Importante decisione dell'Assemblea nazionale dei delegati Fiom a Bologna
VIVA LO SCIOPERO NAZIONALE DEI METALMECCANICI
I DS se ne lavano le mani
GUERRA TOTALE ALLA CONFINDUSTRIA E AL GOVERNO DEL NEODUCE BERLUSCONI
Dal nostro inviato
L'Assemblea nazionale dei delegati Fiom-Cgil tenuta a Bologna il 27 giugno ha approvato la proposta della segreteria di proclamare per il 6 luglio uno sciopero nazionale con manifestazioni regionali a sostegno della piattaforma unitaria per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Una proposta approvata quasi per acclamazione, con un lungo applauso degli oltre 7.000 delegati e delegate, e appoggiata in tutti gli interventi che rappresenta una risposta di lotta alle provocatorie offerte da parte di Federmeccanica e alle sue intenzioni di chiudere la vertenza con un piatto di lenticchie. Una decisione che rispetta il mandato dei lavoratori per portare a casa le già insufficienti 135 mila lire medie nel biennio 2001/02 e bolla il comportamento di Fim-Cisl e Uilm-Uil pronte a cedere al pressing di Federmeccanica.
Al momento in cui scriviamo è ripresa la trattativa tra Federmeccanica e la delegazione sindacale presso la sede di Confindustria; il padronato ha leggermente aumentato l'offerta salariale e le delegazioni di Fim e Uilm hanno capitolato accettando un accordo separato e al ribasso rispetto le richieste della piattaforma. Un accordo che merita una sonora bocciatura da parte dei lavoratori e una riuscita ancora più forte dello sciopero nazionale del 6 luglio.
All'assemblea di Bologna le delegate e i delegati, fra i quali si notavano molti giovani già protagonisti della riuscita dello sciopero nazionale e delle manifestazioni del 18 maggio, hanno riempito il vecchio palazzetto dello sport fin nei settori transennati dietro il palco; diversi avevano in testa il cappellino rosso con la scritta in giallo Fiom-Cgil e il simbolo dell'organizzazione regalato ai partecipanti dalla Fiom di Bologna. Il tema dell'assemblea era riassunto nella parola d'ordine "Per il contratto: l'integrità della piattaforma" spiegato nei particolari dalla relazione introduttiva del segretario generale Claudio Sabattini.
Una relazione che ha ripercorso le principali tappe della vertenza, le ragioni dello scontro con Federmeccanica e della rottura con Fim e Uilm. La piattaforma unitaria votata dai lavoratori richiede un aumento di 85 mila lire corrispondenti all'inflazione programmata del biennio 2001/02, 35 mila lire per il recupero del differenziale tra inflazione reale e programmata del biennio precedente e 15 mila lire come risultato del buon andamento del settore metalmeccanico; in totale fanno le 135 mila lire medie. Questa è rimasta la posizione della Fiom. In prima battuta Federmeccanica aveva offerto 85 mila lire, respinte dagli esecutivi unitari che nella riunione del 24 aprile scorso affermavano la necessità di rivalutare le richieste nel caso il governo avesse modificato nel Dpef l'inflazione programmata del prossimo biennio; inflazione che viaggia al 3%, quasi il doppio di quella programmata, e che secondo i dati Istat nel solo mese di maggio ha portato su un salario medio metalmeccanico (al terzo livello attorno al milione e 700 mila lire) una perdita di circa 40 mila lire in potere d'acquisto. Una perdita che si somma a quelle pesanti già accumulate negli ultimi due anni.
Dopo la riuscita degli scioperi del 18 Maggio Federmeccanica, in un incontro informale, ha rilanciato con un aumento medio di 97 mila lire più un acconto di 18 mila quale anticipo sull'inflazione reale del 2001, da scalare dal prossimo contratto. La Fiom respingeva la proposta e invitava le altre due organizzazioni a proclamare un nuovo pacchetto di scioperi. La Fim il 14 giugno, e successivamente la Uilm, in un incontro a delegazioni ristrette con Federmeccanica dichiarava alla controparte la disponibilità a discutere la proposta. Di conseguenza il Comitato centrale della Fiom preso atto che le altre due organizzazioni mollavano la piattaforma unitaria e si rifiutavano di fare un giro di consultazione coi lavoratori convocava l'assemblea di Bologna per lanciare l'iniziativa dello sciopero nazionale.
Una proposta che appena annunciata è stata salutata da un lungo applauso, cosiccome è stato sottolineato da un lungo applauso l'impegno dichiarato a tener fede alla piattaforma. Unico argomento della relazione, fuori dal tema contrattuale, è stato la riconferma dell'appoggio della Fiom alla manifestazione contro il G8 di Genova per la difesa dei diritti nel mondo, anch'esso applaudito. Al termine della relazione alcuni delegati hanno iniziato a gridare "Roma, Roma" ai quali Sabattini ha subito risposto "ci arriveremo, se è necessario". Da notare che la relazione non ha citato nemmeno una volta il governo del neoduce Berlusconi, eppure argomenti per attacarlo ce ne sono a volontà a cominciare dalla parte del programma neoliberista fotocopia di quello di Confindustria.
Lo stesso atteggiamento tenuto da Cofferati, intervenuto all'assemblea solo per ribadire il sostegno della Cgil alla Fiom, alla piattaforma unitaria e alla decisione dello sciopero. Ma non a far scendere in piazza tutti i lavoratori interessati ai rinnovi contrattuali e tutta la Cgil come sarebbe necessario. Quello che è indicato come uno degli oppositori del governo, glissa sull'argomento in una assise importante e ben disposta a raccogliere la sfida contro Berlusconi (come testimoniano gli applausi agli interventi dei delegati che hanno attaccato il governo); nella serata, all'incontro con Berlusconi che gli comunica l'intenzione del governo di procedere comunque sulla liberalizzazione dei contratti a termine risponde che la Cgil ricorrerà alle vertenze individuali, alla Corte costituzionale e alla Corte di giustizia europea. Lo scontro in tribunale invece che nelle piazze, per una guerra totale sul piano politico, sindacale e sociale alla Confindustria e al governo del neoduce Berlusconi.
Ancora peggio, se possibile, si sono comportati i DS che impegnati nella resa dei conti interna dopo la batosta elettorale non riescono nemmeno a votare una mozione di sostegno allo sciopero della Fiom e se ne lavano vergognosamente le mani.
L'assemblea di Bologna si è conclusa ricordando la necessità di coinvolgere tutti i lavoratori nelle iniziative di mobilitazione e di chiedere anche a delegati e iscritti delle altre organizzazioni di aderire allo sciopero. L'assemblea si è chiusa al grido "contratto, contratto".