Giovanni Giudici, Alla ricerca della "nuova sinistra" ("Corriere della Sera", 19 dicembre 1976)

 

Tempi sempre più stretti, presto anche il presente si autostoricizza; o forse siamo noi che con troppa rapidità diventiamo vecchi e non ci rendiamo conto che il "reprint" di una rivista alla quale abbiamo occasionalmente collaborato può assumere, agli occhi di un giovane di oggi, la veneranda sembianza di un reperto archeologico.

Ma non esageriamo con l'autolesionismo: "Il Corpo", rivista pubblicata a Milano tra il marzo 1965 e il giugno 1968, sei fascicoli in tutto, l'ultimo (6-7) doppio, è stata una rivista che ben merita oggi (grazie al giovane Bonoldi che ne ha avuto l'idea) di essere riproposta al dibattito culturale (se pure esiste) in Italia.

Tra le riviste di "nuova sinistra" che si vennero pubblicando nel nostro paese tra il 1956 e il 1968 (due date, entrambe, importanti) "Il Corpo" ebbe una sua concreta fisionomia, che gli derivava, credo, da una istintiva vocazione di interdisciplinarità e dalla volontà di avere carte in regola in tutte le direzioni del suo intervento: dalla psicanalisi al marxismo, dalla poesia al problema degli armamenti.

Nata con pochi (anzi minimi, pressoché inesistenti) mezzi, la rivista percorse il suo breve e irregolare cammino con molto rigore e credibilità: l'unica cosa che si potrebbe "rimproverare" è una certa difformità di segreti intenti fra i suoi redattori, che forse erano solamente un po' amici fra loro e magari uniti dalla comune intenzione di un lavoro serio, ma non molto di più.

Infatti volendo seguire a posteriori la storia di ciascuno di essi, vediamo che i sentieri poi imboccati divergono alquanto: penso a Elvio Fachinelli, dimissionario dalla redazione dopo il quarto numero (lo sostituì Giorgio Dolfini) e successivamente coinvolto nell'originale impresa della propria rivista, "L'erba voglio", in un discorso certamente assai discosto dal problematicismo lukacsiano di un Luciano Amodio o dal gramscismo di Sergio Caprioglio; penso all'impegno politico-scientifico di un Dolfini, autore nel n.2 di un saggio su "Engels filologo"; e soprattutto rifletto sul destino poetico di un Giancarlo Majorino, che fu il direttore responsabile e probabilmente il più attivo fra i redattori e la cui opera (recente è il suo "Sirena", pubblicato da Guanda) attende ancora un'adeguata valutazione.

A noi, viziati e disgustati dal dilagare delle mode e dalla facile mercificazione di ogni vaga promessa di novità, sembra quasi di conforto ripercorrere le pagine di questa rivista, i cui numeri originari assorbono polvere in qualche scaffale remoto; il furore liberatorio, ma alquanto ingenuo e poco vigilante, del '68, poté anche troppo facilmente avere ragione dei propositi di seria analisi e "rilettura" della tradizione che distinguevano "Il Corpo" (solo i "Quaderni piacentini" seppero attraversare come una salamandra quel fuoco); ma ripercorrendo i sommari possiamo oggi vedere come le scelte di quella già in partenza divisa redazione convergessero, salvo qualche eccezione, in una intelligente capacità di puntare sul vivo e in un approccio veramente pluralistico, ben prima che questo aggettivo entrasse nella voga.

Basterebbero alcuni nomi: Roman Jakobson e Lévi-Strauss, le prime apparizioni di formalisti russi come Ejchembaum e Tynianov, e perfino quell'enfant terrible della critica inglese che fu Frank Raymond Leavis; o le anticipazioni althusseriane di Franco Fergnani; o infine la trascuratissima (allora) anteprima di un poeta di nome Giampiero Neri che, proprio nell'ultimo numero della rivista, offriva il primo "saggio" del libro pubblicato appena quest'anno: "L'aspetto occidentale del vestito".

Un giudizio ideologico-politico su "Il Corpo" non è possibile in un breve appunto di segnalazione: rileggerlo, posso dire, non mi ha dato la sensazione di giocare all'archeologia; piuttosto mi ha indotto a riflettere sull'eccessiva fretta con cui sorvoliamo cose e pensieri, senza averne assimilato la sostanza. I sommari (e i testi) di questa rivista offrono ancora pane buono da mordere.

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SEZIONE: critica   STATUS: completo   TEMPI DI LAVORAZIONE: 11/2002 - 4/2003

 

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