CALENDARIO
PARROCCHIALE
FEBBRAIO
- MARZO 2000
Febbraio:
Mercoledì
2: Madonna Candelora: benedizione candele, segno della nostra
fede in Gesù Cristo, Luce del mondo.
Giovedì 3:
S. Biagio Vescovo e M.: benedizione della gola.
Venerdì 4:
Primo Venerdi del mese: ore 16,00 Adorazione E.
Formazione dei Catechisti
Dom. 6:
Giornata per la vita.
Lunedì 7: Incontro dei genitori
2-4-5 elementare e 2-3 media
Martedì 8: Incontro dei genitori di 2-3-media
Venerdì 11: B.V.
di Lourdes e giornata del malato.
Dom. 13:
Giornata vicariale pro Seminario.
Lunedì 14: Incontro
Genitori di 3 elementare
Merc. 16:
Scuola di preghiera a Romacolo ore 20,30
Giovedì 17: Consiglio
Pastorale Vicariale
Lunedì 21:
Incontro dei Genitori di 1 elementare e 1 media
Giovedì 24:
Confessioni dei ragazzi delle elementari alle ore 14,30
Venerdì 25:
Confessioni dei ragazzi delle medie alle ore 14,30
Marzo:
Venerdì 3: Primo
Venerdì del mese: ore 16,00 adorazione eucaristica.
Martedì 8:
Ultimo giorno di Carnevale.
Merc. 9: Sacre
Ceneri con imposizione alle ore 9,00 - 16,15- 18,00 e
20,30 nella parrocchiale e alle ore 17,00 al Carmine.
Vige magro e digiuno. "Convertiti e credi al Vangelo".
Venerdì 10:
Inizio S. Triduo dei Morti per i vivi in preparazione alla S.
Quaresima. S. Messa con
predica alle ore 7,00; 9,00; 18,00. Vige il magro.
Venerdì 10:
Ore 14,00 Ritiro per ragazzi di 3 elementare
Sabato 11:
Continua il S. Triduo. Alle
ore 15,00 confessioni per tutti.
Dom. 12:
I. Domenica di Quaresima.
“Le vie del Signore sono verità e grazia”.
Si conclude il S. Triduo con visita al cimitero alle ore 15,00.
Lunedì 13: Incontro dei genitori 2-4-5
elementare e 2-3 media
Martedì 14: Incontro
dei genitori di 2-3 media
Merc. 15: ore
14,00 ritiro per i ragazzi di 1 media
Merc. 15: Scuola di
preghiera a Romacolo ore 20,30
Giovedì 16: ore
14,30 confessioni dei ragazzi delle elementari
Venerdì 17: ore
14,30 confessione dei ragazzi delle medie
Dom. 19:
II. Domenica di
Quaresima.
“Camminerò nella terra del Signore davanti ai viventi”.
Dom. 19:
ore 9,30-13,00 ritiro dei giovani in oratorio
Lunedì 20: Incontro
Genitori 1-3 elementare e 1 media
Mercol. 22:
ore 14,00 ritiro per i ragazzi di 2 media
Giovedì 23:
ore 14,30 ritiro vicariale per ragazzi di 4-5 elementare
Sabato 25:
Annunciazione del Signore: Titolare della Chiesa della
Clausura. Le nostre Suore
della Madonna del Divino Amore rinnovano i loro voti alle ore 9,00 nella
parrocchiale.
Dom. 26: III. Domenica
di Quaresima. “Signore,
tu hai parole di vita eterna”.
Mercol. 29: ore 14,00 ritiro per ragazzi di 3 media
Venerdì 31:
Via Crucis alle ore 15,00.
Vige il magro.
E’
TEMPO DI GIUBILEO
Il 25 dicembre, con la messa
concelebrata dai sacerdoti del vicariato, nella
Chiesa Giubilare di Zogno, abbiamo dato inizio al Giubileo del
2000. Durante la celebrazione è stata intronizzata la Lampada del
Giubileo che è stata consegnata dal
Vescovo ad una delegazione di parrocchiani presenti nel duomo di Bergamo
durante il solenne pontificale del mattino.
Riportiamo di seguito l’omelia
tenuta da don Lucio nella quale viene evidenziato il significato di ciò
che siamo chiamati a vivere in quest’anno giubilare.
"Vi
annuncio una grande gioia. Oggi è nato, carne della nostra carne, il
Signore nostro Gesù Cristo. Annunziatelo anche voi a tutto il
mondo"
Carissimi,
così, nella Notte Santa,
nella Basilica di S. Pietro in Roma e poi questa mattina, nella nostra
cattedrale di Bergamo, come in tutte le cattedrali del mondo, è stato
proclamato il mistero della Incarnazione e della Nascita del Signore e
quindi il tempo del Giubileo come memoria, due volte millenaria di
questo evento.
E'
un evento straordinario il passaggio di millennio! E’ carico del
valore spirituale e simbolico del 2000. C'è però il rischio che
l'evento assuma un tono puramente mondano o carnevalesco, quasi una
celebrazione di Capodanno un po' più fastosa, più costosa e più pazza
di altre notti di Capodanno.
La
celebrazione del 2000 e il Giubileo è un evento invece che ci invita a
contemplare con stupore e riconoscenza il disegno di Dio sull'umanità.
Non hanno importanza le nostre iniziative tese a celebrare il Giubileo;
occorre invece guardare con stupore a ciò che Dio ha fatto e continua a
fare grazie a Gesù, risorto e vivo nella storia.
A
questo si aggiunge il Giubileo, che è un modo possibile, tra i tanti,
di celebrare la ricorrenza del bimillenario della nascita di Gesù,
richiamandosi ai valori di penitenza,
di perdono, di riconciliazione, evocati dal giubileo biblico.
Il
Giubileo, detto anche Anno santo, è un tempo particolarmente consacrato
al Signore;
un
anno in cui gli si deve rendere grazie in modo singolare per la salvezza
ottenuta attraverso i suoi meriti;
un anno in cui prendere maggiore coscienza della presenza e del
ruolo della Chiesa nel mondo, della comunione dei santi, di essere vere
membra del Corpo mistico che è la Chiesa.
E’
un anno di grazia, perché si traduce in un prolungato e intenso invito
alla santità, un anno volto a incrementare la disponibilità di ognuno
di noi nell'accettare le grazie di santificazione, un anno che sollecita
con insistenza il rinnovamento spirituale di ciascuno attraverso una
fede più coerente e arricchita dalle opere della giustizia e della
carità.
E’
un anno in cui a una maggiore generosità di Dio, dispensata dalla
Chiesa, deve corrispondere un adeguato impegno personale.
L’abbondanza
di grazia è un privilegio che però ci ricorda - ricordiamo la parabola
dei "talenti" - la responsabilità del renderne conto in
proporzione.
Perché il Giubileo?
Si
potrebbe dire: bene, ma tutta questa attenzione a Cristo e alla sua
opera di salvezza, questo rendersi pienamente disponibili alla sua
grazia, questo "mendicare" indulgenza da colui che è il
Giubileo fatto persona, non dovrebbe essere un atteggiamento quotidiano,
un comportamento "normale" in quella che è la struttura
portante della vita spirituale del cristiano?
Perché dunque il Giubileo?
Una
risposta possibile: è normale per le creature, essere soggetti
all'alternanza almeno nei ritmi o nell'intensità e avere bisogno di un
continuo rinnovarsi, cogliendo occasioni più o meno favorevoli e
importanti, personali o sociali. E’ questa una legge vitale che
troviamo sia nell'ordine naturale
- varietà di stagioni, cicli vegetali, ritmi della vita animale,
esigenze psicologiche e sociologiche - che nella vita soprannaturale, con i diversi periodi della liturgia, la
periodicità di accesso al sacramento del perdono, gli impegni di
particolare e intensa adesione al Signore, legati alla partecipazione
all'Eucaristia, all'ascolto e alla meditazione della Parola di Dio che
inducono il nostro cuore a un'autentica conversione.
Il
Giubileo è quindi un evento che diventa uno stimolo
fuori del comune, una particolare iniziativa di generosità della chiesa
che deve trasformarsi per ognuno di noi in un ulteriore mezzo di
santificazione e impegno personale.
Il giubileo biblico
Fu
forse un’utopia mai realizzata concretamente che ha due elementi
fondamentali: il riposo della
terra e la remissione dei
debiti.
Il
riposo della terra suggerisce
per l'oggi una riconquista del senso dei fenomeni naturali e dei loro
ritmi, fenomeni e ritmi minacciati fortemente dall'accelerazione della
tecnica. Perciò questo riposo è un valore ecologico,
che può essere ben compreso da tutti.
Il
secondo elemento è la remissione
dei debiti, che comportava: il
ritorno delle proprietà
ereditarie ai primitivi possessori affinché non venissero spartite e
sperdute; la liberazione degli
schiavi; la remissione dei
debiti.
Dunque
una serie di gesti di grande implicazione sociale, gesti che, pur nel
loro carattere in parte utopistico, indicano il bisogno di riequilibrare
continuamente nella storia le conseguenze della competitività sociale,
di non sottostare all'imperativo del guadagno a qualunque costo.
Come tradurre i valori ideali
del giubileo biblico
*
Ripensare il tema del debito che
le nazioni povere hanno verso i paesi ricchi.
Qualche
Stato ha lanciato in proposito delle iniziative, un po' timide in verità.
Se
ne parla pure a livello ecclesiale: i Vescovi italiani hanno proposto
una iniziativa che vorrebbe coinvolgere la società civile e la Chiesa
in un gesto simbolico, ma di significato reale, in vista di aiutare alla
remissione del debito, di farne comprendere l'importanza.
*
Il Papa ha indicato poi il cammino di purificazione delle memorie, cioè
la revisione storica di
atteggiamenti emersi lungo i secoli nella storia della Chiesa, in
particolare nel II millennio e in questo secolo.
Si
tratta di un nuovo modo,
coraggioso, di guardare al passato, senza aspettarsi niente in
cambio, perché sentiamo il bisogno di compiere questo cammino, per
guardare con più realismo e fiducia al futuro.
*
Una terza linea di traduzione concreta è proposta dal Papa in cammini
diversi di penitenza cristiana -pellegrinaggi,
percorsi giubilari di preghiera e di rinuncia -, miranti alla
conversione, al riconoscimento delle proprie colpe personali, alla
richiesta di perdono a Dio, al cambiamento di vita.
In
tale contesto si collocano varie iniziative dell'anno giubilare che
verranno proposte a livello di Diocesi, di Zona pastorale della nostra
Valle Brembana, del Vicariato e delle parrocchie.
Le
Chiese giubilari della nostra
Diocesi e la nostra Chiesa Giubilare di Zogno, intendono essere un luogo
dove le comunità del territorio si ritrovano in spirito di fraternità,
per i vari momenti del percorso giubilare.
Esse
sono segno di attenzione materna da parte della Chiesa che quasi avvicina le basiliche di Roma o la nostra cattedrale di
Bergamo alla gente che, nella sua stragrande maggioranza, per motivi
vari, non può compiere grandi viaggi.
Auguriamoci
in questo Natale e impegnamoci, perché il Giubileo riesca a confermare
nei cristiani di oggi la fede in Dio rivelatosi in Cristo; sostenere la speranza protesa nell'aspettativa della vita eterna; ravvivare
la carità, operosamente impegnata nel servizio dei fratelli.
Il
riecheggiare del Giubileo nella nostra vita, in quella delle nostre
comunità e nel mondo dovrà diventare cassa di risonanza dell'annuncio
cristiano da portare a coloro che non conoscono Cristo sufficientemente
o che si dimostrano indifferenti nei suoi confronti.
Dal Giubileo vissuto in profondità da ognuno di noi
e dalla Chiesa dovrà venire trasmesso al mondo un messaggio capace di
ricordare a tutti il valore e la dignità della persona umana oggetto
dell'amore sconfinato di Dio e chiamata a vivere la pienezza dell'amore,
e di ripetere a ogni uomo la proposta di costituire effettivamente
un'unica famiglia in cui vivere in pace, con giustizia e solidarietà.
L’ANIMA DEL GIUBILEO
Lo
sguardo amoroso della Chiesa in questo tempo è rivolto alla
contemplazione di Gesù Cristo, l‘"Emanuele, che significa Dio
con noi", Colui che fa "nuove tutte le cose". Nell’anno
giubilare la Chiesa celebra e rivive il mistero del Verbo Incarnato, nel
quale Dio parla ad ogni uomo ed ogni uomo è reso capace di rispondere a
Dio. Più ancora, in quest’Uomo risponde a Dio l’intera creazione.
"Obiettivo primario del
Giubileo è il rinvigorimento della fede e della testimonianza dei
cristiani".
La gioia
La
gioia
(giubileo) per la venuta e la presenza di Gesù nel mondo.
Riecheggia
per noi la parola dell’evangelista Luca "Non
temete, ecco, vi annuncio una grande gioia: oggi è nato per voi un
Salvatore, che è il Cristo Signore". L’invito alla gioia,
nella chiesa, è unito allo sforzo di creare le condizioni affinché le
energie salvifiche possano essere comunicate a ciascuno.
Così si esprimeva Papa Paolo VI in occasione del Giubileo del
1975)
"Il raggio primo della
Pasqua, cioè della vita risorta in Cristo e in noi che cristiani
vogliamo essere, è la gioia. Cristo è la gioia, la vera gioia del
mondo. La vita cristiana, sì, è austera; essa conosce il dolore e la
rinuncia,esige la penitenza, fa proprio il sacrificio, accetta la croce
e, quando occorre, affronta la sofferenza e la morte. Ma nella sua
espressione risolutiva, la vita cristiana è beatitudine. Ricordate il
discorso-programma di Cristo, appunto sulle beatitudini. Così che essa
è sostanzialmente positiva; essa è liberatrice, purificatrice,
trasformatrice: tutto in essa si riduce a bene, tutto perciò a
felicità nella vita cristiana. Essa è più che umana per la presenza
viva e ineffabile dello Spirito che la abilita e dispone a credere, a
sperare, ad amare. E' creativa. E' felice oggi, in attesa di una piena
felicità domani”
E
Madre Teresa di Calcutta "Continuate
a dare Gesù alla vostra gente, non con le parole, ma con l’esempio,
amando Gesù, irradiando la sua santità e diffondendo la sua fragranza
d’amore ovunque andate. La gioia di Gesù sia la vostra forza. Siate
felici e in pace. Accettate tutto quello che vi dà, e date con un largo
sorriso tutto quello che vi toglie. Appartenete a Lui. Ditegli:
"Sono tua. Se mi tagliassi a pezzi, ogni frammento sarebbe ancora
tutto tuo"
La
riconoscenza
per il dono più grande che l’umanità ha ricevuto. "Tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di
Lui grazie a Dio Padre" dice San Paolo.
Ringraziamento
per il dono della Chiesa fondata come "segno
e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il
genere umano". Ringraziamento esteso ai frutti di santità
maturati nella vita di tanti uomini e donne che in ogni generazione e in
ogni epoca hanno saputo accogliere il dono della redenzione. "Lo
spirito del Magnificat è lo spirito del Giubileo: nel cantico Maria dà voce
al giubilo che Le colma il cuore perché Dio ha guardato l'umiltà della
sua serva. Il Giubileo sia tutto un Magnificat
che unisca la terra e il cielo in un cantico di lode e di ringraziamento
per la mirabile opera dell'Incarnazione" (Giov. Paolo II).
La conversione
La
conversione
per aderire totalmente al Signore e per ricuperare ogni passato.
Sconfiggere il male è proprio della Redenzione. E’ Gesù che "toglie
i peccati del mondo" e porta la pienezza della vita. Anche il
volto della Sindone contiene un invito alla vera riforma del cuore, a
uscire da sé e dare attenzione alle cose grandi, non facile da vivere,
alle quali la vita cosidetta "normale" bada troppo poco.
Il
Giubileo è nato come richiesta di perdono. Esso diventa un momento
peculiare durante il quale il cristiano riflette più seriamente sulla
sua vita e sulla sua testimonianza che deve dare della sua fede. La vita
personale, tuttavia, è carica di contraddittorietà e il peso del
peccato è parte integrante dell’esistenza. Essendo il giubileo
"anno di misericordia", è destinato a far sperimentare più
da vicino il perdono di Dio che è l’espressione più piena dell’amore.
A
differenza delle altre religioni, il perdono cristiano è rivolto non
solo a Dio perché abbia pietà e misericordia, ma anche verso la
persona che ha offeso, sull’esempio di Gesù che, innocente, ha
perdonato ai suoi crocifissori. Ai suoi discepoli Gesù ha insegnato la
pienezza del perdono fino a settanta volte sette e nel Padre nostro fa
trovare l’idea portante di esso con la corrispondenza tra il perdono
del Padre e il perdono tra figli che ne è la condizione. Perdono è l’ultima
parola pronunciata da chi ama. Solo l’amore infatti permette di
comprendere appieno la necessità di ammettere la propria colpa e di
dimenticare quanto si è ricevuto.
La
diffusa perdita del senso di Dio dell’esistenza umana pervade anche i
cristiani toccati dal secolarismo e dal relativismo etico. Quanta parte
di responsabilità devono anch’essi riconoscere, di fronte alla
dilagante irreligiosità, per non aver manifestato il genuino volto di
Dio, a causa dei difetti della propria vita religiosa, morale e sociale.
La
fraternità
La
fraternità
propria del seguire Gesù insieme. Dice il Concilio "Piacque
a Dio di santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza
legame fra di loro, ma volle costituire in Cristo un popolo che ha per
legge il nuovo precetto dell’amore e per fine il suo regno e che per l’umanità
sia germe validissimo di unità, di speranza e di salvezza".
"Per poter essere
"fermento e quasi l’anima della società umana, destinata a
rinnovarsi in Cristo e a trasformarsi in famiglia di Dio", la
chiesa deve permanere nell’unità e crescere nella sua vita di
comunione".
"La comunione, nascosta
nella profondità di Dio, rivelata e portata sulla terra da Gesù, è
destinata ad incarnarsi nella storia ed è attuata nella misura in cui
la carità tra i credenti viene sperimentata concretamente. L’amore
evangelico porta il peso dei peccati e mantiene aperta la possibilità
di conversione. Quando i cristiani diventano "un cuor solo ed un’anima
sola", rivelano il volto di Dio e attirano gli uomini a Lui.
Il dono dell’unità viene dato
a tutti: il luogo ordinario di questa esperienza è la parrocchia".
La
chiesa (e quindi la parrocchia che ne è la dimensione a portata d’uomo)
non è solo segno, ma è strumento dell’unione tra Dio e gli uomini e
degli uomini tra loro. Segno e strumento significano sacramento. In
certo qual modo si può dire: ciò che i sacramenti sono per il singolo,
la Chiesa lo è per l’umanità intera.
"Potremmo definire le
comunità ecclesiali come dislocazioni terrene, agenzie periferiche,
riduzioni in scala, di quella esperienza misteriosa che il Padre, il
Figlio e lo Spirito Santo fanno in cielo. Nel cielo più persone eguali
e distinte vivono a tal punto la comunione da formare un solo Dio.
Sulla terra, più persone uguali
e distinte devono vivere la comunione, così da formare un solo uomo: l’uomo
nuovo, Cristo Gesù. Ogni aggregazione ecclesiale, ha il compito di
presentarsi come icona della Trinità.
Luogo di relazioni vere, cioè,
in cui si riconoscano i volti delle persone, se ne promuova l’uguaglianza,
e se ne impedisca l’omologazione nell’anonimato della massa"
Una nuova Evangelizzazione
Impegno
di evangelizzazione.
"E’ doveroso, in questa speciale circostanza, ritornare con
rinsaldata fedeltà all’insegnamento del Concilio Vaticano II, che ha
gettato nuova luce sull’impegno missionario della Chiesa dinanzi alle
odierne esigenze della evangelizzazione".
"L’evangelizzazione
è la ragione ultima per cui la chiesa propone e incoraggia il
pellegrinaggio, così da renderlo una esperienza di fede profonda e
matura" (Pontificio Consiglio dei migranti, Il
giubileo del 2000, 25.4.98).
La
radice gioiosa del giubileo, di fronte alla venuta del Salvatore e alla
sua presenza garantita nei secoli, è destinata a caratterizzare e
favorire l'evangelizzazione. Paolo VI sottolinea che il mondo ha bisogno
di ricevere la bella notizia "non
da evangelizzatori tristi e scoraggiati, ma da ministri del Vangelo, la
cui vita irradia di fervore, che abbiano per primi ricevuto in loro la
gioia di Cristo".
Una
parola che in certo modo esprime il Pontificato di Giovanni Paolo II è
"nuova evangelizzazione". In molti interventi suoi viene
affermato che questo è tempo di "impegno,
non di rievangelizzazione, ma bensì di evangelizzazione nuova. Nuova
nel suo ardore, nei suoi metodi, nella sua espressione". Dinanzi al
"continuo diffondersi dell’indifferentismo, del secolarismo e
dell’ateismo che ispirano e sostengono una vita vissuta come se Dio
non esistesse, solo una nuova evangelizzazione può assicurare la
crescita di una fede limpida e profonda. Essa è destinata alla
formazione di comunità ecclesiali mature nelle quali la fede sprigioni
e realizzi tutto il suo significato originario di adesione alla persona
di Cristo e al suo Vangelo. Si tratta di rifare il tessuto delle
comunità ecclesiali per poter rifare il tessuto cristiano della
società umana".
Condivisione e servizio di carità
Spirito
di condivisione
e di servizio di carità. E’
significativo che, stimolo ad attuare il messaggio dell’amore che è
centro del cristianesimo, le disposizioni per l’acquisto dell’indulgenza
giubilare indichino come uno dei "luoghi" "il rendere
visita per un congruo tempo ai fratelli che si trovano in necessità o
difficoltà (infermi, carcerati, anziani in solitudine, handicappati,
ecc.), quasi compiendo un pellegrinaggio verso Cristo presente in loro.
Così l’astenersi almeno durante un giorno da consumi superflui (ad.
es. dal fumo, dalle bevande alcoliche, digiunando e praticando l’astinenza)
e devolvendo una proporzionata somma in denaro ai poveri; sostenere con
un significativo contributo opere di carattere religioso o sociale (in
specie dell’infanzia abbandonata, della gioventù in difficoltà,
degli anziani bisognosi, degli stranieri nei vari paesi in cerca di
migliori condizioni di vita; dedicando parte del proprio tempo libero ad
attività che rivestono interesse per la comunità, o altre simili forme
di personale sacrificio"
Dice
il Vescovo di Milano, il Cardinal Martini: "Sei Tu, Signore crocifisso per noi, Colui che, buon samaritano, ci hai
raccolto per via, che hai avuto compassione di noi, ci hai guarito, ci
hai fatto rinascere alla vita. Tu sei colui che prima di ordinare agli
Apostoli di rendersi il servizio vicendevole alla lavanda dei piedi, ti
sei chinato ai piedi di ciascuno e ci hai lavato con amore. Noi ci
sentiamo sotto il tuo sguardo e sotto la tua croce. Dalla coscienza di
essere stati guardati ed amati così, nasce quella riflessione che forse
ha fatto colui che scendeva da Gerusalemme a Gerico ed è stato soccorso
dall’uomo di Samaria: "Che cosa potrei fare per chi ha fatto
tanto per me? E se capitasse a me di passare vicino a qualcuno che
trovasse nelle mie condizioni, che cosa farei?". Nell’intimo c’è
la risposta: "Così come lui ha fatto a me, così come lui ha
guardato me e mi sta guardando dalla croce, così come lui mi ha amato,
così come lui mi ha lavato i piedi, così come lui mi ha accolto e
rialzato , così anch’io, così anche noi".
Tu, o Signore, modello, forma,
guida, forza, sostegno della nostra carità! Tu Figlio del Padre,
rivelatore dell’amore del Padre per l’uomo! Tu che soffi su di noi
lo Spirito d’amore, il quale ci conduce verso la pienezza della
verità nella carità.
E
Padre Turoldo:"L’amore è
comandamento antico già il punto più importante dell’Antico
Testamento e presente in vari strati dell’umanità. Ciò che è
specifico del cristianesimo è il modo con cui viene proposto il
comandamento dell’amore, che perciò viene detto "nuovo" e
"unico". Così Cristo dice: "Amatevi come io vi ho
amato". Ed è in questo come che sta la diversità assoluta del
cristianesimo
Con Maria
Con
Maria viventi in Cristo.
I documenti che guidano al Grande Giubileo fanno
riferimento ad una via mariana
per viverlo. Il Papa indica in Maria "la
Stella che guida con sicurezza i passi incontro al Signore". Ancora
afferma che "la gioia
giubilare non sarebbe completa se lo sguardo non si portasse a Colei che
nell'obbedienza piena al Padre ha generato per noi nella carne il Figlio
di Dio…. che ha vissuto pienamente la sua maternità portandola a
coronamento sul Calvario ai piedi della Croce. Per dono mirabile di
Cristo poi, qui Ella è diventata Madre della Chiesa, indicando a tutti
la via che conduce al Figlio.
Dischiudendoci la sua esperienza
di vita, Maria è guida che apre al mistero del Dio di Gesù Cristo, che
introduce al mistero della Chiesa che si esprime come le molte membra
che formano l'unico corpo del Dio fatto uomo, che pone di fronte al
mistero dell'interiorità della persona davanti a Gesù Cristo.
Il
collegamento tra la nascita del Verbo Incarnato e la comunità cristiana
di oggi è indicato nel legame tra l'Annunciazione e la Pentecoste come
lo mette in evidenza il Papa: "Nell'economia
della grazia, attuata sotto l'azione dello Spirito Santo, c'è una
singolare corrispondenza tra il momento della Incarnazione del Verbo e
quello della nascita della Chiesa. La persona che unisce questi due
momenti è Maria: Maria a Nazareth e Maria nel Cenacolo di Gerusalemme.
In entrambi i casi, la sua presenza discreta, ma essenziale, indica la
via della nascita dello Spirito. Così colei che è presente nel mistero
della nascita di Cristo come madre, diventa presente nel mistero della
Chiesa".
Una
Lampada Illumina
Il
Giubileo
Nella semplice
luce di una lampada tutta l’intensità sul Giubileo del
Duemila: la Chiesa di Bergamo si affida ad una simbologia
immediata ma ricca di significato per comunicare agli uomini che, come
scrive il vescovo monsignor Roberto Amadei nella lettera pastorale per l’anno
1999-2000, “Cristo sta al centro della storia personale e generale,
dice la verità su Dio, su noi, sulla nostra vita, sulla storia”.
La Lampada
vuole rappresentare la verità di Dio che si fa carne per
appartenere sino in fondo alla storia dell’uomo.
E’ realizzata
in ferro, il metallo del “secolo tecnologico” che si chiude, e
richiama vagamente l’effigie di un grattacielo, simbolo della casa del
tipo più ricercato di casa, che l’umanità ha realizzato.
In questa
dimensione domestica, che è in fondo quella in cui si cala la Parola
nella vita quotidiana, appaiono però fessure, tagli profondi: guardando
il cilindro sembra di ritrovarsi di fronte alle finestre dello stesso
grattacielo, ma a uno sguardo più attento si comprende che quei segni
richiamano anche le ferite di una civiltà lacerata; i drammi di una
società che si porta sulle spalle il peso di tante tragedie che non
possiamo dimenticare.
Il Giubileo,
però, è speranza, e allora ecco che alla base dell’opera scaturisce
la luce di tre fiammelle: è questa la sorgente di luce che inonda la
vita quotidiana, che irrora del suo raggio anche la grande lama
innestata nel cilindro: si svela il
mistero della Trinità che si radica profondamente nella vita umana.
Esso illumina anche la figura di Cristo fatto uomo che, proprio come una
lama, si incarna e si innesta nella storia dell’uomo portandovi la
luce piena e compiuta della Trinità.
Sarà questa
Lampada a guidare il cammino della Chiesa di Bergamo durante l’Anno
santo: dalla Cattedrale, dove tutte le comunità sono invitate a
convenire per vivere in comunione l’inizio del Giubileo, essa
spanderà il suo messaggio, attraverso le chiese giubilari, a tutti i
pellegrini che vi si accosteranno animati dal desiderio di una fede
rinnovata, di riconciliazione e di pace.
E’ il cammino
che, nei prossimi dodici mesi, attende ogni cristiano chiamato a vivere
anzitutto nella propria comunità e nella vita quotidiana, prima che nei
grandi pellegrinaggi, la gioia del tempo di grazia.
Pellegrinaggio
diocesano a Roma per il Grande Giubileo del 2000
28 Giugno/2
Luglio
BERGAMO/GUBBIO/ASSISI
1° giorno. In mattinata ritrovo dei partecipanti e con pullman G.T. riservato
partenza per Gubbio, città tra le più caratteristiche dell'Umbria,
piena di fascino per il suo intatto aspetto medioevale e i nobili
monumenti. Pranzo in
ristorante e visita guidata della città.
Nel pomeriggio proseguimento per Assisi.
All'arrivo sistemazione in albergo per la cena ed il
pernottamento.
ASSISI
2° giorno Trattamento di pensione completa. In
mattinata visita guidata della città che diede i natali a San
Francesco, il più grande spirito della cristianità. Nel pomeriggio escursione all'Eremo delle Carceri, luogo di
ritiro di S. Francesco sulle pendici del Monte Subasio, e a San Damiano,
intatto esemplare di convento francescano dove nel 1205 il Crocifisso
parlò a San Francesco.
ASSISI/SPOLETO/TERNI/ROMA
3° giorno Dopo la prima colazione partenza per un'escursione guidata a Spello,
cittadina dì antico aspetto, e Spoleto, pittoresca ed austera città,
notevole centro artistico per monumenti romani, medioevale e del
Rinascimento. Pranzo in
ristorante. Nel pomeriggio
proseguimento per Terni e Roma. Sistemazione
in albergo: cena e pernottamento.
ROMA
4° giorno Trattamento di pensione completa. Intera
giornata dedicata alle funzioni religiose legate al Giubileo.
ROMA/LA VERNA/BERGAMO
5° giorno Dopo la prima colazione partenza per il convento di La Verna, fondato da
S. Francesco e meta di numerosi pellegrinaggi. Pranzo in ristorante. Nel
pomeriggio proseguimento per il rientro con arrivo a Bergamo in serata.
QUOTA DI PARTECIPAZIONE
(minimo
50 partecipanti) Lit. 870.000
SUPPLEMENTO Camera singola Lit. 190.000
COMPRENDENTE
Viaggio
in pullman come da programma - Sistemazione in albergo 3 stelle ad
Assisi ed in istituto a Roma in camere a due letti con bagno o doccia -
Trattamento di pensione completa dal pranzo del primo giorno al pranzo
del quinto giorno - Visìte ed escursìoni, come da programma - Borsa
Assistenza sanitaria e assicurazione bagaglio Ala Service.
NON
COMPRENDENTE Bevande - Mance
- Ingressi - Extra personali - Tutto quanto non specificato sotto la
voce COMPRENDE.
La
Parrocchia di Zogno in Internet
http//web.tiscalinet.it/parrocchiadizogno. E’
questo l'indirizzo nella rete telematica della parrocchia di Zogno, un
sito in cui sono raccolti cenni storici, un percorso fotografico
attraverso il museo parrocchiale, notizie sul Giubileo e iniziative a
livello vicariale. La chiesa di S. Lorenzo martire è per il momento
l'unica delle chiese giubilari bergamasche con un sito Internet. «E
solo un modo per comunicare - spiega il parroco, don Lucio Carminati -
per facilitare l'incontro con chi vuol vivere il Giubileo.
Per alcune iniziative siamo ancora in una fase di progettazione,
per altre abbiamo già concordato alcune date.
In accordo con i vicariati delle Valli Brembana e Imagna abbiamo
pensato per esempio a celebrazioni a tema.
Il 23 febbraio celebreremo il Giubileo per i catechisti, il 18
giugno per gli ammalati e gli anziani. Alla
fine di maggio ci sarà anche una giornata dedicata agli sportivi.
Le polisportive sono realtà presenti in tutti i nostri paesi e
sarà possibile in quella giornata confrontarsi sugli obiettivi che
appartengono sia agli oratori che alle associazioni sportive.
I paesi della valle sono anche meta per numerosi villeggianti,
abbiamo quindi previsto due mattinate dedicate a loro, rispettivamente
il 17 luglio e il 17 agosto». Perdono
e comunione sono gli aspetti che vengono valorizzati in modo particolare
in questi momenti. «La solennità del Corpus Domini - continua don
Lucio - sarà vissuta come giornata comunitaria, con una celebrazione
vicariale. Si sta definendo anche il programma per la giornata del
Perdono d'Assisi. Una grande attenzione è rivolta poi al mondo della scuola e
dei giovani. Ci saranno
momenti per le scuole materne, le elementari e le medie.
Una giornata sarà dedicata ai ragazzi che frequentano il grande
plesso scolastico di Zogno. Stiamo
inoltre lavorando per prepararci a partecipare alla giornata mondiale
dei giovani». Sono molti i
modi per vivere il pellegrinaggio alle chiese giubilari.
Ogni singola parrocchia potrà concordare un programma
personalizzato per vivere questo momento.
Un possibile percorso prevede un primo momento penitenziale,
presso il monastero delle monache Francescane.
Ad esso segue un percorso con processione verso la chiesa di S.
Lorenzo in cui si celebra l'Eucarestia.
La giornata si può concludere con la visita al ricco Museo
d'Arte Sacra (dove c'è la possibilità di essere accompagnati da una
guida). L'oratorio rimarrà
a disposizione come spazio d'incontro e di comunione».
Per
i momenti penitenziali, nella chiesa parrocchiale di Zogno è garantita
durante tutto l'anno la presenza di un sacerdote al mattino e uno la
sera, dalle 18 alle 20. Questa
disponibilità è offerta dai sacerdoti della zona, per permettere a chi
lavora di accostarsi a questo sacramento.
Il
Giubileo è un tempo in cui si pone maggior attenzione al prossimo.
Per questo è anche allo studio, come atto giubilare, la
realizzazione di una Casa della Carità, un luogo che accolga e affronti
le esigenze dei bisognosi. Non mancheranno gli appuntamenti culturali,
alcuni concerti si sono già svolti nel mese di dicembre e gennaio in
collaborazione con l’Amministrazione Comunale.
In cantiere ci sono anche molte altre iniziative, ancora da
definire.
Da
“La Nostra Domenica”
PERCHE’
L'INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE NELLA SCUOLA?
Entro la fine di gennaio, molti alunni e genitori saranno chiamati a
rinnovare la scelta dell'insegnamento della religione
a scuola. La scelta
riguarda in particolare gli alunni che si iscrivono al primo anno della elementare, della scuola media e delle superiori.
Sottoponiamo le seguenti considerazioni alla riflessione soprattutto dei
genitori, degli adolescenti e dei giovani,
perché scelgano quest'insegnamento come un aiuto prezioso e
insostituibile per la costruzione della
loro personalità.
E’
un dato di fatto che la dimensione religiosa è una componente
fondamentale della civiltà e della storia dei popoli e ne ha permeato
la cultura e il modo di concepire il mondo, la vita degli uomini e i
rapporti tra di loro. Nello
sforzo di migliorare la loro esistenza e di produrre tecnologia e
progresso, gli uomini hanno sempre fatto riferimento ad un orizzonte che
va oltre i limiti umani e che può dare senso al lavoro, ai progetti e
alle fatiche, alle gioie e ai dolori, alla vita e alla morte.
Questo
"sentimento religioso" si è concretizzato in comportamento
morali, in abitudini e tradizioni, in riti e celebrazioni, in
espressioni artistiche e letterarie.
La
cultura e la vita dei nostro paese, nel loro formarsi ed evolversi, sono
state significativamente pervase dalla religione cattolica, dai suoi
valori e dalla sua visione del mondo e della vita.
Pur nelle rapide trasformazioni della società nel nostro tempo e
nel configurarsi di un contesto sempre più pluralistico ed
interculturale, il riferimento al fatto religioso-cristiano resta
fondamentale e indispensabile per la comprensione del patrimonio
culturale della nostra civiltà. La
conoscenza e quindi la coscienza della propria identità sono condizione
necessaria e ineliminabile per instaurare un dialogo serio e rispettoso
con culture e religioni diverse.
L'insegnamento
della religione nella scuola si occupa precisamente di questo: accosta i
ragazzi alla dimensione religiosa dell'esistenza, li mette a contatto
con le nostre radici storiche e con il patrimonio di valori e ideali
vissuti e consegnati a noi dalle generazioni che ci hanno preceduto, li
aiuta a conquistare una fiducia e una sicurezza interiori, che
permettono loro di porsi in modo positivo e costruttivo all'interno
della società attuale e futura.
Quest'insegnamento
si presenta con alcune caratteristiche fondamentali:
- è un servizio educativo offerto dallo Stato in
collaborazione con la Chiesa per contribuire al pieno sviluppo della
personalità degli alunni e alla loro crescita;
- è un insegnamento che, collocandosi all'interno
dell'istituzione scolastica, ne assume le finalità e le metodologie,
utilizzando le esperienze tipiche della scuola, quali lo studio, la
ricerca, la scoperta di significati ... ;
- è una proposta rivolta a tutti gli alunni,
credenti, non credenti, indifferente… e viene incontro ad esigenze di
verità e di ricerca sul senso della vita e offre elementi per scelte
consapevoli e responsabili di fronte al problema religioso;
- è un insegnamento che si distingue dalla catechesi
(esperienza questa specifica della
comunità cristiana) in quanto non richiede alcuna adesione di fede
e non è finalizzato a suscitarla;
- per i genitori e gli studenti cristiani è
un'occasione preziosa da non perdere, per approfondire il messaggio
cristiano nel confronto critico con posizioni religiose e tradizioni
culturali diverse.
In
sintesi, nella sua specificità e con le sue caratteristiche
intrinseche, l'insegnamento della religione dà un apporto unico e
insostituibile al pieno sviluppo della personalità degli alunni, perché
si inseriscano con consapevolezza e responsabilità nel tessuto della
società.
Non
accogliere la proposta di quest'insegnamento significherebbe privarsi
della possibilità di comprendere a fondo gli elementi portanti della
cultura che ci ha generati e che continua a sostenere il vivere sociale
dei nostro tempo; significherebbe anche precludersi la possibilità di
un armonico sviluppo della propria personalità, comprensivo delle sue
esigenze più profonde.
Ufficio
Catechistico Diocesano
LETTERA APERTA DEL VESCOVO
AI GENITORI E AGLI STUDENTI
Carissimi
studenti e genitori,
all'inizio del nuovo anno, anno giubilare della Redenzione che si apre
all'insegna della grazia e della speranza, desidero portare la vostra
attenzione sul mondo della scuola, spazio privilegiato per la crescita e
la formazione delle giovani generazioni.
L'istituzione scolastica sta attraversando una stagione di rilevanti
cambiamenti. - l'introduzione dell'autonomia, il progetto di riordino
dei cicli, la progressiva attuazione della parità sono destinati a
modificare profondamente il modo di essere e di porsi della scuola nella
società degli anni a venire.
E’ dovere di tutti e di ciascuno, ed in particolare di genitori e
studenti a cui è destinato il servizio scolastico farsi carico delle
trasformazioni in atto, perché siano indirizzate alla promozione della
persona nella sua totalità.
Entro la fine del mese molti di voi saranno chiamati a rinnovare la
scelta dell'insegnamento della religione, al momento dell'iscrizione al
prossimo anno scolastico. E’ una scadenza che vi vede coinvolti in
prima persona in una scelta significativa e responsabile.
Vi invito a riflettere sulla preziosa opportunità che l'insegnamento
della religione a scuola offre per la formazione di personalità serene,
equilibrate e aperte positivamente alla vita e al domani.
In una società dove sovente dominano l'incertezza, la paura e
l'angoscia, che spingono i giovani a pericolose fughe dalla realtà,
l'insegnamento della religione costituisce una proposta di solidi
valori, di sicuri punti di riferimento per dare risposta ai molteplici
interrogativi sul senso
dell'esistenza.
Non c'è offerta formativa che si possa definire completa se ignora la
dimensione religiosa quale componente essenziale della storia
individuale e collettiva degli uomini.
Vi esorto perciò a considerare la scelta di avvalersi di
quest'insegnamento come positiva e costruttiva per una piena maturazione
personale e sociale.
La consapevolezza dell'utilità di aderire a quest’insegnamento deve
far superare la facile tentazione di una superficiale indifferenza e di
una diminuzione di impegno.
Raccomando a voi genitori di dare ai vostri figli, fin dalla scuola
materna ed elementare, la possibilità di seguire le attività della
religione cattolica e di non lasciar mancare loro, nell'età
dell'adolescenza e della giovinezza, l'appoggio e il sostegno necessari,
perché imparino a fare scelte positive e responsabili anche nella vita
scolastica.
A voi ragazzi e ragazze di terza media che il prossimo anno entrerete
nelle scuole superiori e a voi giovani che già state compiendo questi
studi, rivolgo l'accorato invito affinché rinnoviate con convinzione la
scelta dell'insegnamento della religione.
Alla scelta fate seguire poi una partecipazione attiva,
mantenendo un dialogo serio e costruttivo con il vostro insegnante di
religione, per riflettere insieme sui grandi problemi della vita e sulla
religione, in particolare quella cattolica, come chiave di lettura della
storia e dei mondo.
Vi accompagnino il mio augurio e la mia preghiera per una serena e
fruttuosa prosecuzione dell'anno scolastico.
Mons. Roberto Amadei
DOMENICA, 6 FEBBRAIO 2000
XXII GIORNATA PER LA VITA
Il Messaggio dei Vescovi
"CI E' STATO DATO UN FIGLIO"
1. - All'inizio
del terzo millennio della nostra storia, il Giubileo cristiano annunzia
e celebra la dignità e la bellezza entrate nella vita umana da quando
"ci è stato dato un Figlio" (Isaia 9,5), il quale si chiama
Gesù.
Dio
"lo ha dato per tutti noi" (Romani 8,32): coetaneo di ogni
uomo e donna e contemporaneo di ogni generazione, è per tutti e per
ciascuno il Salvatore che, mentre ci dona la vita divina, rende
pienamente umana la nostra esistenza e fa sì che nulla in essa sia
inutile o irrecuperabile.
Facendosi
uomo, il Figlio di Dio "si è unito in certo modo ad ogni
uomo" (Gaudium et spes 22). Ha
scelto di nascere come uno di noi, affinché ogni bimbo che viene al
mondo porti, fin dal primo istante in cui è concepito, l'immagine di
Lui, il primogenito di tutti (cf. Romani
8,29). A somiglianza di Lui e in unione con Lui, ogni figlio è un
immenso dono? per gli sposi che, generandolo, vedono la fecondità del
loro amore, per la famiglia e la Chiesa che, accogliendolo, crescono,
per la società che lo attende per svilupparsi.
2. - Una civiltà che ha paura del generare diventa meno umana;
perde il senso di quella identità dell'essere figli che tutti ci
accomuna e per la quale uomo è sinonimo di figlio.
Questa comune identità nativa si sublima nella rivelazione del
Figlio che "ci è stato dato" e si apre in lui alla conoscenza
e all'incontro di Colui che, per merito Suo, tutti abbiamo la grazia di
chiamare "Padre nostro".
L'offuscarsi
del valore di essere Genitori è declino della civiltà dell'amore: la
caduta dell'amore che genera la vita dissolve anche l'amore che
costruisce la democrazia e la pace.
3. Non possiamo ignorare le difficoltà oggettive del contesto
socio-economico, culturale e legislativo, che ostacolano o ritardano il
formarsi delle famiglie e rendono problematico la procreazione.
Le
pubbliche istituzioni hanno il dovere di considerare prioritari gli
interventi da adottare per rimuovere tali difficoltà.
Un
popolo civile come quello italiano
non può rassegnarsi al triste primato della denatalità, conquistato
impedendo o sopprimendo nuove vite; come, d'altra parte, non può né
deve accettare che i figli vengano prodotti mediante la tecnica, quasi
fossero dei beni di consumo, o che i vecchi infermi vengano eliminati.
sia pure dolcemente, quasi fossero prodotti ormai scaduti.
Specialmente
però occorre ravvivare la mentalità e la cultura dell'amore degli
sposi, i quali, facendosi insieme dono della vita ai figli, rendono il
loro stesso amore più vero, più sacro, più forte: cioè, più umano.
4. Sulla soglia del nuovo millennio, i cristiani sono chiamati a
testimoniare e annunciare, con convinzione e con Gioia, questa divina
risorsa che Cristo vivo offre agli uomini e alle donne del nostro tempo:
l'amore che dà la vita, offrendo la propria "a causa del
Vangelo" (Marco 10,29) o suscitando quella dei figli, non per
possederli ma per donarli a loro stessi.
Accompagnandoli, con affetto sapiente, i Genitori li aiutano a
fare, anch'essi, della vita ricevuta in dono una risposta al progetto
divino seminato nel loro cuore e alle attese della Chiesa e dell'umanità.
Perché tutti, genitori e figli, non siamo nessuno, se non
diventiamo dono: "l'uomo, il quale sulla terra è la sola creatura
che Dio ha voluto per se stessa, non può ritrovarsi pienamente se non
attraverso il dono sincero di sé" (Gaudium et spes 24).
Mentre
pregando. chiediamo al Ficlio "che ci è stato dato" di
rendere efficace il nostro impe-no umano, vorremmo invitare, senza
complessi né pretese, a prenderlo in considerazione quanti hanno a
cuore il futuro della nostra civiltà.
Quaresima:
Quaranta
giorni per convertirci a Dio
STRUTTURA DELLA QUARESIMA
·
Il tempo di Quaresima ha lo scopo di preparare la Pasqua
mediante il ricordo del Battesimo e la penitenza.
·
Inizia il Mercoledì delle ceneri e termina il Giovedì santo
con la Messa “in Cena Domini” esclusa.
·
Durata
di quaranta giorni: il carattere originario fu riposto nella penitenza
di tutta la comunità e dei singoli, protratta per quaranta giorni.
Nella determinazione della durata ebbe grande peso il numero quaranta
che ricorre nella Bibbia (i giorni
che Gesù passò nel deserto; gli anni trascorsi da Israele nel deserto;
i giorni che Mosè passò sul monte Sinai; ... )
COME NASCE NELLA STORIA IL TEMPO DELLA QUARESIMA
·
La
celebrazione della Pasqua nei primi tre secoli della vita della Chiesa
non aveva un periodo di preparazione. La comunità cristiana viveva
così intensamente l’impegno cristiano fino alla testimonianza del
martirio da non sentire la necessità di un periodo di tempo per
rinnovare la conversione già avvenuta col Battesimo
·
Nel
IV secolo, l’unica settimana di digiuno era quella che precedeva la
Pasqua.
·
L’uso
di iscrivere i peccatori alla penitenza pubblica quaranta giorni prima
di Pasqua, determinò la formazione di una quadragesima
(quaresima) che cadeva nella VI Domenica prima di Pasqua. Dal momento
poi che la Domenica non si celebravano riti penitenziali, si fissò
questo atto al Mercoledì precedente. Ogni Mercoledì era infatti giorno
di digiuno. Così è nato il “Mercoledì delle ceneri”.
·
Sintetizzando:
allo sviluppo della Quaresima ha
contribuito prima di tutto la pratica del digiuno in preparazione alla
Pasqua, poi la disciplina penitenziale, infine la preparazione dei
catecumeni che saranno battezzati la notte di Pasqua.
LE
LETTURE DELLA QUARESIMA
·
Si
possono intravedere tre itinerari:
-
una Quaresima battesimale
(anno A - 1996)
-
una Quaresima cristocentrica (anno B - 1997)
-
una Quaresima penitenziale (anno
C - 1998)
·
Il
ciclo A (quello a più forte
carattere battesimale) può essere seguito ogni anno secondo le
esigenze pastorali di ogni singola comunità.
DIMENSIONE BATTESIMALE
Cristo
ci ha radicalmente trasformati, cioè convertiti, inserendoci nel suo
Mistero pasquale con il Battesimo.
La
Chiesa professa la sua fede in un solo Battesimo, per il perdono dei
peccati.
La
penitenza, in senso cristiano, è fondata sulla stessa realtà
battesimale per il perdono dei peccati ed è poi ripresa e resa segno
espressivo per quanti ricadono nel peccato, nel sacramento della Riconciliazione.
Questo
tempo liturgico non solo prepara i catecumeni al Battesimo, ma è il
tempo in cui la Chiesa e i
singoli sono chiamati a vivere maggiormente questo sacramento
mediante una più profonda conversione.
Battesimo
e Penitenza sono così i misteri propri della Quaresima.
DIMENSIONE ECCLESIALE
La
Quaresima è il tempo della grande convocazione di tutta la Chiesa perché
si lasci purificare da Cristo suo sposo.
La penitenza ha sempre come effetto la riconciliazione non solo con Dio,
ma anche coi fratelli, che a causa del peccato sempre hanno subito un danno.
La
penitenza quaresimale non deve essere soltanto interna ed individuale,
ma anche esterna e sociale.
LA SPIRITUALITÀ
La
spiritualità della Quaresima è caratterizzata da un più attento e
prolungato ascolto della Parola di Dio perché è questa Parola che
illumina a conoscere i propri peccati. L’esame di coscienza cristiano
non è un ripiegamento su se stessi, ma un aprirsi alla Parola della
salvezza e un confronto col Vangelo.
LE OPERE DELLA PENITENZA
Le
opere della penitenza quaresimale devono essere compiute nella
consapevolezza del loro valore di segno sacramentale (cioè di segno
efficace).
·
il digiuno: anche se limitato il Mercoledì delle ceneri e al Venerdì santo e l’astinenza
dalle carni il venerdì, devono esprimere l’intimo rapporto che c’è
tra questo segno e la conversione interiore. Sarebbe inutile astenersi dai cibi, se non ci si astenesse dal peccato.
In questo modo il cristiano accetta la faticosa lotta al peccato con la
mortificazione per allargare sempre di più all’iniziativa di Dio.
·
la preghiera: La Quaresima è tempo di più assidua e intensa preghiera, legata
molto strettamente alla conversione, per
lasciare sempre più spazio a Dio. La preghiera cristiana così
intesa non può essere il tentativo di accaparrarsi Dio per averlo
garante dei propri progetti, ma è disponibilità
piena alla sua volontà. La preghiera va fatta anche
comunitariamente per significare che tutta la Chiesa è comunità che
prega e perciò penitente. Infine non va dimenticata la preghiera per
ottenere la conversione dei peccatori.
·
la carità: La Quaresima è tempo di più forte impegno di carità verso i
fratelli. Non c’è vera
conversione a Dio senza conversione all’amore fraterno.
LA PASTORALE
·
è
il momento per ripensare i nuclei fondamentali della vita cristiana: la
conversione a Cristo e il Battesimo per cui siamo inseriti in Cristo.
·
è necessaria una valorizzazione piena della Quaresima liturgica da far
celebrare mediante riti e preghiere. Si deve evitare che la Quaresima sia orientata a
una Pasqua fatta solo di una confessione e di una comunione.
·
va
eliminato tutto ciò che potrebbe distrarre l’attenzione dei fedeli:
feste e iniziative non riconducibili allo spirito quaresimale.
·
in
questo tempo hanno particolare importanza e rilievo le celebrazioni
penitenziali, senza tralasciare il sacramento della Riconciliazione.
·
la
pastorale della quaresima è impegnata per iniziative comunitarie che
concretizzino nell’attuale contesto sociale le tipiche opere
quaresimali. Deve operare perché i cristiani sappiano ritrovare il
senso del digiuno cristiano. Vanno
stimolate le iniziative per la raccolta di aiuti in favore dei fratelli
più bisognosi.
·
la
pastorale della Quaresima dovrà curare che le verifiche sulla
conversione cristiana non avvengano solo a livello individuale, ma anche
comunitario.
CATERINA
CITTADINI:
UNA
PORTA APERTA ALLA VITA
"Mentre
si trovarono a Betlemme, giunse per Maria il tempo di partorire, ed essa
diede alla luce un figlio" (Lc 2, 6-7)
Un luogo, una donna, un parto, un figlio...
immagini
che si susseguono nel racconto della nascita di Gesù.
La sua incarnazione ci rivela il volto del Padre; la forza del
suo Spirito che opera nella chiesa e nella storia ci aiuta ad accogliere
la pienezza della misericordia divina.
Celebrare
con giubilo i duemila anni di questo evento salvifico ci impegna, come
credenti, a mettere in atto energie nuove per lasciarci penetrare da
questo tempo di grazia e divenire testimoni credibili della presenza di
Dio nella nostra vita.
In
questo dinamismo che impegna tutti ad "allargare il proprio sguardo
di fede sugli orizzonti dell'annuncio", anche la Congregazione
delle Suore Orsoline di San Girolamo in Somasca sta mettendo in atto i
processi di rinnovamento per essere profezia nel contesto sociale
moderno, animate ed incoraggiate anche dall'imminente beatificazione di
Caterina Cittadini, fondatrice dell'Istituto insieme alla sorella
Giuditta. Il 20 dicembre
1999 sua santità Giovanni Paolo Il ha ufficialmente riconosciuto la
guarigione miracolosa di un bambino, Samuele Piovani.
La
cornice in cui si inserisce questo evento ci riporta alle immagini di
Betlemme: un luogo, una donna, un
parto, un figlio, un avvenimento prodigioso dentro il semplice
susseguirsi dei giomi...
....
Gerolanuova (Bs), dicembre 1990. La
signora Gabriella Mosconi, verso il quarto mese di gravidanza inizia a
vivere una serie di tensioni legate alla gestazione: il feto è più
piccolo della norma e la presenza del liquido amniotico scarsa.
Settimanalmente ripete l'ecografia e ogni volta il medico
operatore le dice che il feto non è un bambino, ma qualcosa di deforme,
che la gravidanza non può andare a termine e perciò le consiglia di
interromperla. Ma la donna,
insieme al marito, si oppone a tale proposta e, sollecitata dalla
sorella Suor Antonella, appartenente all'Istituto delle Suore Orsoline
di Somasca, si affida all'intercessione della serva di Dio Caterina
Cittadini, coinvolgendo laici e suore.
Dopo una novena di preghiera gli esami clinici rilevano un
aumento del liquido amniotico e la mamma si sente incoraggiata a
continuare a pregare con fiducia per portare felicemente a termine la
sua gravidanza.
L'8
marzo 1991 viene alla luce il piccolo Samuele, ma dopo otto giorni
subentra una grossa emorragia nella zona occipitale.
I medici non possono fare nulla data la vastità della zona lesa. Per i genitori non rimane altro che la preghiera rivolta alla
Madre fondatrice Caterina Cittadini per ottenere che egli sfugga alla
morte. Dopo tre mesi dalla
nascita Samuele viene dimesso dall'ospedale nonostante i pronostici
infausti e a casa i genitori constatano, ogni giorno sempre di più,
inaspettati cambiamenti e inspiegabili miglioramenti.
Oggi si considera la guarigione di Samuele completa; il bambino
frequenta la terza elementare con positivi risultati e manifesta felicità
e tanta voglia di vivere.
...
Una donna, un parto, un figlio, una vita!
Queste
le parole e i segni che si proiettano nel tempo e si riflettono sullo
schermo della storia di una semplice famiglia, ma che prendono luce e
forma nel contesto di una famiglia più Grande, la chiesa, madre di
tutti i credenti, in cui in questi giorni vi è inserita a pieno titolo
una donna e una madre amante della vita: Caterina Cittadini. .... Una
donna, una chiamata, una porta aperta alla vita...
Caterina
Cittadini, nata a Bergamo il 28 settembre 1801, rimane orfana insieme
alla sorella Giuditta; viene accolta al Conventino di Bergamo, dove si
forma umanamente e cristianamente sotto la guida del Priore don Giuseppe
Brena. Dopo aver conseguito
il diploma di maestra elementare, nel 1823 lascia il Conventino per
trasferirsi con la sorella presso i cugini sacerdoti Giovanni e Antonio
Cittadini a Calolzio, parrocchia della diocesi di Bergamo.
Nel
1824 Caterina è assunta come maestra nella scuola comunale femminile di
Somasca, frazione di Vercurago, nei pressi di Calolzio.
Tanto
lei che la sorella Giuditta desiderano entrare in una Congregazione
religiosa, ma chiedendo consiglio a don Giuseppe Brena, loro direttore
spirituale al Conventino di Bergamo, accolgono la volontà del Signore
di fondare loro stesse una Congregazione a Somasca.
Dopo
aver comprato uno stabile in questo luogo, con ulteriori modifiche, lo
sistemano facendolo diventare sede di un educandato e in seguito
dell'Istituto religioso delle Suore Orsoline.
Caterina
si inserisce nella vita del piccolo paese, partecipando attivamente alla
vita parrocchiale e spendendosi per le fanciulle più bisognose di
attenzioni e di cure.
Questo
peregrinare di Caterina e Giuditta Cittadini ci riporta al cuore del
significato dell'Anno Santo che stiamo vivendo, ci ricorda la
consapevolezza che ci deve animare in prima persona a compiere dentro di
noi i primi passi della conversione, lasciandoci avvolgere dalla
misericordia di Dio Padre per divenire a nostra volta misericordia,
impegnandoci ad essere "il fermento e quasi l'anima della società
umana, destinata a rinnovarsi in Cristo e a trasformarsi in famiglia di
Dio".
Bergamo,
Calolzio, Somasca, sono la sintesi di un doppio pellegrinaggio, concreto
e spirituale insieme: dalla casa paterna al Conventino, dal Conventino
alla casa dei cugini sacerdoti, da
Calolzio a Somasca; sono le tappe che segnano la sua vita e la
portano a mettersi in cammino alla ricerca di una casa, di un luogo in
cui abitare, di un ambiente ospitale e accogliente. I suoi passi sono
tappe anche del suo cammino spirituale, alimentato da una graduale
maturazione nella fede, fortificato dalla sofferenza, sostenuto dalla
presenza di guide semplici e sagge.
Tutta
la vita di Caterina Cittadini è scandita dalla ricerca di una
"dimora", stabile, costruita sulla roccia di Cristo, sorretta
dalla piena adesione alla sua missione salvifica che la spinge
incessantemente a farsi "casa" lei stessa per i piccoli e i
giovani in particolare. Il suo pellegrinaggio l'accompagna fino a Somasca, dove la
carità educativa sarà l'anima della sua famiglia religiosa e lo zelo
apostolico, la preghiera, l'umiltà e la fiducia nella divina
Provvidenza saranno le pareti portanti; Cristo Gesù sarà "la
porta" di passaggio dell'istruire e dell'educare, del formare e del
promuovere, del dare e del ricevere.
Ponendo in Lui ogni fiducia e speranza, Caterina diventa a sua
volta la porta che si apre alla vita.
Tutto ciò che vive trova senso nella sua totale appartenenza,
nulla tiene per se stessa, nulla risparmia, ma tutta si spende per la
passione educativa verso le giovani generazioni.
Non
è difficile, allora, capire perché sia proprio un bambino ad entrare
nel suo cuore; da buona Madre accoglie le preghiere di due genitori che
chiedono la sua intercessione per salvaguardare la vita del proprio
figlio.
E'
un segno grande di amore alla casa, alla famiglia, ai semplici, ma
grandi eventi che si susseguono fra le pareti domestiche del quotidiano.
Caterina
si spalanca con ferma decisione sulla scena del mondo contemporaneo per
dire ancora oggi ad ogni uomo, ad ogni credente, di rispettare e amare
la vita, soprattutto se piccola, fragile, indifesa; invita tutti a porsi
al suo servizio e a lottare con ogni energia per il suo armonico
sviluppo e la sua piena maturazione.
In
questo anno giubilare caratterizzato dal perdono e dalla remissione del
debito, Caterina ci insegna che il primo debito da rimettere è proprio
quello della vita, del diritto di ogni persona a vivere un'esistenza
serena e dignitosa, libera da ogni sfruttamento, da ogni compromesso.
Liberare la vita, per ogni Suora Orsolina di Somasca, significa
realizzare con coerenza e competenza il proprio ruolo educativo: aprire
la porta della propria missione a chi oggi è solo, povero, sfruttato
non solo dai potenti della terra, ma anche dalla prepotenza dei mass
media, dall'illusione di una discoteca, dalla paura del fallimento e
dall'indifferenza...
Un
luogo, una donna, un parto, un figlio... il prodigio di Betlemme
continua ancora oggi ed ogni volta che si guarda a questo grande mistero
dell'Incarnazione di Cristo, con la certezza di portare in noi un
frammento della sua luce, cosi che "anche ciò che è nostro
diventa suo e acquista una forza che risana" Queste sono le opere
dei santi, questo significa credere nella loro intercessione; questo è
il miracolo della vita che si spalanca sul mondo; questo è ciò che ci
insegna Caterina Cittadini.
Suor Pierina Peroni
ORIGINE
E STORIA DELLA “FRATERNITA’ FRANCESCANA DELLE SUORE DI CLAUSURA”
I
Padri Francescani Riformati, presenti già dai primi inizi del secolo
XVI a Romacolo nel Convento di S. Maria della Misericordia,
caldeggiavano fervorosamente l’adesione al Terz’Ordine Secolare
fondato da S. Francesco d’Assisi, detto anche Ordine dei Penitenti.
E’
quanto risulta pure da un atto inquisitorio datato martedì 4 aprile
1536 conservato presso l’Archivio della Curia di Bergamo.
Quei
frati concedevano agli aderenti la possibilità di lucrare copiose
indulgenze e assicuravano inoltre il privilegio di poter conseguire
subito in morte la gloria del beato paradiso.
Una
siffatta proposta esercitava un notevole fascino sulla povera gente che
nella sua semplicità aderiva ben volentieri al Terz’Ordine
Francescano Secolare, ordine che sopravvive tuttora in alcune nostre
parrocchie.
Con
questa premessa si spiega come nel 1650 tre pie sorelle di Endenna –
Giovanna, Barbara e Cecilia della Chiesa – aderissero con entusiasmo,
anche come chiamata del Signore, al Terz’Ordine Francescano, ma in
maniera radicale, spogliandosi di ogni bene e ritirandosi a vivere in
comunione in una piccola loro casetta a Romacolo dove potevano così
porsi sotto la guida spirituale di quei frati detti “Zoccolanti”
perché vestivano poveramente dedicandosi anche alla questua.
Soltanto
verso il 1660 si aggregarono alle tre sorelle altre candidate: Maria
Zambelli e Teresa Magoni di Endenna, due sorelle della famiglia Benaglio
di Bergamo, Suor Virna Maria e Suor Paola Francesca, e Maria Gavazzi di
San Pellegrino.
Sebbene
fossero Terziarie Secolari, vestivano tuttavia un abito religioso da
penitenti alla maniera delle pitocche per cui vennero chiamate “Pinzòchere”.
Vivevano
infatti poveramente dedite alla preghiera e alla penitenza provvedendo a
se stesse. Raccoglievano legna nei boschi, attendevano all’allevamento
di una mucca per prodigarsi il latte, si prestavano per i servizi più
vari e più umili e durante la stagione favorevole scendevano in pianura
a mendicare un po’ di grano.
Acquistarono
subito una generale simpatia presso la gente per cui poterono dedicarsi
ben presto anche all’educazione delle fanciulle, missione che si
impegnarono a svolgere ancora meglio dopo il loro trasferimento nel
convento dei Serviti in Zogno avvenuto nel 1731 come si vedrà in
seguito.
La
fondazione di quella fraternità o congregazione francescana avvenne
originariamente sotto il titolo di “S. Maria Immacolata” su
imitazione della Beata Angelina dei Conti di Marsciano, fondatrice nel
1397 del Terz’Ordine Regolare Femminile delle Clarisse di Foligno.
Lo
storico Donato Calvi, nelle sue “Effemeridi”, vol. III, pagina 33,
al n° 3 – 1667 - afferma testualmente: “Nella terra d’Endenna
posta nella Valle Brembana Inferiore, hoggi a gloria della Vergine nata
8 settembre (1667) si gettarno le fondamenta d’un sacro Collegio di
Vergini terziarie, sotto la regola di S. Francesco rette e governate da
Padri Riformati del Romacolo lasciato a tal fine una proprietà da due
sorelle pur terziarie della famiglia Chiesa. Ex
rel.f.d.”.
Il
Calvi cita appena due sorelle che erano morte nello stesso anno della
fondazione della congregazione, nella felice ricorrenza della solennità
di Maria Bambina: Barbara, nata il 15 giugno 1592 e morta il 27 gennaio
1667, seguita a breve distanza dalla sorella Cecilia, nata il 13 aprile
1595 e morta il 15 giugno 1667. Mentre la terza sorella, la maggiore,
Giovanna Maria, nata il 2 agosto 1585, scesa a Romacolo all’età
superadulta di 65 anni, aveva già preceduto le altre due nella morte
avvenuta il 25 maggio 1662, all’età di 72 anni e di 12 anni di
religione, per cui il Calvi non l’ha potuta citare essendo defunta
già da 5 anni.
Comunque
nella circostanza della fondazione della congregazione avvenuta l’8
settembre 1667, le tre sorelle Giovanna Maria, Barbara e Cecilia della
Chiesa, erano già defunte anche se si continuerà a ritenerle
fondatrici della congregazione medesima. Risultano tuttavia sepolte nel
cimitero del Convento di Romacolo, vale a dire nella chiesa di S. Maria
della Misericordia. (cfr. registri della parrocchia di Endenna).
Nel
1680, a 13 anni dalla fondazione, le Suore terziarie si sentono già
consolidate per cui sentono la necessità di cercare nuovo spazio con l’acquisto
di una casa, come nuova residenza, sotto la giurisdizione della
parrocchia di Grumello de’ Zanchi, la prima che si incontra tuttora
all’imbocco dell’antica mulattiera che porta al centro di Grumello,
appena oltre il ponte sulla Valàrsa o Valbruciata, sempre nelle
immediate vicinanze del Romacolo.
Qui
vi rimarranno sino al 2 febbraio 1731, giorno in cui si trasferiranno
nel Convento dei Serviti di Zogno, abbandonato già dal 1756, e quindi
acquistato dalle Procuratie di Venezia dall’Abate Furietti il 30
novembre 1681 e ceduto alle Suore terziarie il 5 gennaio 1731 con atto
notarile Giacomo Amorlotti, zio della superiora delle terziarie,
Viridiana, al prezzo di 600 scudi da 7 lire l’uno.
(continua)
don
Giulio Gabanelli
L’ÀN
DEL DUMÉLA
Al
vè la fì del mónt
per
chi ghe crèt del bù,
però
mè v’ès istìtech
a
crèdega ai streù!
Ma
pènse che per töcc
al
vè la fì del mónt
se
l’rìa ol nòs momènt
che
mè serà zo i öcc!
Perché
t’è de burlà
in
fì söl bachetù
perchè
mè‘ndà a lòs
o
pör a la masù!
Se
l’òm a l’è nassìt
zamò
de quàch miliù
de
àgn sö chèsta tèra
mè
trà öna conclüsiù!
Ol
Padreetèrno ai tép
a
l’ìa creàt o l’òm
e
dopo töt contét
a
ll’ìa ciamàt per nòm!
Però,
dopo poch tép,
gh’è
stàcc negòt de fa,
perché
l’s’è rendìt cönt
che
l’òm l’ìa de refà!
L’è
chèl che töcc m’à ést
quando
gh’è stàcc Nedàl
che’l
fiöl del Padreetèrno
l’è
egnìt pròpe a refàl!
Dopo
dü mèla àgn
mè
pròpe decidìs
a
giösta sö sto òm
che
l’àbe de pentìs!
Perché
l’pöl dàs che’l mont
l’àe
de finì i so dé
e
gliùra töcc insèm
meerà
curìga dré!
Intàt
ol Padreetèrno
al
g’à’l so bèl de fa
a
preparaga’l pòst
a
chèi ch’è dré a rià!
don Giulio G
PARAFRASI
DELLA POESIA
“L’ÀN
DEL DUMÉLA”
Si
dice che sta per venire la fine del mondo almeno per quelli che ci
credono davvero.
Bisogna
tuttavia evitare di credere a tutti gli indovini, anche se per ciascuno
di noi la fine del mondo sopraggiunge con l’ora della nostra morte.
L’uomo
figura presente sulla faccia della terra già da oltre un milione di
anni e continuerà a sopravvivere ancora per molti altri anni.
Dio
ha creato l’uomo come un suo figlio chiamandolo per nome, ma in
seguito alla caduta dei nostri progenitori si è reso conto che è da
rifare, ciò che ha provveduto con l’incarnazione di suo Figlio Gesù
Cristo.
Anche
dopo duemila anni dalla nascita di Gesù Cristo, l’uomo deve ancora
risolvere il problema della propria conversione che è chiamato a fare
almeno nel Giubileo del 2000 per evitare il rischio di ritrovarsi al
tribunale di Dio impreparato.
Il
Signore comunque ha il suo bel compito, intanto, di preparare un posto a
tutti noi che stiamo per sopraggiungere.