Intervista al poeta G. Majorino

 


 

Barbara Pietroni: Che cosa diresti ad un giovane aspirante poeta?

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Giancarlo Majorino: Ai giovani poeti dico sempre una cosa , che sembra solo una battuta, ma è in realtà una cosa più seria, che i poeti devono fin dall’inizio fare un altro lavoro per vivere. Sono un po’ gli unici, nel senso che bene o male il pittore può sempre sperare ad un certo punto di vendere le opere e così anche il musicista, lo scultore, l’architetto, ecc.

Questa battuta fa loro digrignare i denti. Ma c’è un lato positivo, dietro a quello negativo, diciamo. Alla lunga infatti uno in poesia scrive ciò che davvero sente, ciò che davvero giudica necessario. Cioè è uno dei pochi ambiti, forse privilegiato anche rispetto agli altri ambiti, in cui davvero uno ha la possibilità in assoluta libertà di esprimersi e di esprimere, non solo per sé. Questa è una cosa enorme. Quando poi uno ha fatto esperienza di vari lavori, sa la differenza che c’è tra fare un lavoro tanto per e fare un vero lavoro legato a sé, intimamente proprio, diciamo.

 

 

 

 

 

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SEZIONE: intervista   STATUS: completo   TEMPI DI LAVORAZIONE: dal 4/2003 al 2/2004

 

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