Guido Oldani, Tetrallegro Majorino - Il duello tra scrittura e mondo nell'ultima raccolta dell'autore (“Avvenire”, 9 dicembre 1995)

 

Tra le mani, l'ossimoro di Majorino, un "Tetrallegro", questo è il titolo della sua ultima raccolta poetica, che proprio così sembra comportarsi; saltellando di pagina in pagina e in ciascuna di questa manifestandosi nella scrittura un po' incurvata e quasi premuta, un po' rannicchiata e disposta a balzare, in strofe composte e poi in un seghettare di versi ribelli. La lettura viene per singole pagine autonome oppure per insieme poematico, dal principio verso la fine o viceversa. Perché mai questa disponibilità plastica alla lettura e questa ambivalenza simmetrica? In realtà, credo, si tratta di un equilibrio all'interno di un corpo a corpo, un duellare che viene da lontano.

La poesia di Majorino infatti, superata l'ormai distanziata Capitale del Nord, che ha rapporti diretti calibrati e sognanti col reale, entra nell'agòne, con le opere successive, che è proprio di quest'ultimo trentennio e oltre: la complessità del mondo e del suo battagliarvisi, e il come di tutto questo in poesia. Vi sono, a me pare, movimenti rotatori, stringentisi della poesia di Majorino rispetto a questo punto. Un po' come, si consenta il bizzarro paragonare, un velivolo che prima di atterrare, al punto stabilito, lo avvicini da una misura ridotta e poi abbondante, le più volte fino all'atterraggio solutorio. Ma che hanno a dirsi queste immagini fra di loro? E cioè, il velivolo, la complessità del mondo e la scrittura? Che hanno da spartire in definitiva? In realtà, detto sommariamente e per incompletezza, vi è un tempo in cui la scrittura di Majorino (Capitale del Nord) si approssima all'intrecciarsi dell'esistere ma rimanendovene ben separata, e tutto questo, ovviamente, ha dei risvolti stilistici.

In un secondo tempo, il braciere della storia, anche se solo quotidiana, entra nella scrittura del poeta e a farne parte e a farne ritmo e modalità; si va così a Lotte secondarie e alla ben più articolata raccolta Provvisorio. Dunque il pendolo dell'esperienza scritturale si è allargato nel lato complementare al precedente, e mentre l'oscillazione si riduce verso l'abbordamento dell'esito odierno, vi è uno staccare ancora verso il fuori della materia poetica, ed allora il poeta in La solitudine e gli altri assume la modalità di una quietitudine del verso, di una pacatezza del ritmo, di un riflettere misurato. Nella pagina odierna, che riassume poi l'ultimo quinquennio, Majorino tenta la sintesi delle precedenti esperienze, non tutta dentro, la scrittura, nel magma del vivere, non tutta esterna nel vuoto discreto della separazione; ecco allora nascersi un ponte fra il cinereo suolo quotidiano e l'ostinazione di vitalità dell'autore che non accetta di farsi completamente catturare né totalmente esulare. E' questo bipolo, questo positivo dell'umano e questo negativo della cronaca che generano la scarica dell'arco voltaico letterario, è questa misura della collisione che rende conto del corpo a corpo a cui si cercava di far cenno in apertura.

Certo sappiamo benissimo denominare con i luoghi comuni: da una parte sta la lombardità, dall'altra la neoavanguardia, qualcuno degli autori, e fra questi senz'altro Majorino, ne ha maturato il dialogo, ma la vicenda qui, fuori dai detti consuetudinari, è aspramente quella del singolo poeta che si trova come un Davide piccino ad affrontare le questioni stilistiche e sostanziali del suo tempo che incombono come un invincibile Golia. Non vi è altro scenario al di fuori di quello che il tempo in cui viviamo ci assegna.

E' compito pericolosissimo del poeta animare la propria vitalità nel deprimersi delle connotazioni dell'architettura espressiva intorno: Majorino si è ritagliato questo spazio tetrallegro dove, uomini che lo sono altrettanto, possono essere poeticamente ed umanamente malgrado tutto dei temerari in una sorta di tenacia tantalica o allegramente pugilistica, con il passo sbarrato da un ottuso mondo che chiude o forse, a ben guardare, invitato incomprensibilmente da un altro mondo che apre -e senza troppo andare per il sottile- nel suo intendimento.

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SEZIONE: critica   STATUS: completo   TEMPI DI LAVORAZIONE: 11/2002 - 4/2003

 

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