Opporsi alla eliminazione del tempo pieno e prolungato
Il decreto applicativo del 12/9/03 che attua il primo pezzo della controriforma scolastica borghese, neofascista, classista, meritocratica, aziendalistica, federalista e europeista, prenderà l'avvio il prossimo anno scolastico se viene definitivamente approvato entro il 12 novembre 2003. Il lento procedere dell'iter parlamentare non ha permesso alla Moratti di anticipare la "riforma" a questo anno scolastico come avrebbe voluto, e solo alcune scuole hanno risposto al suo invito di attuare la sperimentazione del nuovo impianto neofascista.
I genitori e gli insegnanti stanno lottando giustamente da tempo contro questo progetto neofascista che ridisegna la scuola pubblica, fino all'attuale terza media, in un servizio a domanda individuale e a pagamento per le famiglie, basandola sull'individualismo meritocratico, il classismo, il nozionismo, l'aziendalismo. Il tempo pieno e tempo prolungato che negli anni hanno subito forti riduzioni, sono stati cancellati drasticamente! Infatti il tempo scuola garantito e obbligatorio è fortemente ridotto: dalle attuali 40 ore a 27 più 3 "opzionali" alle elementari e da 36 ore a 27 più 6, sempre "opzionali" alle medie. Le attività "opzionali" ed i laboratori che la Moratti propone in sostituzione del tempo scuola cancellato non recuperano le ore perse e, per come risultano dalla documentazione, sono indefinite nei modi e nei contenuti; la scelta spetta alle famiglie ma non è né ampia né libera poiché saranno fortemente condizionate dai miseri bilanci delle scuole che a fronte dei tagli imposti dalla finanziaria su risorse e personale avranno ben poco da fornire. Le famiglie se vorranno assicurarsi un tempo scuola più lungo dovranno pagarselo o in alternativa lasciare i figli per strada, se non vorranno ricorrere alla scuola privata, chi può permetterselo. è una selezione classista che costringe le famiglie operaie e popolari a fare ancor più duri sacrifici per mantenere i figli a scuola per evitare che siano emarginati e svantaggiati per tutto il percorso scolastico. E pensare che proprio le lotte del movimento operaio degli anni settanta, rivendicando nuovi e funzionali servizi sociali pubblici, conquistarono il tempo pieno e prolungato per tutti, in funzione delle esigenze lavorative di entrambi i genitori. L'esperienza di questo prolungamento ha arricchito di nuove attività i programmi scolastici e ha permesso ai ragazzi di vivere in un ambiente più ricco di stimoli, di attività didattiche e esperienze valorizzati da una maggiore socializzazione della vita scolastica. Ora si opera nel senso opposto snaturando completamente la scuola pubblica come servizio sociale, dove gli insegnamenti individualizzati e selettivi premiano i meritevoli e servono a meglio inculcare la cultura e la concezione borghese e non certo a rispettare le esigenze e i tempi di apprendimento dei ragazzi e escludono quelli di estrazione sociale più bassa.
La lotta contro la "riforma" scolastica neofascista della Moratti non deve conoscere sosta. Si tratta di contrastare questo disegno che di fatto cancella definitivamente la concezione della scuola pubblica intesa come servizio sociale destinato a soddisfare le esigenze di istruzione uguale per tutti e cancella l'obbligo per lo Stato di garantire il diritto allo studio uguale per tutti, in una scuola pubblica e gratuita. Dalle numerose e partecipate assemblee di genitori e insegnanti alle mozioni e documenti prodotte dai collegi dei docenti, fino alla partecipazione allo sciopero generale del 24 ottobre scorso e alla raccolta di firme contro il decreto promossa dal Coordinamento nazionale in difesa del tempo pieno e prolungato, che è a quota 45.000. Iniziative importanti e necessarie perché la controriforma Moratti non è solo un passo indietro ma segna la distruzione del sistema dell'istruzione pubblica, è la negazione di ogni diritto all'istruzione e alla formazione per i figli delle famiglie operaie e popolari.
Per questo è necessario non dar tregua al governo del neoduce Berlusconi e alla sua politica scolastica antipopolare. In vista delle prossime manifestazioni nazionali in difesa della scuola pubblica, opponiamoci all'eliminazione del tempo pieno e tempo prolungato, ai tagli della finanziaria al personale, ai progetti e alle esperienze esistenti e agli stanziamenti necessari per la messa a norma degli edifici. Occorre allargare, rafforzare e unire questo fronte di lotta per chiedere il ritiro del decreto applicativo e dell'intero impianto della controriforma scolastica neofascista.