A circa 3Km da Selvone dominano su una collina in mezzo al verde resti di “Mura”.
Secondo tradizioni popolari si racconta che
anticamente c'era un paesino chiamato “Pantano”.
Era abitato da famiglie nobili, il paese poi pian
piano si estese fino all'attuale Mennella che all'epoca non esisteva.
La vallata era tutta una selva da cui infatti
deriva il nome Selvone (grande selva).
Di questo paese “Pantano” resta solo un “Muro”
che, secondo la storia era una chiesa, sotto la quale ci sono 3 cisterne e in
una di esse ci sarebbero delle campane.
Dicono che il paese sia stato distrutto dai Saraceni.
Invece secondo fonti ufficiali le Mura di
Mennella sono un antico sito fortificato la cui storia è probabilmente legata a
quella della celebre Abbazia di S. Vincenzo al Volturno.
Si tratta forse di una torre di avvistamento,
collegata visivamente ad altre torri simili, e facente parte di un sistema posto
a difesa dei territori della suddetta Abbazia, lungo la viabilità verso il
Lazio.
Si presume che, intorno all'anno mille, sorse all'interno della cinta muraria un insediamento abitato come testimoniano i
recenti reperti archeologici.
Gli stessi terrazzamenti in pietra presenti sul
crinale della collina sono il segno che il luogo fosse coltivato fin da tempi
antichi.
Nel luglio 1998 fu avviata la prima campagna di
scavo archeologico, affidata ad in gruppo di studio diretto dalla Professoressa
Letizia Ermini Pani, ordinario della Cattedra di Archeologia Medievale dell'Università “La Sapienza” di Roma.
I risultati furono immediatamente sorprendenti: il
saggio di scavo, pur limitato nello spazio e nel tempo, restituì materiale
interessantissimo.
Nel luglio 1999 l'indagine è stata ripresa: sono
proseguiti i rilievi topografici, si è iniziato lo sgombero di una cisterna,
sono stati fatti dei saggi in una presunta necropoli.
Il materiale rinvenuto conferma la felicità dell'intuizione.
Si tratta di ceramica finemente decorata, vetro
colorato,fibule, raffinati pendagli, medaglioni in osso lavorato.
Tali materiali, risalenti a varie epoche storiche,
a partire dal nono secolo, si presentano come manifatture raffinate tanto da
lasciar supporre che il posto non fosse solo un presidio di guardia.
L'importanza del sito meriterebbe a questo punto
una dedizione maggiore.
Camillo Viscione