Grande manifestazione a Baghdad e Karbala al grido "Abbasso gli americani"
Sciiti e sunniti uniti contro gli occupanti dell'Iraq
Una grande folla di fedeli sciiti, ai quali si è aggiunto un gran numero di sunniti, ha partecipato il 3 marzo a Baghdad e Karabala ai funerali delle oltre 200 vittime degli attentati del giorno precedente nelle due città dove erano in corso le commemorazioni religiose dell'Ashura. Due grandi manifestazioni nelle quali sciiti e sunniti hanno gridato assieme "abbasso gli americani", uniti contro gli occupanti dell'Iraq.
Subito dopo gli attentati l'ayatollah Alì al Sistani, leader spirituale degli sciiti iracheni, aveva invitato tutti gli iracheni a "lavorare sodo per unirsi tra loro ed avere una sola voce al fine di accelerare la riconquista della menomata sovranità, indipendenza e stabilità della patria". Una delegazione di esponenti sunniti si era immediatamente recata alla moschea sciita di Khadimiya, alla periferia della capitale, a portare la solidarietà.
I principali leader delle due confessioni religiose islamiche hanno presenziato assieme il 3 marzo la cerimonia funebre alla moschea di Khadimiya. La folla che sfilava portando le bare gridava "sunniti, sciiti, siamo tutti fratelli e non venderemo il nostro paese agli stranieri" e altri slogan contro gli occupanti imperialisti. Tra gli altri è intervenuto l'imam della moschea sunnita di Adhamiya che ha affermato "occorre aprire gli occhi contro il tentativo dell'America e di Israele di seminare dissensi tra di noi. L'Iraq sorgerà di nuovo solo se i sunniti e gli sciiti saranno uniti".
Analoga cerimonia funebre con una larga partecipazione popolare si è svolta a Karbala; sfilando tra le moschee di Hussein e di Abbas la folla gridava "no all'America, no a Israele, no al terrorismo".
Fra i morti a Karbala vi erano anche diversi pellegrini giunti dall'Iran e da Teheran, è intervenuto anche la guida spirituale iraniana, l'ayatollah Alì Khamenei. In un messaggio diffuso dalla televisione Khamenei ha denunciato che "gli occupanti sono responsabili" di quanto accaduto a Baghdad e Karbala: l'Iraq "è oppresso sotto lo stivale dell'occupante militare che impedisce al paese di avere un governo solidale" con il popolo. Perciò "anche se gli occupanti affermano di non essere coinvolti in questi atti terroristici, essi non possono negare le loro pesanti responsabilità".
Nel giorno dei funerali e della protesta contro gli occupanti imperialisti si è fatta sentire anche la resistenza irachena che ha attaccato a colpi di mortaio la base americana di Tikrit. Altri colpi di mortaio sono caduti vicino al sorvegliatissimo palazzo presidenziale del proconsole americano Bremer a Baghdad mentre sempre nella capitale il centro telefonico di Mamoun, appena riparato dai genieri Usa, è stato di nuovo distrutto. La resistenza ha inolte fatto saltare un tratto dell'oleodotto presso Kirkuk e attaccato una pattuglia polacca a Karbala.
10 marzo 2004