NEL MONDO 246 MILIONI DI BAMBINI-SCHIAVI
IN ITALIA SONO QUASI 400 MILA

Le campagne internazionali dell'Onu contro lo sfruttamento del lavoro minorile nel mondo si susseguono con regolarità dalla Convenzione dei diritti dell'infanzia del 1989 ma senza risultati concreti. Lo conferma l'ultimo rapporto dell'Ilo, l'organismo dell'Onu che si occupa di lavoro, che stima in 246 milioni i bambini costretti a lavorare, bambini-schiavi supersfruttati; nella fascia di età fra i 5 e i 17 anni sono uno su sei.
Poco più della metà lavorano a tempo pieno, fino a 16 ore al giorno, gli altri dopo la scuola. Oltre 8 milioni sono considerati in stato di vera e propria schiavitù; 179 milioni i bambini impegnati in lavori pesanti che ne minano il fisico, spesso in maniera irreparabile.
Il maggior numero dei minori schiavizzati, il 60% circa, è in Asia e nelle regioni del Pacifico; seguono l'Africa subsahariana, l'America Latina e i Caraibi, il Medio Oriente e il nord Africa. Nei paesi occidentali sono circa 2,5 milioni, fra i quali i 400 mila in Italia.
Il 70% dei minori è impiegato in lavori agricoli, il 9% nelle industrie manifatturiere e altrettanti nel commercio e negli alberghi; il 6,5% nei servizi, compresi quelli domestici, e il 4% nei trasporti e comunicazioni.
Sono un milione i bambini costretti a tessere tappeti in Pakistan, India e Nepal; migliaia i minori che cuciono palloni da calcio in Pakistan e India, ove si concentra l'80% della produzione mondiale gestita dalle multinazionali. Il lavoro minorile è impiegato soprattutto nella produzione di merci esportate nel nord ricco del mondo, affidato attraverso una catena infinita di subappalti a padroni locali dalle multinazionali che così si chiamano fuori dalle loro responsabilità dirette di supersfruttamento dei bambini.
Altissimo ma di difficile quantificazione il numero dei bambini colpiti dallo sfruttamento sessuale; sono 500 mila in Brasile, 300 mila in Tailandia, 100 mila nelle Filippine, 300 mila in India, 100 mila negli Usa, 50 mila in Vietnam, 40 mila in Pakistan. Il numero, sottolinea l'Ilo, è in continua crescita e sempre più paesi vi sono coinvolti; da quelli asiatici, che sulla prostituzione hanno costruito un giro di affari legato al turismo sessuale, a quelli dell'America Latina, a quelli dell'est europeo. Cresce nei paesi dell'Europa dell'est il numero dei minori coinvolti nella prostituzione, spinti dalla necessità di dare un contributo ai miseri bilanci familiari o attratti con l'inganno di un falso lavoro dalle organizzazioni criminali che li portano da clandestini a battere sui marciapiedi dell'Europa occidentale.
Cresce anche il numero dei bambini impiegati nel traffico di droga e dei bambini-soldati, 300 mila nel mondo di cui 120 mila in Africa. Molti i bambini vittime ogni anno del turpe traffico degli organi.
La piaga dei bambini-schiavi è caratteristica dei paesi poveri ma presente anche in quelli occidentali e in quelli più ricchi; in Usa e Canada molte sono le bambine prostitute, circa 200 mila i bambini operai nella Spagna, sui 400 mila quelli in Italia. La stima dei minori tra gli 11 e i 14 anni al lavoro in Italia, e in particolare nel Meridione, è della Cgil. Solo entro l'anno è prevista la conclusione di un'indagine governativa affidata all'Istat per avere una mappa del lavoro dei minori; la battaglia contro lo sfruttamento dei bambini non è stata una priorità né del governo dell'Ulivo e non lo è di quello del neouce Berlusconi.

29 maggio 2002