Di notte e all'improvviso, contro i giovani che dormivano nei locali del
Genoa social forum
SELVAGGIO BLITZ
POLIZIESCO DEGNO DI UN REGIME MUSSOLINIANO
Devastati i
locali, distrutti computer e attrezzature, sottratti filmati e altre prove
testimoniali sulla brutalità delle "forze dell'ordine''. Sorpresi nel
sonno e pestati a sangue i giovani che dormivano nei sacchi a pelo.
Rastrellamento in stile nazista di 92 ragazzi, tra cui 60 feriti, alcuni anche
gravi, arrestati e incriminati per "associazione a delinquere''. Bastonati
e insultati anche giornalisti e avvocati.
IL NEODUCE BERLUSCONI GETTA LA MASCHERA ED ESALTA LA REPRESSIONE
INDISCRIMINATA CONTRO L'INTERO MOVIMENTO ANTIGLOBALIZZAZIONE.
Un pestaggio a freddo, premeditato
e selvaggio, una spedizione punitiva squadristica di puro stampo mussoliniano
fascista: come altrimenti definire l'infame blitz terroristico che centinaia di
poliziotti in assetto antisommossa, con decine di blindati e perfino un
elicottero che illuminava dall'alto la scena, hanno sferrato all'improvviso
nella notte tra sabato 21 luglio e domenica 22 in via Cesare Battisti, alle due
scuole Diaz e Pertini che ospitavano il media center del Genoa social forum e
dove dormivano numerosi partecipanti alla manifestazione contro il G8?
Le testimonianze dirette e le immagini che hanno permesso di ricostruire gli
avvenimenti descrivono una situazione incredibile, allucinante: alle 23,30,
senza alcun preavviso e come in un'operazione di guerra, ingenti mezzi e forze
di polizia, con l'intervento anche di un elicottero, circondano i due edifici,
sfondano i cancelli e le porte e fanno irruzione nelle stanze sfasciando tutto e
pestando senza pietà chiunque si trovi all'interno, dal personale del Gsf ai
giovani sorpresi ancora nel sonno nei loro sacchi a pelo.
In breve le stanze si riempiono del sangue e delle urla dei feriti. Al primo
piano della scuola Diaz che ospita il centro stampa la gente viene spinta fuori
con le mani alzate, come in un rastrellamento nazista, bastonata e fatta
sdraiare per terra, mentre altri agenti sfasciano meticolosamente tutte le
attrezzature e asportano macchine fotografiche e videocassette con i filmati
delle cariche contro la manifestazione dei 300 mila nel pomeriggio, compresi i
filmati che mostravano elementi vestiti come i "black block'' chiaccherare
con i poliziotti davanti alle caserme. La stanza del servizio sanitario viene
completamente distrutta, stessa sorte tocca alla stanza del servizio legale,
dove vengono sfasciati i computer e asportati gli hard disk contenenti le
testimonianze dei pestaggi e gli elenchi dei fermati e dei dispersi.
Nell'altro edificio di fronte, la scuola Pertini, dove c'erano solo ragazzi a
dormire, le scene sono ancora più raccapriccianti e la ferocia dei poliziotti
è se possibile ancora più selvaggia. Ai giornalisti accorsi sul posto chiamati
disperatamente dai telefonini degli aggrediti si presenta una scena
agghiacciante: decine di ragazze e ragazzi con i volti sporchi di sangue fatti
uscire con le mani alzate e portati via coi furgoni, tra due ali di poliziotti
armati fino ai denti e smaniosi di menare le mani, mentre una folla di giovani
non può far altro che gridar loro in faccia "assassini'' e
"fascisti''.
Molti feriti escono in barella, alcuni di loro hanno perso conoscenza e appaiono
visibilmente in condizioni gravi. Alla fine saranno 92 gli arrestati, la maggior
parte stranieri, di cui ben una sessantina i feriti ricoverati e piantonati in
ospedale. Tra loro anche un giornalista del "Giorno-Nazione-Resto del
Carlino'', ferito seriamente a un braccio da una bastonata degli sbirri. Un
ragazzo inglese è operato per un vasto ematoma al cervello e rischia la vita o
una paralisi. La questura sosterrà che la maggior parte delle ferite se le
erano procurate nella manifestazione del pomeriggio. Come se le macchie e le
pozze di sangue fresco seminate dappertutto nelle stanze, nei corridoi e lungo
le scale delle due scuole, viste anche in televisione, non fossero lì a
sbugiardarla.
UN ARTICOLO DA REGIME FASCISTA PER UN BLITZ FASCISTA
Alcuni parlamentari e avvocati, che tentano di entrare nei locali per
verificare quanto sta succedendo vengono spintonati dai poliziotti, insultati e
tenuti lontani a viva forza. Alle loro richieste di esibire il mandato di
perquisizione i poliziotti rispondono beffardi di "ripassare tra due ore''.
Il mandato naturalmente non c'è. La questura troverà poi il modo di
giustificare l'aggressione con l'articolo 41 del testo unico di pubblica
sicurezza che si applica ai casi di terrorismo e giustifica l'intervento di
polizia sulla base del semplice sospetto che in un dato luogo vi siano delle
armi.
Gli stessi giornalisti sono strattonati, minacciati e impediti di accedere alla
zona delle operazioni. Alle loro domande indignate, specie i corrispondenti
esteri, sul perché di tanto spiegamento di forze e ostentazione di brutalità,
il capo delle operazioni Roberto Sgalla, portavoce del capo della polizia De
Gennaro, ex segretario del Siulp, risponde infatti che l'intervento si è reso
necessario dopo "una segnalazione secondo cui ci sarebbero state armi
all'interno''. Le "armi'' trovate dalla polizia non vengono mostrate ai
giornalisti ma portate via in grossi sacchi chiusi. Verranno poi mostrate con
aria trionfante ai giornalisti in questura: due bottiglie Molotov, o presunte
tali; alcuni coltellini da camping; alcune mazze e picconi da muratore (nelle
due scuole c'erano dei cantieri edili), dei thermos, delle macchine
fotografiche, alcuni telefonini , pennarelli, libri, agende, una confezione di
doposole, bandiere e indumenti vari, tra cui alcuni neri e quindi presentati
come le famose "tute nere''.
Il vicecapo della polizia Ansoino Andreassi, definito "intimo di Luciano
Violante'', giustifica senza il minimo imbarazzo il massacro fascista di via
Battisti con questo ridicolo "bottino'', rifiutandosi di dare ulteriori
spiegazioni ai giornalisti giustamente indignati per il comportamento arrogante
e fascista della polizia, e limitandosi a riferire che tutti gli arrestati sono
stati incriminati per "associazione a delinquere finalizzata alla
devastazione e saccheggio e detenzione di bottiglie Molotov''. Persino il
coordinatore del pool di magistrati di Genova che si occupano del G8, il
sostituto procuratore Franco Pinto, ha avanzato in alcune interviste dubbi e
riserve sulla procedura adottata per il blitz della polizia e sui capi di
imputazione formulati contro gli arrestati.
CRIMINALIZZAZIONE DEL MOVIMENTO ANTI G8
Il teorema che il governo fascista Berlusconi vuol dimostrare con questo
selvaggio blitz è a questo punto chiarissimo: il Genoa social forum e i 300
mila manifestanti antiglobalizzazione sono conniventi con i "teppisti'' che
hanno imperversato in città, anzi sono una cosa sola; dunque ha fatto bene il
governo a dare ordine alla polizia e alle altre forze repressive di impedire a
tutti i costi la manifestazione di massa contro il G8. É questa infatti la tesi
che il neoduce scodella per i mass media nella conferenza stampa finale. In una
dichiarazione precedente, dopo l'assassinio del giovane Carlo Giuliani, aveva
proclamato significativamente che "chi manifesta contro il G8 manifesta
contro il sistema occidentale!'' si è anche lavato le mani sporche di sangue
con la solita scusa di essere stato informato del raid poliziesco solo
l'indomani dal ministro Scajola. Il quale, a sua volta, ha detto di esserne
stato informato solo a cose fatte, attribuendo l'iniziativa al capo della
polizia De Gennaro e al comandante dei carabinieri Siracusa, uomini nominati dal
"centro sinistra''.
Chi non è ancora convinto che con la salita al governo del neoduce Berlusconi,
legittimata da Ciampi come fece il re con Mussolini, e favorita dagli imbelli,
opportunisti e codardi partiti del "centro sinistra'', siamo ormai in pieno
regime fascista mussoliniano, ha ora ampia materia di riflessione. Il criminale
raid poliziesco di via Battisti è la più eloquente dimostrazione che tutto
quello che è successo a Genova non è frutto di "incapacità'' o di
"perdita di controllo'' da parte del governo e delle "forze
dell'ordine'', ma fa parte di un piano prestabilito e ben orchestrato del
neoduce Berlusconi, in combutta con i servizi segreti dei paesi "alleati'',
per impedire e stroncare a qualsiasi costo quella che si preannunciava e si è
poi realizzata come la più grande manifestazione internazionale contro la
globalizzazione imperialista.
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