All'assemblea nazionale di
``Alternativa sindacale'' a Napoli
PATTA PROPONE PER IL
CONGRESSO DELLA CGIL UNA LINEA DI COPERTURA A COFFERATI E D'ALEMA
Impedita l'approvazione degli
emendamenti al documento conclusivo contro il governo
RIUNIRE IL DISSENSO SINDACALE
DI SINISTRA SULLA PROPOSTA DEL SINDACATO DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI
Si è riunita dal 16 al 18 settembre a Napoli l'assemblea nazionale dell'``Area
programmatica della Cgil-Alternativa sindacale'' (AS). Le precedenti si erano svolte ad
Abano Terme nel '97 e a Viareggio nel '98. Circa 500 i partecipanti tra delegati e
sindacalisti.
Particolarmente atteso questo appuntamento, tenuto conto il momento in cui si è svolto,
cioè all'indomani della guerra della Nato contro la Federazione jugoslava e
all'occupazione, di fatto, del Kosovo, mentre il governo sta varando la Finanziaria e sono
in corso le trattative con le Confederazioni sindacali sullo ``Stato sociale'' e
soprattutto in vista del prossimo e già imminente congresso nazionale della Cgil. Per non
parlare dell'ennesimo attacco alla pensioni lanciato da D'Alema-Veltroni appoggiato da
Cofferati, la legge in discussione in parlamento per definire le regole delle
rappresentanze sindacali unitarie aziendali (Rsu) e i numerosi contratti di lavoro
nazionali in scadenza.
Molti temi da discutere, molte questioni da chiarire, dunque. Ma quali sono stati
l'analisi, la strategia, le rivendicazioni, le parole d'ordine proposti in detta
assemblea? Sono adeguati all'ambizioso obiettivo di riunire tutta la ``sinistra
sindacale'' esistente in Cgil per rappresentare una ``linea alternativa'' alla posizione
maggioritaria della Confederazione che si riconosce in Cofferati?
Leggendo la lunghissima e barbosissima relazione di Giampaolo Patta, leader di
``Alternativa sindacale'' e membro della Segreteria nazionale della Cgil, infarcita di
cifre e di banalità, non troviamo una analisi corretta, né una denuncia politica
efficace sui temi internazionali e nazionali, sia che parli di ``globalizzazione'', della
povertà e dello sfruttamento dei popoli del ``Terzo mondo'', di Onu, Usa e Ue e della
``ingerenza umanitaria'', che parli appunto della recente guerra di aggressione alla
Serbia e del ruolo svolto dall'imperialismo italiano, sia che affronti la politica
economica e sociale del governo D'Alema e della linea filopadronale e filogovernativa di
Cgil, Cisl e Uil. Sarebbe troppo lungo mettersi qui a criticare punto per punto la
suddetta relazione. Ad ogni modo sinteticamente si può dire che nella pappardella di
Patta non c'è accenno di denuncia dell'imperialismo che attualmente spadroneggia e detta
legge su tutto il globo. Lui (come Bertinotti, Cossutta e opportunisti simili) si limita a
una generica denuncia del neoliberismo.
Patta sottolinea l'egemonismo Usa, che nel corso della guerra alla Serbia si sarebbe
rafforzato, e copre per intero lo sviluppo e l'ascesa della superpotenza imperialista
europea che sempre di più contende il dominio mondiale all'imperialismo americano. In
questo quadro non denuncia con chiarezza il ruolo di primo piano svolto dal governo del
rinnegato D'Alema nella guerra contro Milosevic, in spregio della Costituzione e delle
prerogative del parlamento, e le ambizioni crescenti dell'imperialismo italiano. Indica
come obiettivo fuorviante, ingannevole e illusorio quello di battersi per l'``Europa
sociale''.
Patta offre una copertura a ``sinistra'' non solo all'Unione europea imperialista ma anche
al governo D'Alema di cui non denuncia la natura neofascista, presidenzialista e
federalista, i suoi atti in materia di ``riforme'' istituzionali e di politica economica e
sociale a favore del grande capitale finanziario (vedi le privatizzazioni delle aziende,
delle banche, dei servizi, della scuola e dell'università; vedi le controriforme sociali,
previdenziali e sul ``mercato del lavoro''; vedi gli attacchi ai diritti sindacali dei
lavoratori) a completamento della seconda repubblica. Non dice niente sulla legge
finanziaria che sta per essere varata. Tace sulle controriforme liberiste messe in atto
per il pubblico impiego, pur essendo il responsabile della funzione pubblica per la
segreteria della Cgil. A questo proposito è emblematico quanto è successo durante i
lavori dell'assemblea, sottaciuto dalla stessa stampa borghese, allorché sono stati
presentati degli emendamenti al documento conclusivo contro il governo osteggiati
apertamente da Patta e non presi in considerazione nonostante avessero ottenuto la
maggioranza dei voti.
La stessa copertura il coordinatore nazionale di AS l'ha offerta al gruppo dirigente della
Cgil capeggiato dal crumiro Cofferati non andando oltre a delle mezze critiche su singole
questioni sindacali ed evitando accuratamente di mettere sotto accusa l'intera strategia
del vertice confederale, appiattita come non mai sulle posizioni del governo,
collaborazionista e neocorporativa. Nella linea di Patta, approvata poi dall'assemblea,
non c'è affatto una proposta strategica alternativa da portare a congresso, e nemmeno si
intravede una piattaforma rivendicativa organica e adeguata: basti dire che il Mezzogiorno
non esisterebbe più come questione nazionale; per le pensioni sarebbe sufficiente
difendere l'iter stabilito nella controriforma Dini del '95 e cosi via. Tanto è vero, se
Cofferati correggesse un po' a ``sinistra'' le tesi da proporre al congresso, Patta
sarebbe disponibile, fa capire, a non presentare una mozione di AS. A proposito di
Cofferati, presente all'assemblea, Patta ha detto: ``Mi pare che il segretario abbia
compreso che il nostro dissenso è di merito, che non nasconde nessuna intenzione di
rottura''.
Quando Patta lancia l'appello alla ``sinistra sindacale'' a unirsi in vista del congresso
si rivolge in particolare alla corrente sindacale di Rifondazione (``area programmatica
dei comunisti in Cgil'') capeggiata da Ferruccio Danini la quale, guarda caso, nel luglio
scorso ha tenuto, anch'essa, un'assemblea nazionale sul tema ``Verso la sinistra sindacale
in Cgil'' allo scopo di riunirsi con ``Alternativa sindacale'' dalla quale si era divisa
al momento della scissione tra Cossutta e Bertinotti. Che questa riunificazione avvenga o
meno, non cambierà un granché perché nessuna delle due correnti sindacali possiede una
strategia capace di contrastare efficacemente e in modo vincente l'attacco antioperaio e
antipopolare del governo e del grande capitale e di proporre una strada per realizzare un
vero e radicale rinnovamento sindacale, in prospettiva al di là della stessa Cgil, dal
momento che non è più possibile battersi per conquistarne la direzione e cambiarne la
linea sindacale e politica, essendosi essa completamente integrata nel capitalismo. Ma a
Patta e a Danini ciò che importa è avere uno spazio, un potere, delle poltrone nelle
strutture dirigenti della Cgil.
Riunire il dissenso sindacale di sinistra (esistente dentro e fuori le confederazioni) è
senza dubbio un'esigenza indispensabile e urgente, purché avvenga attorno alla proposta
del sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori fondato sulla democrazia diretta, l'unica
capace di restituire ai lavoratori uno strumento di rappresentanza e di lotta aderente ai
lori interessi economici e sociali. Pertanto è necessario che i lavoratori militanti e
simpatizzanti del PMLI iscritti alla Cgil e in altri sindacati, si uniscano nella Corrente
sindacale di classe per dar battaglia su questa linea.
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