Vertice di Laeken
VARATA LA CONVENZIONE PER IL NUOVO TRATTATO DELL'UE
Giscard presidente, Amato e Deahene vice
LE FORZE ARMATE DELL'UNIONE EUROPEA SARANNO OPERATIVE DAL 2003
L'Europa deve svolgere un ruolo di potenza di primo piano nel nuovo ordine planetario, deve perciò riscrivere i trattati istitutivi per rafforzare la dinamica della sua integrazione e in particolare in vista dell'ingresso entro il 2004 di una decina di paesi. Per raggiungere questo obiettivo e scavalcare le sabbie mobili della riforma delle strutture comunitarie, decisa nel vertice di Nizza ma ancora ferma al palo, la superpotenza europea tenta di superare il "momento cruciale della sua esistenza'' e vara un'apposita convenzione che in poco più di un anno dovrebbe "esaminare le questioni essenziali che il futuro sviluppo dell'Unione comporta e ricercare le diverse soluzioni possibili''. Dopo essersi accapigliati sulle competenze e soprattutto sui nomi dei responsabili della Convenzione i Quindici ne hanno decretato il varo nel vertice di Laeken del 14 e 15 dicembre. Vertice che ha anche sottolineato la raggiunta capacità dell'Unione "di condurre operazioni di gestione delle crisi'', ovvero intervenire militarmente nelle aree di crisi, e confermato l'operatività dell'esercito europeo nel 2003.
Nella dichiarazione di Laeken approvata al termine del vertice dei Quindici si afferma che "ora che la guerra fredda si è conclusa e viviamo in un pianeta globalizzato ma al contempo totalmente frammentato, l'Europa deve assumere le proprie responsabilità nella gestione della globalizzazione'', con il ruolo di grande potenza, di "primo piano'', che le compete. Un esempio di quale sia questo ruolo è esplicitato nella partecipazione degli Stati membri alla forza multinazionale in Afghanistan; anche se ruolo e compiti del contingente sono discussi in contemporanea a Bruxelles in sede Nato il vertice di Laeken non manca di sottolineare che la partecipazione dei paesi europei "sarà un forte segnale della loro volontà di assumere al meglio le loro responsabilità in materia di gestione delle crisi''. Ovvero di partecipare organizzati al controllo dell'Afghanistan e delle vie del greggio della regione dopo aver partecipato in ordine sparso all'aggressione militare guidata dall'imperialismo americano.
Altro esempio è la dichiarazione di Laeken sulla situazione in Medio Oriente che riprende gli inaccettabili diktat della Ue ai palestinesi. La dichiarazione ribadisce il pieno riconoscimento di Israele mentre appoggia l'istituzione di uno Stato palestinese "sostenibile''; detta all'Autorità nazionale palestinese di Arafat di "smantellare le reti terroristiche di Hamas e della Jihad islamica'' e di lanciare un appello pubblico per la "fine dell'intifada armata''; a Israele chiede solo di ritirare le sue forze dei Territori, cessare le esecuzioni extragiudiziali (gli "assassini mirati'') e di congelare gli insediamenti. E propone "l'istituzione di un meccanismo imparziale di sorveglianza'' nel quale è disposta "ad assumere una parte attiva''. Ovvero essere presente con i propri soldati per garantire il rispetto degli accordi definiti dalla ripresa dei negoziati per la pace imperialista nella regione.
La parte principale del vertice di Laeken è però occupata dalle questioni delle riforme istituzionali della Ue. La dichiarazione di Laeken sottolinea che "l'Unione sta per aprirsi a più di dieci nuovi stati membri, soprattutto dell'Europa centrale o orientale'' e quindi si deve riorganizzare. Compito affidato in prima battuta alla Convenzione che deve definire la semplificazione degli attuali trattati senza modificarne il contenuto, la ripartizione delle competenze tra l'Unione e i singoli Stati nazionali, semplificare gli strumenti operativi, precisare compiti e modalità di lavoro dell'europarlamento e della Commissione con circa trenta Stati membri, definire l'eventuale testo della futura Costituzione dell'Europa.
La carica di presidente della Convenzione è stata affidata all'ex presidente francese Giscard d'Estaing, sponsorizzato dall'asse franco-tedesco, quelle dei due vice all'italiano Giuliano Amato e all'ex primo ministro belga Jean Luc Dehaene. La Convenzione sarà composta da 15 rappresentanti dei capi di Stato o di governo dei quindici paesi membri, da 30 membri dei parlamenti nazionali (2 per ciascuno), da 16 membri dell'europarlamento e 2 rappresentanti della Commissione. Completano l'assise i rappresentanti dei paesi candidati all'adesione, con la stessa ripartizione numerica degli Stati membri, che potranno partecipare ai lavori ma senza potere decisionale. La Convenzione che terrà la riunione di insediamento il prossimo 1 marzo sarà diretta da un Presidium di 12 membri, compreso il presidente e i due vice, avrà sede a Bruxelles e dovrà concludere i lavori entro un anno. Il documento finale della Convenzione sarà portato all'approvazione del Consiglio europeo e costituirà "il punto di partenza per i lavori della Conferenza intergovernativa che prenderà le decisioni finali''.
I Quindici si sono presi tutto il tempo necessario per cercare di trovare un punto di compromesso sui temi delle riforme istituzionali dell'Ue. Non hanno trovato nessun accordo, e quindi rimandato il problema al prossimo vertice di Barcellona, sulla sede delle Agenzie europee.
Accordo pieno invece per far entrare in funzione nel 2002 il primo nucleo della forza di reazione rapida europea che sarà pienamente operativa nel 2003. L'ultimo scoglio da superare è la definizione di un accordo con la Nato per l'uso delle sue infrastrutture bloccato dalla Turchia. Il regime di Ankara teme l'intervento europeo nella questione della divisione di Cipro ma usa il veto dentro la Nato anche per accelerare il suo ingresso nella Ue. Che la strada di un accordo sia sempre più vicino lo confermano gli elogi del documento finale del vertice agli "sforzi'' della Turchia per un maggiore rispetto dei "diritti umani'', una delle condizioni poste dalla Ue per avviare le procedure di adesione.

3 gennaio 2001