Grande manifestazione a Roma. Il movimento per la pace rimane in campo
500 MILA BANDIERE ARCOBALENO E ROSSE UNITE CONTRO GLI AGGRESSORI IMPERIALISTI ANGLO-AMERICANI
Un interminabile corteo gremito di giovani boicottato dalla destra DS. Pesa sul movimento l'influenza del pacifismo assoluto e le "azioni-sanzioni dal basso". La delegazione del PMLI invita a continuare la lotta per la libertà dell'Iraq
SCUDERI: "NO AI CARABINIERI IN IRAQ"
Dal nostro inviato speciale
Ancora una grande manifestazione nazionale del movimento per la pace, dopo quelle di Firenze del 9 novembre 2002, quella di Roma del 15 febbraio scorso, di Camp Darby dell'8 Marzo e di Milano del 15 marzo. 500 mila bandiere arcobaleno e rosse hanno sfilato unite a Roma il 12 aprile contro gli aggressori imperialisti anglo-americani. è la prova che il movimento per la pace resta in campo nonostante il boicottaggio della destra diessina, il sabotaggio di Trenitalia che ha soppresso i 12 treni speciali previsti, la martellante propaganda dei vari governanti guerrafondai nostrali sull'"inutilità" della manifestazione a "guerra finita".
Nemmeno il maltempo che infuria in tutta Italia riesce a fermare i manifestanti che giungono con pullman, auto private e treni ordinari dalla Sicilia al Trentino-Alto Adige, Sardegna compresa, come testimoniano i numerosi striscioni e cartelli presenti.
E Roma li accoglie con un sole splendente, come non si vede da giorni, ravvivato da una brezza che fa avanzare a fatica gli striscioni ma rende vive e luminose le numerose bandiere.
La manifestazione, organizzata dal "Comitato fermiamo la guerra" e a cui hanno aderito numerose organizzazioni sindacali, sociali, ambientaliste, di volontariato, cattoliche nonché partiti fra cui il PMLI, parte alle 14 da piazza della Repubblica per concludersi a tardo pomeriggio al Circo Massimo. Anche stavolta quella di Roma è la più grande manifestazione fra quelle che si sono svolte in contemporanea nelle altre capitali come Londra, Madrid, Parigi, Berlino, Vienna, Lisbona, Calcutta, ecc.
Ci sono delegazioni da varie città della Cgil e della Fiom, alcune bandiere della Cisl, nessuna della Uil che non ha aderito. Ci sono le insegne dei Cobas, del Sin.Cobas, delle RdB e delle Cub. E poi l'Arci e Legambiente, associazioni cattoliche come i "Beati i costruttori di pace" e l'Agesci, del volontariato come Emergency, i centri sociali e i "Disobbedienti". Fra i partiti si notano il PRC, il PdCI, i Verdi. Poche le bandiere dei DS, pressocché assente la Margherita. D'Alema e Rutelli sono rimasti a casa.

IL MOVIMENTO
Il corteo copre ogni fascia di età ma è soprattutto gremito di giovani e giovanissimi, ragazze e ragazzi che in questi mesi sono stati l'anima più generosa e coraggiosa di questo movimento.
Ci sono alcuni slogan. Qua e là si canta "Bella ciao". A tutto volume gli altoparlanti dei furgoni sparano musiche che con la tradizione antifascista, antimperialista e popolare hanno poco a che vedere. In genere i manifestanti sfilano in silenzio. Il movimento per la pace resta in campo numeroso, convinto, determinato, ma ancora non è chiaro a livello di massa qual è la strategia futura, quali gli obiettivi. è evidente che pesa su di esso l'influenza del pacifismo assoluto e della non-violenza predicati dalla "sinistra" borghese e riformista, che genera sfiducia, senso di impotenza e disarmo ideologico e politico, da una parte, e le "azioni-sanzioni dal basso", teorizzate dai "Disobbedienti" di Casarini e Caruso, che lo spingono verso azioni di tipo individualistico e avventuristico capaci solo di dividere le avanguardie dal resto del movimento, dall'altra.
In questo clima un gruppo di infiltrati e "ultrasinistri" vestiti di nero e incappucciati prendono a sprangate un negozio di "Blockbuster" (una catena americana di negozi per il noleggio di film in cassetta e dvd) a piazza Barberini, proprio alle spalle della delegazione del PMLI, e aggrediscono il consigliere regionale e segretario di Roma del PdCI Alessio D'Amato, al quale rivolgiamo la nostra solidarietà militante. Un'azione che ha tutto il sapore della provocazione contro il nostro Partito e contro l'intero corteo.
Nel frattempo lungo il corteo i "Disobbedienti" imbrattano di vernice rossa dei bancomat e gli danno fuoco con i fumogeni. Azioni che lo stesso Casarini rivendica pubblicamente come condotti "in maniera gestita, controllata, pubblica e prevista" annunciando che è necessario "riprendere la pratica dell'azione diretta radicale".
Una pratica di tipo individualistico e piccolo borghese e non proletaria e di massa, più con obiettivi simbolici e mediatici, che di lotta effettiva, collettiva, unitaria e di massa. E infatti gli obiettivi sono le banche e le aziende coinvolte a vario titolo nella guerra, ma non i governi e gli Stati imperialisti a cominciare dal governo del neoduce Berlusconi che non viene da costoro nemmeno nominato.
Liberarsi da queste due zavorre - il pacifismo imbelle e le "azioni-sanzioni dal basso" - è l'obiettivo che il movimento per la pace dovrà necessariamente porsi se vorrà dare libero corso alla sua lotta per la pace e contro la guerra imperialista, realizzare i suoi obiettivi e impedire che esso venga impantanato su un piano legalitario, istituzionale e governativo e frantumato e disperso da pratiche avventuristiche e terroristiche. Per far ciò occorre che comprenda che per strappare l'Italia alla guerra non c'è altra strada che buttar giù il governo guerrafondaio del neoduce Berlusconi e che per realizzare questo obiettivo occorre mobilitare la piazza, ricorrere alla lotta di classe che comporta, inevitabilmente, anche l'uso di forme di lotte violente di massa, le uniche in grado di contrastare e sopraffare le violenze delle forze repressive governative.

LA DELEGAZIONE DEL PMLI
La delegazione nazionale del PMLI, guidata dal Segretario generale del Partito, compagno Giovanni Scuderi, ha fatto un grande sforzo per chiarire le idee ed elevare il livello politico e la combattività dei manifestanti costantemente invitati a continuare la lotta per la libertà dell'Iraq.
Più volte il compagno Scuderi prende il megafono improvvisando dei comizi volanti per esaltare la manifestazione e spronare ad alzare il tiro e la combattività; per chiarire il carattere imperialista di questa guerra, per distinguere le guerre ingiuste da quelle giuste, ossia le guerre imperialiste da quelle di liberazione nazionale e per le rivoluzioni socialiste; per far comprendere che occorre continuare la lotta perché gli aggressori anglo-americani lascino subito l'Iraq; che occorre battersi per l'autodeterminazione del popolo iracheno che deve poter decidere liberamente quale deve essere il proprio governo senza alcuna ingerenza estera, nemmeno quella dell'Onu e tantomeno quella europea, come propone una parte dell'Ulivo. Scuderi insiste che l'Italia di Berlusconi è un paese cobelligerante che si appresta a partecipare al banchetto dei vincitori e che occorre buttar giù il nuovo Mussolini se si vuole strappare l'Italia alla guerra e, nell'immediato, esorta i manifestanti a opporsi all'invio dei carabinieri in Iraq.
La delegazione è composta da militanti, simpatizzanti e amici del Partito di Messina, Lecce, Napoli, Teramo, Val Vibrata, Firenze, Fucecchio, Rufina, Vicchio, Forlì e Milano. Compagni giovanissimi, appena quindicenni, e compagni più anziani ultrasessantenni che marciano uniti e compatti senza risparmio di forze ed energie e cantando e gridando slogan dall'inizio alla fine dando una bellissima immagine di unità, combattività e determinazione marxiste-leniniste e antimperialiste del nostro amato Partito. Anche alcuni compagni della seconda linea, che hanno potuto godere di una boccata di ossigeno politico partecipando alla manifestazione, hanno svolto un ruolo importante per i collegamenti e il settore informativo. A tutti l'Ufficio politico del PMLI ha rivolto dei fraterni ringraziamenti che pubblichiamo a parte.
La partecipazione della delegazione del PMLI non è stata facile perché ha dovuto superare almeno due momenti molto delicati.
Il primo è quello dell'inserimento nel corteo, in quanto i revisionisti, i neorevisionisti e i trotzkisti tentano di relegarci con mille pretesti in coda ben sapendo che proprio quell'area del corteo sarebbe stata coinvolta nelle "azioni" dei "Disobbedienti" e quindi a rischio di provocazioni delle "forze dell'ordine".
Il secondo, quando, come abbiamo raccontato sopra, scatta alle nostre spalle la provocazione degli elementi infiltrati e "ultrasinistri" che, come a Genova, aveva lo scopo di coinvolgerci in scontri fisici per permettere alle "forze dell'ordine" di aggredirci e di estrometterci dal corteo.
La delegazione con coraggio, fermezza e determinazione supera molto bene questi due momenti delicati che in ultima analisi testimoniano la crescente influenza del PMLI tra le masse in lotta che non è più sopportata né dalle forze governative, né dalla "sinistra" parlamentare, né dai falsi comunisti, dai trotzkisti e dagli "ultrasinistri" che fanno di tutto per provocarci, intimidirci, isolarci ed emarginarci ed estrometterci dalle manifestazioni di massa.
In questa occasione non ci sono riusciti. Anche perché la delegazione lungo il corteo stringe legami con le masse in lotta come gli studenti di Medicina di Pisa o gli studenti di Salerno che a lungo marciano avanti e dietro il nostro bellissimo striscione rosso - con la parola d'ordine "Per strappare l'Italia alla guerra, buttiamolo giù!" riferito all'immagine di Berlusconi ritratto con l'elmetto al balcone di piazza Venezia -, cantando insieme ai nostri compagni "Bella ciao" e lanciando le nostre stesse parole d'ordine.
A ruba gli adesivi e il manifesto del Partito con la stessa immagine di Berlusconi. Vendute decine e decine di copie de "Il Bolscevico". Lungo il corteo si vedono giovani con il corpetto del Partito. In testa al corteo c'è un giovane che mostra il volantino che riporta il documento dell'Ufficio politico del PMLI contro la guerra all'Iraq alle telecamere. Il rosso dello striscione, delle bandiere, dei cartelli, dei fazzoletti legati al collo dei compagni, che tanto fa infuriare Berlusconi, suscita l'entusiasmo delle masse di sinistra. Molti ci applaudono dai lati, ci salutano a pugno chiuso, fotografano le nostre insegne.
La nostra presenza non sfugge, non può sfuggire, nemmeno a giornalisti, fotografi e cineoperatori, ma sembra che la consegna del silenzio sul PMLI sia stata prontamente ripristinata, così il Partito appare durante la diretta televisiva su La7 e nel Tg5 e solo "La Stampa" e "Il Giornale" registrano la presenza dei marxisti-leninisti nel corteo. Franco Cangini, noto pennivendolo anti-PMLI, nell'editoriale del "Quotidiano nazionale" (La Nazione-Il Giorno-Il Resto del Carlino), mentre attacca la manifestazione riesce a descrivere "la gigantografia di Berlusconi allo storico balcone, con tanto di orbace e elmetto, sovrastata dalla scritta `Buttiamolo giù"' senza citare il Partito.

LA STRATEGIA FUTURA
La delegazione del PMLI ha fatto quanto ha potuto per aiutare la crescita politica del movimento antimperialista e per la pace, ma molto resta ancora da fare. L'analisi, la strategia e la tattica antimperialiste sono quanto mai fondamentali per impedire che questo movimento si areni in obiettivi fuorvianti e sbagliati che lo depotenziano e alla fine lo portano al fallimento.
Occorre che questo movimento comprenda che la lotta per il "disarmo globale" non garantisce un mondo senza guerra, poiché la guerra è generata dall'esistenza stessa dell'imperialismo ed è contro questo, i suoi Stati, i suoi governi, le sue alleanze militari, politiche ed economiche, che il proletariato e i popoli del mondo devono lottare per cancellarlo dalla faccia della terra.
Che non si può riporre nell'Onu la fiducia per un "nuovo ordine mondiale", perché questa organizzazione ha già dimostrato di essere uno strumento in mano all'imperialismo che la utilizza a proprio piacimento ed è incapace di far rispettare il diritto internazionale. Occorre dunque chiederne lo scioglimento e battersi per istituire una nuova Organizzazione mondiale, senza membri permanenti e privilegiati, senza diritti di veto, con uguali diritti e doveri, fondata sui principi del rispetto reciproco, della sovranità nazionale e dell'integrità territoriale e statale, di non aggressione, di non ingerenza nei rispettivi affari interni dei vari paesi, di eguaglianza e di reciproco vantaggio per tutti i suoi membri.
Occorre comprendere che in Italia l'art. 11 della Costituzione è stato già violato e cancellato da tempo dai governi di "centro-destra" quanto da quelli di "centro-sinistra". Chiedere il suo rispetto è giusto, ma vano agli effetti concreti. Se si vuol strappare l'Italia alla guerra occorre buttar giù il governo che quell'articolo ha violato e calpestato. Buttar giù il governo Berlusconi è anche l'unico modo per aiutare concretamente i popoli iracheno, palestinese e afghano e tutti i popoli minacciati dalla guerra imperialista perché si sottrae appoggio, sostegno e forze all'imperialismo mondiale.