Intervista al poeta G. Majorino

 

Barbara Pietroni: La scienza e la filosofia. Che cosa rappresentano per te?

 

 

 

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Giancarlo Majorino: Dal punto di vista scientifico, devo dire che sento violentemente le mie carenze. Capisco di non sapere e mi affido a volte a persone che in qualche modo possono fare da mediatori sicuri. Per esempio l’astronomo Dino Proverbio, che mi ha spiegato molte cose, abbiamo discusso insieme di molte cose. Ricordo come uno degli eventi più belli della mia vita quella volta in cui lui mi ha portato su, nell'osservatorio di Carloforte in Sardegna -di cui allora era direttore- e abbiamo visto insieme Giove e i suoi satelliti in maniera fantastica. Capivo come mai quest'astronomo, quando veniva giù, ci guardava come formiche. E' impossibile seguire quelle cose lì e continuare come se nulla fosse...

In linea generale le cose che non so le sento violentemente come mancanze. Oggi, entrare in uno di quegli ambiti specializzati è impossibile. La divulgazione scientifica, come tutte le divulgazioni e come il nome orribile dice, è spesso generica e inadeguata. Io sono comunque molto affamato... In "Lotte secondarie" sta scritto: "Tornato intelligente ho fame sempre".

La filosofia. Ci sono dentro da sempre, mi ha sempre affascinato. Ancora adesso, devo dire, forse i testi che leggo di più sono quelli dei filosofi. Non tanto quelli sui filosofi, ma proprio i loro testi. C’è stato addirittura un periodo, preparavo il concorso, che me li leggevo in tedesco, pur avendo una conoscenza del tedesco molto relativa. Considero la filosofia uno dei grandi aiuti generosi, che il mondo mi dà. Oltre la battuta agli studenti che conosci: “oggi avete una fortuna schifosa: faremo Spinoza”, continuo ad interessarmi di loro e a volte riesco anche ad appropriarmi di qualche pensiero particolarmente vicino a me.

 

 

 

 

 

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Barbara Pietroni: Si tratta sempre di pensieri che hanno a che fare con la vita reale?

 

 

 

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Giancarlo Majorino: Sì e no. A volte loro hanno modi anche molto staccati. C’è questo primato, diciamo, logico, che se uno non è allenato può tenere distante. Se uno invece è allenato, può starci vicino.

Io ho spesso esigenze sistematiche, per cui le entrate nei libri di filosofia sono frequenti. Non faccio una grande differenza tra questi due modi di profondità, l’uno del ragionare, l'altro dell'esprimere.

 

 

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Barbara Pietroni: Infatti devo dire che nelle lezioni di estetica, a cui ho assistito alla Nuova Accademia di Belle Arti, riuscivi a portare la filosofia nel concreto, nel quotidiano.

Giancarlo Majorino: L’ho sempre cercato, l’ho sempre sognato. Perché anche lì, secondo me, una delle ragioni per cui la gente continua a fare una “vitetta” invece di una “vita” è la mancanza di familiarità con queste meraviglie. Ho una poesia in “Cangiante” sul nipotino, che sapeva a memoria tutte le marche delle automobili, mano a mano che passavano. Ero diventato furibondo e ho fatto una poesia per dirgli: “Ma guarda che lì non c’è niente. Che cosa vuoi sapere? Le marche interesseranno ai fabbricanti di automobili. Chi se ne frega delle marche di automobili!”. Pure il fatto che la gente studi fino ad una certa età e poi basta, a me sembra una pazzia! Studiare è una delle cose belle della vita.

 

 

 

 

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SEZIONE: intervista   STATUS: completo   TEMPI DI LAVORAZIONE: dal 4/2003 al 2/2004

 

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