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Mondo Missione

Centro Santa Maria a Rilima

 

Attualmente il centro ospita sessanta bambini, tra prima infanzia, orfani e portatori di handicap. Dal venti Febbraio al quattro Marzo sono stati effettuati i primi interventi chirurgici da una equipe belga, composta da un chirurgo, un anestesista, una ferrista, una infermiera e un fisioterapista tutti volontari, i quali hanno prestato la loro opera gratuitamente senza nessun compenso, interpretando nel migliore dei modi lo spirito del volontariato, felici di aver ridato fiducia e un sorriso ad alcuni bambini.

Per risparmiare spazio riassumiamo in breve le offerte e senza nominativi date da associazioni, amici e conoscenti pure di altri paesi e fuori provincia, Trento, Brescia, Milano e Lodi, le quali sono state utilizzate per l’acquisto di medicinali, materiale medicinale, alimenti per i bambini prima infanzia.

1 da 5.000.000

1    2.150.000

2    2.000.000

1    1.500.000

5    1.000.000

2       700.000

3       600.000

5       500.000

3       400.000

1       350.000

3       300.000

1       250.000

7       200.000

4       100.000

1         80.000

2         50.000

A nome delle persone che collaborano per il centro un grazie a tutti.

Rino

 

 

 

 

 

 

 

 

Rinati in Cristo

alla vita eterna

 

Pierina Salvi, d’anni 88, il 24/2/2000

Vincenzo Scotti, d’anni 80, il 27/2/2000

Gabriele Ferrari, di mesi 10, il 2/3/2000

 

 

Rinati in Cristo

con il Battesimo

 

Alessandro Benigni

di Pasquale e Zanchi Orietta

battezzato il 5/3/2000

 

 

 

La Madre

 

E il cuore quando d’un ultimo battito

Avrà fatto cadere il muro d’ombra,

Per condurmi, Madre, sino al Signore,

Come una volta mi darai la mano.

 

In ginocchio, decisa,

Sarai una statua davanti all’Eterno,

Come già ti vedeva

Quando eri ancora in vita.

 

Alzerai tremante le vecchie braccia,

Come quando spirasti

Dicendo: Mio Dio, eccomi.

 

E solo quando m’avrà perdonato,

Ti verrà desiderio di guardarmi.

 

Ricorderai d’avermi atteso tanto,

E avrai negli occhi un rapido sospiro.

 

G. Ungaretti  1930

 

 

 

Rendiconto economico

Febbraio 2000

 

Entrate febbraio

34.940.000

Offerta N.N.

10.000.000

Per Z.N.

50.000

Per vendita Z.N.

1.260.000

Tramite don Umberto

140.000

Per Z.N.

50.000

Offerta per Battesimi

200.000

Elemosine dal 31/1 al 6/2

2.021.000

Vendita Famiglia Cristiana

45.000

Per Missioni Diocesane

100.000

Per Z.N.

120.000

Per Z.N.

300.000

Elemosine dal 7 al 12

318.000

Per Giornata del Seminario

1.925.000

Tramite don Umberto

100.000

Per Z.N.

75.000

Offerta funerale N.N.

500.000

In M. Zambelli M. Teresa ved. Goggia

1.000.000

In M. Sonzogni Antonio

300.000

Offerta funerale Ghisalberti Maria

1.000.000

Offerta per Battesimi

250.000

Elemosine dal 14 al 20

1.773.000

Offerte per Giubileo Catechisti

3.217.000

Offerta per Museo S. Lorenzo

5.000.000

Offerta per Missioni Diocesane

1.000.000

Elemosine dal 21 al 27

1.360.000

In M. Bettinelli Carlo

100.000

Acconto affitto

1.000.000

Z.N.

200.000

N.S.S.C. (Chiesina Rasga)

 

Elemosine

623.000

 

 

Da Carubbo

 

Festa S. Famiglia di gennaio

335.000

Per Ricovero

 

MITI

124.000

MVB

454.000

 

 

GIUBILEO DEI CATECHISTI

 

Alla presenza di mons.Lino Belotti e dei sacerdoti dei Vicariati di BREMBILLA - ZOGNO, BRANZI - S. BRIGIDA - S. MARTINO O. G., SAN GIOVANNI BIANCO - SOTTOCHIESA, SELVINO - SERINA si è svolto mercoledì 23 Febbraio nella chiesa giubilare di Zogno " il Giubileo dei catechisti”.

A questo importante incontro hanno risposto oltre duecento catechisti che si sono ritrovati presso le suore di clausura per un momento penitenziale.

Il brano del Vangelo di Giovanni ha aiutato a riflettere sul messaggio che Gesù rivela agli Apostoli: "IO SONO LA VIA LA VERITA' LA VITA"; solo attraverso Lui giungiamo al Padre.

Si è passati a riflettere sulle parole del Programma Pastorale che il Vescovo ha dato alla Diocesi ricordando che oggi è dilagante a macchia d'olio l'ignoranza religiosa; occorre che ogni persona si impegni a conoscere Colui che attraverso la Parola e l'esempio ci aiuta a vivere i vari aspetti dell'esperienza cristiana.  Poi in processione verso la chiesa giubilare sono stati portati i seguenti simboli: la CROCE, che ha come significato il dono totale della vita; IL CERO, la fede in Gesù Risorto; l'EVANGELIARIO, la Parola che ci guida; l'ICONA DI GESU’, la sequela.  L'impegno giubilare dei catechisti si è concretizzato nell'offerta che ciascun catechista ha dato per comperare Bibbie per diversi paesi dell'est europeo. Durante la celebrazione Eucaristica mons. Lino Belotti ha ricordato ai catechisti che sono i primi collaboratori dei sacerdoti, specificando che all'annuncio della Parola non bastano solo le parole ma ha un peso notevole la testimonianza nella vita di ogni giorno.

A tutti i catechisti è stata consegnata un immaginetta a ricordo del loro giubileo con raffigurato Gesù e sul retro la seguente preghiera:

O Signore, con il Giubileo nel cuore aiutami a "far ardere il cuore" dei ragazzi che mi hai affidato.

Aiutami a far loro capire che il Cristianesimo non è una gabbia, ma la chiave per uscire da essa; che il Vangelo non è una ragnatela di "no", ma una straordinaria offerta di “si”, che il Vangelo non è una serie di riti lagnosi e di preghiere stantie, ma la risposta più alta a ciò che il cuore cerca.  

Carneval… Festival

Carnevale alla Casa di Riposo

   

Nel mese pazzerello di marzo abbiamo festeggiato il Carnevale, con colore e brio tra maschere ed allegria. E’ il periodo di gioia di grandi e piccini.

La tendenza al divertimento, o in ogni modo al rilassamento ed oblio dei propri problemi, è insita nel carattere umano; anche il carnevale è fondamentalmente un’occasione per riunirsi, cantare, raccontare storie piccanti e combinare, nei limiti del consentito, qualcosa di inconsueto.

E’ un far festa con sfilate pubbliche e bagordi, quasi a fare il “pieno” in un anno di lavoro e di sacrifici.

Il bello del carnevale è avere un costume e qualcosa in faccia per sentirsi liberi: la maschera. E’ come vedere il mondo da un buco della serratura, per sentirsi “fuori dal mondo”.

Nella dimensione corale di far festa, il carnevale è l’unico momento in cui si è tutti uguali.

Di festa, di allegria in un quasi “festival”, vogliamo ricordare, per irradiare la misteriosa festa della nostra vita, quanto è avvenuto nella nostra Casa di riposo.  

Sabato 4/3: con la musica e la simpatia di Bepi, abbiamo vissuto il primo momento del nostro carnevale di questo millennio. Qualcuno di noi ha tentato di travestirsi con semplicità e al ritmo di musica si è lanciato in balli.

La voce di Bepi era chiara e intonata al canto, ma il nostro maestro era un po’ impacciato nei movimenti dei suoi arti; infatti per muovere il braccio agevolmente doveva muovere contemporaneamente anche la gamba. Perché? Il costume che indossava era un po’ stretto e “corto”. Tutto come da copione per una festa che si rispetta.

Un piccolo spazio buffo, poi, si è riservato al monologo recitato in dialetto dalla maschera tipica bergamasca: òl GIOPI’.

La conclusione non poteva che essere tra un dolce e un bicchiere di …: gale, thé e bibite varie nel rispetto del tasso alcolico e glicemico.  

Dopo la santa Lucia del dicembre scorso, sono tornati Lunedì 6/3 i ragazzi di seconda e terza media dell’oratorio, capitanati dalla voce di don Paolo e diretti dalla tastiera di Susanna. Nessun travestimento, ma tanto canto e tanta dolce musica dei bei tempi, ma sempre attuale e nostalgica.

Si è cantato insieme su motivi e ricordi più svariati: dal canto della montagna al ricordo di un momento d’affetto e amore, da una leggenda di guerra a quella del vino, e così via.

Canto e musica ci hanno unito in allegria e tanta simpatia per più di un’ora senza che le nostre gole s’inaridissero.

Ricordiamo infine i simpatici “alpini” zognesi, che Domenica 26/3 hanno interrotto la nostra “austera” quaresima giubilare con musica, frittelle e ….. .

Un GRAZIE di cuore a tutti …….. alla prossima fatica.

Opera Pia Caritas

La firma dell’Otto per mille per la Chiesa Cattolica

 

 

Il prossimo 14 maggio in tutte le parrocchie italiane verrà celebrata la giornata nazionale di sensibilizzazione per la firma dell'OTTO PER MILLE a favore della Chiesa Cattolica.  E' una giornata nella quale si vuol aiutare a capire che una sufficiente autonomia economica della comunità ecclesiale a cui si appartiene è una condizione essenziale per permettere alla Chiesa di disporre delle risorse necessarie per far fronte alle esigenze della Diocesi, del sostentamento del clero, della costruzione dì nuove Chiese e di interventi caritativi.

Firmare per l'OTTO PER MILLE è un gesto completamente gratuito (non comporta nessun ulteriore costo) e possono firmare:

 

a)       i pensionati e i lavoratori che alla fine del mese di febbraio hanno ricevuto la certificazione CUD (ex modello 101 e ex modello 201) rivolgendosi al referente parrocchiale incaricato alla raccolta Sig.ra Calzavacca Lina, via Campelmé, 50  Tel. 0345-91.520 oppure presentandosi presso lo sportello del Patronato ACLI o dei CAAF ACLI più vicini o consegnando - nel mese di giugno - direttamente in banca o in posta la certificazione-,

 

b)      coloro che presenteranno la dichiarazione dei redditi con il mod. 730 o il mod.  UNICO.

 

La firma per l'OTTO PER MILLE deve essere il frutto di una scelta personale a favore della Chiesa Cattolica che può essere effettuata da tutti i contribuenti italiani.

E' un dovere di tutti i battezzati "sovvenire alle necessità della Chiesa" perché essa riconosce a tutti una vera uguaglianza nella dignità e chiede a ciascuno l'impegno della corresponsabilità da vivere in termini di solidarietà partecipando alla crescita della comunità ecclesiale.  Di fronte al dono della fede, ai sacramenti che celebra, alla parola di Dio che annuncia, alla fraternità a cui educa, all'esperienza di vita rinnovata che permette di gustare non si può non ricambiare con l'impegno della nostra persona e con l'apporto della nostra generosità aiutando così la Chiesa ad essere ancora oggi strumento di grazia e di vita.

 

 

 

Fratelli carissimi,

 

vi scriviamo per ringraziarvi a nome di quelle persone, di quelle famiglie, di quelle nazioni che anche quest'anno la Chiesa cattolica ha potuto aiutare con il contributo dell'Otto per mille.  Una miriade di interventi che è difficile riassumere in poche righe.  Li hanno resi possibili i fondi che ci avete affidato con la vostra firma, arrivati a chi è in prima linea per la causa del Vangelo.

 

I fondi ricevuti nel 1999 sono stati utilizzati così: 266 miliardi per la carità in Italia e nel Terzo Mondo; 444 per le esigenze del culto e della vita pastorale delle nostre diocesi e parrocchie, 148 per le Chiese da costruire e restaurare; 120 per la tutela del patrimonio artistico in Italia; 485 per il sostentamento dei nostri 38 mila sacerdoti.  Sono loro, infatti, ad essere vicini a chiunque chieda sostegno e conforto, operando ogni giorno insieme a tanti volontari nelle realtà più povere, rimediando alle disuguaglianze e restituendo coraggio.

 

Ad esempio, tra i giovani nei quartieri a rischio delle nostre città, nelle parrocchie, nelle case famiglia e nei centri di accoglienza per gli immigrati, nei paesi più poveri del mondo e nel Venezuela colpito dalle alluvioni. 

 

Una semplice firma, produce molti frutti.  Grazie per la speranza che avete ridato a molti.

 

I Vescovi Italiani

 

 

Origine e storia del Convento di Clausura delle Terziarie Francescane in Zogno

(Terza parte)

 

 

Il 24 maggio 1733, solennità della Pentecoste, le Suore radunate alla presenza del loro primo confessore, Sac. Orazio Marconi, votano all’unanimità, sono dieci professe, per la vita perfetta secondo il Vangelo. Il Sac. Orazio Marconi, da confessore e da parroco di Zogno (1748-1762) sarà un vero mecenate e un grande maestro di perfezione per le Terziarie. Il 15 agosto 1734, le Suore deliberano all’unanimità di osservare la clausura ed ottengono la piena approvazione del Vescovo Antonio Redetti. Diventano così “Suore di Clausura Vescovile”. Alla presente delibera segue altra del capitolo tenuto il 10 gennaio 1740 in cui viene decisa la clausura stretta riconfermata con decreto vescovile Mons. A.Redetti del 16 gennaio 1740. Il 27 agosto 1765 viene spedita a Papa Clemente XIII una petizione in cui risulta che già da tempo si recitava dalle Monache Terziarie l’Ufficio Divino secondo il calendario francescano. Nel “Libro delle Cariche”, conservato presso l’archivio del Convento, fin dal 30 dicembre 1732 risulta distribuita la carica di “Maestra dell’Accademia e della Scuola” per l’educazione delle fanciulle che sotto la vigile guida delle suore imparavano a leggere e a scrivere e a fare i conti e s’impratichivano nel cucito e nel ricamo oltre che nel disbrigo di tutte le mansioni di una brava donna di casa. Nel censimento del 15 giugno 1810, in occasione della soppressione napoleonica del Convento, ben cinque suore figurano con la qualifica e la carica di “Maestra dell’Accademia e della Scuola” con la presenza di venti alunne che pagano 20 lire milanesi per l’intera retta e 10 lire per la mezza retta.

Dal “Chronicon” del Convento risulta:

- Nel 1737 il Sac. Orazio Marconi, loro primo confessore, dona alle Terziarie un “Opus Miraguli”, orologio realizzato dai fratelli Gritti di Miragolo. Ma l’attuale pendola, tuttora funzionante, ben conservata sul ripiano intermedio delle scale d’accesso al piano superiore delle celle, è un “Opus Poscanti” firmato e datato “Bartholomeus Imberti – Fecit Anno 1802”.

- Il 21 aprile 1737 le suore votano all’unanimità di codificare l’uso praticato da sempre di far celebrare subito dopo la morte di ogni singola terziaria 50 messe di suffragio oltre i soliti riti funebri pei parenti stretti in caso di morte. Voti favorevoli 11, contrari nessuno.

- Il 19 gennaio 1738 sono ancora unanimi, voti favorevoli 11, contrari nessuno, nel decidere la costruzione dell’Accademia e della Scuola ricavando il tutto da una casa acquistata “dalli Podestà”.

- il 25 maggio 1738 decidono di tessere tela ”per li pedagni dell’està, e di non fare più Gaelotti; e li pedagni per l’inverno farli di stamina o mezzalana. Non fare più scosali turchini, cioè segnati. Sottomaniche per l’inverno e per l’està sia con li botoni”.

- Nel 1739 con il contributo di molti oblatori si commissiona l’Organo per il coro Sig. Giuseppe Serassi del Borgo S. Antonio in Bergamo al prezzo di lire 500. Anche se manomesso da restauri successivi, l’organo è stato riportato all’origine con uso scrupoloso ricupero operato dal signor Persico di Nembro e ricollocato nella sua sede originale, cioè sopra l’ingresso della porta principale con un decoroso paramento o cassa realizzata dal signor Angelo Fedi, il tutto tra il 1990-1991.

- Il I° agosto 1740 viene strappato l’affresco della Madonna dei Miracoli, tanto rinomata e incoronata, asportando una parte di muro su cui era dipinto per praticarvi una finestra. Ora l’affresco si trova incorporato in una parete della sacrestia ancora ben conservato e protetto da vetro, ma purtroppo sottratto alla devozione dei fedeli che per oltre trecento anni l’hanno fatto oggetto di grande venerazione. Un altro altare decorato a stucco venne eretto in sostituzione del precedente dedicato alla Vergine nella medesima Chiesa.

- Ancora don Orazio Marconi, il 2 dicembre 1742, dona alle Terziarie una ancona dell’Annunziata dipinta in Roma dal pittore Andrea Bessarione, sostituita poi dall’attuale pala di Vincenzo Angelo Orelli, firmata e datata 1785. Nel 1744, 7 settembre abbiamo il “Breve di S.S. Benedetto XIV” con cui                di conservareil.

- L’erezione della “Via Crucis” venne celebrata il 17 maggio 1747 dal Padre Guardiano di Romacolo, fra Gabriele da Palazzago.

- In seguito al decreto governativo del 1805 destinava alla soppressione anche il Convento delle Terziarie di Zogno. Ricevettero infatti l’ordine di sfratto intanto che i loro beni venivano incamerati dal fisco e mentre le chiavi dell’archivio erano già state sequestrate. Tuttavia con un contrordine del 30 settembre 1805, in considerazione del fatto che le suore risultavano addette all’educazione delle fanciulle, risparmiava “in extremis” la congregazione con i suoi beni. Purtroppo con un successivo decreto governativo del 1810 venivano inesorabilmente soppresse. Il 15 giugno infatti il sindaco di Zogno aveva ricevuto l’ordine governativo con l’istruzione a procedere al censimento delle suore e all’inventario dei beni del Convento. Eccone il risultato: Suor Maria Chiara Salvioni di Zogno; Sr. Anna Maria Salvi di Bergamo; Suor Maria Vaccis di Bergamo; Suor Maria Cecilia Carminati di Bergamo; Suor M. Annunziata Brignoli di Brescia; Suor M. Valentina Marinelli di Berbenno; Suor M. Maddalena Gualandris di Almeno, Vicaria; Suor M. Francesca Lazzaroni di Averara; Suor Anna M. Francesca Mariani di Caprino; Suor M. Santa Sartorio di Bergamo, Suor M. Crocifissa Milesi di Berbenno; Suor M. Rosa Fondrini di Valleve. In tutto dodici di cinque risultano maestre dell’Accademia e della Scuola con venti alunne. Tutte le suore hanno emesso il voto di castità e stanno rinchiuse in convento pur non avendo l’obbligo della clausura. L’inventario degli stabili ammonta a 3.075 franchi. Alle suore viene riconosciuta una piccola pensione e vengono dimesse dal convento l’11 ottobre 1810. Per rimanere riunite esse prendono in affitto qualche vano dell’ex Convento di Romacolo, pure soppresso precedentemente, nel 1798, dove continuano la loro vita di comunità.

Mons. Giulio Gabanelli

 

 

 

 

Pellegrinaggio diocesano a Roma in occasione della Beatificazione di Papa Giovanni XXIII

1/3 Settembre

 

BERGAMO/FIRENZE/ROMA

1° giorno In mattinata ritrovo dei partecipanti e con pullman G.T. riservato partenza, via autostrada, per Firenze. All'arrivo pranzo in ristorante e nel pomeriggio breve visita di questa ineguagliabile città ricca di tesori d'arte.  In serata arrivo a Roma, sistemazione in istituto: cena e pernottamento.

 

ROMA

2° giorno Dopo la prima colazione incontro con la guida e visita della città.  Si potranno ammirare: San Pietro, i Fori Imperiali, il Colosseo. Pranzo in ristorante e pomeriggio a disposizione. Cena e pernottamento.

 

ROMA/BERGAMO

3° giorno Dopo la prima colazione mattinata dedicata alle funzioni religiose legate al Giubileo. Pranzo in ristorante.  Nel pomeriggio partenza per il rientro con arrivo a Bergamo in serata.

 

QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE

(minimo 50 partecipanti)  Lit. 480.000 SUPPLEMENTO Camera singola  Lit. 65.000

 

COMPRENDENTE

Viaggio in pullman G.T. riservato - Sistemazione in istituto in camere a due letti con bagno o doccia - Trattamento di pensione completa dal pranzo del primo giorno al pranzo del terzo giorno - Visita con guida, come da programma - Assistenza sanitaria e assicurazione bagaglio Ala Service.

 

NON COMPRENDENTE

Bevande - Mance - Ingressi - Extra personali - Tutto quanto non menzionato sotto la voce "comprende".

 

Per iscrizioni e informazioni rivolgersi a don Lucio T. 0345-91083

Giochi pericolosi

 

 

E’ rimbalzata su tutti i giornali e telegiornali di questi giorni: “videopoker e solo videopoker nelle sue giornate. Ma i soldi per giocare al bar vicino di casa non bastano mai. E quando sua madre si è opposta all’ennesima richiesta di denaro C.G., un ragazzo di diciassette anni, ha tentato di strangolarla”. Scalpore? Meraviglia? E’ solo l’ultimo episodio eclatante di una lunga lista che si è molto allungata negli ultimi mesi. Uomini, padri di famiglia, operai e impiegati, adolescenti e giovani, attrattati da queste macchinette piene di illusioni, hanno bruciato soldi e rovinato rapporti umani e famigliari.

Il gioco al videopoker spesso diventa una dipendenza forte come può essere quella legata all’alcol o alla droga. Con fatica si riesce a stare lontano dal piccolo schermo colorato di carte da gioco. Non giocare significa cadere un po’ in crisi: si ricorre a tutti gli stratagemmi pur di poter giocare, pur di schiacciare quei tasti quasi miracolosi e pieni di emozioni. Anche perché, rispetto alle altre dipendenze, il gioco ha una particolare caratteristica: ti fa credere che ci sia sempre la possibilità comunque di rifarti, ti fa giocare con l’illusione che prima o dopo potrai recuperare tutti i soldi che ci butti dentro. Si continua a giocare, con ansia e frenesia, in attesa che esca la combinazione fortunata. Chi gioca è convinto, quindi, che le dieci o le cinquanta o addirittura le cento mila lire che la madre o la moglie gli sta negando siano proprio quelle che gli darebbero la possibilità di vincere, di pagare i suoi debiti, di recuperare tutte le sconfitte subite. E scoppiano allora liti e discussioni violente per ottenere i soldi da giocare.

La logica che sta dentro questi giochi (come tutti quelli che si basano principalmente sulla fortuna e sul caso) porta all’idea che basta ti vada bene una combinazione o una serie favorevole di numeri per risolvere gran parte dei tuoi problemi. Vivere, lo sappiamo, è scegliere e decidere, è faticare e costruire con pazienza e sudore, è attività dura e complicata: e allora cosa c’è di più facile e di più comodo se non un colpo della dea bendata che risolve (quasi) tutto e subito senza tante complicazioni? Cioè qualcuno che sistema le cose al tuo posto e che ti evita passaggi graduali e pazienti. Si capisce allora che una serie di giochi basati solo sulla fortuna possano diventare non solo distruttivi dal punto di vista economico, ma anche da quello educativo perché si invitano le giovani generazioni a battere e a inseguire strade fatte di facilità fasulle e per niente costruttive, sentieri privi di fatica e sacrifici.

Dentro le decisioni dello Stato e dei Comuni locali che hanno messo al bando alcuni tipi di macchinette e videogiochi ci possiamo leggere intenzioni più profonde al di là dei rischi “economici”: evitare la fretta della soluzione veloce, crescere pensando che basta un tocco di fortuna per vivere bene e meglio, riscoprire vie sincere per diventare grandi. C’è bisogno di recuperare la regola della fatica e dell’onestà, della solidarietà e della dignità, della pazienza e della gradualità. La posta in gioco qui è veramente alta e non la si può bruciare dentro un video di carte.

 

 

 

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