A Roma
Perquisizioni fasciste e intimidatorie
La Digos entra nelle case di 5 disobbedienti e nelle sedi di Action e Amisnet

Martedì 7 ottobre, la Digos su ordine del pm Pierluigi Cipolla e contestando la grave e incredibile accusa di "associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro il patrimonio immobiliare" ha perquisito le abitazioni dei principali esponenti romani del movimento dei Disobbedienti che lo scorso anno dettero vita ad Action, l'Agenzia comunitaria diritti nata in seno al "Movimento dei movimenti" nel 2002. Cinque gli indagati: il consigliere comunale con delega al Bilancio partecipato Nunzio D'Erme, il portavoce Guido Lutrario, Andrea Alzetta, Fabrizio Nizi e Francesco Raparelli dei collettivi universitari La Sapienza.
Durante l'operazione, durata quasi 7 ore, la Digos ha perquisito anche la sede principale di Action, che si trova in uno stabile occupato da un centinaio di famiglie al Tuscolano, e la sede di Amisnet, l'agenzia multimediale che ha anche una radio e un sito, "colpevole" di aver dato ospitalità telematica ad Action, alla ricerca dell'atto costitutivo dell'associazione, dell'elenco dei fondatori e la prova documentale dei "programmi illeciti".
Ai 5 disobbedienti indagati viene imputata la partecipazione all'occupazione di edifici pubblici romani in almeno 8 occasioni tra il 7 e l'11 luglio 2003. Tra gli oggetti sequestrati durante le perquisizioni anche una banca dati contenente diverse centinaia di fascicoli personali di iscritti alle liste dei senza casa, tra cui precari, migranti, studenti fuori sede.
"Continueremo con le nostre occupazioni. Se stare dalla parte della povera gente vuol dire essere delinquenti, allora il dottor Cipolla ha ragione, siamo colpevoli", hanno risposto i cinque indagati in una confrenza stampa a cui hanno partecipato parlamentari del PRC e dei Verdi, assessori e consiglieri comunali, tutti solidali con l'associazione che tra l'altro è riconosciuta anche dall'amministrazione capitolina e da realtà impreditoriali romane.
Nell'esprimere la nostra solidarietà agli indagati denunciamo la natura fascista e intimidatoria di queste perquisizioni, che rappresentano un tassello della campagna più generale che mira a criminalizzare il movimento noglobal, e in particolar dei disobbedienti, condotta dal governo del neoduce Berlusconi e dal ministro dell'interno Pisanu.