In attesa di nominare un governo fantoccio
Gli Usa governano l'Iraq tramite il generale Garner
Il generale americano Franks che ha guidato l'invasione dell'Iraq ha affermato il 28 aprile che per mantenere il controllo militare del paese ci vorrà un contingente molto più sostanzioso dei 75 mila soldati previsti; secondo cifre ufficiose saranno almeno 125 mila i soldati americani che resteranno in Iraq per almeno un anno, assieme agli inglesi e a contingenti di altri paesi fra cui l'Italia e la Polonia. Nei progetti del Pentagono vi è inoltre la costruzione di almeno 4 basi militari permanenti ai quattro angoli dell'Iraq con la certezza che il prossimo governo del paese non si opporrà. Non lo farà certo il generale in pensione Jay Garner che guida l'amministrazione provvisoria americana nè il futuro governo fantoccio che Garner sta cercando di mettere in piedi.
La costruzione di quel "modello di democrazia per tutto il Medio Oriente" che secondo l'Hitler della Casa Bianca dovrebbe diventare l'Iraq avviene per opera del proconsole Garner nominato da Bush prima ancora dell'inizio dell'aggressione militare imperialista e spedito anzitempo a Kuwait City a iniziare il lavoro. Garner durante la prima guerra del Golfo nel 1991 aveva fatto da supervisore all'installazione dei missili americani Patriot in Israele e partecipato succesivamente all'occupazione del nord Iraq, nalla zona curda. Sponsorizzato dal ministro della Difesa Rumsfeld divenne nel '94 Comandante del Comando difesa spaziale e difesa strategica degli Usa, carica che manterrà fino al '97, al momento della pensione. Poco dopo lo ritroviamo alle massime cariche dirigenziali di una azienda fornitrice di sistemi elettronici per missili, acquistata nel 2002 dall'azienda che costruisce i Patriot e nella quale ha cospicui interessi il vice-presidente Dick Cheney. Con la nomina a governatore dell'iraq si è dimesso dagli altri incarichi privati. è un amico dichiarato di Israele e apprezza in particolare il boia sionista Sharon.
Militari o ex ambasciatori americani sono i principali esponenti del suo Ufficio per la ricostruzione e l'assistenza umanitaria (Orha, nella sigla inglese); il suo vice con delega per gli Affari internazionali è il generale inglese Tim Cross, protagonista anch'esso della guerra del 1991. L'esecutivo amministrativo provvisorio americano è articolato in tre settori: al vice amministratore per gli Affari internazionali è affidato il coordinamento per la ricostruzione per quanto riguarda industria, agricoltura, comunicazione, infrastrutture, sanità e trasporti; al vice amministratore per gli Affari umanitari compete il coordinamento per l'assistenza umanitaria; al vice amministratore per gli affari politici compete il coordinamento dell'amministrazione civile.
Le cariche principali dell'amministrazione provvisoria sono in mano al gruppo americano affiancato da membri dei paesi che hanno partecipato all'aggressione e da un gruppo di iracheni accuratamente selezionato dagli americani. Il 26 aprile è partito da Washington un primo gruppo di 150 tecnocrati iracheni, molti dei quali hanno fatto carriere manageriali nelle aziende americane, scelti dal sottosegretario alla Difesa Paul Wolfowitz; saranno distribuiti nei 23 ministeri che Garner ha ritenuto necessari per il governo del paese.
Il compito dell'Orha era inizialmente previsto per un periodo dai tre ai sei mesi, Garner ha più volte affermato che lascerà l'Iraq una volta compiuto il suo lavoro. Il lavoro di ricostruzione sarà sicuramente più lungo ma intanto il compito di Garner è quello di tenere fuori il più possibile dagli affari le aziende dei paesi che si erano opposti alla guerra e garantire a Usa e Gran Bretagna la parte del leone; qualche briciola toccherà anche agli alleati come l'Italia di Berlusconi. Il lavoro per la formazione del governo fantoccio procede con difficoltà e dalla prima riunione a Nassiriya del 15 aprile, boicottata dagli sciiti dello Sciri, è passato a quella di Baghdad del 28 aprile cui non hanno partecipato anche i rappresentanti degli sciiti di Najaf e dei partiti curdi. L'unico impegno preso nella riunione di Baghdad è la convocazione di una "conferenza di transizione" per delineare il nuovo governo nazionale entro un mese. Gli Usa comunque non hanno fretta al momento è Garner che assieme al generale Franks controlla l'Iraq.