SVEGLIATEVI! BUTTIAMO GIU' IL NEODUCE BERLUSCONI
Il governo Berlusconi picchia sodo, e su tutti i fronti: da quelli economico, sociale e sindacale, a quelli politico, istituzionale, costituzionale e giudiziario, a quello della politica estera e militare, a quelli dell'istruzione, della cultura e dell'informazione. Anche sul conflitto di interessi vuole imporre la sua soluzione di comodo.
Va avanti come uno schiacciasassi e nessuna forza parlamentare osa ostacolarlo davvero. Le "opposizioni'' governative in parlamento menano il can per l'aia e nelle piazze sono inesistenti. Le Confederazioni sindacali latitano e nicchiano sullo sciopero generale invocato a gran voce da larga parte dei lavoratori con in testa i marxisti-leninisti. I sindacati extra confederali, a parte qualche uscita sporadica, non portano fino in fondo la battaglia.
In ogni caso nessuna di queste forze politiche e sindacali ha capito (o fa finta di non capire?), quali sono la reale natura e il disegno politico del governo Berlusconi.
Non sono bastati nemmeno il massacro di Genova, la partecipazione dell'Italia alla guerra imperialista contro l'Afghanistan, il virulento attacco alla magistratura nel tentativo di sottometterla, il rilancio del presidenzialismo, la controriforma scolastica, la finanziaria di guerra, il "libro bianco di Maroni'', le famigerate leggi delega sulle pensioni, sui licenziamenti senza "giusta causa'' e sulla "riforma'' fiscale, la rottura con i sindacati, per far capire loro che Berlusconi è il nuovo Mussolini e che costui sta fascistizzando a tutto spiano lo Stato e la società. Eppure il PMLI, nel documento dell'Ufficio politico del 19 giugno 2001, assumendosi con grande coraggio proletario rivoluzionario tutte le responsabilità, ha detto chiaramente che questo governo "è neofascista dalla testa ai piedi'' e "ha restaurato il fascismo sotto forme nuove, nuovi metodi e nuovi vessilli''.
Nessuna di dette forze, e nemmeno i mass media, da esse controllati, ha raccolto e rilanciato il nostro allarme antifascista. Continuano a dormire tranquillamente, così come fecero nel '22 i partiti popolare e liberale e quelli riformisti di fronte all'ascesa al potere di Mussolini. Ma è l'ora che si sveglino. Se non ora, quando?
Al di fuori di esse però qualcosa si sta muovendo. Vedi la rivolta dei magistrati in occasione dell'anno giudiziario e l'appello del procuratore generale di Milano Francesco Saverio Borrelli a "Resistere, resistere, resistere'' contro la politica giudiziaria del governo. Ma finora una sola voce, anche se molto forte, si è sentita per scendere in piazza per "costruire insieme l'opposizione a questo governo'' per "difendere la democrazia''. Un'iniziativa esemplare, storica, di 92 intellettuali democratici e antifascisti fiorentini, appoggiata immediatamente dal PMLI.
In effetti nell'ambito degli intellettuali si notano alcuni fermenti antifascisti e ci si comincia a interrogare su quello che sta accadendo in Italia, se si tratta di fascismo o di cosa altro. Ma i falsi comunisti sono subito corsi a spengere queste fiammelle. Per costoro non sarebbe corretto e opportuno usare nel nostro caso la categoria di fascismo. Il noto trotzkista Pintor riconosce che siamo in un regime ma "non è corretto definirlo fascismo perché non è in divisa'' ("il manifesto'' del 18.01.02). Rifondazione trotzkista addirittura esclude categoricamente che siamo in presenza di "un vero e proprio regime'' (tesi 31 del 5° Congresso nazionale del PRC). La "sinistra'' dei DS al massimo arriva a dire che c'è un "rischio di regime'', ma non si arrischia a definire il carattere politico di tale regime. Mentre Fassino nega che esista una "emergenza democratica'', e D'Alema dice che non dobbiamo dividerci tra quelli che dicono che c'è un regime e quelli che lo negano.
Invece siamo in pieno regime fascista, le cui porte gli sono state spalancate dal "centro-sinistra'', che ha partecipato attivamente a realizzarlo. Basti ricordare la bicamerale golpista di D'Alema.
Sarà bene dunque, prima che le cose diventino più difficili, complicate e dolorose, che tutte le forze politiche, sociali, sindacali, culturali e religiose autenticamente antifasciste si sveglino e si uniscano per abbattere il governo Berlusconi e il regime capitalista, neofascista, presidenzialista e federalista per realizzare l'Italia unita, rossa e socialista. Un'altra via per uscire dal capitalismo e per abbattere per sempre il fascismo non esiste. La storia politica e sociale dell'Italia parla chiaro a proposito.
I marxisti-leninisti italiani comunque sono pronti a collaborare con tutte quelle forze che intendono solamente buttar giù il governo del neoduce Berlusconi. Tutti coloro che hanno già preso coscienza della natura di questo governo devono fare la loro parte affinché al più presto venga tolta all'Italia la camicia nera. Gli operai, i lavoratori, i disoccupati, i giovani, le studentesse e gli studenti, il movimento no global, i centri sociali, nonché le organizzazioni di base dei partiti della "sinistra'' parlamentare, devono farsi sentire, unirsi e mobilitarsi ponendo al centro della loro lotta questo fondamentale obiettivo.
Chi ne ha la forza ha il dovere di indire subito uno sciopero generale politico. Noi ci stiamo!

23 gennaio 2002