....Enrica Villain....

 

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Con l’Enrica, che poi è diventata la mia con-sorte, siamo insieme da più di 50 anni. L’ho incontrata a Pegli ed era già subito lei, nel senso che, pur facendo parte di una grande compagnia, era completamente per conto proprio. La prima volta, ricordo bene, l'ho vista che guardava il mare da una finestra, con un bellissimo profilo, un’aria molto a sé, anche molto elegante e intensa come persona. Abbiamo cominciato a stare insieme a Pegli quell’estate, poi io per primo sono partito per Milano, dove ci siamo ritrovati immediatamente e abbiamo cominciato quello stesso anno a stare insieme, anche totalmente, diciamo.

 

 

 

 

 

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"C'è anche l'aspetto "combattivo" dell'Enrica..."

Connesso a un'onestà estrema, un'onestà pazzesca, nel senso che l’Enrica se deve dire una cosa, se deve dare un giudizio, non bada a chi la dice, non bada se va bene o va male, per cui si procura continuamente conflitti. Tanto con gli amici come con chiunque altro, sembra aver adottato quella riflessione di Schopenhauer, che dice che quando fanno l’amore i porcospini in un primo momento si feriscono con gli aculei, ma poi dentro sono tenerissimi, si riaccostano. Cioè l’Enrica aveva sempre quest’aria molto guerriera all’esterno, ma insieme estremamente tenera, innamorata e vicina come ero innamorato io. E’ stata vicino a me continuamente. Avevamo due famiglie, tutti e due, molto belle. Per cui anche per questa ragione, abbiamo attuato, senza volere, forse, una grande strategia astuta, lasciando trascorrere molto tempo prima di stare insieme, proprio insieme-insieme. Stavamo insieme per appuntamento, poi ognuno tornava molto volentieri alla sua casa.

 

 

 

 

 

 

 

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"L'Enrica ha un cognome di origine francese, mi sembra..."

 

Sì, Villain. I genitori dei suoi genitori abitavano in via San Marco; gli avi, ancora prima, erano nobili francesi che, durante la rivoluzione, erano scappati rifugiandosi in Prussia. Poi da lì, varie vicende, dalla Prussia fino all’Italia. Per cui lei ha sempre avuto un senso di colpa nei confronti di quel "tradimento"... a dire la verità ha sempre lottato in modo molto audace e combattivo. Poi, quando si è messa a lavorare, ha avuto modo concretamente di mettere in atto le sue intenzioni. Infatti è uno dei casi più famosi di carriera all’ingiù che io conosca, perché è entrata in un posto con un grandissimo grado e denaro e piano piano a furia di liti e avendo creato il sindacato, si è vista precipitare. Lassù poi c’era proprio lo spazio "giusto": il trentesimo piano eri tra i big, andavi al secondo ed era la fine del mondo. Però io mi ricordo sempre lei e le sue amiche, eleganti con dei tailleur bellissimi che facevano i picchetti e non lasciavano entrare la gente, la quale a questi picchetti di ragazze attraenti ed eleganti non sapevano che pesci pigliare.

Tra l’altro nel ’62 ho la mia prima casa autonoma, io e l’Enrica possiamo dire, in via Melloni all’ultimo piano sopra il cinema Cielo. Tant’è vero che io suggerivo che si dicesse “andiamo al cielo”. Era una mansarda e si vedevano i tetti. Era un locale e servizi, poi due locali e servizi., per lungo tempo. Questo però non interrompe i rapporti con le case-madri. C’era anche questo, cioè. Noi tra l’altro di luoghi ne abbiamo avuti diversi, ma comunque questo è stato quello che è durato più a lungo.

Nell’87 io e l’Enrica ci sposiamo, lasciando tutti stupefatti. In realtà il problema dell’Enrica era che prima di andar via dal lavoro, voleva usufruire delle ferie. Facciamo allora una gran festa in un posto pubblico. Ci siamo parecchio divertiti quel giorno, perché c’erano tutti gli amici che io avevo e che conoscevo a memoria: quelli che giocavano con me a San Siro ai cavalli, pittori, quelli dei vari lavori, i parenti. E lì era bello perché i pittori arrivavano con il regalo di nozze, ognuno con un quadro. E uno di questi amici aveva regalato il complesso musicale, che non ha fatto altro che suonare. Insomma ci siamo divertiti.

 

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SEZIONE: biografia   STATUS: completo   TEMPI DI LAVORAZIONE: 9/2002 - 1/2003

 

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