Alla vigilia del voto alla Camera sulla "missione" dell'Italia in Iraq
Prodi: "se vuoi la pace preparati alla guerra"
Il leader dell'Ulivo parla come Berlusconi
Zanotelli: "Gravissime le sue parole sul conflitto"
Alla vigilia del voto alla Camera per il rifinanziamento della "missione" dell'Italia in Iraq, e dopo la squallida e vergognosa condotta del "vorrei votare a favore ma non posso", assunta al Senato dalla neonata lista Prodi, ci ha pensato Prodi in persona a dare una dimostrazione plateale che i pruriti imperialisti e guerrafondai non sono prerogativa solo del neoduce Berlusconi e della casa del fascio, ma sono condivisi anche dallo schieramento borghese "alternativo".
In una gravissima intervista rilasciata al mensile dei missionari comboniani Nigrizia, Prodi non perde occasione per esaltare l'Unione europea parlando di immigrazione, di polizia europea, dei rapporti interculturali e economici coi paesi del Mediterraneo nonché di lotta al terrorismo. Ma è quando l'intervistatore lo chiama a esprimersi su guerra e pace che i suoi pruriti imperialisti vengono platealmente allo scoperto.
Nell'ultima domanda, facendo riferimento anche alla "lotta al terrorismo" gli viene chiesto come possa essere possibile conciliare da una parte il rafforzamento dell'autonomia militare dell'Europa (ossia della superpotenza europea) altrimenti destinata a rimanere succube delle scelte politiche e militari degli Usa e dall'altra la volontà di "milioni di cittadini europei e centinaia di organismi della società civile che manifestano non solo contro la guerra all'Iraq, ma anche il loro desiderio di pace che passa da una riduzione delle spese militari e dallo sviluppo di tecniche nonviolente di gestione dei conflitti". E che chiedono di inserire nella Carta Europea l'articolo "l'Europa ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali".
E Prodi così risponde: "Sarà anche brutale il `si vis pacem para bellum', ma non c'è alternativa a una credibile capacità militare di dissuasione, se si vuole preservare, garantire o imporre la pace. Nessuno può accusare l'Europa di paranoie belliciste, ma se non si è in grado di dispiegare truppe di interposizione, non si fa politica estera o politica di mediazione diplomatica nelle aree calde del mondo. Questa è la spietata lezione che la guerra in Iraq ha dato a tutti, compresi coloro che hanno sempre creduto e continuano legittimamente a credere nel valore insostituibile del multilateralismo e del rispetto della legalità internazionale".
Insomma il pensiero imperialista e bellicista di Prodi è chiarissimo: imporre la pace, ovvero il nuovo ordine imperialista, con strumenti militari non è soltanto lecito, ma, a suo dire, non ha alternative. Tant'è che ricorre, come fece il neoduce Berlusconi il 6 febbraio 2003, quando cercava il voto favorevole dell'intero parlamento nero alla guerra accanto a Bush, al famigerato motto dell'impero romano "se vuoi la pace prepara la guerra". La sola differenza è che per il leader dell'Ulivo tale metodo non dovrebbe essere adottato in maniera unilaterale da una sola potenza imperialista, ma in maniera "multilaterale" (leggi Ue) e possibilmente con la legittimazione degli organismi internazionali. Quindi per Prodi anche la guerra all'Iraq per abbattere il regime di Saddam, in linea di principio non era sbagliata, nonostante che tale guerra fosse stata dichiarata sulla base della nuova dottrina della "guerra preventiva" partorita dall'Hitler della Casa Bianca, Bush. Solo che l'"uso della forza" doveva avvenire solo sotto mandato Onu. Ma soprattutto Prodi avrebbe voluto un ruolo attivo per l'imperialismo europeo. Un ruolo attivo della superpotenza europea che rivendica quando invoca il diritto di "dispiegare truppe di interposizione" nelle "aree più calde del mondo". Ovviamente per diventare, al pari e in concorrenza con gli Usa, il gendarme del mondo.
In fin dei conti anche richiamarsi al "rispetto della legalità internazionale" diventa una foglia di fico, visto che fu proprio il governo del "centro-sinistra" guidato dal rinnegato D'Alema, a trascinare il nostro Paese nell'aggressione imperialista alla Serbia a fianco degli Usa e della Nato in flagrante violazione della carta dell'Onu, del diritto internazionale e del principio di inviolabilità della sovranità statale, nonché dell'articolo 11 della Costituzione italiana.
Le affermazioni guerrafondaie e militariste di Prodi hanno indignato il missionario comboniano ed ex direttore di Nigrizia, Alex Zanotelli, attivo esponente del movimento pacifista. "è gravissimo che Prodi parli di imporre la pace - ha detto Zanotelli -. Non si può imporre la pace con le armi. Come non possiamo imporre la democrazia o il bene". Riferendosi al prossimo voto alla Camera sulla "missione" in Iraq, si è rivolto al segretario DS Fassino ammonendolo che nel caso non avesse votato contro sarebbe meglio che non si presentasse alla marcia del 20 marzo, perché "ci vuole un minimo di coerenza nella vita".
17 marzo 2004