Tetrallegro

 

Tetrallegro di Giancarlo Majorino - il nuovo Specchio A.Mondadori, 1995

Tetrallegro di Giancarlo Majorino - il nuovo Specchio A.Mondadori, 1995

"Proporre in presa diretta il ritmo e il colore, il clima e le tensioni stravolte del mondo d'oggi nel linguaggio della poesia. E' questo, con l'originalità della sua irruzione sulla pagina, che è riuscito a compiere Giancarlo Majorino nel suo nuovo libro in versi, scritto tra il '90 e il '95. Tetrallegro parte dal sentimento, irrinunciabile per l'autore, di una piena adesione all'esistere, e dunque da una disponibilità vitale, turbata però in profondo dalla volgarità distruttiva di un presente che tende a bruciare o a polverizzare quasi ogni residuo di autenticità. Il libro si svolge come un poema frenetico, per frammenti, passando da una poesia all'altra in una sorta di continuità che si realizza nella grande concretezza e nel cumulo impressionante di figure umane appena abbozzate, di situazioni, dettagli, notizie, distaccandosi nettamente dalla pacatezza dell'osservazione riflessiva che aveva caratterizzato la precedente raccolta, La solitudine e gli altri. Ma Tetrallegro ha in sé qualcosa che ci riporta alla corposità coinvolta nel sociale, nelle cose e nel quotidiano di Lotte secondarie, e anche ai tremendi scarti affannosi, alle lacerazioni nel tessuto verbale di Provvisorio. Majorino effettua qui una particolare registrazione del parlato, agisce in modo percussivo e violento, fino alla deformazione del linguaggio. E' come se il testo fosse reso instabile, sottratto a ogni possibile idea di normalizzazione. E il verso è a sua volta giocato in un movimento che lo fa oscillare inquieto e segmentato nel campo della pagina. Eppure a volte si ferma in chiuse potenti, o intravede momenti di fugace lievità e sospensione. Così Majorino, tetro e allegro, risentito e appassionato, ci dà un libro nel quale la saggezza dell'esperienza si manifesta nei modi inattesi di una spigolosa energia che potremmo ben dire giovanile, con la voglia intatta di raccontare la vita, con la consapevolezza di non poterla cogliere che a brandelli nella multicolore confusione cinica dell'epoca".

(testo tratto dal risvolto di copertina)

 

il poeta Giancarlo Majorino copyright Barbara Pietroni

 

"E' sempre una mia costante: quando finisco un libro (in questo caso La solitudine e gli altri nel 1990), chiudo un modo. Si potrebbe quasi dire che riparto da un altro punto di vista, come se mi fossi trattenuto a sufficienza fino a quell'istante. Così esce Tetrallegro - tieni però sempre presente che dal '69 lavoro a quel famoso, immane poema, che nella mia testa dovrebbe consentire lo stare insieme di questi due modi, uno sperimentale e uno più pacato e armonioso.

Tetrallegro esce nel 1995.  Io mi considero ancora "tetrallegro" (ride), da quando sono un po’ più invecchiato... Una volta ero forse solo allegro!

 

 

Raccoglie poesie scritte dal '90 al '95 ed esce da Mondadori. E' una specie di miniera di scoperte, che intende chiamare la frenesia dell'esserci e la ridda delle apparizioni. E bisogna dire che questo Tetrallegro con continue deformazioni, ha avuto sia un grande successo, sia un grande rifiuto. Un grande rifiuto prima di tutto da parte di quelli che speravano che andassi avanti con La solitudine e gli altri per tutta la vita. Poi è talmente violento questo libro che crea inevitabilmente una reazione di  "allontanamento". Invece molti, soprattutto giovani, l’hanno considerato un libro importante.

Un fatto rilevante che segna questo periodo è la Guerra del Golfo nel '91: gli Stati Uniti contro l’Iraq. Una guerra che avevo sentito, stando proprio male, come una sopraffazione dei più forti sui più deboli. Un po' come, nonostante tutto, succede anche adesso: per punire giustamente i terroristi, si massacra una popolazione intera che c'entra niente. Infatti mi ricordo che un afgano aveva detto: “Ma se vogliono prendere quelli della mafia, bombardano la Sicilia?”. Non è male come battuta!"

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