Su

Consiglio Pastorale Vicariale

Verbale della seduta del 17 febbraio

 

Dopo un breve momento di preghiera si procede all’analisi dell’ordine del giorno , sono presenti i rappresentanti  delle seguenti parrocchie:  Brembilla,  Poscante,  Endenna,  Somendenna,  Ambria,  Grumello de Zanchi,  Zogno.

Il vicario Locale Don Lucio presenta in modo analitico e articolato,  la seconda tappa del “Pellegrinaggio  interiore” riprendendo il brano del Vangelo di Gv. 21 ,  dove  si evidenzia, come dopo l’ascolto della Parola, dovrebbero  giungere una serie di gesti concreti :il lancio delle reti in mare, il tuffo di Pietro, la fatica e la gioia di trascinare le reti a riva.  Al centro di tutto  sta la possibilità di riconoscere chi è la fonte sconosciuta della parola :”  E’ il  Signore !”  A questo ci richiama il Giubileo a riconoscere il signore solo passando dalle parole ai fatti, solo compiendo qualche gesto coraggioso e profetico che cambi il nostro modo  di agire partendo dall’ascolto  della parola di Dio. Dall' ascolto della sua parola la tradizione cristiana  parla di opere di penitenza, di ascesi, di digiuno. Il papa invita  a praticare la carità,  eliminando tutte le forme di sopraffazioni che portano al predominio sugli altri: esse sono peccato e ingiustizia. Chi è intento  ad accumulare tesori su questa terra  non si arricchisce dinanzi a Dio. Il pontefice richiama la necessità di creare una  cultura solidaristica e di cooperazione internazionale in cui specialmente i paesi ricchi e il settore privato volgano la loro attenzione ad un economia al servizio della persona. Non è accettabile che il povero Lazzaro sia costretto a nutrirsi di quanto cade della mensa del ricco (Lc 16, 19-31). L’estrema  povertà è causa di violenze, rancori e scandali che allontano da una cultura di giustizia e pace tra i popoli.

La nostra diocesi si è impegnata a raccogliere un miliardo per la riduzione del debito estero, in  modo particolare  per la Guinea  e lo Zambia. 

La Chiesa di Bergamo rivolge l’invito a ciascuna persona, famiglie e comunità affinchè si impegni in un  serio esame di coscienza e cerchi di purificare la memoria (cioè di scorgere  nel proprio passato quei momenti di peccato e di contro testimonianza che hanno impoverito anziché costruire la fraternità e testimonianza del Vangelo). Una seconda proposta, si tratta di dedicare alcuni giorni (una o due settimane) ad un’esperienza di condivisione, di spiritualità  e di servizio con i  fratelli più poveri o colpiti da particolari situazioni di sofferenza e disagio. Una terza iniziativa proposta dalla conferenza Episcopale è prevista una campagna di sensibilizzazione  e  una raccolta di fondi  per la riduzione del debito estero di alcuni  Paesi poveri. Il tempo ideale pere realizzazione di questa seconda tappa è la quaresima (anche se il tempo può essere dilatato a seconda delle esigenze e della significatività del gesto) .Dal punto di vista liturgico il gesto forte che caratterizza questa parte del cammino è la celebrazione del sacramento del perdono. Essa può essere celebrata nella Chiesa Parrocchiale o in una Chiesa Penitenziale.

Il consiglio pastorale vicariale  ha deciso che , durante la prima  domenica di quaresima  verrà presentata  l’iniziativa del debito estero, in tutte le parrocchie del vicariato secondo quanto proposto dalla diocesi.

Per quanto concerne, il bollettino interparrocchiale “Zogno Notizie” avrà una pubblicazione  mensile, chi desiderasse l’abbonamento è pregato di segnalare il proprio nominativo agli incaricarti. Il primo marzo alle ore 9,30 Consiglio  presbiteriale per definire le modalità operative e il calendario della visita pastorale del Vescovo. Il consiglio pastorale esauriti i punti all’ordine del giorno  chiude la seduta alle ore 22.

 

Il Segretario: Antonio Ghisalberti

 

 

Rinnovo del Consiglio Pastorale Parrocchiale

 

Verbale della seduta del

Consiglio Pastorale Parrocchiale

del 17 febbraio

 

Il consiglio pastorale parrocchiale si riunisce alle ore 22 del giorno 17 febbraio . Il parroco informa  che  prima dell'inizio della Quaresima , degli incaricati passeranno nelle famiglie della parrocchia per la distribuzione dell'opuscoletto  diocesano  "Missione e Carità" proposto come cammino di preghiera per la famiglia . Quindi, il consiglio ha discusso  circa le modalità per il rinnovo del Consiglio pastorale parrocchiale: riflettendo sulla sua composizione, su quali sono i compiti e la mentalità che  deve essere presente nei suoi consiglieri. Il parroco esprime il parere di ampliare l'attuale consiglio , in  modo che sia più rappresentativo di tutte le realtà pastorali,  con la presenza delle diverse fasce d'età (giovani e adulti) e paritetica per ambo i sessi.  Il rinnovo del Consiglio pastorale dovrebbe avvenire  mediante un'elezione da parte della comunità. Per quanto concerne i diversi gruppi  presenti sul territorio, l'elezione del rappresentante si svolge all'interno dell'associazione.  Diversi consiglieri  concordano sulla proposta  di don Lucio, pur non celando alcune difficoltà oggettive relative al grado di sensibilità e di corresponsabilità presenti nei fedeli zognesi.  Pertanto, si  è pensato di inviare  ad ogni singola famiglia il  materiale informativo sull' attività del Consiglio pastorale, con un apposito modulo, dove  le singole famiglie  indichino  i loro candidati . La seduta è tolta alle ore 23 .

 

Il Segretario: Antonio Ghisalberti

 

 

A seguito delle decisione prese nel Consiglio Pastorale è stato inviato nelle famiglie della Comunità Parrocchiale il materiale informativo e la scheda per esprimere i candidati che Don Lucio ha accompagnato con una lettera alle famiglie. Riportiamo tutto di seguito

 

Carissimi,

mi rivolgo a voi per chiedere la vostra collaborazione per un avvenimento importante che coinvolge la nostra Comunità Parrocchiale: il rinnovo del Consiglio Pastorale Parrocchiale.

Nei fogli allegati alla presente lettera trovate il materiale che illustra di che cosa si tratta: che cos’è il Consiglio Pastorale, cosa non è, i suoi compiti e la mentalità che deve ispirare i membri del Consiglio.

Come potrete rendervi conto leggendo, compito del Consiglio Parrocchiale è dare il proprio aiuto per promuovere l’attività e le iniziative pastorali della parrocchia;  deve cioè pensare e progettare un po’ tutta quella che è l’azione pastorale della parrocchia, sia per quanto riguarda le celebrazioni liturgiche, la formazione umana e cristiana dei ragazzi, dei giovani e adulti, sia la vita di fede che deve farsi carità e rendersi visibile nell’agire cristiano.

Con l’attuale Consiglio Parrocchiale si è pensato che il modo più appropriato per la formazione del nuovo Consiglio fosse quello dell’elezione da parte di tutti i fedeli della parrocchia.

Vi chiedo perciò la cortesia di collaborare indicando sull’apposita scheda nominativi di uomini, donne, giovani e signorine che, a vostro giudizio, ritenete opportuno facciano  parte di questo organismo e possano dare così la loro collaborazione al buon andamento della comunità parrocchiale.

Le persone da voi indicate e che avranno avuto il maggior numero di segnalazioni, saranno da me contattate per accertare la loro disponibilità a far parte del Consiglio Parrocchiale.

Certo della vostra disponibilità e collaborazione per continuare a costruire una comunità sempre più capace di parlare al cuore degli uomini di oggi e di essere di aiuto per farli incontrare con il Signore, vi ringrazio di cuore e vi ricordo nella preghiera.

Che il Signore ci benedica  e protegga tutti.

Don Lucio

CHE COSA E' IL CONSIGLIO PASTORALE ?

 

Il Consiglio Pastorale è un organismo ecclesiale di partecipazione per la promozione dell'attività pa­storale della parrocchia.

 

Esso comprende rappresentanti delle fondamentali categorie dei fedeli: sacerdoti, religiosi, laici ed ha nel parroco il suo necessario presidente.

 

Come organismo ecclesiale di Partecipazione il Consiglio Pastorale richiede che i componenti sia­no membri della chiesa locale, si impegnino nel loro servizio di consiglieri e siano ascoltati e ap­prezzati per la loro collaborazione anche se il loro parere ha solo un valore consultivo.

 

CHE COSA NON E' IL CONSIGLIO PASTORALE

 

1- Esso non è un organismo laicale cioè composto da soli laici.

Esso richiede la presenza di tutti i membri della Chiesa: sacerdoti, religiosi e laici sotto la presiden­za del Parroco.

 

2- Il Consiglio Parrocchiale non è un "organismo decisionale",

Perché nella Chiesa il ministero della decisione e della autorità appartiene solo al sacerdozio mini­steriale o gerarchico (Lumen Gentium).  Per questo il Codice di diritto canonico parla del Consiglio Parrocchiale come un organo consultivo, anche se si tratta di una consultazione particolarmente impegnativa, perché raccoglie il parere delle tre categorie dei fedeli: sacerdoti, religiosi e laici.

 

3- Il Consiglio Pastorale non è un l'organismo esecutivo".

Non tocca a questo organismo attuare le iniziative da esso studiate e proposte, non solo prima del­la decisione da parte dell'autorità competente - e questo è ovvio - ma anche dopo tale decisione.  La esecuzione di quanto proposto nel Consiglio Pastorale spetta rispettivamente ai fedeli compe­tenti cioè al sacerdote, al religiosi, ai laici impegnati ed ai fedeli tutti.

 

Le proposte del Consiglio Pastorale troveranno nei membri di esso non solo dei fervidi sostenitori ma anche dei realizzatori: questo però non in quanto sono membri del Consiglio, ma in quanto im­pegnati nell'attività pastorale.

 

4- Il Consiglio Pastorale non è un "organismo elettivo".

 

Infatti alcuni suoi membri sono già fissati dal diritto generale (si tratta del parroco come presiden­te).  Altri sono determinati in base all'ufficio da parte del diritto locale.  Ma anche i membri restanti non devono essere scelti necessariamente attraverso elezioni dei fedeli della parrocchia.

 

COMPITI DEL CONSIGLIO PASTORALE.

 

Il Codice di Diritto Canonico attribuisce al Consiglio Pastorale il compito di "dare il proprio aiuto per promuovere l'attività pastorale".  Quindi il Consiglio tratta dell'attività e delle iniziative pasto­rali parrocchiali.  Al riguardo si possono fare alcune osservazioni:

 

1 -- Il compito del Consiglio Parrocchiale è quello di trattare i problemi e le iniziative pastorali al fine di rendere più viva la partecipazione del fedeli e della comunità, nel rispetto, ovviamente, di tut­te le disposizioni pastorali superiori.

 

Specificatamente la competenza del Consiglio Pastorale si esplica nello studiare, progettare e ve­rificare le attività pastorali della parrocchia.

 

 

2-- l problemi e le iniziative pastorali da trattare in ciascuna seduta sono quelli contenuti nell'or­dine del giorno predisposto dal Parroco - Presidente, il quale però, per rispettare la struttura parte­cipativa dell'organismo, dovrà fare in modo da allargare gli argomenti proposti con il parere del Consiglio, ottenendo così una più vasta e concreta conoscenza della situazione e delle necessità della parrocchia.

 

 

3-- Non sono suo compito gli affari economici e i problemi amministrativi della parrocchia che so­no demandati al "Consiglio per gli affari economici.

 

In definitiva i compiti del Consiglio Parrocchiale sono i compiti della parrocchia: inserita di regola nella popolazione di un territorio, la parrocchia è la Comunità cristiana che ne assume la respon­sabilità.  Ha il dovere di portare l'annuncio della fede a coloro che vi risiedono e sono lontani da essa, e dove farsi carico di tutti i problemi umani che accompagnano la vita di un popolo, e per assicurare il contributo che la chiesa può e deve portare.

 

Papa Giovanni Paolo II° così sintetizza i compiti dei consiglieri nel Consiglio Pastorale Parrocchia­le: "Come membri del Consiglio Pastorale si deve agire più o meno come si fa a costruire una ca­sa. Per costruire una casa o una chiesa si devono mettere insieme più Consigli.  Come fare? Ecco si deve fare la stessa cosa anche nella parrocchia: il Consiglio Pastorale deve rispondere alle va­rie esigenze: come fare questa parrocchia? Come costruirla? Qui entrano in gioco le diverse espe­rienze: i sacerdoti hanno la loro esperienza, i laici, i muratori, gli ingegnieri, le mamme la loro esperienza ecc.  Con queste diverse esperienze, che sono umane e cristiane, si può comporre un insieme che si chiama comunità parrocchiale. Solo così è poi possibile andare avanti con la vita della parrocchia.

 

Si devono considerare i diversi problemi, affrontarli e risolverli, insieme è più facile".

 

LA MENTALITA'

DEI CONSIGLIERI PARROCCHIALI

 

I membri del Consiglio Parrocchiale dovrebbero avere una mentalità:

 

Che metta Cristo al centro: infatti il punto di riferimento obbligato, il centro, il Capo della Chiesa che è nel­la parrocchia è Cristo; è lui che la guida, che la fa vivere, che la salva;

 

Comunitaria: la salvezza è personale ma si realizza in una comunità.  Ora la comunità parroc­chiale è quella che è: chi nasce su quel territorio e viene ad abitarvi la trova, e riceve l'incarico di costruirla insieme con gli altri,  non ci si può estraniare, non si può fare da soli,

 

Missionaria: la salvezza non è rivolta solo a quelli di casa,  è data perchè sia estesa fino ai con­fini della terra; non si può rinchiudere solo nel proprio gruppo ma occorre aprirsi a tutta la comu­nità;

 

Di servizio: è la mentalità descritta dei servi inutili (Lc 17,7- 10), una mentalità umile, disponibi­le a dare a Dio e ai fratelli tempo, intelligenza, doti, impegno senza niente chiedere; si serve met­tendo a disposizione degli altri quel che si ha e quel che si è;

 

Di pazienza: la crescita del Regno di Dio è sempre lenta, la vita di Gesù fu caratterizzata da una pazienza ostinata per fare la volontà del padre e rispettare i tempi della crescita delle persone. La mentalità di chi deve operare nel Consiglio Parrocchiale, rifugge dal “Tutto e subito", dal suc­cesso che si esperimenta in tempi brevi, tutto questo è fumo, non costruisce in profondità, non realizza la comunione.  La legge della Chiesa è il dialogo, è il cammminare insieme;

 

Di corresponsabilità: evitando la facile delega al sacerdote e a qualcuno che fa tutto, ma assumendo impegni concreti in proporzione al proprio tempo e alle proprie possibilità;

 

Di cooperazione: non si è nel consiglio parrocchiale per rivendicare diritti o privilegi, ma per assumere i propri doveri che vengono dal sacramenti, della chiesa e per portarli a termine;

 

Di educazione e crescita permanente: l'educazione e la formazione non sono solo di una stagione della vita, ma sono un fatto permanente.  Finché si è sulla terra si è in vita, e quin­di si deve crescere, formarsi di continuo. 

 

BOZZA DI STATUTO DEL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE

 

Lo Statuto del Consiglio Pastorale  ne regola e chiarisce il funzionamento

 

I - NATURA

 

Art. 1 - 1. Nella Parrocchia di San Lorenzo Martire in Zogno è istituito il Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPaP).  Esso è retto dal presente Statuto, redatto in conformità alle norme diocesane, e approvato dall'Ordinario.

 

2.                Il CPAP é un organismo ecclesiale che ha il com­pito di promuovere le attività e le iniziative pastorali della Parrocchia, facendole oggetto di riflessione prepara­toria, di progettazione, di verifica.

 

Art. 2 - Il CPAP dura in carica 5 anni.

 

II - Composizione e membri

 

Art. 3-                   1. Il CPAP é composto di N....... membri, e cioé:

·      dal Parroco, come Presidente,

·      dai membri d’fficio, e precisamente:

§ Sacerdoti

§ Rappresentanti Suore,

§ da 1 rappresentante di ogni “Gruppo Parrocchiale”

§ da 1 membro dell'Azíone Cattolica,

§ da 1 rappresentante per ogni Commissione Vicariale,

§ da 1 rappresentante dell’ oratorio,

§ da 1 rappresentante dei catechistì,

·      da 20 membri eletti dai fedeli,

 

Art. 4 -   A membri del CPAP possono essere chiamati solo fedeli che sono in piena comunione con la Chiesa e che si distinguono per sicurezza di fede, per coerenza di vita cristia­na, per prudenza e capacità di collaborazione pastorale, e che abbiano compiuto i 18 anni.

 

Art. 5 - Tutti i membri sono nominati dal parroco, anche quel­li scelti per elezione.

 

III - FUNZIONI

 

Art. 6   Il CPAP è convocato dal Parroco in seduta ordinaria almeno 4 volte all'anno; in seduta straordinaria quando é richiesto dal Parroco o da un terzo dei membri.

 

Art. 7   Il Parroco avrà premura di ascoltare il CPAP sia per lo studio, progettazione e verifica della attività pasto­rale normale, sia per i problemi straordinari riguardanti la vita della Parrocchia.

 

Art. 8 -    Spetta al Parroco stabilire i temi di studio pastorale del CPAP.  Egli determina l'ordine del giorno delle riunioni tenendo presenti le proposte dei membri del Consiglio stes­so

 

Art. 9 -    Il parere espresso dal CPAP ha un valore consultivo.  Spetta al parroco prendere le decisioni, avvalendosi delle riflessioni delle proposte elaborate dal Consiglio.

 

Art.10 -   I membri del CPAP non possono delegare ad altri il loro voto.

 

Art.11 -   Le riunioni del CPAP non sono valide se non viene raggiunta la presenza di almeno 1/2 dei componenti.

 

Art.12 - 1.                 Nel suo compito di Presidente del Consiglio, il Parroco si avvale di un segretario da lui scelto e nomi­nato tra membri del consiglio.

 

  2.                Tocca al segretario curare, a nome del Presiden­te, i rapporti con i membri, stendere i verbali del Consi­glio, conservare il luogo adatto gli atti e i documenti.

 

IV - DECADIMENTO  DALL'INCARICO E CESSAZIONE DEL CPAP

 

Art.13 -   I membri del CPAP cessano dal loro incarico per dimis­sione accettata dal Parroco o per decadimento dall'ufficio, quando vi appartengono a questo titolo.  Subentra al loro posto, rispettivamente il primo dei non eletti, o chi su­bentra nello stesso Ufficio.

 

Art.14 - Dopo tre assenze ingiustifìcate un membro è consi­derato dimissionario, e cesserà dal suo incarico nel CPap dopo la decisione del Parroco.

 

 

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