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CALENDARIO PARROCCHIALE

FEBBRAIO - MARZO 2000

 

Febbraio:

 

Mercoledì 2: Madonna Candelora: benedizione candele, segno della nostra fede in Gesù Cristo, Luce del mondo.

Giovedì 3:     S. Biagio Vescovo e M.: benedizione della gola.

Venerdì 4:    Primo Venerdi del mese: ore 16,00 Adorazione E.

                  Formazione dei Catechisti             

Dom. 6:         Giornata per la vita.

Lunedì 7:       Incontro dei genitori 2-4-5 elementare e 2-3 media

Martedì 8:     Incontro dei genitori di 2-3-media

Venerdì 11:   B.V. di Lourdes e giornata del malato.

Dom. 13:        Giornata vicariale pro Seminario.

Lunedì 14:     Incontro Genitori di 3 elementare

Merc. 16:       Scuola di preghiera a Romacolo ore 20,30

Giovedì 17:     Consiglio Pastorale Vicariale

Lunedì 21:       Incontro dei Genitori di 1 elementare e 1 media

Giovedì 24:       Confessioni dei ragazzi delle elementari alle ore 14,30

Venerdì 25:      Confessioni dei ragazzi delle medie alle ore 14,30

 

Marzo:

 

Venerdì 3:   Primo Venerdì del mese: ore 16,00 adorazione eucaristica. 

Martedì 8:    Ultimo giorno di Carnevale. 

Merc.  9:   Sacre Ceneri con imposizione alle ore 9,00 - 16,15- 18,00 e  20,30 nella parrocchiale e alle ore 17,00 al Carmine.  Vige magro e digiuno. "Convertiti e credi al Vangelo".

Venerdì 10:    Inizio S. Triduo dei Morti per i vivi in preparazione alla S. Quaresima.  S. Messa con predica alle ore 7,00; 9,00; 18,00. Vige il magro.

Venerdì 10:   Ore 14,00 Ritiro per ragazzi di 3 elementare

Sabato 11:    Continua il S. Triduo.  Alle ore 15,00 confessioni per tutti.

Dom. 12:            I. Domenica di Quaresima.  “Le vie del Signore sono verità e grazia”.  Si conclude il S. Triduo con visita al cimitero alle ore 15,00.

Lunedì 13:     Incontro dei genitori 2-4-5 elementare e 2-3 media

Martedì 14:   Incontro dei genitori di 2-3 media

Merc. 15:     ore 14,00 ritiro per i ragazzi di 1 media

Merc. 15:   Scuola di preghiera a Romacolo ore 20,30

Giovedì 16:   ore 14,30 confessioni dei ragazzi delle elementari

Venerdì 17:    ore 14,30 confessione dei ragazzi delle medie

Dom. 19:        II.  Domenica di Quaresima.  “Camminerò nella terra del Signore davanti ai viventi”.

Dom. 19:    ore 9,30-13,00 ritiro dei giovani in oratorio

Lunedì 20:    Incontro Genitori 1-3 elementare e 1 media

Mercol. 22:   ore 14,00 ritiro per i ragazzi di 2 media

Giovedì 23:   ore 14,30 ritiro vicariale per ragazzi di 4-5 elementare

Sabato 25:    Annunciazione del Signore: Titolare della Chiesa della Clausura.  Le nostre Suore della Madonna del Divino Amore rinnovano i loro voti alle ore 9,00 nella parrocchiale.

Dom. 26:     III.  Domenica di Quaresima.  “Signore, tu hai parole di  vita eterna”.

Mercol. 29:   ore 14,00 ritiro per ragazzi di 3 media                            

Venerdì 31:   Via Crucis alle ore 15,00.  Vige il magro. 

 

 

 

 

E’ TEMPO DI  GIUBILEO

 

Il 25 dicembre, con la messa concelebrata dai sacerdoti del vicariato, nella  Chiesa Giubilare di Zogno, abbiamo dato inizio al Giubileo del 2000. Durante la celebrazione è stata intronizzata la Lampada del Giubileo che è stata consegnata  dal Vescovo ad una delegazione di parrocchiani presenti nel duomo di Bergamo durante il solenne pontificale del mattino.

Riportiamo di seguito l’omelia tenuta da don Lucio nella quale viene evidenziato il significato di ciò che siamo chiamati a vivere in quest’anno giubilare.

 

"Vi annuncio una grande gioia. Oggi è nato, carne della nostra carne, il Signore nostro Gesù Cristo. Annunziatelo anche voi a tutto il mondo"

Carissimi, così, nella Notte Santa, nella Basilica di S. Pietro in Roma e poi questa mattina, nella nostra cattedrale di Bergamo, come in tutte le cattedrali del mondo, è stato proclamato il mistero della Incarnazione e della Nascita del Signore e quindi il tempo del Giubileo come memoria, due volte millenaria di questo evento.

E' un evento straordinario il passaggio di millennio! E’ carico del valore spirituale e simbolico del 2000. C'è però il rischio che l'evento assuma un tono puramente mondano o carnevalesco, quasi una celebrazione di Capodanno un po' più fastosa, più costosa e più pazza di altre notti di Capodanno.

La celebrazione del 2000 e il Giubileo è un evento invece che ci invita a contemplare con stupore e riconoscenza il disegno di Dio sull'umanità. Non hanno importanza le nostre iniziative tese a celebrare il Giubileo; occorre invece guardare con stupore a ciò che Dio ha fatto e continua a fare grazie a Gesù, risorto e vivo nella storia.

A questo si aggiunge il Giubileo, che è un modo possibile, tra i tanti, di celebrare la ricorrenza del bimillenario della nascita di Gesù, richiamandosi ai valori di penitenza, di perdono, di riconciliazione, evocati dal giubileo biblico.

Il Giubileo, detto anche Anno santo, è un tempo particolarmente consacrato al Signore;

un anno in cui gli si deve rendere grazie in modo singolare per la salvezza ottenuta attraverso i suoi meriti;  un anno in cui prendere maggiore coscienza della presenza e del ruolo della Chiesa nel mondo, della comunione dei santi, di essere vere membra del Corpo mistico che è la Chiesa.

 

E’ un anno di grazia, perché si traduce in un prolungato e intenso invito alla santità, un anno volto a incrementare la disponibilità di ognuno di noi nell'accettare le grazie di santificazione, un anno che sollecita con insistenza il rinnovamento spirituale di ciascuno attraverso una fede più coerente e arricchita dalle opere della giustizia e della carità.

E’ un anno in cui a una maggiore generosità di Dio, dispensata dalla Chiesa, deve corrispondere un adeguato impegno personale. 

L’abbondanza di grazia è un privilegio che però ci ricorda - ricordiamo la parabola dei "talenti" - la responsabilità del renderne conto in proporzione.

 

Perché il Giubileo?

 

Si potrebbe dire: bene, ma tutta questa attenzione a Cristo e alla sua opera di salvezza, questo rendersi pienamente disponibili alla sua grazia, questo "mendicare" indulgenza da colui che è il Giubileo fatto persona, non dovrebbe essere un atteggiamento quotidiano, un comportamento "normale" in quella che è la struttura portante della vita spirituale del cristiano?  Perché dunque il Giubileo?

Una risposta possibile: è normale per le creature, essere soggetti all'alternanza almeno nei ritmi o nell'intensità e avere bisogno di un continuo rinnovarsi, cogliendo occasioni più o meno favorevoli e importanti, personali o sociali. E’ questa una legge vitale che troviamo sia nell'ordine naturale - varietà di stagioni, cicli vegetali, ritmi della vita animale, esigenze psicologiche e sociologiche - che nella vita soprannaturale, con i diversi periodi della liturgia, la periodicità di accesso al sacramento del perdono, gli impegni di particolare e intensa adesione al Signore, legati alla partecipazione all'Eucaristia, all'ascolto e alla meditazione della Parola di Dio che inducono il nostro cuore a un'autentica conversione.

Il Giubileo è quindi un evento che diventa uno stimolo fuori del comune, una particolare iniziativa di generosità della chiesa che deve trasformarsi per ognuno di noi in un ulteriore mezzo di santificazione e impegno personale.

 

Il giubileo biblico

 

Fu forse un’utopia mai realizzata concretamente che ha due elementi fondamentali: il riposo della terra e la remissione dei debiti.

 

Il riposo della terra suggerisce per l'oggi una riconquista del senso dei fenomeni naturali e dei loro ritmi, fenomeni e ritmi minacciati fortemente dall'accelerazione della tecnica. Perciò questo riposo è un valore ecologico,  che può essere ben compreso da tutti.

 

Il secondo elemento è la remissione dei debiti, che comportava:  il ritorno delle proprietà ereditarie ai primitivi possessori affinché non venissero spartite e sperdute; la liberazione degli schiavi; la remissione dei debiti.

Dunque una serie di gesti di grande implicazione sociale, gesti che, pur nel loro carattere in parte utopistico, indicano il bisogno di riequilibrare continuamente nella storia le conseguenze della competitività sociale, di non sottostare all'imperativo del guadagno a qualunque costo.

 

Come tradurre i valori ideali del giubileo biblico

 

* Ripensare il tema del debito che le nazioni povere hanno verso i paesi ricchi.

Qualche Stato ha lanciato in proposito delle iniziative, un po' timide in verità.

Se ne parla pure a livello ecclesiale: i Vescovi italiani hanno proposto una iniziativa che vorrebbe coinvolgere la società civile e la Chiesa in un gesto simbolico, ma di significato reale, in vista di aiutare alla remissione del debito, di farne comprendere l'importanza.

 

* Il Papa ha indicato poi il cammino di purificazione delle memorie, cioè la revisione storica di atteggiamenti emersi lungo i secoli nella storia della Chiesa, in particolare nel II millennio e in questo secolo.

Si tratta di un nuovo modo, coraggioso, di guardare al passato, senza aspettarsi niente in cambio, perché sentiamo il bisogno di compiere questo cammino, per guardare con più realismo e fiducia al futuro.

 

* Una terza linea di traduzione concreta è proposta dal Papa in cammini diversi di penitenza cristiana -pellegrinaggi, percorsi giubilari di preghiera e di rinuncia -, miranti alla conversione, al riconoscimento delle proprie colpe personali, alla richiesta di perdono a Dio, al cambiamento di vita.

 

In tale contesto si collocano varie iniziative dell'anno giubilare che verranno proposte a livello di Diocesi, di Zona pastorale della nostra Valle Brembana, del Vicariato e delle parrocchie.

 

Le Chiese giubilari della nostra Diocesi e la nostra Chiesa Giubilare di Zogno, intendono essere un luogo dove le comunità del territorio si ritrovano in spirito di fraternità, per i vari momenti del percorso giubilare.

Esse sono segno di attenzione materna da parte della Chiesa che quasi avvicina le basiliche di Roma o la nostra cattedrale di Bergamo alla gente che, nella sua stragrande maggioranza, per motivi vari, non può compiere grandi viaggi.

 

Auguriamoci in questo Natale e impegnamoci, perché il Giubileo riesca a confermare nei cristiani di oggi la fede in Dio rivelatosi in Cristo; sostenere la speranza protesa nell'aspettativa della vita eterna; ravvivare la carità, operosamente impegnata nel servizio dei fratelli.

Il riecheggiare del Giubileo nella nostra vita, in quella delle nostre comunità e nel mondo dovrà diventare cassa di risonanza dell'annuncio cristiano da portare a coloro che non conoscono Cristo sufficientemente o che si dimostrano indifferenti nei suoi confronti.

 

Dal Giubileo vissuto in profondità da ognuno di noi e dalla Chiesa dovrà venire trasmesso al mondo un messaggio capace di ricordare a tutti il valore e la dignità della persona umana oggetto dell'amore sconfinato di Dio e chiamata a vivere la pienezza dell'amore, e di ripetere a ogni uomo la proposta di costituire effettivamente un'unica famiglia in cui vivere in pace, con giustizia e solidarietà.

 

 

 

L’ANIMA DEL GIUBILEO

 

Lo sguardo amoroso della Chiesa in questo tempo è rivolto alla contemplazione di Gesù Cristo, l‘"Emanuele, che significa Dio con noi", Colui che fa "nuove tutte le cose". Nell’anno giubilare la Chiesa celebra e rivive il mistero del Verbo Incarnato, nel quale Dio parla ad ogni uomo ed ogni uomo è reso capace di rispondere a Dio. Più ancora, in quest’Uomo risponde a Dio l’intera creazione. "Obiettivo primario del Giubileo è il rinvigorimento della fede e della testimonianza dei cristiani".

 

La gioia

 

La gioia (giubileo) per la venuta e la presenza di Gesù nel mondo.

Riecheggia per noi la parola dell’evangelista Luca "Non temete, ecco, vi annuncio una grande gioia: oggi è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo Signore". L’invito alla gioia, nella chiesa, è unito allo sforzo di creare le condizioni affinché le energie salvifiche possano essere comunicate a ciascuno.  Così si esprimeva Papa Paolo VI in occasione del Giubileo del 1975)

"Il raggio primo della Pasqua, cioè della vita risorta in Cristo e in noi che cristiani vogliamo essere, è la gioia. Cristo è la gioia, la vera gioia del mondo. La vita cristiana, sì, è austera; essa conosce il dolore e la rinuncia,esige la penitenza, fa proprio il sacrificio, accetta la croce e, quando occorre, affronta la sofferenza e la morte. Ma nella sua espressione risolutiva, la vita cristiana è beatitudine. Ricordate il discorso-programma di Cristo, appunto sulle beatitudini. Così che essa è sostanzialmente positiva; essa è liberatrice, purificatrice, trasformatrice: tutto in essa si riduce a bene, tutto perciò a felicità nella vita cristiana. Essa è più che umana per la presenza viva e ineffabile dello Spirito che la abilita e dispone a credere, a sperare, ad amare. E' creativa. E' felice oggi, in attesa di una piena felicità domani”

E  Madre Teresa di Calcutta "Continuate a dare Gesù alla vostra gente, non con le parole, ma con l’esempio, amando Gesù, irradiando la sua santità e diffondendo la sua fragranza d’amore ovunque andate. La gioia di Gesù sia la vostra forza. Siate felici e in pace. Accettate tutto quello che vi dà, e date con un largo sorriso tutto quello che vi toglie. Appartenete a Lui. Ditegli: "Sono tua. Se mi tagliassi a pezzi, ogni frammento sarebbe ancora tutto tuo"

 

La riconoscenza per il dono più grande che l’umanità ha ricevuto. "Tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di Lui grazie a Dio Padre" dice San Paolo.

Ringraziamento per il dono della Chiesa fondata come "segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano". Ringraziamento esteso ai frutti di santità maturati nella vita di tanti uomini e donne che in ogni generazione e in ogni epoca hanno saputo accogliere il dono della redenzione. "Lo spirito del Magnificat è lo spirito del Giubileo: nel cantico Maria dà voce al giubilo che Le colma il cuore perché Dio ha guardato l'umiltà della sua serva. Il Giubileo sia tutto un Magnificat che unisca la terra e il cielo in un cantico di lode e di ringraziamento per la mirabile opera dell'Incarnazione" (Giov. Paolo II).

 

La conversione

 

La conversione per aderire totalmente al Signore e per ricuperare ogni passato. Sconfiggere il male è proprio della Redenzione. E’ Gesù che "toglie i peccati del mondo" e porta la pienezza della vita. Anche il volto della Sindone contiene un invito alla vera riforma del cuore, a uscire da sé e dare attenzione alle cose grandi, non facile da vivere, alle quali la vita cosidetta "normale" bada troppo poco.

Il Giubileo è nato come richiesta di perdono. Esso diventa un momento peculiare durante il quale il cristiano riflette più seriamente sulla sua vita e sulla sua testimonianza che deve dare della sua fede. La vita personale, tuttavia, è carica di contraddittorietà e il peso del peccato è parte integrante dell’esistenza. Essendo il giubileo "anno di misericordia", è destinato a far sperimentare più da vicino il perdono di Dio che è l’espressione più piena dell’amore.

A differenza delle altre religioni, il perdono cristiano è rivolto non solo a Dio perché abbia pietà e misericordia, ma anche verso la persona che ha offeso, sull’esempio di Gesù che, innocente, ha perdonato ai suoi crocifissori. Ai suoi discepoli Gesù ha insegnato la pienezza del perdono fino a settanta volte sette e nel Padre nostro fa trovare l’idea portante di esso con la corrispondenza tra il perdono del Padre e il perdono tra figli che ne è la condizione. Perdono è l’ultima parola pronunciata da chi ama. Solo l’amore infatti permette di comprendere appieno la necessità di ammettere la propria colpa e di dimenticare quanto si è ricevuto.

La diffusa perdita del senso di Dio dell’esistenza umana pervade anche i cristiani toccati dal secolarismo e dal relativismo etico. Quanta parte di responsabilità devono anch’essi riconoscere, di fronte alla dilagante irreligiosità, per non aver manifestato il genuino volto di Dio, a causa dei difetti della propria vita religiosa, morale e sociale.

 

La  fraternità

 

La fraternità propria del seguire Gesù insieme. Dice il Concilio "Piacque a Dio di santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza legame fra di loro, ma volle costituire in Cristo un popolo che ha per legge il nuovo precetto dell’amore e per fine il suo regno e che per l’umanità sia germe validissimo di unità, di speranza e di salvezza".

"Per poter essere "fermento e quasi l’anima della società umana, destinata a rinnovarsi in Cristo e a trasformarsi in famiglia di Dio", la chiesa deve permanere nell’unità e crescere nella sua vita di comunione".

"La comunione, nascosta nella profondità di Dio, rivelata e portata sulla terra da Gesù, è destinata ad incarnarsi nella storia ed è attuata nella misura in cui la carità tra i credenti viene sperimentata concretamente. L’amore evangelico porta il peso dei peccati e mantiene aperta la possibilità di conversione. Quando i cristiani diventano "un cuor solo ed un’anima sola", rivelano il volto di Dio e attirano gli uomini a Lui.

Il dono dell’unità viene dato a tutti: il luogo ordinario di questa esperienza è la parrocchia".

La chiesa (e quindi la parrocchia che ne è la dimensione a portata d’uomo) non è solo segno, ma è strumento dell’unione tra Dio e gli uomini e degli uomini tra loro. Segno e strumento significano sacramento. In certo qual modo si può dire: ciò che i sacramenti sono per il singolo, la Chiesa lo è per l’umanità intera.

"Potremmo definire le comunità ecclesiali come dislocazioni terrene, agenzie periferiche, riduzioni in scala, di quella esperienza misteriosa che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo fanno in cielo. Nel cielo più persone eguali e distinte vivono a tal punto la comunione da formare un solo Dio.

Sulla terra, più persone uguali e distinte devono vivere la comunione, così da formare un solo uomo: l’uomo nuovo, Cristo Gesù. Ogni aggregazione ecclesiale, ha il compito di presentarsi come icona della Trinità.

Luogo di relazioni vere, cioè, in cui si riconoscano i volti delle persone, se ne promuova l’uguaglianza, e se ne impedisca l’omologazione nell’anonimato della massa"

 

Una nuova Evangelizzazione

 

Impegno di evangelizzazione. "E’ doveroso, in questa speciale circostanza, ritornare con rinsaldata fedeltà all’insegnamento del Concilio Vaticano II, che ha gettato nuova luce sull’impegno missionario della Chiesa dinanzi alle odierne esigenze della evangelizzazione".

"L’evangelizzazione è la ragione ultima per cui la chiesa propone e incoraggia il pellegrinaggio, così da renderlo una esperienza di fede profonda e matura" (Pontificio Consiglio dei migranti, Il giubileo del 2000, 25.4.98).

La radice gioiosa del giubileo, di fronte alla venuta del Salvatore e alla sua presenza garantita nei secoli, è destinata a caratterizzare e favorire l'evangelizzazione. Paolo VI sottolinea che il mondo ha bisogno di ricevere la bella notizia "non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, ma da ministri del Vangelo, la cui vita irradia di fervore, che abbiano per primi ricevuto in loro la gioia di Cristo".

Una parola che in certo modo esprime il Pontificato di Giovanni Paolo II è "nuova evangelizzazione". In molti interventi suoi viene affermato che questo è tempo di "impegno, non di rievangelizzazione, ma bensì di evangelizzazione nuova. Nuova nel suo ardore, nei suoi metodi, nella sua espressione". Dinanzi al "continuo diffondersi dell’indifferentismo, del secolarismo e dell’ateismo che ispirano e sostengono una vita vissuta come se Dio non esistesse, solo una nuova evangelizzazione può assicurare la crescita di una fede limpida e profonda. Essa è destinata alla formazione di comunità ecclesiali mature nelle quali la fede sprigioni e realizzi tutto il suo significato originario di adesione alla persona di Cristo e al suo Vangelo. Si tratta di rifare il tessuto delle comunità ecclesiali per poter rifare il tessuto cristiano della società umana".

 

Condivisione e servizio di carità

 

Spirito di condivisione e di servizio di carità. E’ significativo che, stimolo ad attuare il messaggio dell’amore che è centro del cristianesimo, le disposizioni per l’acquisto dell’indulgenza giubilare indichino come uno dei "luoghi" "il rendere visita per un congruo tempo ai fratelli che si trovano in necessità o difficoltà (infermi, carcerati, anziani in solitudine, handicappati, ecc.), quasi compiendo un pellegrinaggio verso Cristo presente in loro. Così l’astenersi almeno durante un giorno da consumi superflui (ad. es. dal fumo, dalle bevande alcoliche, digiunando e praticando l’astinenza) e devolvendo una proporzionata somma in denaro ai poveri; sostenere con un significativo contributo opere di carattere religioso o sociale (in specie dell’infanzia abbandonata, della gioventù in difficoltà, degli anziani bisognosi, degli stranieri nei vari paesi in cerca di migliori condizioni di vita; dedicando parte del proprio tempo libero ad attività che rivestono interesse per la comunità, o altre simili forme di personale sacrificio"

Dice il Vescovo di Milano, il Cardinal Martini: "Sei Tu, Signore crocifisso per noi, Colui che, buon samaritano, ci hai raccolto per via, che hai avuto compassione di noi, ci hai guarito, ci hai fatto rinascere alla vita. Tu sei colui che prima di ordinare agli Apostoli di rendersi il servizio vicendevole alla lavanda dei piedi, ti sei chinato ai piedi di ciascuno e ci hai lavato con amore. Noi ci sentiamo sotto il tuo sguardo e sotto la tua croce. Dalla coscienza di essere stati guardati ed amati così, nasce quella riflessione che forse ha fatto colui che scendeva da Gerusalemme a Gerico ed è stato soccorso dall’uomo di Samaria: "Che cosa potrei fare per chi ha fatto tanto per me? E se capitasse a me di passare vicino a qualcuno che trovasse nelle mie condizioni, che cosa farei?". Nell’intimo c’è la risposta: "Così come lui ha fatto a me, così come lui ha guardato me e mi sta guardando dalla croce, così come lui mi ha amato, così come lui mi ha lavato i piedi, così come lui mi ha accolto e rialzato , così anch’io, così anche noi".

Tu, o Signore, modello, forma, guida, forza, sostegno della nostra carità! Tu Figlio del Padre, rivelatore dell’amore del Padre per l’uomo! Tu che soffi su di noi lo Spirito d’amore, il quale ci conduce verso la pienezza della verità nella carità.

E Padre Turoldo:"L’amore è comandamento antico già il punto più importante dell’Antico Testamento e presente in vari strati dell’umanità. Ciò che è specifico del cristianesimo è il modo con cui viene proposto il comandamento dell’amore, che perciò viene detto "nuovo" e "unico". Così Cristo dice: "Amatevi come io vi ho amato". Ed è in questo come che sta la diversità assoluta del cristianesimo

 

Con Maria

 

Con Maria viventi in Cristo. I documenti che guidano al Grande Giubileo fanno riferimento ad una via mariana per viverlo. Il Papa indica in Maria "la Stella che guida con sicurezza i passi incontro al Signore". Ancora afferma che "la gioia giubilare non sarebbe completa se lo sguardo non si portasse a Colei che nell'obbedienza piena al Padre ha generato per noi nella carne il Figlio di Dio…. che ha vissuto pienamente la sua maternità portandola a coronamento sul Calvario ai piedi della Croce. Per dono mirabile di Cristo poi, qui Ella è diventata Madre della Chiesa, indicando a tutti la via che conduce al Figlio.

Dischiudendoci la sua esperienza di vita, Maria è guida che apre al mistero del Dio di Gesù Cristo, che introduce al mistero della Chiesa che si esprime come le molte membra che formano l'unico corpo del Dio fatto uomo, che pone di fronte al mistero dell'interiorità della persona davanti a Gesù Cristo.

Il collegamento tra la nascita del Verbo Incarnato e la comunità cristiana di oggi è indicato nel legame tra l'Annunciazione e la Pentecoste come lo mette in evidenza il Papa: "Nell'economia della grazia, attuata sotto l'azione dello Spirito Santo, c'è una singolare corrispondenza tra il momento della Incarnazione del Verbo e quello della nascita della Chiesa. La persona che unisce questi due momenti è Maria: Maria a Nazareth e Maria nel Cenacolo di Gerusalemme. In entrambi i casi, la sua presenza discreta, ma essenziale, indica la via della nascita dello Spirito. Così colei che è presente nel mistero della nascita di Cristo come madre, diventa presente nel mistero della Chiesa".

 

 

Una Lampada Illumina

Il Giubileo

 

Nella semplice luce di una lampada tutta l’intensità sul Giubileo del  Duemila: la Chiesa di Bergamo si affida ad una simbologia immediata ma ricca di significato per comunicare agli uomini che, come scrive il vescovo monsignor Roberto Amadei nella lettera pastorale per l’anno 1999-2000, “Cristo sta al centro della storia personale e generale, dice la verità su Dio, su noi, sulla nostra vita, sulla storia”.

 

La Lampada  vuole rappresentare la verità di Dio che si fa carne per appartenere sino in fondo alla storia dell’uomo.

E’ realizzata in ferro, il metallo del “secolo tecnologico” che si chiude, e richiama vagamente l’effigie di un grattacielo, simbolo della casa del tipo più ricercato di casa, che l’umanità ha realizzato.

 

In questa dimensione domestica, che è in fondo quella in cui si cala la Parola nella vita quotidiana, appaiono però fessure, tagli profondi: guardando il cilindro sembra di ritrovarsi di fronte alle finestre dello stesso grattacielo, ma a uno sguardo più attento si comprende che quei segni richiamano anche le ferite di una civiltà lacerata; i drammi di una società che si porta sulle spalle il peso di tante tragedie che non possiamo dimenticare.

 

Il Giubileo, però, è speranza, e allora ecco che alla base dell’opera scaturisce la luce di tre fiammelle: è questa la sorgente di luce che inonda la vita quotidiana, che irrora del suo raggio anche la grande lama innestata nel cilindro: si svela  il mistero della Trinità che si radica profondamente nella vita umana. Esso illumina anche la figura di Cristo fatto uomo che, proprio come una lama, si incarna e si innesta nella storia dell’uomo portandovi la luce piena e compiuta della Trinità.

Sarà questa Lampada a guidare il cammino della Chiesa di Bergamo durante l’Anno santo: dalla Cattedrale, dove tutte le comunità sono invitate a convenire per vivere in comunione l’inizio del Giubileo, essa spanderà il suo messaggio, attraverso le chiese giubilari, a tutti i pellegrini che vi si accosteranno animati dal desiderio di una fede rinnovata, di riconciliazione e di pace.

E’ il cammino che, nei prossimi dodici mesi, attende ogni cristiano chiamato a vivere anzitutto nella propria comunità e nella vita quotidiana, prima che nei grandi pellegrinaggi, la gioia del tempo di grazia. 

 

 

 

Pellegrinaggio diocesano a Roma per il Grande Giubileo del 2000

28 Giugno/2 Luglio

 

BERGAMO/GUBBIO/ASSISI

1° giorno. In mattinata ritrovo dei partecipanti e con pullman G.T. riservato partenza per Gubbio, città tra le più caratteristiche dell'Umbria, piena di fascino per il suo intatto aspetto medioevale e i nobili monumenti.  Pranzo in ristorante e visita guidata della città.  Nel pomeriggio proseguimento per Assisi.  All'arrivo sistemazione in albergo per la cena ed il pernottamento.

 

ASSISI

2° giorno Trattamento di pensione completa.  In mattinata visita guidata della città che diede i natali a San Francesco, il più grande spirito della cristianità.  Nel pomeriggio escursione all'Eremo delle Carceri, luogo di ritiro di S. Francesco sulle pendici del Monte Subasio, e a San Damiano, intatto esemplare di convento francescano dove nel 1205 il Crocifisso parlò a San Francesco.

 

ASSISI/SPOLETO/TERNI/ROMA

3° giorno Dopo la prima colazione partenza per un'escursione guidata a Spello, cittadina dì antico aspetto, e Spoleto, pittoresca ed austera città, notevole centro artistico per monumenti romani, medioevale e del Rinascimento.  Pranzo in ristorante.  Nel pomeriggio proseguimento per Terni e Roma.  Sistemazione in albergo: cena e pernottamento.

 

ROMA

4° giorno Trattamento di pensione completa.  Intera giornata dedicata alle funzioni religiose legate al Giubileo.

 

ROMA/LA VERNA/BERGAMO

5° giorno Dopo la prima colazione partenza per il convento di La Verna, fondato da S. Francesco e meta di numerosi pellegrinaggi.  Pranzo in ristorante.  Nel pomeriggio proseguimento per il rientro con arrivo a Bergamo in serata.

 

QUOTA DI PARTECIPAZIONE

(minimo 50 partecipanti) Lit. 870.000

SUPPLEMENTO Camera singola Lit. 190.000

 

COMPRENDENTE

Viaggio in pullman come da programma - Sistemazione in albergo 3 stelle ad Assisi ed in istituto a Roma in camere a due letti con bagno o doccia - Trattamento di pensione completa dal pranzo del primo giorno al pranzo del quinto giorno - Visìte ed escursìoni, come da programma - Borsa Assistenza sanitaria e assicurazione bagaglio Ala Service.

 

NON COMPRENDENTE Bevande - Mance - Ingressi - Extra personali - Tutto quanto non specificato sotto la voce COMPRENDE.

 

 

 

La Parrocchia di Zogno in Internet

 

http//web.tiscalinet.it/parrocchiadizogno. E’ questo l'indirizzo nella rete telematica della parrocchia di Zogno, un sito in cui sono raccolti cenni storici, un percorso fotografico attraverso il museo parrocchiale, notizie sul Giubileo e iniziative a livello vicariale. La chiesa di S. Lorenzo martire è per il momento l'unica delle chiese giubilari bergamasche con un sito Internet. «E solo un modo per comunicare - spiega il parroco, don Lucio Carminati - per facilitare l'incontro con chi vuol vivere il Giubileo.  Per alcune iniziative siamo ancora in una fase di progettazione, per altre abbiamo già concordato alcune date.  In accordo con i vicariati delle Valli Brembana e Imagna abbiamo pensato per esempio a celebrazioni a tema.  Il 23 febbraio celebreremo il Giubileo per i catechisti, il 18 giugno per gli ammalati e gli anziani.  Alla fine di maggio ci sarà anche una giornata dedicata agli sportivi.  Le polisportive sono realtà presenti in tutti i nostri paesi e sarà possibile in quella giornata confrontarsi sugli obiettivi che appartengono sia agli oratori che alle associazioni sportive.  I paesi della valle sono anche meta per numerosi villeggianti, abbiamo quindi previsto due mattinate dedicate a loro, rispettivamente il 17 luglio e il 17 agosto».  Perdono e comunione sono gli aspetti che vengono valorizzati in modo particolare in questi momenti. «La solennità del Corpus Domini - continua don Lucio - sarà vissuta come giornata comunitaria, con una celebrazione vicariale. Si sta definendo anche il programma per la giornata del Perdono d'Assisi.  Una grande attenzione è rivolta poi al mondo della scuola e dei giovani.  Ci saranno momenti per le scuole materne, le elementari e le medie.  Una giornata sarà dedicata ai ragazzi che frequentano il grande plesso scolastico di Zogno.  Stiamo inoltre lavorando per prepararci a partecipare alla giornata mondiale dei giovani».  Sono molti i modi per vivere il pellegrinaggio alle chiese giubilari.  Ogni singola parrocchia potrà concordare un programma personalizzato per vivere questo momento.  Un possibile percorso prevede un primo momento penitenziale, presso il monastero delle monache Francescane.  Ad esso segue un percorso con processione verso la chiesa di S. Lorenzo in cui si celebra l'Eucarestia.  La giornata si può concludere con la visita al ricco Museo d'Arte Sacra (dove c'è la possibilità di essere accompagnati da una guida).  L'oratorio rimarrà a disposizione come spazio d'incontro e di comunione».

Per i momenti penitenziali, nella chiesa parrocchiale di Zogno è garantita durante tutto l'anno la presenza di un sacerdote al mattino e uno la sera, dalle 18 alle 20.  Questa disponibilità è offerta dai sacerdoti della zona, per permettere a chi lavora di accostarsi a questo sacramento.

Il Giubileo è un tempo in cui si pone maggior attenzione al prossimo.  Per questo è anche allo studio, come atto giubilare, la realizzazione di una Casa della Carità, un luogo che accolga e affronti le esigenze dei bisognosi. Non mancheranno gli appuntamenti culturali, alcuni concerti si sono già svolti nel mese di dicembre e gennaio in collaborazione con l’Amministrazione Comunale.  In cantiere ci sono anche molte altre iniziative, ancora da definire.

Da “La Nostra Domenica”

 

 

PERCHE’ L'INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE NELLA SCUOLA?

 

Entro la fine di gennaio, molti alunni e genitori saranno chiamati a rinnovare la scelta dell'insegnamento della religione a scuola.  La scelta riguarda in particolare gli alunni che si iscrivono al primo anno della elementare, della scuola media e delle superiori.

Sottoponiamo le seguenti considerazioni alla riflessione soprattutto dei genitori, degli adolescenti e dei giovani, perché scelgano quest'insegnamento come un aiuto prezioso e insostituibile per la costruzione della loro personalità.

 

E’ un dato di fatto che la dimensione religiosa è una componente fondamentale della civiltà e della storia dei popoli e ne ha permeato la cultura e il modo di concepire il mondo, la vita degli uomini e i rapporti tra di loro.  Nello sforzo di migliorare la loro esistenza e di produrre tecnologia e progresso, gli uomini hanno sempre fatto riferimento ad un orizzonte che va oltre i limiti umani e che può dare senso al lavoro, ai progetti e alle fatiche, alle gioie e ai dolori, alla vita e alla morte.

Questo "sentimento religioso" si è concretizzato in comportamento morali, in abitudini e tradizioni, in riti e celebrazioni, in espressioni artistiche e letterarie.

 

La cultura e la vita dei nostro paese, nel loro formarsi ed evolversi, sono state significativamente pervase dalla religione cattolica, dai suoi valori e dalla sua visione del mondo e della vita.  Pur nelle rapide trasformazioni della società nel nostro tempo e nel configurarsi di un contesto sempre più pluralistico ed interculturale, il riferimento al fatto religioso-cristiano resta fondamentale e indispensabile per la comprensione del patrimonio culturale della nostra civiltà.  La conoscenza e quindi la coscienza della propria identità sono condizione necessaria e ineliminabile per instaurare un dialogo serio e rispettoso con culture e religioni diverse.

 

L'insegnamento della religione nella scuola si occupa precisamente di questo: accosta i ragazzi alla dimensione religiosa dell'esistenza, li mette a contatto con le nostre radici storiche e con il patrimonio di valori e ideali vissuti e consegnati a noi dalle generazioni che ci hanno preceduto, li aiuta a conquistare una fiducia e una sicurezza interiori, che permettono loro di porsi in modo positivo e costruttivo all'interno della società attuale e futura.

 

Quest'insegnamento si presenta con alcune caratteristiche fondamentali:

-    è un servizio educativo offerto dallo Stato in collaborazione con la Chiesa per contribuire al pieno sviluppo della personalità degli alunni e alla loro crescita;

-    è un insegnamento che, collocandosi all'interno dell'istituzione scolastica, ne assume le finalità e le metodologie, utilizzando le esperienze tipiche della scuola, quali lo studio, la ricerca, la scoperta di significati ... ;

-    è una proposta rivolta a tutti gli alunni, credenti, non credenti, indifferente… e viene incontro ad esigenze di verità e di ricerca sul senso della vita e offre elementi per scelte consapevoli e responsabili di fronte al problema religioso;

-    è un insegnamento che si distingue dalla catechesi (esperienza questa specifica della comunità cristiana) in quanto non richiede alcuna adesione di fede e non è finalizzato a suscitarla;

-    per i genitori e gli studenti cristiani è un'occasione preziosa da non perdere, per approfondire il messaggio cristiano nel confronto critico con posizioni religiose e tradizioni culturali diverse.

 

In sintesi, nella sua specificità e con le sue caratteristiche intrinseche, l'insegnamento della religione dà un apporto unico e insostituibile al pieno sviluppo della personalità degli alunni, perché si inseriscano con consapevolezza e responsabilità nel tessuto della società.

Non accogliere la proposta di quest'insegnamento significherebbe privarsi della possibilità di comprendere a fondo gli elementi portanti della cultura che ci ha generati e che continua a sostenere il vivere sociale dei nostro tempo; significherebbe anche precludersi la possibilità di un armonico sviluppo della propria personalità, comprensivo delle sue esigenze più profonde.

 

 

Ufficio Catechistico Diocesano

 

 

 

LETTERA APERTA DEL VESCOVO

AI GENITORI E AGLI STUDENTI

 

Carissimi studenti e genitori,

all'inizio del nuovo anno, anno giubilare della Redenzione che si apre all'insegna della grazia e della speranza, desidero portare la vostra attenzione sul mondo della scuola, spazio privilegiato per la crescita e la formazione delle giovani generazioni.

 

L'istituzione scolastica sta attraversando una stagione di rilevanti cambiamenti. - l'introduzione dell'autonomia, il progetto di riordino dei cicli, la progressiva attuazione della parità sono destinati a modificare profondamente il modo di essere e di porsi della scuola nella società degli anni a venire.

E’ dovere di tutti e di ciascuno, ed in particolare di genitori e studenti a cui è destinato il servizio scolastico farsi carico delle trasformazioni in atto, perché siano indirizzate alla promozione della persona nella sua totalità.

 

Entro la fine del mese molti di voi saranno chiamati a rinnovare la scelta dell'insegnamento della religione, al momento dell'iscrizione al prossimo anno scolastico. E’ una scadenza che vi vede coinvolti in prima persona in una scelta significativa e responsabile.

Vi invito a riflettere sulla preziosa opportunità che l'insegnamento della religione a scuola offre per la formazione di personalità serene, equilibrate e aperte positivamente alla vita e al domani.

In una società dove sovente dominano l'incertezza, la paura e l'angoscia, che spingono i giovani a pericolose fughe dalla realtà, l'insegnamento della religione costituisce una proposta di solidi valori, di sicuri punti di riferimento per dare risposta ai molteplici interrogativi sul senso

dell'esistenza.

 

Non c'è offerta formativa che si possa definire completa se ignora la dimensione religiosa quale componente essenziale della storia individuale e collettiva degli uomini.

Vi esorto perciò a considerare la scelta di avvalersi di quest'insegnamento come positiva e costruttiva per una piena maturazione personale e sociale.

La consapevolezza dell'utilità di aderire a quest’insegnamento deve far superare la facile tentazione di una superficiale indifferenza e di una diminuzione di impegno.

 

Raccomando a voi genitori di dare ai vostri figli, fin dalla scuola materna ed elementare, la possibilità di seguire le attività della religione cattolica e di non lasciar mancare loro, nell'età dell'adolescenza e della giovinezza, l'appoggio e il sostegno necessari, perché imparino a fare scelte positive e responsabili anche nella vita scolastica.

 

A voi ragazzi e ragazze di terza media che il prossimo anno entrerete nelle scuole superiori e a voi giovani che già state compiendo questi studi, rivolgo l'accorato invito affinché rinnoviate con convinzione la scelta dell'insegnamento della religione.  Alla scelta fate seguire poi una partecipazione attiva, mantenendo un dialogo serio e costruttivo con il vostro insegnante di religione, per riflettere insieme sui grandi problemi della vita e sulla religione, in particolare quella cattolica, come chiave di lettura della storia e dei mondo.

 

Vi accompagnino il mio augurio e la mia preghiera per una serena e fruttuosa prosecuzione dell'anno scolastico.

 

Mons. Roberto Amadei

 

 

 

 

DOMENICA, 6 FEBBRAIO 2000

 

XXII GIORNATA PER LA VITA

 

Il Messaggio dei Vescovi

 

"CI E' STATO DATO UN FIGLIO"

 

1.  - All'inizio del terzo millennio della nostra storia, il Giubileo cristiano annunzia e celebra la dignità e la bellezza entrate nella vita umana da quando "ci è stato dato un Figlio" (Isaia 9,5), il quale si chiama Gesù.

Dio "lo ha dato per tutti noi" (Romani 8,32): coetaneo di ogni uomo e donna e contemporaneo di ogni generazione, è per tutti e per ciascuno il Salvatore che, mentre ci dona la vita divina, rende pienamente umana la nostra esistenza e fa sì che nulla in essa sia inutile o irrecuperabile.

Facendosi uomo, il Figlio di Dio "si è unito in certo modo ad ogni uomo" (Gaudium et spes 22).  Ha scelto di nascere come uno di noi, affinché ogni bimbo che viene al mondo porti, fin dal primo istante in cui è concepito, l'immagine di Lui, il primogenito di tutti (cf.  Romani 8,29).  A somiglianza di Lui e in unione con Lui, ogni figlio è un immenso dono? per gli sposi che, generandolo, vedono la fecondità del loro amore, per la famiglia e la Chiesa che, accogliendolo, crescono, per la società che lo attende per svilupparsi.

 

2.  - Una civiltà che ha paura del generare diventa meno umana; perde il senso di quella identità dell'essere figli che tutti ci accomuna e per la quale uomo è sinonimo di figlio.  Questa comune identità nativa si sublima nella rivelazione del Figlio che "ci è stato dato" e si apre in lui alla conoscenza e all'incontro di Colui che, per merito Suo, tutti abbiamo la grazia di chiamare "Padre nostro".

L'offuscarsi del valore di essere Genitori è declino della civiltà dell'amore: la caduta dell'amore che genera la vita dissolve anche l'amore che costruisce la democrazia e la pace.

 

3.  Non possiamo ignorare le difficoltà oggettive del contesto socio-economico, culturale e legislativo, che ostacolano o ritardano il formarsi delle famiglie e rendono problematico la procreazione.

Le pubbliche istituzioni hanno il dovere di considerare prioritari gli interventi da adottare per rimuovere tali difficoltà.

Un popolo civile come quello italiano non può rassegnarsi al triste primato della denatalità, conquistato impedendo o sopprimendo nuove vite; come, d'altra parte, non può né deve accettare che i figli vengano prodotti mediante la tecnica, quasi fossero dei beni di consumo, o che i vecchi infermi vengano eliminati. sia pure dolcemente, quasi fossero prodotti ormai scaduti.

 

Specialmente però occorre ravvivare la mentalità e la cultura dell'amore degli sposi, i quali, facendosi insieme dono della vita ai figli, rendono il loro stesso amore più vero, più sacro, più forte: cioè, più umano.

 

4.  Sulla soglia del nuovo millennio, i cristiani sono chiamati a testimoniare e annunciare, con convinzione e con Gioia, questa divina risorsa che Cristo vivo offre agli uomini e alle donne del nostro tempo: l'amore che dà la vita, offrendo la propria "a causa del Vangelo" (Marco 10,29) o suscitando quella dei figli, non per possederli ma per donarli a loro stessi.  Accompagnandoli, con affetto sapiente, i Genitori li aiutano a fare, anch'essi, della vita ricevuta in dono una risposta al progetto divino seminato nel loro cuore e alle attese della Chiesa e dell'umanità.  Perché tutti, genitori e figli, non siamo nessuno, se non diventiamo dono: "l'uomo, il quale sulla terra è la sola creatura che Dio ha voluto per se stessa, non può ritrovarsi pienamente se non attraverso il dono sincero di sé" (Gaudium et spes 24).

Mentre pregando. chiediamo al Ficlio "che ci è stato dato" di rendere efficace il nostro impe-no umano, vorremmo invitare, senza complessi né pretese, a prenderlo in considerazione quanti hanno a cuore il futuro della nostra civiltà.

 

 

Quaresima:

Quaranta giorni per convertirci a Dio

 

STRUTTURA DELLA QUARESIMA

·  Il tempo di Quaresima ha lo scopo di preparare la Pasqua mediante il ricordo del Battesimo e la penitenza.

·  Inizia il Mercoledì delle ceneri e termina il Giovedì santo con la Messa “in Cena Domini” esclusa.

·  Durata di quaranta giorni: il carattere originario fu riposto nella penitenza di tutta la comunità e dei singoli, protratta per quaranta giorni. Nella determinazione della durata ebbe grande peso il numero quaranta che ricorre nella Bibbia (i giorni che Gesù passò nel deserto; gli anni trascorsi da Israele nel deserto; i giorni che Mosè passò sul monte Sinai; ... )

 

COME NASCE NELLA STORIA IL TEMPO DELLA QUARESIMA

 

·  La celebrazione della Pasqua nei primi tre secoli della vita della Chiesa non aveva un periodo di preparazione. La comunità cristiana viveva così intensamente l’impegno cristiano fino alla testimonianza del martirio da non sentire la necessità di un periodo di tempo per rinnovare la conversione già avvenuta col Battesimo

·  Nel IV secolo, l’unica settimana di digiuno era quella che precedeva la Pasqua.

·  L’uso di iscrivere i peccatori alla penitenza pubblica quaranta giorni prima di Pasqua, determinò la formazione di una quadragesima (quaresima) che cadeva nella VI Domenica prima di Pasqua. Dal momento poi che la Domenica non si celebravano riti penitenziali, si fissò questo atto al Mercoledì precedente. Ogni Mercoledì era infatti giorno di digiuno. Così è nato il “Mercoledì delle ceneri”.

·  Sintetizzando: allo sviluppo della Quaresima ha contribuito prima di tutto la pratica del digiuno in preparazione alla Pasqua, poi la disciplina penitenziale, infine la preparazione dei catecumeni che saranno battezzati la notte di Pasqua.

 

LE LETTURE DELLA QUARESIMA

 

·  Si possono intravedere tre itinerari:

- una Quaresima battesimale    (anno A - 1996)

- una Quaresima cristocentrica (anno B - 1997)

- una Quaresima penitenziale  (anno C -  1998)

·  Il ciclo A (quello a più forte carattere battesimale) può essere seguito ogni anno secondo le esigenze pastorali di ogni singola comunità.

 

DIMENSIONE  BATTESIMALE

 

Cristo ci ha radicalmente trasformati, cioè convertiti, inserendoci nel suo Mistero pasquale con il Battesimo.

La Chiesa professa la sua fede in un solo Battesimo, per il perdono dei peccati.

La penitenza, in senso cristiano, è fondata sulla stessa realtà battesimale per il perdono dei peccati ed è poi ripresa e resa segno espressivo per quanti ricadono nel peccato, nel sacramento della Riconciliazione.

Questo tempo liturgico non solo prepara i catecumeni al Battesimo, ma è il tempo in cui la Chiesa e i singoli sono chiamati a vivere maggiormente questo sacramento mediante una più profonda conversione.

Battesimo e Penitenza sono così i misteri propri della Quaresima.

 

DIMENSIONE ECCLESIALE

 

La Quaresima è il tempo della grande convocazione di tutta la Chiesa perché si lasci purificare da Cristo suo sposo.

La penitenza ha sempre come effetto la riconciliazione non solo con Dio, ma anche coi fratelli, che a causa del peccato sempre hanno subito un danno.

La penitenza quaresimale non deve essere soltanto interna ed individuale, ma anche esterna e sociale.

 

LA SPIRITUALITÀ

 

La spiritualità della Quaresima è caratterizzata da un più attento e prolungato ascolto della Parola di Dio perché è questa Parola che illumina a conoscere i propri peccati. L’esame di coscienza cristiano non è un ripiegamento su se stessi, ma un aprirsi alla Parola della salvezza e un confronto col Vangelo.

 

LE OPERE DELLA PENITENZA

Le opere della penitenza quaresimale devono essere compiute nella consapevolezza del loro valore di segno sacramentale (cioè di segno efficace).

·  il digiuno: anche se limitato il Mercoledì delle ceneri e al Venerdì santo e l’astinenza dalle carni il venerdì, devono esprimere l’intimo rapporto che c’è tra questo segno e la conversione interiore. Sarebbe inutile astenersi dai cibi, se non ci si astenesse dal peccato. In questo modo il cristiano accetta la faticosa lotta al peccato con la mortificazione per allargare sempre di più all’iniziativa di Dio.

·  la preghiera: La Quaresima è tempo di più assidua e intensa preghiera, legata molto strettamente alla conversione, per lasciare sempre più spazio a Dio. La preghiera cristiana così intesa non può essere il tentativo di accaparrarsi Dio per averlo garante dei propri progetti, ma è disponibilità piena alla sua volontà. La preghiera va fatta anche comunitariamente per significare che tutta la Chiesa è comunità che prega e perciò penitente. Infine non va dimenticata la preghiera per ottenere la conversione dei peccatori.

·  la carità: La Quaresima è tempo di più forte impegno di carità verso i fratelli. Non c’è vera conversione a Dio senza conversione all’amore fraterno.

LA PASTORALE

·  è il momento per ripensare i nuclei fondamentali della vita cristiana: la conversione a Cristo e il Battesimo per cui siamo inseriti in Cristo.

·  è necessaria una valorizzazione piena della Quaresima liturgica da far celebrare mediante riti e preghiere. Si deve evitare che la Quaresima sia orientata a una Pasqua fatta solo di una confessione e di una comunione.

·  va eliminato tutto ciò che potrebbe distrarre l’attenzione dei fedeli: feste e iniziative non riconducibili allo spirito quaresimale.

·  in questo tempo hanno particolare importanza e rilievo le celebrazioni penitenziali, senza tralasciare il sacramento della Riconciliazione.

·  la pastorale della quaresima è impegnata per iniziative comunitarie che concretizzino nell’attuale contesto sociale le tipiche opere quaresimali. Deve operare perché i cristiani sappiano ritrovare il senso del digiuno cristiano. Vanno stimolate le iniziative per la raccolta di aiuti in favore dei fratelli più bisognosi.

·  la pastorale della Quaresima dovrà curare che le verifiche sulla conversione cristiana non avvengano solo a livello individuale, ma anche comunitario.

 

 

 

CATERINA CITTADINI:

UNA PORTA APERTA ALLA VITA

 

"Mentre si trovarono a Betlemme, giunse per Maria il tempo di partorire, ed essa diede alla luce un figlio" (Lc 2, 6-7)

Un luogo, una donna, un parto, un figlio...

immagini che si susseguono nel racconto della nascita di Gesù.  La sua incarnazione ci rivela il volto del Padre; la forza del suo Spirito che opera nella chiesa e nella storia ci aiuta ad accogliere la pienezza della misericordia divina.

Celebrare con giubilo i duemila anni di questo evento salvifico ci impegna, come credenti, a mettere in atto energie nuove per lasciarci penetrare da questo tempo di grazia e divenire testimoni credibili della presenza di Dio nella nostra vita.

In questo dinamismo che impegna tutti ad "allargare il proprio sguardo di fede sugli orizzonti dell'annuncio", anche la Congregazione delle Suore Orsoline di San Girolamo in Somasca sta mettendo in atto i processi di rinnovamento per essere profezia nel contesto sociale moderno, animate ed incoraggiate anche dall'imminente beatificazione di Caterina Cittadini, fondatrice dell'Istituto insieme alla sorella Giuditta.  Il 20 dicembre 1999 sua santità Giovanni Paolo Il ha ufficialmente riconosciuto la guarigione miracolosa di un bambino, Samuele Piovani.

La cornice in cui si inserisce questo evento ci riporta alle immagini di Betlemme: un luogo, una donna, un parto, un figlio, un avvenimento prodigioso dentro il semplice susseguirsi dei giomi...

.... Gerolanuova (Bs), dicembre 1990.  La signora Gabriella Mosconi, verso il quarto mese di gravidanza inizia a vivere una serie di tensioni legate alla gestazione: il feto è più piccolo della norma e la presenza del liquido amniotico scarsa.  Settimanalmente ripete l'ecografia e ogni volta il medico operatore le dice che il feto non è un bambino, ma qualcosa di deforme, che la gravidanza non può andare a termine e perciò le consiglia di interromperla.  Ma la donna, insieme al marito, si oppone a tale proposta e, sollecitata dalla sorella Suor Antonella, appartenente all'Istituto delle Suore Orsoline di Somasca, si affida all'intercessione della serva di Dio Caterina Cittadini, coinvolgendo laici e suore.  Dopo una novena di preghiera gli esami clinici rilevano un aumento del liquido amniotico e la mamma si sente incoraggiata a continuare a pregare con fiducia per portare felicemente a termine la sua gravidanza.

L'8 marzo 1991 viene alla luce il piccolo Samuele, ma dopo otto giorni subentra una grossa emorragia nella zona occipitale.  I medici non possono fare nulla data la vastità della zona lesa.  Per i genitori non rimane altro che la preghiera rivolta alla Madre fondatrice Caterina Cittadini per ottenere che egli sfugga alla morte.  Dopo tre mesi dalla nascita Samuele viene dimesso dall'ospedale nonostante i pronostici infausti e a casa i genitori constatano, ogni giorno sempre di più, inaspettati cambiamenti e inspiegabili miglioramenti.  Oggi si considera la guarigione di Samuele completa; il bambino frequenta la terza elementare con positivi risultati e manifesta felicità e tanta voglia di vivere.

... Una donna, un parto, un figlio, una vita!

 

Queste le parole e i segni che si proiettano nel tempo e si riflettono sullo schermo della storia di una semplice famiglia, ma che prendono luce e forma nel contesto di una famiglia più Grande, la chiesa, madre di tutti i credenti, in cui in questi giorni vi è inserita a pieno titolo una donna e una madre amante della vita: Caterina Cittadini. .... Una donna, una chiamata, una porta aperta alla vita...

Caterina Cittadini, nata a Bergamo il 28 settembre 1801, rimane orfana insieme alla sorella Giuditta; viene accolta al Conventino di Bergamo, dove si forma umanamente e cristianamente sotto la guida del Priore don Giuseppe Brena.  Dopo aver conseguito il diploma di maestra elementare, nel 1823 lascia il Conventino per trasferirsi con la sorella presso i cugini sacerdoti Giovanni e Antonio Cittadini a Calolzio, parrocchia della diocesi di Bergamo.

Nel 1824 Caterina è assunta come maestra nella scuola comunale femminile di Somasca, frazione di Vercurago, nei pressi di Calolzio.

Tanto lei che la sorella Giuditta desiderano entrare in una Congregazione religiosa, ma chiedendo consiglio a don Giuseppe Brena, loro direttore spirituale al Conventino di Bergamo, accolgono la volontà del Signore di fondare loro stesse una Congregazione a Somasca.

Dopo aver comprato uno stabile in questo luogo, con ulteriori modifiche, lo sistemano facendolo diventare sede di un educandato e in seguito dell'Istituto religioso delle Suore Orsoline.

Caterina si inserisce nella vita del piccolo paese, partecipando attivamente alla vita parrocchiale e spendendosi per le fanciulle più bisognose di attenzioni e di cure.

 

Questo peregrinare di Caterina e Giuditta Cittadini ci riporta al cuore del significato dell'Anno Santo che stiamo vivendo, ci ricorda la consapevolezza che ci deve animare in prima persona a compiere dentro di noi i primi passi della conversione, lasciandoci avvolgere dalla misericordia di Dio Padre per divenire a nostra volta misericordia, impegnandoci ad essere "il fermento e quasi l'anima della società umana, destinata a rinnovarsi in Cristo e a trasformarsi in famiglia di Dio".

Bergamo, Calolzio, Somasca, sono la sintesi di un doppio pellegrinaggio, concreto e spirituale insieme: dalla casa paterna al Conventino, dal Conventino alla casa dei cugini sacerdoti, da  Calolzio a Somasca; sono le tappe che segnano la sua vita e la portano a mettersi in cammino alla ricerca di una casa, di un luogo in cui abitare, di un ambiente ospitale e accogliente. I suoi passi sono tappe anche del suo cammino spirituale, alimentato da una graduale maturazione nella fede, fortificato dalla sofferenza, sostenuto dalla presenza di guide semplici e sagge.

Tutta la vita di Caterina Cittadini è scandita dalla ricerca di una "dimora", stabile, costruita sulla roccia di Cristo, sorretta dalla piena adesione alla sua missione salvifica che la spinge incessantemente a farsi "casa" lei stessa per i piccoli e i giovani in particolare.  Il suo pellegrinaggio l'accompagna fino a Somasca, dove la carità educativa sarà l'anima della sua famiglia religiosa e lo zelo apostolico, la preghiera, l'umiltà e la fiducia nella divina Provvidenza saranno le pareti portanti; Cristo Gesù sarà "la porta" di passaggio dell'istruire e dell'educare, del formare e del promuovere, del dare e del ricevere.  Ponendo in Lui ogni fiducia e speranza, Caterina diventa a sua volta la porta che si apre alla vita.  Tutto ciò che vive trova senso nella sua totale appartenenza, nulla tiene per se stessa, nulla risparmia, ma tutta si spende per la passione educativa verso le giovani generazioni.

Non è difficile, allora, capire perché sia proprio un bambino ad entrare nel suo cuore; da buona Madre accoglie le preghiere di due genitori che chiedono la sua intercessione per salvaguardare la vita del proprio figlio.

 

E' un segno grande di amore alla casa, alla famiglia, ai semplici, ma grandi eventi che si susseguono fra le pareti domestiche del quotidiano.

Caterina si spalanca con ferma decisione sulla scena del mondo contemporaneo per dire ancora oggi ad ogni uomo, ad ogni credente, di rispettare e amare la vita, soprattutto se piccola, fragile, indifesa; invita tutti a porsi al suo servizio e a lottare con ogni energia per il suo armonico sviluppo e la sua piena maturazione.

In questo anno giubilare caratterizzato dal perdono e dalla remissione del debito, Caterina ci insegna che il primo debito da rimettere è proprio quello della vita, del diritto di ogni persona a vivere un'esistenza serena e dignitosa, libera da ogni sfruttamento, da ogni compromesso.  Liberare la vita, per ogni Suora Orsolina di Somasca, significa realizzare con coerenza e competenza il proprio ruolo educativo: aprire la porta della propria missione a chi oggi è solo, povero, sfruttato non solo dai potenti della terra, ma anche dalla prepotenza dei mass media, dall'illusione di una discoteca, dalla paura del fallimento e dall'indifferenza...

Un luogo, una donna, un parto, un figlio... il prodigio di Betlemme continua ancora oggi ed ogni volta che si guarda a questo grande mistero dell'Incarnazione di Cristo, con la certezza di portare in noi un frammento della sua luce, cosi che "anche ciò che è nostro diventa suo e acquista una forza che risana" Queste sono le opere dei santi, questo significa credere nella loro intercessione; questo è il miracolo della vita che si spalanca sul mondo; questo è ciò che ci insegna Caterina Cittadini.

 

Suor Pierina Peroni

 

 

 

ORIGINE E STORIA DELLA “FRATERNITA’ FRANCESCANA DELLE SUORE DI CLAUSURA”

 

I Padri Francescani Riformati, presenti già dai primi inizi del secolo XVI a Romacolo nel Convento di S. Maria della Misericordia, caldeggiavano fervorosamente l’adesione al Terz’Ordine Secolare fondato da S. Francesco d’Assisi, detto anche Ordine dei Penitenti.

E’ quanto risulta pure da un atto inquisitorio datato martedì 4 aprile 1536 conservato presso l’Archivio della Curia di Bergamo.

Quei frati concedevano agli aderenti la possibilità di lucrare copiose indulgenze e assicuravano inoltre il privilegio di poter conseguire subito in morte la gloria del beato paradiso.

Una siffatta proposta esercitava un notevole fascino sulla povera gente che nella sua semplicità aderiva ben volentieri al Terz’Ordine Francescano Secolare, ordine che sopravvive tuttora in alcune nostre parrocchie.

Con questa premessa si spiega come nel 1650 tre pie sorelle di Endenna – Giovanna, Barbara e Cecilia della Chiesa – aderissero con entusiasmo, anche come chiamata del Signore, al Terz’Ordine Francescano, ma in maniera radicale, spogliandosi di ogni bene e ritirandosi a vivere in comunione in una piccola loro casetta a Romacolo dove potevano così porsi sotto la guida spirituale di quei frati detti “Zoccolanti” perché vestivano poveramente dedicandosi anche alla questua.

Soltanto verso il 1660 si aggregarono alle tre sorelle altre candidate: Maria Zambelli e Teresa Magoni di Endenna, due sorelle della famiglia Benaglio di Bergamo, Suor Virna Maria e Suor Paola Francesca, e Maria Gavazzi di San Pellegrino.

Sebbene fossero Terziarie Secolari, vestivano tuttavia un abito religioso da penitenti alla maniera delle pitocche per cui vennero chiamate “Pinzòchere”.

Vivevano infatti poveramente dedite alla preghiera e alla penitenza provvedendo a se stesse. Raccoglievano legna nei boschi, attendevano all’allevamento di una mucca per prodigarsi il latte, si prestavano per i servizi più vari e più umili e durante la stagione favorevole scendevano in pianura a mendicare un po’ di grano.

Acquistarono subito una generale simpatia presso la gente per cui poterono dedicarsi ben presto anche all’educazione delle fanciulle, missione che si impegnarono a svolgere ancora meglio dopo il loro trasferimento nel convento dei Serviti in Zogno avvenuto nel 1731 come si vedrà in seguito.

La fondazione di quella fraternità o congregazione francescana avvenne originariamente sotto il titolo di “S. Maria Immacolata” su imitazione della Beata Angelina dei Conti di Marsciano, fondatrice nel 1397 del Terz’Ordine Regolare Femminile delle Clarisse di Foligno.

Lo storico Donato Calvi, nelle sue “Effemeridi”, vol. III, pagina 33, al n° 3 – 1667 - afferma testualmente: “Nella terra d’Endenna posta nella Valle Brembana Inferiore, hoggi a gloria della Vergine nata 8 settembre (1667) si gettarno le fondamenta d’un sacro Collegio di Vergini terziarie, sotto la regola di S. Francesco rette e governate da Padri Riformati del Romacolo lasciato a tal fine una proprietà da due sorelle pur terziarie della famiglia Chiesa. Ex rel.f.d.”.

Il Calvi cita appena due sorelle che erano morte nello stesso anno della fondazione della congregazione, nella felice ricorrenza della solennità di Maria Bambina: Barbara, nata il 15 giugno 1592 e morta il 27 gennaio 1667, seguita a breve distanza dalla sorella Cecilia, nata il 13 aprile 1595 e morta il 15 giugno 1667. Mentre la terza sorella, la maggiore, Giovanna Maria, nata il 2 agosto 1585, scesa a Romacolo all’età superadulta di 65 anni, aveva già preceduto le altre due nella morte avvenuta il 25 maggio 1662, all’età di 72 anni e di 12 anni di religione, per cui il Calvi non l’ha potuta citare essendo defunta già da 5 anni.

Comunque nella circostanza della fondazione della congregazione avvenuta l’8 settembre 1667, le tre sorelle Giovanna Maria, Barbara e Cecilia della Chiesa, erano già defunte anche se si continuerà a ritenerle fondatrici della congregazione medesima. Risultano tuttavia sepolte nel cimitero del Convento di Romacolo, vale a dire nella chiesa di S. Maria della Misericordia. (cfr. registri della parrocchia di Endenna).

Nel 1680, a 13 anni dalla fondazione, le Suore terziarie si sentono già consolidate per cui sentono la necessità di cercare nuovo spazio con l’acquisto di una casa, come nuova residenza, sotto la giurisdizione della parrocchia di Grumello de’ Zanchi, la prima che si incontra tuttora all’imbocco dell’antica mulattiera che porta al centro di Grumello, appena oltre il ponte sulla Valàrsa o Valbruciata, sempre nelle immediate vicinanze del Romacolo.

Qui vi rimarranno sino al 2 febbraio 1731, giorno in cui si trasferiranno nel Convento dei Serviti di Zogno, abbandonato già dal 1756, e quindi acquistato dalle Procuratie di Venezia dall’Abate Furietti il 30 novembre 1681 e ceduto alle Suore terziarie il 5 gennaio 1731 con atto notarile Giacomo Amorlotti, zio della superiora delle terziarie, Viridiana, al prezzo di 600 scudi da 7 lire l’uno.

(continua)

don Giulio Gabanelli

 

 

L’ÀN

DEL DUMÉLA

 

Al vè la fì del mónt

per chi ghe crèt del bù,

però mè v’ès istìtech

a crèdega ai streù!

 

Ma pènse che per töcc

al vè la fì del mónt

se l’rìa ol nòs momènt

che mè serà zo i öcc!

 

Perché t’è de burlà

in fì söl bachetù

perchè mè‘ndà a lòs

o pör a la masù!

 

Se l’òm a l’è nassìt

zamò de quàch miliù

de àgn sö chèsta tèra

mè trà öna conclüsiù!

 

Ol Padreetèrno ai tép

a l’ìa creàt o l’òm

e dopo töt contét

a ll’ìa ciamàt per nòm!

 

Però, dopo poch tép,

gh’è stàcc negòt de fa,

perché l’s’è rendìt cönt

che l’òm l’ìa de refà!

 

L’è chèl che töcc m’à ést

quando gh’è stàcc Nedàl

che’l fiöl del Padreetèrno

l’è egnìt pròpe a refàl!

 

Dopo dü mèla àgn

mè pròpe decidìs

a giösta sö sto òm

che l’àbe de pentìs!

 

Perché l’pöl dàs che’l mont

l’àe de finì i so dé

e gliùra töcc insèm

meerà curìga dré!

 

Intàt ol Padreetèrno

al g’à’l so bèl de fa

a preparaga’l pòst

a chèi ch’è dré a rià!

 

                                    don Giulio G

 

 

PARAFRASI DELLA POESIA

“L’ÀN DEL DUMÉLA”

 

 

Si dice che sta per venire la fine del mondo almeno per quelli che ci credono davvero.

Bisogna tuttavia evitare di credere a tutti gli indovini, anche se per ciascuno di noi la fine del mondo sopraggiunge con l’ora della nostra morte.

L’uomo figura presente sulla faccia della terra già da oltre un milione di anni e continuerà a sopravvivere ancora per molti altri anni.

Dio ha creato l’uomo come un suo figlio chiamandolo per nome, ma in seguito alla caduta dei nostri progenitori si è reso conto che è da rifare, ciò che ha provveduto con l’incarnazione di suo Figlio Gesù Cristo.

Anche dopo duemila anni dalla nascita di Gesù Cristo, l’uomo deve ancora risolvere il problema della propria conversione che è chiamato a fare almeno nel Giubileo del 2000 per evitare il rischio di ritrovarsi al tribunale di Dio impreparato.

Il Signore comunque ha il suo bel compito, intanto, di preparare un posto a tutti noi che stiamo per sopraggiungere.

 

 

 

RESOCONTO

ECONOMICO

 

 

 

Totale Entrate

59.883.510

Totale Uscite

35.670.000

 

 

NOVEMBRE

 

 

 

Per affitto

1.000.000

Z.N.

50.000

Elemosine 25/30 ottobre

624.900

Elemosine 31-2 nov.

2.548.690

In M. Ceroni Santo

50.000

Elemosine 3-7 novembre

2.338.320

N.N

60.000

Funerale Sonzogni Rosa

1.000.000

Coetanei 1959

50.000

In Memoria N.N

5.000.000

Elemosine 8-14 nov.

1.325.100

In M. Donadoni Emilio

200.000

In Battesimo Lavagna

50.000

Elemosine 15-21 nov.

2.969.300

Rubis

50.000

Elemosine 22-28 nov.

1.664.500

Vendita Z.N.

233.000

In funerale Arlati

500.000

In funerale Polli

1.000.000

 

 

DICEMBRE

 

 

 

In Battesimo Cattaneo

200.000

N.N

100.000

A.N.G.E.T

150.000

Elemosine 29-5 dicembre

1.598.700

Per Candele Avvento

2.351.000

Z.N.

150.000

N.N

219.000

Z.N

100.000

N.N

1.000.000

Elemosine 6-8 dicembre

1.153.000

In M. Pozzi Carlo

100.000

N.N

200.000

In Matrimonio Nosari

500.000

Elemosine 9-12 dicembre

1.244.000

In M. Giancarlo

300.000

In M. Dolci

150.000

Magnifico

100.000

N.N

1.000.000

N.N.

100.000

N.N.

600.000

 

N.N

1.000.000

Elemosine 13-19 dicem.

1.528.000

Banca Popolare

250.000

N.N.

500.000

N.N.

300.000

Per San Vincenzo

250.000

Per Missioni

100.000

In M. Trepidi Angela

1.000.000

Brigenti

2.000.000

In funerale Pesenti Santo

400.000

Z.N.

50.000

Z.N.

35.000

N.N

1.000.000

In Battesimi

550.000

N.N.

60.000

Elemosine 20-26 dic.

3.228.000

Tecnolegno

300.000

N.N.

1.000.000

N.N.

100.000

Funerale Con. Bonfanti

500.000

Im M. Sonzogni Martino

100.000

In Memoria L.T.

1.000.000

Abbonamenti Z.N.

2.625.000

Pubblicità Z.N.

3.950.000

Per  affitto

1.000.000

Elemosine 27-31 dic

600.000

Coreo Fior di Monte

1.000.000

N.N

500.000

 

 

Per Ricovero

 

M.V.B.

912.000

M.I.T.I.

248.000

 

 

Per Museo S.L.

 

N.N.

35.000

N.N.

56.000

 

 

Per Chiesa del Carmine

 

Elemosine

1.827.000

 

 

Per N.S.S.C. (Rasga)

 

Elemosine nov-dic.

580.000

In Memoria G.G.

50.000

In M. Arlati Iole

70.000

N.N per restauri

150.000

N.N. (n.2)

100.000

Due orecchini d’oro

 

 

 

 

 

 

 

 

RESOCONTO

ECONOMICO 1999

DELLA PARROCCHIA

 

 

 

Totale Entrate

357.256.675

Totale Uscite

213.052.470

 

 

Sono entrate nel 1999

 

 

 

Offerte festive e feriali

112.098.360

Offerte dalle altre chiese

24.342.010

Offerte direttamente al parroco

65.485.700

Offerte per anniversari

39.830.000

Vendita e ricavo Zogno Notizie

26.333.550

Interessi ed entrate varie

89.167.037

 

 

Sono uscite nel 1999

 

 

 

Costi per il personale e culto

44.576.000

Zogno Notizie

28.483.000

Assicurazioni

11.487.000

Manutenzione Straordinaria chiesa e immobili

 

38.439.520

Manutenzioni altre chiese

21.977.000

Enel, Rscaldamento e acqua

16.814.000

Per contributi a missioni, seminario, beneficenza e curia

 

47.462.000

Tasse e varie

3.813.000

 

 

 

Grazie di cuore

a tutti coloro

che hanno

donato con generosità

 

 

ANAGRAFE PARROCCHIALE

 

Rinati in Cristo alla vita eterna

 

Martinelli Emilia, d’anni 22, il 28-10-1999

Sonzogni Rosa ved. Pesenti, d’anni 78, il 04-11-1999

Trepidi Angela ved. Nosari, d’anni 84, il 04-11-1999

Sonzogni Claudio, d’anni 73, il 13-11-1999

Maini Gianpaolo, d’anni 46, il 14-11-1999

Bonfanti Angela, d’anni 54, il 14-11-1999

Polli Vincenzo, d’anni 94, il 17-11-1999

Rigamonti Iolle Maria, d’anni 83, il 25-11-1999

Risi Angela, d’anni 84, il 01-12-1999

Pesenti Santo, d’anni 85, il 17-12-1999

Locatelli Teresa, d’anni 88, il 23-12-1999

 

Rinati in Cristo con il Battesimo

 

Cavagna Giada, di Marino e Sonzogni Norma battezzata il 21-11-1999

Cattaneo Mattia, di Marcello e Rubis Antonella battezzato il 05-12-1999

Castiglioni Brenna Matteo Giacomo, di Giuseppe e Tassis Giuliana battezzato il 26-12-1999

Scaini Luca, di Antonio e Ghisalberti Fiorenza battezzato il 26-12-1999

 

Uniti per sempre in Cristo

 

Bernardo Francesco con Nosari Anna Maria Angela il 11-12-1999

 

 

 

RISPOSTA A MAMMA ANGELA

 

Quante volte mi hai chiesto perché ricercavo e scrivevo il passato! Non ho mai saputo risponderti veramente!

Le mie storie, però, raccontate e spiegate in anteprima, ti riempivano gli occhi di stupore e di gioia.

Poi un giorno, poco tempo fa, le carte antiche mi hanno svelato la testimonianza toccante di un grande affetto. Ne sono rimasto stranamente turbato e ammutolito.

Solo ora, che non ci sei più, comprendo che un misterioso destino in questi anni mi ha guidato, inconsapevole, alla scoperta di questa testimonianza che ti racconto ancora una volta, per l’ultima volta: “è bastato un istante per perderti, non basterà tutta la vita per dimenticarti”.

Giuseppe

 

 

 

I settantacinquenni  in festa

 

Il 27 ottobre i settantacinquenni della comunità di Zogno hanno rinverdito la loro età, felici di avere come coetaneo don Ettore Vitali al quale hanno espresso la loro gioia con l’augurio “ad multos annos” nella comunità di Zogno.

La messa di don Ettore ha voluto essere un ringraziamento al Signore. Insieme hanno ricordato gli amici che sono tornati al Padre.

Un caloroso rinfresco nel bar dell’oratorio ha chiuso la festa.

 

 

Il Natale dei Bambini

 

Particolannente interessante è risultato il recital natalizio del quale si sono resi protagonisti domenica 19 dicembre gli alunni della Scuola Materna Privata Cavagnis.  Non si è trattato della solita recita di Natale. I bambini, sotto la sapiente guida delle loro educatrici, hanno inserito la Natività di nostro Signore in un discorso ben più ampio, seguendo un cammino di riconciliazione dei popoli con Dio, in vista dell'Anno Giubilare che è poi iniziato una settimana dopo.  Protagonista della recita San Giovanni chiamato da Dio ad un compito molto importante, quello di riavvicinare a Lui tutti i popoli della Terra, sparsi nel mondo dopo la distruzione della Torre di Babele.  Nel suo lungo cammino San Giovanni conosce popolazioni diverse per lingua, cultura, etnia, convincendosi comunque di una cosa: queste genti sono sì diverse per colore, pelle lingua, ma sostanzialmente sono tutte uguali, figlie dello stesso Dio.  E mentre si sposta da popolazione a popolazione il santo racconta la bellissima storia della nascita del figlio di Dio che all'Asilo Cavagnis di Zogno è stato fatto nascere in una tenda degli indiani pellerossa.  Motivo trainante della recita e dell'anno scolastico che i bambini stanno vivendo - l'uguaglianza tra i popoli e la gioia che anima i bambini, messaggeri di pace e di gioia come ha sottolineato anche il Santo Padre nel Giubileo dei bambini e dei ragazzi. I bambini dell'Asilo Cavagnis hanno saputo trasmettere con i loro canti e con le loro poesie questo sentimento al quale non si può e non si deve rinunciare, hanno dimostrato la strada che tutti quanti devono intraprendere per arrivare ad un mondo migliore, fatto di pace e di tolleranza.  Loro sanno già qual è il cammino giusto, l'hanno nel loro cuore.  Agli adulti adesso il compito di mettere in pratica l'importante insegnamento che questi piccoli educatori hanno trasmesso a chiare parole.

Stella al Merito

 

Domenica 6 giugno in occasione della celebrazione della 53° Festa della Repubblica Italiana, il Console d'Italia in Berna dott.  Silvestro Scimonelli, ha conferito l'onorificenza della «Stella al Merito del Lavoro» al consigliere Gioachino Fustinoni. Il signor Fustinoni, originario di Zogno, è stato così insignito dal Presidente della Repubblica, ancora Oscar Luigi Scalfaro, in virtù dell'esemplare rettitudine e della lunga e laboriosa opera prestata all'estero.

La decorazione concessa su proposta del Ministro per il Lavoro e per la Previdenza Sociale Treu, di concerto con il Ministro per gli Affari Esteri Dini, attribuisce automaticamente il titolo di «Maestro del Lavoro».

Al neo Maestro del Lavoro signor Gioachino Fustinoni congratulazioni vivissime!

 

 

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