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La navata

 

Nella navata, il secondo altare di destra è affiancato dalle nicchie con le statue di San Giacomo maggiore e San Tommaso.  La cappella è dedicata al Santo Rosario, secondo un'intitolazione che già esisteva nel Seicento. L’ancona, pur nell'impostazione neoclassica, è stata strutturata in modo da ospitare i tondi con i Misteri del Rosario, secondo un gusto tipico dei primi decenni del Seicento.  A quest'epoca vanno ricondotte le belle telette un tempo attribuite al pittore bergamasco Francesco Zucco, ma escluse dal catalogo delle opere dell'artista da studi recenti, e il riquadro posto alla base della serie, raffigurante la Natività della Vergine.  Al centro è collocata la statua della Madonna del Rosario, opera di un artigiano della Val Gardena: Rugaldier che la scolpì nel 1913, come si legge sul basamento.  La statua ha preso il posto dell'antico simulacro della Vergine qui collocato all'epoca della costruzione dell'altare il 5 ottobre 1807, come recita la citata iscrizione; l'altare in stucco venne terminato nel 1825.  La statua ottocentesca andava a sua volta a sostituire la pala con la Madonna del Rosario e i Santi Domenico e Caterina da Siena, ora collocata in sagrestia.  Il dipinto presenta una certa vicinanza con le pale del già ricordato Zucco e va probabilmente ascritto allo stesso autore dei tondi.  Attualmente accanto alla cappella è collocata la moderna vasca battesimale in bronzo, opera di Alberto Meli, autore anche dell'altare comunitario e del leggio del presbiterio.

La prima cappella destra è dedicata alla Natività e a San Giuseppe.  L’altare, riferibile alla bottega che realizzò i precedenti, conserva uno dei pezzi di maggior interesse della chiesa, la pala di Palma il Vecchio raffigurante l'Adorazione dei Pastori con San Rocco.  Il notevole dipinto venne realizzato dall'illustre artista per la chiesa dei Serviti di Zogno, e trasportato in San Lorenzo nel 1816, epoca in cui l'altare doveva dunque essere ultimato.  Sotto la tela palmesca si trova l'ovale con Santa Margherita da Cortona, firmato da Vincenzo Angelo Orelli e datato 1805.  La santa è rappresentata a mezzo busto in atteggiamento penitente di fronte al crocefisso.  Il cane che l'accompagna, consueto attributo iconografico, ricorda la storia della conversione di Margherita condotta dal fedele animale al cadavere del marito ucciso dall'amante, episodio in seguito al quale la donna visse penitente per il resto dei suoi giorni.  La devozione alla santa è assai popolare nel nostro territorio soprattutto nel XVIII e XIX secolo.

La lapide nella controfacciata ricorda le principali tappe della storia della rinnovata parrocchiale.

 

 

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