Giuliano Gramigna, Majorino sperimenta l’impegno in versi (“Corriere della Sera”, 26 novembre 1999)

 

Un’<autoantologia> non sarà, magari per trascinamento fonico, un’autobiografia; ma neanche un puro ammasso, con sigillo autenticatore, di propri testi “faraonizzati per l’eternità”, per dirla alla Gadda. L’Autoantologia, che Giancarlo Majorino ha pubblicato ora da Garzanti, sfugge a entrambi i rischi: raccogliendo il lavoro poetico di un quarantennio, da Capitale del Nord (1959) a Lotte secondarie del ’67, a Equilibrio in pezzi del ’71, a Provvisorio dell’84, a Tetrallegro del 1995, a inediti, esibisce certo un trancio di vita ma soprattutto la partecipazione alle ipotesi espressive della poesia italiana di mezzo secolo. Leggendo questo “riepilogo”, chi conosceva già i testi di Majorino avverte un doppio, originale effetto di movimento.

Ho già detto che Majorino ha conosciuto esperienze spesso radicali. Certo Capitale del Nord non esibisce le stesse dominanti di Provvisorio o di Tetrallegro; tuttavia quella prova di discorso politico-sociale, realistico, da romanzo in versi, ora, nella lettura differita, non discorda dalla decisione sperimentale, altrettanto forte, mettiamo, di Provvisorio. Il fatto è che “le prime poesie tremano all’urto/ del tempo che passa”: ma la poesia di Majorino non si è limitata ad accogliere la pressione di quel tempo (Anni Cinquanta/ Sessanta) o moda: il suo ha continuato a essere per decenni un lavoro politico pubblico/ privato, che mescolava storia (contingente) e linguaggio.

Solo così si spiega che Capitale si rilegga senza quel minimo fastidio oggi indotto da versi “impegnati”, anzi diventi un libro che si capisce meglio adesso. Anche chi ponga il centro di questa poesia non nella restituzione di qualche realtà ma nella lingua tempestosa in cui tale realtà si profonde, riconosce che questi testi di quaranta anni fa sono perfettamente solidali, in filigrana, con gli ultimi inediti.

Ecco il secondo movimento, oltre quello di Majorino come personaggio di storia letteraria: penetrando nell’Autoantologia, i vari testi hanno conosciuto una trasformazione, assunto un destino nuovo, che si rivela al lettore attuale. “Soltanto chi lavora sotto gli altri/ per altri e lo sa/ m’interessa come lettore/ può interessarsi a questa poesia...” (in Lotte secondarie). Si parla del destinatario di una parte di questo libro, la parte del “discorso diretto”, del “paesaggio industriale”. Ma sarà poi tanto diverso il lettore dell’altra poesia, la poesia che pare ingarbugliarsi, che si rivolge verso se stessa e il suo farsi, fra afasia e caos lessicale, dei testi “inceppati”, “arsi” ma pure trasognati, lattei (“Riorigine”, “Denti di latte”, “La solitudine e gli altri”, che srotola come pergamena molteplici scaglie e sfaccettature).

“Senza traduzione parlata/ senza corpo vivo/ il mondo non mi è...” Correggerei il “parlata” con “scritta”: il corpo scritto, anzi il corpo grafico è soverchiante in Majorino. La sillaba, la lettera sono simulacri che acquistano preminenza nella pagina, attraverso il ricorso all’aferesi, all’apocope – sillabe o semplici lettere si staccano dall’inizio o dalla coda di una parola per emigrare a congiungersi con altre; una specie di continua magnetizzazione, e smagnetizzazione, agisce fra i membri del verso, con l’effetto di produrre messaggi inopinati, neologistici o ermetici (un esempio semplice: nella poesia “i ricchi”, “La bell’epoca del massacro” partorisce un “labell” vagante di riga in riga). Non si tratta peraltro del ben noto esercizio ludico, ostentato da tanta poesia contemporanea. Smembramenti e coagulazioni manifestano piuttosto un’energia incoercibile di sovrasenso. Energia poetica o vitale? “C’era sempre qualcosa nelle poesie non solo nelle mie/ che non andava qualcosa di inadeguato/ o di troppo adeguato”.

Se si voglia applicare a Autoantologia il discrimine “poco” “troppo”, si scopre che le due pulsioni opposte sono proprio l’origine dell’energia (scritturale) in Majorino, continuamente coerente, nei decenni, al carattere della sua sperimentalità – come mostra questo libro.

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SEZIONE: critica   STATUS: completo   TEMPI DI LAVORAZIONE: 11/2002 - 4/2003

 

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