Origine e Storia del Convento 

di Clausura

delle Terziarie Francescane

in Zogno (4 parte)

 

 

Intanto che le suore si erano rifugiate, a causa della soppressione napoleonica del proprio convento, nell’altro convento dei Padri Francescani Riformati in Romacolo, pure soppresso, prendendolo in affitto per un trentennio dal Sig. Alessandro Viscardi che l’aveva acquistato dal Demanio, anche la Chiesa e il Convento di Zogno con tutti i beni immobili e gli arredi vengono posti all’asta. L’acquirente fu l’oste Procolo Pianetti che aveva il suo esercizio, l’osteria, nelle vicinanze del Convento. Le due campane antiche vennero calate dal campanile e finirono a Milano il 22 ottobre 1812: la maggiore fusa nel 1567 era di trenta pesi e la minore fusa nel 1621 era di sedici pesi. Subito dopo la caduta di Napoleone, il 17 maggio 1815, le suore, animate dal vivo desiderio di ritornare nel loro convento, lo presero in affitto dal Pianetti. Il 24 maggio 1816, la Chiesa venne riaperta al culto, dopo che il Comune di Zogno aveva tentato ripetutamente invano di rivendicare i suoi diritti antichi di patronato. Il 19 gennaio 1818, l’oste Procolo Pianetti vende il Monastero con Chiesa, sagrestia, campanile e sagrato al Sac. Canonico Conte Alessandro Greppi che cede poi il tutto alle suore a modico prezzo o, come risulta dall’elogio funebre della Superiora Suor M. Chiara Salvioni, morta il 10 marzo 1837, lo cede gratuitamente, ma con la clausola di poterne tornare in possesso in caso di soppressione governativa, ovvero di mancata autorizzazione alla ricostituzione del Monastero. Ma il 18 novembre 1818, con decreto di S.M. Imperiale Regia, si autorizza la ricostituzione del Monastero delle Terziarie di Zogno, per cui le suore possono rientrare nel proprio convento il 13 settembre 1819 con grande esultanza di tutta la popolazione preparata al solenne ritorno dal parroco Sac. Giovanni Craudi. Uscirono infatti le suore dal convento, in cui avevano già fatto ritorno, processionalmente, le Rev. Madri precedute dalle Educande, che recavano avanti il Crocifisso, e si avviarono alla Chiesa parrocchiale di S. Lorenzo, dove, avendo preso il posto a loro assegnato, furono ricevute dalle autorità ecclesiastiche e politiche: cioè dal Rev.mo Monsignor Vicario Capitolare Signor Marco Celio Passi Conte, Arciprete della Cattedrale di Bergamo, e dall’Imperial Regio Aggiunto Provinciale che avevano già preso posto sul presbiterio in un luogo eminente appositamente preparato. Fu cantata la S. Messa dal Rev. Prevosto locale, Don Giovanni Craudi, assistito dai sacri ministri, al termine della quale, Monsignor Vicario tenne un eloquente e patetico sermone, dimostrando alle suore il grande beneficio che avevano ricevuto da Dio e l’obbligo che avevano di corrispondere, oltre che a tutto il popolo, che affollava la Chiesa, a Dio, dei grandi vantaggi che potevano realizzarsi nel Novello Istituto con la grazia del Signore e con veri sentimenti di pietà e di religione. Poi, intonato dal Coro l’Inno Ambrosiano, le autorità si alzano accompagnate dall’Imperial Regio Commissario Distrettuale e suo Aggiunto, e dal Sig. Pretore e suo Cancelliere e si avviano alla Chiesa del Monastero, precedute dalle Madri Candidate e dalle Educande con al seguito un numeroso stuolo di Gendarmi attraversando processionalmente le principali vie del Comune al suono di tutte le campane e con lo sparo di mortaretti. Raggiungono così la Chiesa del Convento dove ciascuno prende il proprio posto. L’Imperial Regio Aggiunto Provinciale chiede loro se desiderano di riunirsi tutte in comunione, fa rimarcare la grazia particolare che Sua Maestà Imperiale accorda loro, e dopo averle esortate a conservare la pace e l’unione, ordina ai Segretari di stendere il processo verbale e il solenne strumento in cui viene dichiarato che in nome di Sua Maestà Imperiale e Reale il Monastero di S. Maria in Zogno è nuovamente costituito e ripristinato. Mons. Vicario poi, in quanto è di sua spettanza, impone a loro il velo sacro e ordina un certo regolare metodo di vita monastica facendo eleggere ipso stante a vove la nuova Superiora dalle Candidate che nominano la Suor Maria Chiara Salvioni e come Vicaria la Suor Maria Giovanna Vacis. Vengono quindi affidati a loro i documenti spirituali e intanto che la comitiva prende congedo, con canti di lode e ringraziamento, le suore vengono introdotte, passando dalla Chiesa, nel Monastero per la porta principale che viene chiusa. Con tale atto si dichiara formalmente stabilita la Clausura Vescovile e il ripristino del Monastero di S. Maria in data 13 settembre 1819. N° delle Madri presenti alla cerimonia dell’istituzione della clausura e del ripristino del Convento:

Suor Maria Chiara Salvioni, Superiora 

Suor Maria Giovanna Vacis, Vicaria

Suor Maria Valentina Marinelli

Suor Maria Anna Salvi

Suor Maria Crocefissa Locatelli

Suor Maria Luigia Balicco

Suor Maria Eletta Sormani

Suor Maria  Maddalena Milesi

Suor Maria Crocefissa Milesi, Coversa

Suor Maria Teresa Salvi, al secolo Antonia

Suor Maria Angela Ofredi, Conversa, al secolo Caterina.  

 

Queste due ultime erano Novizie, e per decreto speciale hanno ricevuto il sacro velo, e fatto, durante il ripristino del Monastero, la loro professione religiosa. Per dare maggior forma e consolidamento al Monastero, Monsignor Vicario ritenne necessario proporre i Sindaci e Curatori secolari per assistere le Madri in tutte le loro necessità. Vennero quindi scelti per gli affari in Bergamo il Sig. Giuseppe Maria Gavazzeni di Borgo S. Alessandro, e in Zogno i Signori Giuseppe Risi e il Sacerdote Don Martino Binda: ballottati ottennero pieni voti favorevoli col consenso e con decreto anche di Monsignor Vicario Capitolare. Tale fondazione del Monastero servì a invogliare altre adesioni come di due Monache professe di Bergamo, Suor Giacinta Viscardi e Suor Maria Caterina Ferrari, che vissero in perfetta armonia con le altre diffondendo lo spirito religioso che attrasse di seguito altre Novizie con edificazione dei fedeli e a gloria di Dio.

Mons. Giulio Gabanelli

 

 

 

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