Lo Stato fascista si assolve
IL PM CHIEDE L'ARCHIVIAZIONE DELL'ASSASSINIO DI GIULIANI
Prosciolto il carabiniere Placanica: "Sparò per legittima difesa"
Il 2 dicembre, a 500 giorni dai fatti del luglio 2001 a Genova, il pm Silvio Franz ha chiuso l'istruttoria sulla morte di Carlo Giuliani con la richiesta di archiviazione, perché a suo giudizio il carabiniere Mario Placanica avrebbe sparato per legittima difesa. Accantonate le due ipotesi di reato - l'omicidio volontario e l'eccesso colposo in legittima difesa - la richiesta del pm, che conclude le 36 pagine dell'istruttoria, è adesso all'esame del gip Elena D'Aloiso che, se come appare quasi certo, deciderà di accoglierla, metterà una pietra tombale, senza nemmeno un pubblico dibattimento, sulla possibilità di accertare la verità giudiziaria sull'assassinio di piazza Alimonda e sulle responsabilità di chi gestì l'"ordine pubblico" nei giorni del G8.
La richiesta di archiviazione era praticamente scontata, tanto che l'ex procuratore di Genova Francesco Meloni, primo titolare dell'inchiesta, l'aveva annunciata fin dalle prime settimane. Subito era apparsa la volontà degli inquirenti di convalidare a tutti i costi la tesi della legittima difesa, avanzata dal ministro degli Interni Scajola quando il corpo di Carlo Giuliani ancora giaceva straziato sull'asfalto. Erano state accolte le ipotesi peritali più fantasiose, come quella del "sasso" che avrebbe deviato su Giuliani il proiettile sparato "in alto" da Placanica, pur di avvalorare la tesi della legittima difesa, mentre erano stati respinti o nemmeno presi in considerazione gli elementi di dubbio documentati presentati dai legali della famiglia Giuliani.
Le conclusioni del pm Franz vanno ancora oltre l'evidente volontà scagionatoria manifestata durante l'istruttoria, perché tagliando brutalmente corto con i cavilli, le contorsioni peritali e le stesse dichiarazioni contraddittorie rese dal Placanica, onde non offrire il minimo appiglio alle parti lese, cioè i genitori e la sorella della vittima, stabiliscono senza il minimo dubbio l'assoluta legittimità dell'assassinio di Giuliani in quanto - è la sostanza della tesi di Franz - il carabiniere che gli sparò agì in "stato di necessità" dettato dalla "giustificata percezione" di essere in pericolo di vita a causa dell'"aggressione fisica evidente e virulenta" alla camionetta in cui lui e i suoi colleghi erano rimasti bloccati.
Tutto il resto per il pm non conta, o è assolutamente irrilevante rispetto a questo elemento secondo lui sufficiente a motivare l'archiviazione dell'istruttoria prima ancora di un pubblico processo. Non conta nulla l'evidente sproporzione tra il pericolo corso dallo sparatore (un estintore vuoto) e la reazione a tale pericolo (due colpi di pistola calibro 9, di cui uno mortale). Non conta nemmeno il fatto, ampiamente dimostrato e documentato dalla parte civile, che quando Giuliani sollevò l'estintore si trovasse ad almeno tra tre metri e tre metri e mezzo dalla camionetta, e non a un metro come sostenuto dalla procura per aumentare la "percezione di pericolo" da parte dei suoi occupanti. Come non conta nulla che dalle foto si veda chiaramente che la pistola dello sparatore puntava in basso e non verso l'alto per sparare in aria a scopo intimidatorio, e che la camionetta "bloccata" per diversi minuti in balìa dell'"aggressione evidente e virulenta", subito dopo gli spari in pochi secondi sia riuscita a fare manovra due volte, passare sopra il corpo di Giuliani e dileguarsi.
E nemmeno trovano risposta, nell'istruttoria di Franz, tanti altri interrogativi, sollevati dai legali e dai periti della famiglia Giuliani, come quello grande come una casa se a sparare fu veramente Placanica, o se fu qualcun altro all'interno della camionetta: qualcuno magari più importante del semplice carabiniere di leva Placanica, qualcuno da coprire perché meno legalmente giustificabile data la maggior esperienza e responsabilità? L'esame di alcune foto dell'abitacolo prima e durante l'evento drammatico porterebbe infatti ad escludere che a impugnare la pistola potesse essere il Placanica.
E ancora: perché la pistola d'ordinanza del Placanica recava evidenti segni di manomissione, cosiccome segni di manomissione e asportazione di oggetti e di parti della carrozzeria sono stati riscontrati nella camionetta sequestrata? E come mai dei due bossoli ritrovati, solo uno è compatibile con l'arma d'ordinanza di Placanica? E quanti erano, poi, esattamente gli occupanti della camionetta? Tre o quattro? Non è mai stato chiarito. Come non è stato chiarito perché il "defender" dei carabinieri possa essere rimasto "isolato" in mezzo a un'"aggres-sione", mentre a pochi metri di distanza, nella stessa piazza Alimonda, stazionavano ingenti drappelli di "forze dell'ordine", che sono intervenute solo dopo l'assassinio di Giuliani; e nemmeno per tentare di soccorrerlo, bensì come si è notato bene in tv per isolarne il corpo dai manifestanti e dai fotografi; e tentando per di più di inscenare a beneficio dei tg serali, come in una specie di copione precostituito, l'attribuzione della morte di Giuliani agli stessi manifestanti, gridando in giro che l'avevano ucciso loro con un sasso.
Ma soprattutto, quello che è stato sprezzantemente ignorato nell'istruttoria del pm Franz, e che rimarrà per sempre non chiarito se non ci sarà un pubblico processo e un'inchiesta, è il contesto che fa da sfondo ed è all'origine della tragica vicenda, e cioè il comportamento selvaggiamente aggressivo delle "forze dell'ordine" contro i manifestanti no-global, causa diretta - a parte i famigerati, fantomatici e sospetti "black bloc" - degli scontri di piazza per reazione ed autodifesa, non assolutamente preordinati; come quello di piazza Alimonda a cui partecipò anche Carlo Giuliani, che com'è noto era partito di casa per andare al mare e si lasciò coinvolgere dalla rabbia nell'assistere al comportamento fascista della polizia e dei carabinieri.
Perché la procura di Genova non ha tenuto minimamente conto dell'ordine segreto impartito da Scajola di sparare se i manifestanti avessero oltrepassato la zona rossa? E delle violenze e torture alla scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto? Delle migliaia di foto, riprese cinematografiche e televisive che documentano le violenze selvagge della polizia contro manifestanti inermi e addirittura gravemente feriti a terra? Eppure è in questa cornice fascista, in questo clima paranoico e feroce incoraggiato nelle forze repressive dello Stato, con questi ordini criminali impartiti dall'alto, che è maturato l'assassinio di Carlo Giuliani; ma il pm l'ha completamente ignorato isolando dal tutto quel solo istante in cui - a suo soggettivo giudizio - il Placanica appare come la vittima e Carlo Giuliani come il "virulento aggressore".
In questo modo la procura genovese non ha assolto solo l'esecutore materiale dell'assassinio di Giuliani, ma anche e soprattutto i suoi superiori che gli hanno armato la mano, e cioè i vertici delle "forze dell'ordine", il ministro Scajola, il neoduce Berlusconi e tutto lo Stato fascista e aguzzino nel suo complesso. Non a caso l'ex titolare degli Interni è stato il primo a gioire cinicamente per l'archiviazione di Franz, dichiarando raggiante: "L'ho detto subito che aveva sparato per legittima difesa, dal Viminale, dove ero rinchiuso da venti ore a seguire i fatti di Genova e fui sommerso dalle polemiche".
Contro la richiesta di archiviazione i familiari di Carlo Giuliani, tramite i loro legali, hanno annunciato l'intenzione di presentare ricorso. La madre Heidi ha ribadito che: "non solo ci vuole un processo su quanto accaduto a Carlo, ma ci vuole una Commissione di inchiesta per capire le responsabilità ad alto livello di quanto è successo in quei giorni".