Lo sciopero è sciopero
I media hanno vomitato veleno sui tranvieri milanesi che, a sorpresa, hanno scioperato oltre le 8 ore a livello nazionale programmate dai sindacati confederali. Non di meno hanno fatto i leader dei partiti di "centro-destra" e di "centro-sinistra" e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Epifani ha giudicato "sbagliato, inammissibile e da condannare" ciò che è accaduto. Il neopodestà di Milano, Albertini, è andato su tutte le furie minacciando di adire le vie legali e di prendere dei provvedimenti disciplinari contro i tranvieri. Il prefetto di Milano, Ferrante, ha precettato tutti i lavoratori dell'Atm e la magistratura ha aperto un'inchiesta.
"Il Giornale" della famiglia Berlusconi strilla: "Milano ostaggio dei tranvieri". "l'Unità" dei gruppi parlamentari dei DS ammonisce: "Errore, non si sciopera contro i cittadini".
Il governo, tramite il sottosegretario al lavoro, Maurizio Sacconi, invoca la "tolleranza zero" e "l'obbligo del singolo lavoratore del servizio di pubblica utilità di comunicare preventivamente l'adesione allo sciopero". Il neopodestà di Roma, Veltroni, ha scongiurato i tranvieri romani a non seguire l'esempio dei colleghi milanesi.
La tesi unanime della destra e della "sinistra" del regime neofascista è che i lavoratori devono rispettare le regole sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali e i diritti degli utenti.
Ma dopo due anni senza rinnovo del contratto di lavoro, otto scioperi nazionali dichiarati dai sindacati confederali e quattro dai sindacati non confederali, che cos'altro dovevano fare i tranvieri milanesi se non dare un segnale forte al governo, al comune, all'azienda dei trasporti di Milano che si rifiuta addirittura di iniziare le trattative con i sindacati?
La loro azione non va quindi criticata ma appoggiata. Potrebbe sbloccare la vertenza, e in ogni caso ha dato un contributo fondamentale al successo plebiscitario dello sciopero della categoria in tutte le città d'Italia.
Certamente gli scioperi dei mezzi di trasporto creano dei disagi agli utenti e alle altre categorie dei lavoratori, ma ciò non deve indurre a prendersela con gli autoferrotranvieri, bensì con il governo, gli amministratori locali e i padroni che li costringono a proclamarli.
E poi siamo proprio sicuri che le regole sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali siano giuste? Per noi assolutamente no, e ci battiamo perché vengano rimosse. L'autoregolamentazione degli scioperi non ci quadra, è un capestro alla lotta di classe, una palese violazione del diritto di sciopero.
Dobbiamo quindi essere grati ai tranvieri milanesi per aver rimesso tutto in discussione e per aver indicato al movimento sindacale la via da seguire per piegare la tracotanza del governo, degli amministratori locali e dei padroni e ottenere i propri diritti.
Lo sciopero è sciopero. E nessuna legge lo può regolamentare. Ne va della libertà dei lavoratori e dei loro sindacati. Questo è il bene che più conta e che vale la sopportazione di qualche disagio personale.