Al vertice di Berlino tra Schroeder, Chirac e Blair
I tre paesi imperialisti più forti dettano la linea alla Ue
Vogliono un supercommissario per gestire l'economia e tagli allo "stato sociale"
La priorità individuata fin dal vertice di Lisbona del 2000 è quella di "trasformare l'Europa in una delle zone economiche più dinamiche e competitive del mondo" ma "la Commissione e i singoli paesi oggi assolutamente non fanno abbastanza, devono impegnarsi molto di più". Così Schroeder, Chirac e Blair nella conferenza stampa e nella lettera inviata al presidente della Commissione europea Romano Prodi hanno sintetizzato l'obiettivo discusso, a cui hanno fatto seguire una serie di proposte, nel vertice a tre tenuto il 18 febbraio a Berlino. Un contributo dei tre paesi per il successo del prossimo vertice comunitario in programma a Bruxelles il 25 e 26 marzo e dedicato alle questioni economiche e sociali. è ovviamente un contributo liberista dei tre paesi imperialisti più forti che dettano la linea all'Unione europea.
Le contestazioni al vertice ristretto da parte degli esclusi, a partire dagli altri tre paesi che ambiscono a essere considerati "grandi" Italia, Spagna e Polonia e della Commissione sono dettate dal fatto che non erano presenti; non hanno infatti riguardato il contenuto della proposta liberista sulla quale concordano ma solo sul metodo del "direttorio" troppo ristretto. Non è quindi in discussione fra i principali paesi imperialisti della Ue il metodo delle "cooperazioni rafforzate" o dell'Europa "a due velocità" che taglia fuori dalle decisioni i paesi più piccoli e che saranno ancora più numerosi dopo il 1° Maggio con i nuovi 10 entranti.
Ciò che concederebbe ai tre paesi riuniti a Berlino il ruolo guida dell'imperialismo europeo lo affermano Chirac e Blair. Dice il presidente francese: "penso che sia naturale che i tre paesi che producono più del 50% del Pil europeo comunichino quali siano le questioni che paiono loro più importanti nel campo economico e sociale". "Insieme i nostri tre paesi - gli fa eco Blair - rappresentano metà della popolazione dell'Europa allargata e molto più della metà della sua ricchezza". Requisiti indiscutibili per stilare la graduatoria imperialista che determina chi comanda e chi no nella Ue.
Il vertice di Berlino ha suggellato l'alleanza tra Parigi, Berlino e Londra che vogliono rafforzare il loro ruolo guida in Europa in campo economico, attraverso la proposta della creazione della figura di un supercontrollore economico, un secondo vicepresidente della Commissione da affiancare a quello che avrà il compito di "ministro degli Esteri", con l'incarico di coordinare tutti i commissari competenti in materie economiche. Una carica per la quale Schroeder ha già un candidato da piazzare.
La "linea" dei tre sui tagli allo "stato sociale" è altrettanto chiara e condivisa. "Solo con riforme di struttura salveremo welfare, previdenza, pensioni, quei modelli sociali che sono elemento costitutivo del modello europeo" ha detto Schroeder, impegnato in Germania a mettere in pratica la famigerata Agenda 2010 che smantella "stato sociale", previdenza e pensioni. Blair lo ha già in gran parte fatto, Chirac è sulla stessa strada: il "modello europeo" è quello ultraliberista americano. Infatti nel documento finale del vertice i tre affermano che occorre "superare le barriere d'ostacolo a forme moderne e flessibili di occupazione", "ridurre i costi" per la sanità, "finanziare in modo sostenibile (ovvero tagliare, ndr) i sistemi di sicurezza sociale". Un programma valido per i tre come per gli esclusi Berlusconi e Aznar.
Francia, Germania e Gran Bretagna non hanno certo risolto le loro contraddizioni interimperialiste e come ha detto Blair "ci siamo ritrovati dopo un periodo molto difficile che ci aveva visto su fronti opposti. Se riusciamo a individuare punti di accordo è un bene per i nostri paesi ed è un bene per l'Europa". La ritrovata unità negli interessi imperialisti dei tre paesi, dopo la rottura sulla guerra all'Iraq, nasce anche dall'esigenza di Blair di chiudere il periodo del parziale "isolamento" dell'economia inglese rispetto i principali partners europei e preparare il terreno all'ingresso della Gran Bretagna nell'euro; come da quella di Chirac di mantenere la leadership nelle iniziative militari accelerando le intese, nelle quali è indispensabile la partecipazione di Londra, per sviluppare una politica interventista della superpotenza imperialista europea "autonoma" dalla Nato e dagli Usa. Come da quella di Schroeder di mantenere la leadership economica a fronte dei pesanti scricchiolii della finora inossidabile locomotiva tedesca. Al tandem Parigi-Berlino servono inoltre le "referenze" filoatlantiche di Blair per convincere i nuovi paesi dell'Est, schierati con gli Usa nella guerra all'Iraq, che entrano nella Ue a accettare senza troppo scalpitare la guida del triunvirato. 25 febbraio 2004