IL
NATALE DEL REDENTORE
Nel
bel mezzo della sfrenata corsa all'acquisto dei regali per Natale, i
cittadini di Zogno si sono imposti una pausa di riflessione attraverso
l'ascolto dell'Oratorio di Lorenzo Perosi, "Il Natale del
Redentore" eseguito dall'orchestra stabile di Bergamo ed
interpretato dai cori Civici di Milano.
L'iniziativa attuata il 18 Dicembre nella chiesa parrocchiale è
stata promossa dall'Amministrazione Comunale di Zogno, dal Comitato per
il Grande Giubileo del 2000, diocesi di Bergamo e dalla Parrocchia San
Lorenzo di Zogno.
Nella
chiesa parrocchiale gremita di persone, le note dell'orchestra hanno
sostenuto le voci che si alzavano alte e melodiose e gli applausi hanno
riconosciuto la bravura degli interpreti, musici e cantanti,
mirabilmente diretti dal Maestro Mino Bordignon.
Uno
dei momenti più alti dell'esecuzione è stato raggiunto dal Magnificat:
la forza del testo latino interpretato dal coristi ha coinvolto i
presenti nella dimensione spirituale del Natale, mistero dell'evento
cardine della Cristianità.
Non
è cosa consueta poter accantonare i problemi e le ansie e gli impegni
quotidiani per potersi raccogliere nell'ascolto di una musica così
coinvolgente: a noi è stata offerta questa opportunità!
Una spettatrice entusiasta
Giubileo dei
catechisti
della Valle Brembana e della Valle Serina
Mercoledì 23 febbraio 2000, ore 20.30.
Programma
·
Ritrovo
presso la chiesa del Convento di clausura di Zogno
·
Liturgia
della Parola
·
Pellegrinaggio
alla chiesa giubilare
·
S.
Messa presieduta da S.E. Mons. Lino Belotti, vescovo ausiliare di
Bergamo, e concelebrata dai sacerdoti dei Vicariati della Valle.
·
Durante
la S. Messa verranno raccolte offerte che verranno utilizzate per
l’acquisto di Bibbie per l’Est europeo, la Cina e per i carcerati
·
Vicariato
di Brembilla–Zogno; Vicariato di S. Giovanni Bianco-Sottochiesa;
Vicariato di Selvino-Serina
Vicariato
di Branzi-S. Brigida-S. Martino oltre la Goggia
Pellegrinaggio
giovanile a Roma in occasione della
BUON ANNO
DALLA
CASA DI RIPOSO
Risuona ancora l’augurio di “Buon Anno” come
uno scoppiettio continuo un sussurro che si propaga ininterrotto,
cadenzato come il tic tac di un orologio, lieve come i fiocchi di una
nevicata, fuggevole come un attimo o irruente come un torrente in piena.
Una frase scontata, necessaria, puntuale e indilazionabile.
“Anno
nuovo vita nuova”: la vita è sempre nuova. C’è sempre il desiderio
della vita di vivere anche del passato che non esiste più; e infine, di
dare una spiegazione al mistero della morte, una spina nel cuore
dell’umanità.
La
consapevolezza del carattere magico del momento ci induce alla realtà
che non è solo giocosa e di festa, ma anche di solitudine e tristezza.
Il fascino della fine di secolo sta tutto sul rapporto di durata con la
vita: un limite invalicabile che crea tensioni ma induce alla
ragionevolezza.
Prima
del trentuno dicembre si è chiesto ad alcuni ospiti di esprimere le
loro attese sull’anno coi tre “000”, che ci invitano a riflettere
su un’età più lunga.
Ø
“Cosa
öt chè sappie me, dighèl al Signùr…” (VAVASSORI ANNI’)
Ø
“Penso
male, perché le cose nel mondo non vanno bene. Non mi aspetto dei
miracoli neanche dal 2000. Adès an sé apröf, al dumèla, ma al rierà
dopo òl bèl. Al vegnerà fò di disastri perché i né parla tròp…”
(BELOTTI AMABILE)
Ø
“Io non credo che vengono delle cose brutte assieme, bisognerà specià
chè’l pàse töt ol secòl. Bisogna pensare giorno per giorno. Se töch
fa ol so doèr e i sè öl be, an và inàch amò !” (MAGONI
GIUSEPPINA)
Ø
“Vuole che si cambi così tutto in un tratto? Non è logico. Secondo
me il 2000 è come essere adesso, tutti i giorni sono uguali. Forse il
2000 porta più miseria! Bisognerebbe che i signori andassero a
lavorare, invece spendono tutti i soldi sciupano la roba del povero”
(DAMIANI IOLANDA)
Ø
“ Dal 2000 mi aspetto più solidarietà, più amore del prossimo e più
salute per me” (GIUPPONI GEMMA)
Dal salmo 37 leggiamo: “Sono stato fanciullo e ora
sono vecchio, non ho mai visto il giusto abbandonato né i suoi figli
mendicare il pane”. Sono parole pronunciate da un “vecchio” che
non ha paura di dichiararsi tale perché è riuscito a invecchiare e
tale situazione gli assicura una posizione onorata tra la sua gente e
rende il suo parlare autorevole e ascoltato.
E’ questa l’immagine che oggi comunemente abbiamo
degli anziani? Cioè, anziano come posizione onorata, persona
autorevole, ascoltata?
Sugli anziani sono state scritte molte cose e si
organizzano seminari sull’identità degli stessi. E forse non a caso,
l’ultimo anno del millennio è stato dedicato all’anziano. C’è un
aspetto demografico che preoccupa, con tutte le conseguenze e sul
benessere e sulla struttura previdenziale: la società sembra e si sente
assediata degli anziani.
C’è il deficit tra popolazione attiva e
popolazione che attiva non è più ma lo è stata. Poi gli ospedali,
case di riposo sono piene di vecchi; le famiglie spesso non sanno cosa e
come fare, e non c’è tempo, cultura o a volte mezzi, solidarietà
sociale per tenere gli anziani in casa.
L’anziano in famiglia o nella casa di riposo deve
essere un “ricoverato” per tutelare la sua salute, ma a volte può
essere “ingombrante” sperando che il suo declino arrivi presto.
L’adulto colui che produce e opera in una società
del prodotto “educa” il bambino perché faccia esperienza di vita e
“accudisce l’anziano, non sapendo riscoprire in esso l’esperienza
di vita.
Così, forse non sarà se si riascoltano, le
considerazioni, esposte in un recente intervento pubblico, del cardinale
Carlo Maria Martini:” Il rapporto che l’intera società sa costruire
con i suoi anziani è un test che ne mostra il grado di sviluppo
etico”.
E’ necessaria una profonda trasformazione
culturale, con un inversione di tendenza rispetto a ciò che vale e che
non vale anche per non cadere nel dubbio di confondere l’anziano con
il pensionato.
Un episodio evangelico conforta: la guarigione della
suocera di Pietro. Gesù si fa vicino a un’anziana malata e la
guarisce. La donna, recuperate le forze, si mette a servire.
Forza e dignità vengono restituite a quella donna
che può tornare a essere utile.
La frase: ”Tanto è vecchio” è un non-senso e va
sostituita con “Proprio perché è vecchio”, carica di speranza e di
aspettative.
Gli anziani vivono meglio a casa propria. Ma la casa
di riposo non è il ricovero puro e semplice come riparo per
l’integrità di salute. E’ soprattutto una casa, una comunità
che, pur tra difficoltà cerca da una parte la cura sanitaria e
dall’altra la solidarietà sociale declinabile nel saper mettere in
comune le proprie capacità e le proprie esperienze di vita. Il riposo
non è ozietà, ma un gioire delle proprie laboriosità e un godere,
dopo le fatiche fisiche e umane, dei frutti prodotti.
E’ una meravigliosa occasione avere vicino a noi la
presenza di una casa di riposo dove è possibile capire gli anziani,
rispettarli, ascoltare la loro storia, essere attenti alle loro
abitudini. È possibile che giovani e anziani stiano insieme, che adulti
e anziani si incontrino, che anziani aiutino altri anziani: è possibile
che generazioni diverse si augurino quotidianamente un BUON ANNO.
Insieme cogliamo più profondamente il senso della
vita, poiché anche la vecchiaia è vita . Non è l’esaurirsi
di una sorgente né affievolirsi di una vitalità ,ma il
promuovere i beni di ogni giorno, le gioie dell’amicizia e la fierezza
del produrre come l’estasi del donare.
In conclusione ci permettiamo di fare un invito a
solidarietà e a collaborazione a gruppi o a singoli per darci una mano
a rendere i nostri “nonni” professionisti della loro vita e della
loro storia.
GRAZIA e ULISSE
Mondo
missioni
Domenica
nove Gennaio che ricordava il battesimo di Gesù è terminata la mostra
del presepio, visitata da tanta gente venuta pure da fuori provincia
Milano, Brescia, Mantova, Lecco. i
presepi in vendita erano cinquanta il giorno di S. Stefano erano già
tutti venduti. Il tempo passa veloce, dalla prima mostra fatta nel I972
quanti ricordi e quanto persone sono entrate nella chiesina per vedere i
presepi, sicuramente alcune decine di migliaia, mostra sempre a scopo
benefico per dare un concreto aiuto, in modo particolare ai bambini del
centro S. Maria a Rilima in Rwanda
Natale
1999
Vendita
presepi 7.88o.ooo
Vendita
artigianato 7.I30.000
Offerte
nella damigiana 5.378.350
Offerte consegnate
personalmente
Da un amico 5.000.000
Fam. C.G.E 300.000
Don Lucio 1.000.000
Fame P.O.E 500.000
Don
Giulio 3.000.000 Fam. L.P.C 300.000
Fam. T.G.E I.000.000
Fam. L.G 300.000
Amici 400.000
C.M 100.000
Fam. B.R.A 500.000
C.G 80.000
Fam. G.G.D 500.000
Fam. L.G.M 100.000
Fam. B.L
500.000 P.P
100.000
Z.B 300.000 Fam.
M.G.T 150.000
Fam. C.L 250.000 C.B
100.000
Fam. C.E.V
250.000 S.N
100.000
Fam. M.E
100.000 Fam. S.M
100.000
E
con tutto questo grazie alla generosità di tante persone è stato
acquistato materiale per la sala raggi e sala operatoria inoltre è
stato assicurato cibo e medicine per almeno quattro mesi ai bambini
attualmente ospiti al centro. A nome dei bambini e del personale del
centro S. Maria un grazie di cuore e un cordialissimo saluto
Rino
Don
Giuseppe Ferrari: Monsignore
Giovanni Paolo II ha nominato il nostro concittadino,
don Giuseppe Ferrari Cappellano di Sua Santità. La nomina è stata
firmata il 26 dicembre scorso dal cardinale Segretario di Stato Angelo
Sodano e il Vescovo di Bergamo, mons. Roberto Amadei, l'ha comunicata il
10 gennaio.
Mons.
Giuseppe Ferrari
è nato nel 1933 a Zogno. Sacerdote dal 1956, è della Comunità
missionaria del Paradiso. È stato coadiutore parrocchiale a
Monterotondo Scalo (Roma) dal 1956 al 1964, poi parroco di San Francesco
in Veroli dal 1964 al 1966. Nel 1966 è partito missionario per la
Bolivia, tornando a Bergamo solo nel 1980. Tra il 1981 e il 1982 è
stato parroco a Gaverina. Nel 1982 è tornato missionario in Bolivia e
dal 1994 è rettore del Seminario nazionale di Cochabamba
10°
premio “Gens Priula”
Quest’anno
è stato assegnato a Rino Berlendis il prestigioso riconoscimento.
Complimenti e grazie per tutto il tuo impegno
TESSER4MENTO
CAI 2000
E'aperto
il tesseramento, anno 2000, al CAJ Bergamo - Sottosezione di Zogno (Via
Umberto I, Zogno - martedì e venerdì dalle ore 21 alle 22).
Le tessere
sono suddivise in tre
categorie:
ordinari
costo lire 68.000
familiari
costo lire 33.000
giovani (fino
a 18 anni) costo lire
22.000
Si
raccomanda il rinnovo dei bollino
entro il 31 marzo 2000.
I
'nuovi' tesserati, dovranno
presentare una foto tessera e i propri dati anagrafici.
Tanti
motivi per iscriversi al CAI
I
soci godono dei seguenti vantaggi e diritti:
*
usufruiscono dei rifugi dei CAI a condizioni preferenziali rispetto ai non soci
(anche in quelli dei Club Alpini esteri);
*
usufruiscono del materiale tecnico, bibliografico e geografico delle Sezioni e
Sottosezioni secondo i rispettivi regolamenti;
*
sono ammessi al corsi (alpinismo,
scialpinismo, fondo, ... ) istituti dalle Scuole create appositamente
dalle Sezioni e Sottosezioni; e a tutte le manifestazioni da esse
organizzate (gite, escursioni, alpinismo, ... );
*
in caso di infortunio in montagna i soci sono assicurati
per il rimborso delle spese di soccorso secondo i massimali in
vigore;
*
godono di riduzioni nell’acquisto di pubblicazioni;
*
partecipano alle assemblee sezionali e ai congressi nazionali;
*
possono disporre delle pubblicazioni della Biblioteca Nazionale, delle
Sezioni e delle Sottosezioni secondo i rispettivi regolamenti;
*
i soci 'ordinari' ricevono gratuitamente la Rivista dei Club Alpino Italiano, le
riviste 'Lo Scarpone' e 'Le Alpi Orobiche'; l'Annuario dei CAI Bergamo;
*
usufruiscono di sconti su alcuni impianti
sciistici della val Brembana.
Divertirsi
in sicurezza
L'andare
in montagna senza un'opportuna conoscenza dei territorio ed un'adeguata
preparazione può essere causa di seri pericoli per la propria incolumità.
La
maggior parte degli incidenti avvengono su percorsi non difficili e sono
causati dall'imprudenza e dall’impreparazione.
Regole
fondamentali:
*
prepararsi fisicamente e psicologicamente per sostenere gli sforzi necessari e
per affrontare qualsiasi evenienza;
*
prepararsi tecnicamente aggiornando le proprie conoscenze sull'equipaggiamento
e sul relativo impiego;
*
conoscere la montagna e i suoi pericoli
(scariche di pietre, valanghe, crepacci, maltempo, ... ); informarsi
sulle previsioni meteorologiche;
*
conoscere i propri limiti psicofisici per conservare margini d'energia;
*
scegliere le salite adatte alle proprie possibilità e studiare preventivamente
il percorso;
*
scegliere bene i compagni per avere pieno affidamento nei momenti d'emergenza;
*
non lasciarsi trascinare dall'ambizione
e da un malinteso spirito di emulazione in imprese superiori alle
proprie possibilità;
*
stare costantemente attento specie dove le difficoltà diminuiscono e quando la
stanchezza limita i riflessi;
*
saper rinunciare: non c'è da vergognarsi, le montagne sono sempre lì in
attesa d'essere conosciute, ammirate, apprezzate;
*
rispettare sempre l'ambiente
che ci circonda: difenderlo, proteggerlo, conservarlo è un preciso
dovere di tutti da attuare con i fatti e non con le parole e con esempi
concreti.
Tre
belle feste nella comunità:
Sacra Famiglia,
Sant’ Antonio
e
San Sebastiano
Sant’Antonio
Abate
“Se vuoi
essere perfetto, và, vendi quello che possiedi e dona ai poveri… poi
vieni e seguimi!”.
Questo invito di Gesù, ascoltalo a poco più di vent’anni, fu per
Antonio il segno della vocazione alla vita religiosa. Si ritirò come
eremita nell’Alto Egitto. Presto, però, sentì i pericoli che in tale
solitudine incombono su chi non vi è preparato; per questo si fece
iniziatore di una forma monastica nella quale la vita comune, la
preghiera, la guida di un superiore e la carità fraterna, sono mezzi di
santificazione più sicuri che non certe pratiche austere della vita
eremitica. Collaborò con sant’Atanasio contro l’arianesimo. Il suo
influsso religioso perdura ancora nel monachesimo orientale.
La vita religiosa è nata come testimonianza
dell’unione dei cuori e dell’esigenza di autenticità dell’ideale
evangelico (cf LG 43-47;
PC).
Ogni comunità che celebra l’Eucaristia riconsidera
questi valori nella loro fonte: Cristo,
costituito “offerta viva” al
Padre, rinnega se stesso e diviene “pane
condiviso” per la vita del mondo.
S.
Sebastiano
Soldato imperiale di Barbona (Gallia) o di Milano
(secondo Sant’Ambrogio) subì il martirio a Roma in testimonianza
della sua fede in Cristo ai tempi di Diocleziano.
L’ininterrotto culto popolare mostra il luogo della sepoltura
nel cimitero della via Appia antica nelle Catacombe di S. Sebastiano.
La liturgia di Roma gli riservò sempre un posto di
privilegio. L’iconografia lo ritrae nel martirio, bersagliato da
frecce. Per le sue piaghe fu invocato protettore degli appestati.
Zogno
Notizie cambia volto
Da questo numero Zogno Notizie presenta alcune novità.
Innanzitutto una veste tipografica diversa, più
colorata, con l’intento di rendere la lettura più scorrevole e
piacevole.
E’ poi scomparsa
la pubblicità. Questo perché le leggi che consentono tariffe agevolate
per l’invio postale, non permettono inserti pubblicitari.
Vorremmo poi, in quest’anno del 2000, che è
l’anno del Giubileo, arrivare in tutte le famiglie delle Parrocchie
del Comune di Zogno, con un
unico notiziario per tutte le parrocchie. Ciò permetterà un maggiore
scambio tra le singole comunità e quindi una maggiore informazione
sulle attività delle diverse realtà parrocchiali e anche un reciproco
arricchimento.
Vorremmo poi dare una scansione mensile anziché
bimestrale. Ciò per poter fare una informazione più puntuale sulle
iniziative pastorali che stiamo vivendo e una cronaca più attuale sugli
avvenimenti che la comunità ha vissuto.
Il notiziario non godrà di finanziamenti se non
quello dei lettori che potrà avvenire nelle forme di abbonamento
annuale, tramite incaricati delle singole parrocchie (orientativamente
lire trentamila) o sottoforma di offerte liberali.
Con l’auspicio che l’iniziativa possa incontrare
il favore di tutti, ci farebbe piacere ricevere osservazioni e consigli
che ci aiutino a rendere un servizio sempre migliore alla comunità.
La
Redazione