VITA
IN ORATORIO
CHE BÈI MOMENTI!
Cronistoria
di una duegiorni in montagna
Nel
cammino di catechesi dei ragazzi di 3^ media don Paolo ha voluto
organizzare un’esperienza particolare: una gita di due giorni in baita
a Pizzino di Taleggio.
La
proposta è stata accolta con entusiasmo per la data del 28 e 29
dicembre.
Il
mattino della partenza ci attende una sorpresa: una bella nevicata, che
rischia però di mandare all’aria i nostri piani. Giro di telefonate:
si va, si resta, ripieghiamo per il Canto Alto, rimandiamo,…..?!
L’autista
del pulmino si dichiara tranquillo e deciso a portarci alla meta. Sedici
ragazzi salgono sul pulmino e le catechiste, don Paolo e Giorgio seguono
a ruota. Da Pizzino a piedi, nella neve fresca, raggiungiamo la “Baita
dei Pini”. Lasciamo i sacchi a pelo e riprendiamo la camminata alla
volta del Rifugio Gherardi (pur sapendo di trovarlo chiuso). Immancabile
la “guerra” a palle di neve, in uno spettacolo immacolato che lascia
senza parole. Sui rami degli alberi ricami fantastici tessuti dalla
natura, l’aria pulita e rinfrancante, il silenzio rotto dalle nostre
grida, canti e richiami.
Affannati,
stanchi e bagnati abbiamo anticipato di un poco la sosta del pranzo al
sacco, consumato allegramente nella neve.
“Ragazzi….
che bei momenti!” dice don Paolo. “Belli, ma freddi!” fanno eco
alcuni di noi.
Torniamo
alla baita dove ci rinfranchiamo il corpo e lo spirito con tè caldo,
caffè, panettone e pandoro.
Ad
un certo punto sembrava di essere al mercato arabo con abbigliamento di
ogni tipo (calze, calzini, maglioni, guanti, berretti, scarponi) appeso
in ogni dove ad asciugare.
Alle
17.00 un momento particolare: una intima S. Messa con eucaristia per noi
soli.
Una
cena con pastasciutta e affettati, giochi vari di società, canti e
balletti concludono la serata.
Dopo
una notte tutto sommato tranquilla, ognuno infilato nel proprio sacco a
pelo, don Paolo ci invita, alle ore 8.00, ad uscire a guardare l’alba.
Colazione
abbondante per recuperare energie e di nuovo un’uscita nella neve alla
volta del Fraggio. Pranzo con polenta e cotolette, e alle 14.00
un’altra S. Messa con riflessioni e preghiere spontanee, nate anche da
questo nostro stare insieme.
Riordino
e sistemazione dei bagagli e alle 15.00 lasciamo a malincuore la baita,
con il pupazzo di neve mezzo morto e sgangherato sul piazzale.
In
attesa del pulmino altra battaglia di neve (per chi non fosse ancora
abbastanza bagnato) e poi la discesa dalla Val Brembilla.
Ognuno
con una gran voglia di un bel bagno caldo e di un sonno ristoratore nel
proprio letto, ma in fondo in fondo col rimpianto delle belle ore
trascorse, e il desiderio di rifarlo al più presto.
Il gruppo di 3^ media
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Il gruppo di 3^ media |
La
gita
al
Rifugio Gherardi
Nei giorni 4 e 5
dicembre 1999 noi ragazzi del primo gruppo adolescenti abbiamo raccolto
l’invito di don Paolo a partecipare a una esperienza di due giorni al
rifugio Gherardi.
A dir la verità i
partecipanti sono stati più pochi del previsto.
Ci siamo ritrovati
all’oratorio di Zogno alle ore 14.30 di sabato pomeriggio (dopo aver
aspettato i “ritardatari” che tornavano da Bergamo) e ci siamo messi
in viaggio con le automobili messe a nostra disposizione dai nostri
animatori alla volta di Pizzino.
Il viaggio è durato circa quaranta minuti e,
appena giunti al punto predestinato, ci siamo incamminati a piedi lungo
i versanti della montagna. Le condizioni del terreno non erano molto
favorevoli a causa della neve scesa nei giorni precedenti: per questo ci
abbiamo impiegato quasi un’ora e mezza per percorrere un sentiero che
normalmente si percorre in quaranta minuti. Siamo arrivati in tempo però
per gustare la buonissima cena che i nostri rifugisti ci avevano
preparato: un bel piatto di pastasciutta (con molto formaggio, o no
Filippo?) e delle buonissime scaloppine ai funghi. Dopo cena ci siamo
scatenati in una serie di giochi con le carte e con i mimi. Il gioco
preferito è stato quello dell’assassino: chi aveva l’asse poteva
uccidere gli avversari facendo l’occhiolino, gioco semplice e allo
stesso divertente (anche perché Giovanni dava sempre delle nuove
interpretazioni molto personali: forse che non avesse capito il gioco?).
Terminato il tutto con canti e schiamazzi vari, dopo esserci fermati un
po’ a pregare, ci siamo avviati verso i nostri dormitori, ovvero verso
la Siberia, dato che dove abbiamo dormito noi ragazzi ci saranno stati
si e no due gradi (sotto zero naturalmente!)
Ci siamo svegliati (o forse non abbiamo mai
dormito) con un alba straordinaria: colori mai visti. Dopo colazione ci
siamo avventurati verso un rifugio poco distante con l’intenzione di
celebrare lì la Messa, ma il vento gelato e prepotente ce lo ha
impedito. Per strada però non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione
di improvvisarci provetti pattinatori su laghetti ghiacciati: esperienza
un po’ “fredda”, viste le numerose cadute.
Il caldo del rifugio ci ha riaccolti dopo le
folate di vento: lì abbiamo celebrato l’Eucarestia in uno scenario
insolito e molto accogliente. Terminata la Celebrazione Eucaristica,
abbiamo pranzato e
lentamente siamo tornati
verso casa.
Questa esperienza è stata molto interessante e
divertente in quanto ho sentito che porta molta felicità il condividere
del tempo con i propri amici. Ci vediamo alla prossima!
Filippo
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I ragazzi di prima
superiore al Rifugio Gherardi
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Il
Ritiro dei giovani
Domenica
19 dicembre si è svolto in Oratorio il ritiro per i giovani in
preparazione al S.Natale;ci siamo dati appuntamento verso le 10.00 del
mattino (per fortuna non prima) e abbiamo formato un bel gruppo di circa
venti persone di età fra i diciassette e i venticinque anni compreso un
fuori quota (Don Paolo),nostra guida dell’incontro.
Abbiamo
cominciato l’incontro con una preghiera e poi ci siamo inoltrati nel
tema principale della nostra giornata:la figura di Gesù.
Attraverso
brani di Vangelo abbiamo riscoperto la dimensione umana di Gesù,solitamente
messa un po’ da parte per il fatto che si pensa a Lui come a
un’entità puramente ultraterrena.
L’incontro
è stato molto interessante e soprattutto coinvolgente in quanto,durante
i momenti di raccoglimento individuale,ci ha permesso di riflettere e di
esternare dubbi e perplessità,alcuni chiariti grazie agli interventi di
spiegazione di Don Paolo.Durante la messa tenutasi nel salone
dell’Oratorio,con lo scambio di idee e pareri all’interno del
gruppo,abbiamo continuato a dare risposte alle nostre incertezze che
riusciremo a risolvere (forse) durante il nostro cammino di fede e di
crescita personale.
Esaurite
tutte le nostre risorse mentali,all’alba delle 13.30,abbiamo
apparecchiato la grande tavola per il pranzo succulento costituito da
panini imbottiti (non troppo!) e terminato con una bella torta.
Alle
15.00 circa,ormai congelati perché “qualcuno” si è dimenticato di
accendere il riscaldamento, ci siamo salutati e dati appuntamento alla
prossima occasione ancora più numerosi.
Due veterane C&P
Una
Fiaccolata
di
ringraziamento
di
fine anno
Giovedì
30 dicembre gli adolescenti e i giovani del Vicariato si sono trovati
per la fiaccolata di fine anno preparata dalla Commissione Vicariale
Giovanile come momento di ringraziamento per l'anno appena trascorso.
Alternando
canti, preghiere e riflessioni, la fiaccolata ha preso il via dal
Santuario della Madonna del Carmine, per concludersi davanti alla
capanna dell'Oratorio. Non è mancata una sosta lungo il cammino e un
momento di condivisione con Suore di clausura.
Numerosi
sono stati i temerari che hanno sfidato il freddo polare per vivere
questo momento particolare e suggestivo, che li ha portati a riflettere
in particolare sul significato della pace, guidati dal messaggio del
Papa per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace del 1°
gennaio 2000: “Il mio pensiero corre particolarmente a voi, cari
giovani, che sperimentate in modo speciale la benedizione della vita e
avete il dovere di non sprecarla. Nelle scuole e nelle università,
negli ambienti di lavoro, nel tempo libero e nello sport, in tutto
quello che fate, lasciatevi guidare da questo costante pensiero: la pace
dentro di voi e fuori di voi, la pace sempre, la pace con tutti, la pace
per tutti. Ai giovani che hanno purtroppo conosciuto la tragica
esperienza della guerra e provano sentimenti di odio e di risentimento,
voglio dire una parola implorante: fate il possibile per ritrovare la
strada della riconciliazione e del perdono. È una strada difficile, ma
è l'unica che vi permette di guardare al futuro con speranza per voi, i
vostri figli, i vostri Paesi e l'umanità intera.”
“I
HAVE A DREAM”, “Io ho un sogno”, di Martin Luther King, ha
concluso la serata portando una ventata di speranza: questo vuole essere
il nostro augurio per il 2000!
I
HAVE A DREAM
Io ho
un sogno…
Il
cammino è pieno di asprezze, ma nonostante le fatiche io ho ancora un
sogno.
Sogno
che sulle rosse colline della Georgia i figli degli antichi schiavi
e i
figli degli schiavisti siederanno insieme al tavolo della fratellanza.
Sogno
che lo stato del Mississippi, rigonfio di oppressione e brutalità,
sarà
trasformato in una terra di libertà e di giustizia.
Sogno
che un giorno l’Alabama sarà trasformato in uno stato
dove
bambine e bambini neri potranno dare la mano a bambine e bambini
bianchi,
e
camminare insieme come fratelli e sorelle.
Io
sogno ancora.
Sogno
che i miei quattro bambini vivranno in una nazione
in cui
non saranno giudicati dal colore della propria pelle,
ma dal
contenuto della loro personalità.
Con
questi sogni staccheremo dalla montagna dell’angoscia una pietra di
speranza.
Con
questa fede potremo lavorare insieme, pregare insieme, lottare insieme.
Sapendo
che un giorno saremo liberi.
M. L. King
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Fiaccolata di ringraziamento
di fine anno |
SCALARE
IL CANTO ALTO: UN’IMPRESA
Dovevamo
esserci tutti, noi ragazzi di 1^ media, invece eravamo solo in sette,
accompagnati da Lino, un grande scalatore del passato, don Paolo e una
mamma.
Ci
aspettava una grande impresa: scalare il Canto Alto.
Ci
abbiamo impiegato quasi tre ore. il cammino è stato abbastanza faticoso
perché sul sentiero c’era ghiaccio e neve alta e alcuni dei nostri
amici scivolavano.
Arrivati
in cima non ci aspettavamo un panorama così bello: da una parte le
nostre Prealpi Bergamasche, dall’altra la catena delle Alpi. Uno
spettacolo!
Grande
era anche la fame, per cui ci siamo messi subito a mangiare; poi ci
siamo molto divertiti a giocare a palle di neve e a calcio.
Sotto
la grande croce abbiamo celebrato la Messa: con noi hanno partecipato
anche due signori che erano giunti in cima saliti però da un’altra
parte.
Nel
ritorno abbiamo fatto meno fatica soprattutto perché si poteva
scivolare meglio. Durante la discesa ci ha fatto compagnia un cagnolino
soprannominato “Beghelli salva la vita”. Chissà se lui si è
salvato? Ci vediamo alla prossima impresa!
Marco
di 1^ media
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Un'impresa: i ragazzi di
prima media sul Canto Alto |
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Quadrangolare di
calcio a 5 |