Col pretesto di difendersi dal terrorismo internazionale
Il governo prepara leggi e misure "straordinarie"
"Liberazione'' d'accordo per il giro di vite. Il consigliere militare di Palazzo Chigi, gen. Tricarico, chiede violazioni dello "stato di diritto''
Il problema si risolve solo col ritiro dei militari dall'Iraq e dall'Afghanistan
Dopo la strage di Nassiriya e l'orgia nazionalista e bellicista che vi è stata imbastita sopra, il governo Berlusconi sta alimentando un clima di isterismo antiterroristico per giustificare una crescente militarizzazione del Paese e misure liberticide e repressive da stato di guerra.
Le ha minacciate con aria drammatica e di mistero il ministro di polizia Pisanu il 24 novembre scorso dal salotto televisivo di "Porta a porta'', annunciando che "quando si tratta della sicurezza dei cittadini e dello Stato la prudenza non è mai troppa, e proprio per questo non escludo neppure l'adozione di misure drastiche di prevenzione''. Più tardi, dopo una riunione a Palazzo Chigi con il ministro della Difesa Martino, il capo della polizia De Gennaro e i vertici di Sisde, Sismi e Cesis, dove si è parlato di terrorismo islamico, Pisanu ha ribadito che "la situazione è sotto controllo'' ma ad ogni buon conto "le drastiche misure di prevenzione sono già pronte''.
Quali? Il ministro non le ha mai specificate, ma si parla per esempio di poter eseguire perquisizioni, sequestri e intercettazioni senza autorizzazione preventiva della magistratura e di procedere ad espulsioni di stranieri immediatamente operative, senza il diritto di impugnazione da parte dell'espulso, e altre misure del genere. Il magistrato milanese D'Ambruoso, il solerte titolare di quasi tutte le inchieste sul terrorismo islamico (tanto che si è meritato un encomio solenne da parte del governo Bush), ha proposto addirittura l'istituzione di un'orwelliana "banca dati genetica'' di tutti gli extracomunitari, per controllare "gli spostamenti di gruppi di terroristi che, mimetizzandosi tra gli extracomunitari, riescono spesso a spostarsi illegalmente fra i diversi paesi''.
Nel frattempo Pisanu batte a cassa per sostenere l'enorme aumento delle spese che questa politica isterica e allarmistica comporta. Si parla infatti della sorveglianza di ben ottomila "obiettivi sensibili'': porti, aeroporti, ferrovie, metropolitane, acquedotti, dighe, centrali, stadi, fabbriche, ambasciate, supermercati, McDonalds, caserme, scuole, monumenti ecc. Sono quasi 13 mila gli uomini schierati per questa sorveglianza, più 4 mila militari per la protezione di altri 162 obiettivi "sensibili'', nonché circa 700 persone sotto scorta permanente.
Secondo Pisanu occorrerebbero 800 milioni di euro, mentre la Finanziaria, dopo i tagli salva-deficit che hanno riguardato anche la sicurezza, ne ha stanziati circa 200. Si è parlato di una "security tax'' a carico di tutti i cittadini per finanziare la "campagna di sicurezza'' (proposta del fascista Ascierto).
Nell'attesa di trovare i soldi, comunque, la campagna allarmistica non si ferma, anzi accelera. Anche il Vaticano dà una mano, con la Conferenza episcopale che nel comunicato finale dei lavori della sua 52a assemblea riafferma che non si può rinunciare "all'impegno fermo e vigoroso nella lotta al terrorismo''. Impegno che è legato - sottolinea il comunicato dei vescovi italiani con l'elmetto - "agli obblighi che derivano dalla solidarietà internazionale e ancor prima dalla nostra storia e dalla nostra cultura''.
E non manca nemmeno chi incita a tappare fisicamente la bocca a chiunque dissenta dal clima istericamente nazionalista, militarista e guerrafondaio imperante, come emerge dall'interpellanza parlamentare del fascista Landolfi che chiede di chiudere il sito di Indymedia, accusato di essere ricettacolo di "teppismo elettronico'' e da lui paragonato alla "nebulosa'' che negli anni '70 sarebbe diventata "il serbatoio a cui avrebbe attinto il terrorismo''. Sostenendo che nel caso in questione non valgono più le garanzie costituzionali di libertà di espressione e di pensiero perché "siamo nel recinto del codice penale'', Landolfi ha chiesto al governo, ottenendo inquietanti rassicurazioni in questo senso, "di agire con tempestività e determinazione, non arrivando a escludere di oscurare il sito degli insulti e delle infamie rivolte ai ragazzi morti in divisa, ai nostri militari morti per la pace e per la patria''.
La cosa più squallida, in tutto ciò, è che anche la "sinistra'' parlamentare, pur mugugnando e facendo la schizzinosa per ragioni di facciata, finisce in concreto per avallare questa politica fascista e militarista da stato di guerra. E non ci riferiamo solo a vecchi democristiani come la "nuova'' formazione di Mastella e Martinazzoli, che si è già dichiarata disposta ad appoggiare, quando arriverà in parlamento, la richiesta di fondi di Pisanu, perché "non c'è tanto da discutere sulla questione prioritaria della sicurezza nazionale''. Ci riferiamo anche alla posizione dei DS, che in un convegno con i Cocer militari e i sindacati di polizia hanno lamentato che "le spese sono state pesantemente ridotte in tre anni di governo del centro-destra e ora rischiano di compromettere l'efficienza delle forze di polizia''.
Ma soprattutto ci riferiamo ai falsi comunisti del PRC, visto che in un servizio su "Liberazione'' del 27 novembre si sosteneva spudoratamente che d'ora in avanti, in nome della sicurezza e della lotta al terrorismo, "i cittadini dovranno abituarsi a sentirsi chiedere con frequenza i loro documenti, ma questo è indispensabile, perché spesso l'individuazione di un terrorista nasce proprio dalla routine dei controlli, come è avvenuto per i due Br che viaggiavano sul treno Roma-Arezzo''. E come se non bastasse, in questo articolo a firma di Annibale Paloscia, si pretende pure di insegnare il mestiere agli sbirri e agli spioni, esortandoli a non chiudere le moschee non perché è un atto liberticida e razzista, ma perché "se una moschea è frequentata da integralisti, è una fesseria chiuderla, perché là possono circolare le notizie''.
C'è un modo molto semplice per mettere al riparo il nostro Paese dal terrorismo: cessare l'infame politica imperialista e guerrafondaia che lo schiera sempre più a fianco degli aggressori anglo-americani e sionisti; ritirare subito i militari italiani dall'Iraq e dall'Afghanistan; rispettare l'art. 11 della Costituzione e la volontà della stragrande maggioranza del popolo italiano e farsi promotori di una politica di pace e di cooperazione tra i popoli.