SETTANTA POLIZIOTTI INDAGATI PER LA MATTANZA DI GENOVA
Sono accusati di lesioni personali aggravate abuso d'ufficio e omesso controllo in relazione al blitz alla scuola Diaz
SOTTO INCHIESTA ANCHE UNA DECINA DI CARABINIERI

Mentre a Napoli il tribunale del riesame ha già revocato gli arresti domiciliari agli 8 poliziotti torturatori e seviziatori della caserma Raniero, a Genova prosegue il lavoro dei magistrati titolari dell'inchiesta sulle torture inflitte ai manifestanti nel lager di Bolzaneto e sulla mattanza compiuta dalla polizia la sera del 21 luglio 2001 alla scuola Diaz contro decine di manifestanti inermi, massacrati mentre dormivano dentro i sacchi a pelo e, sia pure molto lentamente, comincia a dare i primi risultati.
Il 3 maggio una settantina di agenti facenti parte del famigerato primo reparto mobile di Roma comandato dal vice questore Vincenzo Canterini sono stati iscritti nel registro degli indagati accusati di lesioni personali aggravate.
Altre due informazioni di garanzia sono state recapitate ad altrettanti tenenti dei carabinieri poiché, inviati alla caserma di Bolzaneto di rinforzo alla polizia, in qualità di responsabili dei loro contingenti di ordine pubblico, non hanno in alcun modo impedito il protrarsi di torture e sevizie contro centinaia di manifestanti fermati durante le manifestazioni contro il G8.
In tutto i carabinieri indagati sarebbero 8 o 9. Oltre ai 2 tenenti, risultano inquisiti anche Mario Placanica, il carabiniere che uccise Carlo Giuliani in piazza Alimonda, il militare che era alla guida del defender e che passò sopra il corpo ormai esanime di Giuliani più altri 4 o 5 carabinieri del battaglione Lombardia ripresi da una telecamera mentre rincorrono e si accaniscono a suon di manganellate, calci e pugni contro un manifestante inerme la mattina del 20 luglio in corso Torino.
Dopo l'invio dei primi 21 avvisi di garanzia contro alcuni poliziotti, capisquadra e funzionari del reparto di picchiatori della squadra mobile di Roma con alla testa il capo Vincenzo Canterini e il suo vice Michelangelo Fournier; dopo l'iscrizione nel registro degli indagati dell'ex capo dell'antiterrorismo Arnaldo La Barbera, del suo vice Gianni Luperi, del capo dello Sco (Servizio centrale operativo) Francesco Gratteri, del suo vice Gilberto Calderozzi, dell'ex capo della Digos di Genova Spartaco Mortola e dei dirigenti Filippo Ferri della Mobile di La Spezia, Lorenzo Murgolo della Digos di Bologna e del commissario capo alla questura di Napoli Fabio Ciccimarra (già arrestato nei giorni scorsi nel capoluogo campano nell'ambito dell'inchiesta sulla mattanza del 17 marzo 2001 in piazza Municipio a Napoli) tutti accusati di lesioni personali aggravate, abuso d'ufficio e omesso controllo; è ragionevole pensare che gli elementi raccolti dalla magistratura genovese siano più che sufficienti per punire chi si macchiò in prima persona di tanta ferocia e soprattutto per individuare e punire i mandanti politici esterni e interni al governo, alle istituzioni e alle stesse "forze dell'ordine'' di tale strategia neofascista.

15 maggio 2002