......le amicizie......

 

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Nel ’56 conosco quello che diventerà uno dei miei amici più cari, purtroppo sparito, che è Luciano Amodio. Un filosofo, ci si trovava fuori a mangiare, alla una o di sera, con un altro poeta, il Pagliarani, uno psicanalista, il Fachinelli. Ecco io lì mi sono trovato immediatamente a contatto con una realtà, che in fondo un po’ praticavo, soprattutto sognavo, cioè che si potesse essere profondi e insieme godersela. Cioè l’Amodio in particolare era un ridanciano pazzesco, che profittava di ogni occasione per godersela e insieme era profondo, molto profondo. Avevo avuto in precedenza il sospetto che fosse una contraddizione, e questo mi addolorava e non sapevo che cosa scegliere, tra il vivere intensamente e lo studiare a fondo. Attraverso Luciano e anche Elvio Fachinelli ho capito che si potevano fare entrambe le cose. Con loro e altri amici poi farò una rivista, che sarà importante, che si chiamerà "Il corpo", in un’epoca in cui il corpo non era ancora di moda.

 

 

 

 

 

 

 

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"Un gruppo di amici e di intellettuali, dunque, che si confronta con il clima generale, alquanto complicato, di quegli anni..."

 

Sì, sia proprio per mia scelta, rafforzata dallo stare con l’Enrica, sia per l’amicizia con Amodio, Fachinelli, ecc., vi era anche una grande attenzione, come tutti quelli di sinistra allora, ma noi in maniera indipendente, per quello che succedeva, per i fatti generali. Per cui una biografia che mi riguardi dovrebbe, un po’ come è avvenuto per “Poesie e realtà”, anche tenere conto, se vuoi, di due o tre accadimenti capitali. 

Uno, se vuoi, era il clima del dopoguerra, che è quello che in qualche modo ha risvegliato un mio inguaribile ottimismo. Perché era finito l’orrore fascista, era finito l’orrore della guerra, sembrava che sia aprisse tutto il mondo. Per quello ho fatto anche tantissimi lavori: mi sembrava che il mondo fosse mio. Non ho mai perso questa folle faccenda. 

Dopo però, nell'avanzare degli anni ’50, cambia completamente questo contesto generale e il mondo si divide in due blocchi. Da una parte c’era l’Unione Sovietica con gli Stati satelliti e dall’altra gli Stati Uniti con gli Stati alleati o dipendenti. Stare in Italia in quel periodo era una specie di paradosso. Cioè tu stavi nel territorio che era sostanzialmente governato dagli Stati Uniti e in particolare dalla Democrazia Cristiana, però eri di sinistra, volevi un mutamento, quindi in qualche modo esistevano ideali di giustizia, anche sociale, il meglio del comunismo e soprattutto di Marx, che facevano sì che noi, io, Amodio e Fachinelli, fossimo una specie di campo isolato indipendente da tutto. Per esempio una figura di grande rilievo è sempre stata Sartre, che era un po’ in questa posizione, cioè era un grande intellettuale di sinistra, un grande scrittore, che non cedeva mai niente né a una parte, né all’altra. Questo non essere né di qua, né di là causava varie difficoltà, sul piano dei riconoscimenti, per esempio. L’Amodio, che era poi la figura intellettualmente più preparata, sarà quello che ne risentirà di più in un certo senso. 

E qui si attraversano vari fatti legati a questo grande cambiamento, sinché negli anni ’60 scatta un terzo cambiamento ulteriore – in "Poesie e realtà" io ho un po’ ricostruito questi modi, mi sembrano importanti non solo per me, ma per tutti, che lo sappiano o no. Negli anni ’60 cioè si allenta un po’ la conflittualità così violenta tra i due mondi e irrompono dovunque, pure in Italia, modi e strumenti nuovi, più moderni di un tempo. Cominciano ad entrare discipline inedite soprattutto, le scienze umane. Quindi, la semiotica, la linguistica, lo strutturalismo; la stessa psicanalisi riceve un nuovo tipo di attenzione. Tali specifici altereranno piano piano il dominio della storia, che invece prima era essenziale (il passato per capire il presente), e i sogni di mutamento generale cominceranno a diventare, con il boom economico, sogni di successo. Arriva la televisione, le macchine incrementano i loro modi, piano piano arrivano le cose e quasi tutti cominciano ad aver voglia di averle, in parte per ragione e in parte non capendo che voleva però dire qualcosa d'altro. Era anche un’ideologia questa: il successo e le cose sono ciò che conta di più. A livello letterario interviene una nuova formazione che si chiama la Neoavanguardia, non certo ostile a tali tonalizzazioni al vigente.

 

 

 

 

   

 

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SEZIONE: biografia   STATUS: completo   TEMPI DI LAVORAZIONE: 9/2002 - 1/2003

 

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