La maggioranza dei lavoratori segue l'indicazione di lotta del Coordinamento nazionale degli autoferrotranvieri
Riuscito lo sciopero dei tranvieri per un contratto vero
I confederali non sono legittimati a firmare l'accordo bidone
Il governo ora riapra le trattative con tutti i sindacati

La maggioranza dei lavoratori del trasporto pubblico locale ha seguito l'indicazione di lotta del "Coordinamento nazionale autoferrotranvieri'', in cui sono confluiti una serie di sindacati non confederali. Lo sciopero indetto per il 31 gennaio contro l'accordo bidone firmato il 20 dicembre scorso, ha avuto adesioni altissime. I vertici sindacali confederali di categoria, ivi compresa la Cgil, sono stati di nuovo sconfessati e perciò non sono legittimati a firmare in modo definitivo il suddetto accordo. Il governo del neoduce Berlusconi e segnatamente il ministro del welfare, Roberto Maroni ha ora il dovere di riaprire le trattative con tutti i sindacati, confederali e non confederali, che rappresentano la categoria. Questo è in sintesi e nell'essenziale ciò che è avvenuto in questa giornata di lotta e il suo significato politico.
Gli organizzatori parlano infatti di grande successo dello sciopero dei tranvieri. Le percentuali di adesione che forniscono città per città sono molto alte specie se si considera che: si tratta del dodicesimo sciopero nazionale che la categoria ha attuato dall'inizio della vertenza, gennaio 2002; Cgil, Cisl e Uil hanno fatto opera di ostruzionismo al limite del crumiraggio; sui lavoratori pesano gravissime sanzioni penali e amministrative promosse dai prefetti per punire la violazione delle regole della legge sugli scioperi per i "servizi pubblici essenziali''; davanti ai depositi è intervenuta la polizia a scopo intimidatorio.
La partecipazione allo sciopero nelle grandi città del Nord e del Centro si aggira tra il 65 e il 90%. Ma anche in diverse città del Sud l'adesione è stata elevata. Ecco alcuni esempi significativi: Venezia, Bologna, Firenze, Napoli, Catanzaro 90%; Brescia 80%; Bari 85%; Roma tra il 65 e il 75%. In altre realtà come Torino, Genova, Cagliari e Palermo le percentuali sono risultate più basse ma non irrilevanti. Mentre non c'è stato sciopero a Milano, Gioia Tauro, Brindisi e Potenza perché lo avevano già fatto in precedenza, oppure lo faranno successivamente.
Dire che le città non sono state paralizzate è un'ovvietà, visto che lo sciopero ha rispettato le fasce garantite. Dire che alla protesta ha preso parte una minoranza di lavoratori, come fa l'organizzazione delle aziende dei trasporti locali (Asstra), è una menzogna bella e buona. Altro che buco nell'acqua, come la controparte sostiene.
Commentando il successo dell'iniziativa il Coordinamento di lotta degli autoferrotranvieri, in un comunicato ha affermato: "Ora Maroni e Sacconi riaprano subito la trattativa e Cgil, Cisl e Uil non firmino il contratto''. Che prevede, lo ricordiamo, un aumento di 81 euro lordi mensili e 970 euro di arretrati, invece dei 106 e 3.000 euro richiesti dai lavoratori.
Ma i vertici sindacali confederali, evidentemente delegittimati a rappresentare la maggioranza della categoria, sordi alle richieste della base, violando le regole più elementari della democrazia sindacale, fanno capire chiaramente di voler tirare a diritto per la loro strada. Lo si capisce dai loro commenti negativi e mistificatori nei confronti dello sciopero effettuato, con in testa Epifani della Cgil, lo si capisce dagli accordi integrativi locali che via via stanno siglando accordi che rompono l'unità dei lavoratori e sminuiscono il contratto nazionale. Dopo Milano, anche a Roma è stata raggiunta un'intesa del genere.
Il mandato della maggioranza della categoria, che può essere certificato solo con un referendum che riguardi tutti i lavoratori interessati, a firmare definitivamente il contratto, i confederali non l'hanno. La consultazione fatta dalla Filt-Cgil tra i suoi iscritti (13.691 sì, 5.562 no, 750 schede bianche e 40 nulle) è da considerarsi pilotata, parziale e insufficiente.
Anche il governo tiene duro. "Non convocheremo nessuno. La trattativa è chiusa - ha detto il vice di Maroni, Maurizio Sacconi - manca solo l'atto formale della firma dei sindacati confederali''.
Ma non finisce qui! C'è da aspettarsi a breve il ricorso a nuove iniziative di lotta. Di carne al fuoco ce n'è tanta: la riapertura delle trattative per ottenere un accordo sul biennio economico soddisfacente; l'apertura del negoziato per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto il 31 dicembre 2003; la lotta per respingere le sanzioni penali e amministrative minacciate dai prefetti e dalla magistratura contro migliaia di lavoratori, rei di aver infranto i vincoli soffocanti per gli scioperi nei servizi pubblici.
La lotta dei tranvieri ha inoltre evidenziato con chiarezza due problemi di interesse generale che riguardano tutte le categorie di lavoratori e che necessitano di soluzioni adeguate. In parole povere occorre chiedere la cancellazione della legge antisciopero nei servizi pubblici essenziali e rivendicare un modello di sindacato che sia rappresentativo di tutte le lavoratrici e lavoratori e si fondi sulla democrazia diretta e nel potere sindacale e contrattuale alle assemblee generali dei lavoratori. In questo quadro va difeso il diritto dei lavoratori di votare sulle piattaforme e sugli accordi contrattuali e sindacali, con esito vincolante.