sono selvaggiamente picchiati. Non soddisfatti del massacro, al termine del raid i "tutori dell'ordine'' agli ordini di Izzo imbrattano le pareti dell'Askatasuna con scritte provocatorie tipo: "Che Guevara frocio'' e "W il duce''.
L'inchiesta, relativa a questi primi episodi repressivi di chiaro stampo fascista compiuti dal questore Izzo a Torino è stata archiviata il 30 aprile scorso.
Nel Sap Izzo è a capo della corrente moderata, considerato conciliante con l'amministrazione ma viene criticato dalla base per non aver mai voluto lasciare le cariche in seguito alle promozioni ottenute in carriera.
In un opuscolo realizzato da un ex segretario del Sap, distribuito (e mai smentito, pare) nell'ultima assise nazionale dell'organizzazione, Izzo viene accusato di aver violato ripetutamente lo statuto del suo sindacato senza subire alcuna conseguenza disciplinare. Fra l'altro gli viene contestato di aver fondato con altri funzionari un'associazione e un giornale ("Polizia tra la gente'' che secondo il memoriale sarebbe in rosso di 120 milioni l'anno) in contrasto col principio del Sap di tutelare uno solo dei ruoli della ps.
Nel documento (dal titolo "Segreti inconfessabili di un sindacato di polizia'') si fa cenno ad un costoso progetto editoriale - la rivistina per cardiopatici "Cuore più'', un affare da 600 milioni - avviato a Parma nel 1990 di cui era amministratore uno strano personaggio "trattato da Izzo'', ossia cooptato da questi tra i fondatori dell'iniziativa, e che avrebbe vantato, così si scrive, amicizie malavitose per imbonire una persona che si sarebbe sentita truffata.

8 maggio 2002