Stefano Raimondi (“Pulp Libri”, n.34, novembre-dicembre 2001)

 

Càpita che un corpo di corpi scenda/ dove la città pende in cunicoli/ e assassini! assassini! una voce penzola/ marcando il tempo il tempo lì tra gente a terra/ non qui dove si può dondolare a lago/ rimbucandosi poi su suolo caldo/ lì la crudele issa i suoi gironi inferno/ tra spazzature tra sfiniti tesi/ o sfingi che resistono sibilando a vanvera/ sbarre bastoni e catene folle fumose/ compresse ma cerchiate da vittoriosi// (...).

Spesso la poesia, nella sua celaniana antiparola, dice il futuro, racconta fatti accaduti da sempre, per sempre. Eventi che accadranno con la sicurezza di un tempo impigliato nelle ali dell'angelo benjaminiano che ci sovrastano e ci scrutano. La voce di Giancarlo Majorino, in questo testo, sembra riferirci i fatti di Genova appena successi. Pare, addirittura, immetterci nelle blindate giornate no global, trasformate dagli "assassini" in gironi infernali, dove la prepotenza e il sopruso riducono la voce a pezzi, sospingendoci nell'incredulità. Dai versi iniziali è possibile misurare immediatamente l'attualità della raccolta, pubblicata nella rinnovata collana de "Lo Specchio" Mondadori. Gli alleati viaggiatori si spingono nelle radure assonnate delle metropoli, ritrovandosi, grazie alla loro/nostra solitudine, nei canali solipsistici del resistere, sopravvissuti alle ore disincarnate dell'anonimato e dell'isolamento. Mai, come nella presente raccolta, una moltitudine di persone e di cose si palesa con tanta efficacia, nel tentativo di unirsi e diventare complici: resistenze. Luoghi/ non-luoghi, bilocali-tombe, case matematicamente beckettiane trattengono i sogni e i desideri di chi li abita, li mostrano nella più scarna concretezza, in parole acute, visionarie: se penso l'aridità di certe notti bianche/ il bilocale quasi come una tomba/ certo meno orrenda, respirabile/ la via lattea dell'intuito corre/ a ritroso, strana mano o macchina/ senza fari dalle altre svincolatasi. Majorino trasforma immagini e sensazioni con maestria tale da farne superfici scorrevoli: derma di un corpo storico, immerso in una temporalità del tutto vera. Membra che si lacerano allo scoperto, nella più sconvolgente e baconiana nudità, assorbiti dalle storie e dalla carne al ritmo di un dire pulsante, rivelatore: alleato.

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SEZIONE: critica   STATUS: completo   TEMPI DI LAVORAZIONE: 11/2002 - 4/2003

 

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