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Il corpo
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Il corpo, rivista culturale di cui Giancarlo Majorino è stato uno dei fondatori e redattore responsabile; 1965-1968 SOMMARIO del N.1 - Anno I: La negazione di Sigmund Freud; L'ipotesi della distruzione in Sigmund Freud di Elvio Fachinelli; Ricerche erotiche di Giancarlo Majorino; Il concetto dello stato in Hegel e in Marx di Luciano Amodio; Gli armamenti americani e sovietici: un contributo all'analisi tecnica delle strutture di potere internazionali di Giorgio Majorino; <Les chats> de Charles Baudelaire di Roman Jakobson e Claude Lévi-Strauss; Nota su un dibattito in <Annales> di L.A.
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"La peculiarità de Il corpo consisteva, e nella matrice e nei contenuti. La matrice, perché era formata da curatori (Amodio, Caprioglio, Fachinelli, io; Dolfini dal secondo numero e Pericoli -per la parte grafica) molto amici tra loro, ma di ambiti diversi, padroneggiati a fondo; il denominatore comune, alimentato anche da quell'amicizia e da quella competenza, consisteva nel sogno di un campo spostato rispetto alle tradizioni in essere e ai condizionamenti ideologici. I contenuti, conseguentemente, erano molto vari epperò sempre rigorosi e indipendenti. Eravamo degli individui singoli affamati di conoscenza. "Il corpo", il titolo era, se vogliamo, già un programma, perché negli anni '60 non era assolutamente di moda. Mi ricordo una volta un religioso che mi aveva detto: "Beh, voi naturalmente intendete il corpo tipografico..." Gli ho risposto: "Beh, non proprio..." Il corpo aveva due abbonamenti. Uno nella capitale dell’URSS e uno nella |
capitale degli U.S.A. Per noi era il massimo.
Vendevamo pochissime copie, ma l'idea che una copia fosse venduta là e un'altra
qui per noi era una meraviglia. Devo dire che quando subentrò l'Enrica,
come segretaria di redazione, improvvisamente le entrate si impennarono,
perché l'Enrica, anche se dava solo tre copie della rivista ad una
libreria, poi andava là ad esigerle indietro. E quelli là non avevano
mai visto una cosa del genere. Eh, la conoscevamo bene!
Collaboravano frequentemente il filosofo Franco Fergnani e mio fratello, che oltre ad essere molto intelligente -attualmente è uno psicanalista- insieme è sempre stato un appassionato di strategie, di guerre e quindi questo doppio versante è diventato subito originale. Anche qui c'è un aneddoto che devo assolutamente raccontarti... Era talmente bravo, si intendeva talmente di strategia e di guerre che aveva preparato una specie di saggio e lo aveva inviato ad una rivista, che allora era una delle prime su strategie militari. Questi a loro volta erano rimasti colpiti e gli avevano detto: "Senta, collega, ci dica il suo grado, perché tutti i saggi che noi pubblichiamo devono avere il grado". Questo ti dà di colpo il senso sia di come siano preparati quelli là e sia del fatto che lui era in difficoltà, ma voleva farlo. Allora io gli ho suggerito "studioso". Lui ha sempre avuto questa preparazione doppia, molto originale. Sono stati presentati lì, oltre miei testi letterari poi raccolti in un libro, notevoli testi di poeti, tra cui per la prima volta l'allora sconosciuto Giampiero Neri". vai alla CRITICA su "Il corpo" |
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