Equilibrio in pezzi

 

Equilibrio in pezzi di Giancarlo Majorino - Mondadori, 1971

Equilibrio in pezzi di Giancarlo Majorino - Mondadori, 1971

"Un'immagine criticamente distanziata e al tempo stesso fortemente attiva della contestazione giovanile, fuori e soprattutto dentro la scuola (...) In questo senso si può dire che a differenza della sua raccolta precedente, dove i frammenti di una densa, multiforme esperienza esistenziale e intellettuale coagulavano solo e soprattutto metaforicamente intorno al mito autobiografico del passaggio all'età adulta, qui Majorino ha lavorato su una vera e propria ipotesi narrativa (che è anche, ovviamente, un'ipotesi ideologica): l'ipotesi dell'<interruzione> con la quale la spinta anticonformista e antiriformista di questi anni ha mandato <in pezzi> -secondo il primo suggerimento del titolo- l'<equilibrio> ipotizzato dalla delicata, incerta, rischiosamente proliferante prassi delle <trattative>. L'interruzione-semplificazione è vissuta e gestita da Majorino su due piani fondamentali: quello della identificazione dei temi offerti dalla realtà di questi anni e quello della ricostruzione in termini figurativi, fonetici e sintattici alla quale sembra riferirsi, in seconda istanza, l'<equilibrio in pezzi> del titolo (...)".

(testo tratto dal risvolto di copertina)

 

 

il poeta Giancarlo Majorino copyright Barbara Pietroni

 

"Nel '68 non insegno più in una scuola privata, ma in un liceo statale molto battagliero, l'Einstein; qui nasce la gran parte di un libro, Equilibrio in pezzi, che Mondadori mi pubblica in tre mesi, nel 1971, velocissima, perché era l’unico libro sul ’68 che entrava un po’ nel merito della faccenda.

Il libro non contiene solo questo, ma pure una prima parte, "Le trattative" (1963-1967), una sorta di rappresentazione, sempre parecchio autobiografica ovviamente, di quegli anni pre-contestazione. La seconda parte del libro, intitolata "Scuola pubblica" (1968-1970), intende esprimere dal vivo quegli anni ardenti. Da ogni punto di vista però. Eccone un esempio:

SIT-IN

Ma c'era qualcuno, in quella folla di giovani/ vibratili e prefiguranti la nuova brughiera,/ così usciti dall'ossessione d'eros, belle e belli,/ uniti nel volere e nel recitare la Rivoluzione, c'era,/ è triste scriverlo, c'era qualcuno, io,/ che sbirciava coscie seni labbra, pare incredibile.

Equilibrio in pezzi, perché voleva segnalare almeno due problemi.

Primo: un adulto, se appena appena sensibile, non poteva che essere scosso da questo movimento. Infatti io ho una poesia di due versi, "Ora", che dice: 

Chi ha sempre vissuto un po' troppo poco/ trema -è certo

Quindi l’equilibrio va in pezzi, qualsiasi equilibrio di adulto. Nello stesso  tempo però le poesie sono pezzi che trasformano tutto in "equilibrio" e poesia (e questo è il secondo punto). C’è questo doppio, quindi.

L’Enrica naturalmente cominciava le sue lotte, molto accanite sul piano del lavoro, in cui ci si rimetteva il posto davvero, mentre le mie erano sempre un po’ protette, diciamo.

Equilibrio in pezzi è molto trasparente di quel periodo: infatti l’hanno poi citato in tanti, parlando del ’68".

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