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L’elezione dei parroci

 

La storia delle parrocchiali di Zogno si lega a doppio filo con quella dell'elezione dei parroci, nominati in un primo tempo dal Capitolo alessandrino e poi eletti dagli Zognesi, che fino al 1941 mantennero il diritto di giuspatronato loro riconosciuto nel 1499.  L’influenza del Clero della Cattedrale non era ben vista dagli Zognesi che, per mettere in chiaro da subito a chi tocchi eleggere il parroco della nuova San Lorenzo, provvedono alla nomina prima che la chiesa fosse finita.  La scelta cade su Giovanni da Crema, primo beneficiale delle chiese di Santa Maria e San Lorenzo Martire. L’ultimo a portare questo titolo sarà padre Angelo Fugazza, che aprirà anche la serie dei rettori di San Lorenzo nel 1488, in coincidenza con l'arrivo dei Serviti a Zogno.

Il diritto di elezione gli Zognesi l’hanno conquistato costruendo Santa Maria.  Nel 1482 il Consiglio generale sente il bisogno di riaffermare il proprio diritto di patronato, segnale che dovevano esserci dei problemi all'atto della nomina del prete Stefano Zanadelli.  E' probabile che qualche sacerdote abbia cercato di ottenere il beneficio di Zogno per qualche altra via che non fosse l'elezione degli Zognesi.  Alla fine si raggiunge un accordo su padre Angelo Fugazza.

Altri contrasti si registrano nel 1498, quando il rappresentante del Capitolo incaricato di eleggere il beneficiale di San Lorenzo di Zogno indica il sacerdote Antonio Sonzogni.  Fallito ogni tentativo di accomodamento, si ricorre per dirimere la controversia al tribunale presieduto dal prevosto della Cattedrale, Simone Bresciani, rappresentante delegato del Visitatore Apostolico, il cardinale Giovanni Borgia.  La sentenza del 12 dicembre 1499 dà di fatto ragione agli Zognesi, riconoscendo loro il diritto di nomina e di elezione del reggente della Parrocchia, che avrebbe poi dovuto ricevere l'investitura canonica dall'Ordinario Diocesano, dal Capitolo o dal Canonico di Sant'Alessandro.

Gli Zognesi, dal canto loro, nominati patroni laici in perpetuo, dovevano però portare la dote annuale della chiesa di San Lorenzo Martire da due a dodici ducati d’oro, cosa che fu resa possibile grazie all'intervento di Bertolino Maffeis, che nel 1500 dona alla chiesa tre appezzamenti di terreno.  Probabilmente la sentenza lasciò qualcuno insoddisfatto, perché entrambe le fazioni formatesi a Zogno avrebbero dovuto rinunciare al proprio protetto per procedere ad una nuova elezione. Trascorsero così inutilmente quasi due anni.

Era ormai però stabilito senza ombra di dubbio a chi toccasse provvedere allo stipendio del parroco: al Comune, in concorso con la Confraternita della Misericordia e con altre congregazioni religiose.  Alle altre necessità della chiesa (culto e manutenzione) avrebbero provveduto le offerte dei fedeli e in casi di necessità la tassa di prebenda, applicata a tutti i parrocchiani in età di Sacramenti.

Di fatto la comunità civile considerava quindi il parroco alla stregua di un qualsiasi altro stipendiato, e quindi amovibile in qualsiasi momento.  Non mancarono di nascere controversie sull'argomento, come nel 1591 con il caso di Giacomo Pelliccioli. 

Al giuspatronato gli Zognesi rinunciarono solo nel 1941.  Nominato economo spirituale alla morte del parroco Servalli, don Nunzio Gambirasio presenta al Vescovo di Bergamo un centinaio di firme di Zognesi disposti a rinunciare al diritto di nomina del parroco.  Indetta la votazione, questa si svolge il 14 dicembre: su 790 aventi diritto votano in 195.  La stragrande maggioranza (183) sono favorevoli a rinunciare al giuspatronato sulla chiesa di San Lorenzo Martire.

Perché una così scarsa affluenza?  Siamo in tempo di guerra e molti dei capifamiglia non sono in paese.  Le donne ignorano di poter esercitare il voto al loro posto e così non si presentano; se a questo si aggiunge che chi lavorava e gli abitanti delle frazioni avevano difficoltà a presentarsi all'ora della votazione, in realtà il numero dei votanti fu notevole.

 

 

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