Tutta la scuola contro la Moratti

La forte e determinata denuncia che si è levata il 29 novembre, nelle piazze di Roma, Bologna e Napoli, ha accomunato studenti, lavoratori della scuola, insegnanti, precari, genitori e bambini: in oltre 150 mila hanno manifestato contro la politica scolastica, ferocemente antipopolare e antistudentesca del governo del neoduce Berlusconi e la controriforma scolastica neofascista, classista, aziendalista e federalista della ministra Moratti, i tagli della finanziaria in tema di istruzione e ricerca, i tagli ai posti di lavoro e il blocco di nuove assunzioni, lo smantellamento definitivo della scuola pubblica.
Non accadeva da anni che tutte queste componenti della scuola si unissero com'è accaduto alla manifestazione sindacale organizzata il 29 novembre per la prima volta congiuntamente da Cgil, Cisl e Uil, a Roma. Insieme per rivendicare il rispetto dei diritti dei lavoratori, una scuola pubblica e non privatizzata, nazionale e non regionalizzata.
E non accadeva da anni che le studentesse e gli studenti allargassero e generalizzassero le piattaforme di lotta scaturite dalle tante e tante occupazioni e autogestioni e confluissero a Roma per difendere la scuola pubblica e per respingere la controriforma Moratti.
Una scuola pubblica a tempo pieno, con laboratori e personale di sostegno è quanto hanno rivendicato le partecipate e combattive manifestazioni di Bologna e Napoli in prima fila genitori e bambini. Tutti contro la Moratti, ma occorre prendere coscienza che per abrogare una riforma che cambia i principi base dell'istruzione pubblica bisogna alzare il tiro, lottare contro l'intera politica sociale e economica liberista, neofascista, imperialista del governo del neoduce Berlusconi. Una battaglia che richiede un largo fronte di lotta, un impegno che ha già una scadenza: la manifestazione sindacale del 6 dicembre a Roma contro la finanziaria e la controriforma delle pensioni. E che deve proseguire con una grande manifestazione nazionale unitaria a gennaio in difesa della scuola pubblica, senza dar tregua al governo neofascista Berlusconi.