Grave intimidazione da parte della magistratura e dei carabinieri
PERQUISIZIONI E SEQUESTRI A CACCIA DI FILMATI DI INDYMEDIA SUI FATTI DI GENOVA
Coinvolti i Centri sociali "Gabrio'' di Torino, "Cecco Rivolta'' di Firenze, il TPO di Bologna e la sede Cobas di Taranto. Perquisita anche la sede dei giuristi democratici di Bologna
SOLIDARIETA' DEL PMLI
Su ordine della procura genovese, il 20 febbraio i carabinieri del Ros hanno effettuato una serie di perquisizioni in alcuni Centri sociali di Torino, Firenze, Bologna e alla sede della Confederazione dei Cobas di Taranto e proceduto al sequestro di vario materiale audio e video girato da Indymedia durante i sanguinosi fatti di Genova del luglio scorso.
Nella grave intimidazione di chiaro stampo neofascista imbastita dai Pm genovesi Anna Canepa e Andrea Canciani (titolari dell'inchiesta sui Black bloc) e portata a termine dai carabinieri che sono intervenuti provocatoriamente in forze, con i blindati e in pieno assetto antisommossa, sono stati coinvolti il Centro sociale "Gabrio'' di Torino, il "Cecco Rivolta'' di Firenze, il Teatro Polivalente Occupato (TPO) di Bologna e la sede territoriale dei Cobas di Taranto.
Alle 7,30 di mattina una quarantina di agenti del Ros della caserma di S. Lazzaro e una ventina in borghese hanno sfondato porte e finestre e fatto irruzione nei locali del TPO di Bologna (dove ha sede fra l'altro l'archivio centrale di Indymedia) portando via praticamente tutto. Oltre ai filmati, sono stati asportati anche tutti i computer compresi quelli delle associazioni teatrali e politiche ivi operanti a cui sono stati sequestrati perfino i costumi e diverso materiale scenografico.
Quasi contemporaneamente la stessa scena si ripeteva al "Cecco Rivolta'' di Firenze, dove i Ros hanno portato via 26 videocassette e 4 Cd rom, e al "Gabrio'' di Torino dove sono state sequestrate altre 9 videocassette.
Due ore dopo i Ros sono intervenuti anche nella sede territoriale dei Cobas a Taranto che ha ricevuto lo stesso trattamento e da cui è stato asportato altro materiale. La caccia al materiale "sovversivo'' è proseguita anche nel pomeriggio. I Ros hanno infatti perquisito anche la sede dell'associazione giuristi democratici di Bologna sempre col pretesto di sequestrare tutto il materiale di foto e video relativo ai fatti di Genova.
Nei giorni immediatamente dopo il massacro di Genova l'associazione di avvocati bolognesi si era resa pubblicamente disponibile a raccogliere il materiale che poi è stato consegnato tutto all'archivio centrale di Indymedia. Da qui il mandato di perquisizione firmato dal procuratore aggiunto del tribunale genovese Gianfranco Pellegrino.
Tutto ciò, affermano in una lettera di protesta inviata dai giuristi bolognesi alla procura di Genova, rappresenta un "grave atto intimidatorio. Siamo sempre stati in contatto con la procura di Genova da prima delle manifestazioni del G8 - hanno spiegato gli avvocati - e alcuni di noi seguono dei procedimenti penali relativi agli episodi di violenza di quei giorni. C'è sempre stato un clima di collaborazione reciproca. Perché arrivare a un mandato di perquisizione e sequestro quando basterebbe una semplice richiesta?''.
In un comunicato stampa il PMLI ha espresso totale solidarietà militante ai Centri sociali oggetto delle perquisizioni e sottolineato fra l'altro che "Consideriamo questi ingiustificati e intimidatori blitz un attacco a Indymedia, alla libertà di informazione, ai centri sociali, al movimento no global e, più in generale, a tutti i movimenti politici, sindacali, sociali e culturali che dissentono da questo governo''.
Dunque è chiaro che l'intenzione di questa offensiva giudiziaria e poliziesca contro i Centri sociali sia proprio quella di intimidire e zittire chiunque osa opporsi al governo neofascista e assassino del neoduce Berlusconi. Infatti gran parte delle circa 130 ore di filmati sul G8 sequestrati dai Ros, oltre ad essere già stati consegnati alla procura di Genova, alla commissione parlamentare d'indagine e al comitato europeo contro la tortura sono da mesi disponibili anche su Internet: perciò che motivo c'era di imbastire una simile operazione se non per lanciare un forte e pesante avvertimento intimidatorio?

27 febbraio 2002