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ARGOMENTI della PAGINA - CHIESA S. MAURO

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La Chiesa di S. Mauro Abate

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Acensium Faecunda Parens

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Luglio 1943 - 1961 : i bombardamenti e la nuova Chiesa

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Gli altari, il battistero, i quadri

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La Chiesa di San Mauro Abate 

     
      Non abbiamo notizie documentate sulla prima chiesa dedicata a San Mauro ad Acicastello, si può, tuttavia, supporre che il culto di questo Santo, visto che la cittadina, con le sue pertinenze, era stata data in feudo ai vescovi Benedettini di Catania nel 1092, risalga proprio al medioevo normanno.
    Siamo invece certi che Acicastello - allora semplicemente Aci - possedesse una chiesa in età bizantina; di questo edificio, infatti, l'erudito parroco di Acitrezza arciprete Salvatore De Maria, aveva recuperato delle colonnine di marmo “cipollino”, simili a quella che si può vedere presso la porta nord della nostra parrocchiale utilizzata come porta acquasantiera.
     Il parroco di Acitrezza, che era un raccoglitore di cimeli, fece donazione della sua collezione archeologica alla biblioteca Zelantea di Acireale, dove esiste, manoscritto, l'elenco dettagliato dei reperti e della loro provenienza. E’ del resto impensabile che una città cinta di mura non possedesse un luogo di culto; era stato, infatti, l'imperatore Costante II  a volere l'incastellamento, cioè la costruzione delle mura difensive, di tutte le città costiere del Tema di Calabria e di Sicilia, in seguito alle incursioni islamiche del 662/63 e alla perdita dell'Esarcato d'Africa. Aci divenne così "Castellum" nel significato bizantino di "città murata", nome che in vernacolo conserva tuttora.
    Dopo la dominazione araba, l'unica chiesa del paese fu certamente la cappella del castello ricostruito dai Normanni subito dopo la conquista; la chiesetta, ora ridotta a deposito, è in austero stile medievale con archi acuti impostati su tozzi pilastri in conci di basalto e conserva ancora un affresco nel quale è appena leggibile una Madonna in trono con bambino e due santi ai lati, secondo lo schema bizantineggiante della "Deesis" (la preghiera), mentre in passato il piccolo presbiterio ospitava un trittico rinascimentale con la Madonna delle Grazie.
     Per il silenzio assoluto della documentazione, dobbiamo fare un salto fino al XVI secolo per avere notizie della nostra chiesa. In quel secolo, funestato dalle scorrerie piratesche del Barbarossa, la nostra cittadina si era quasi spopolata e gli abitanti più coraggiosi che non si erano trasferiti sulle colline dovevano essere veramente poveri; la chiesa, come risulta dai documenti della visita pastorale di Mons. Faraone, era fatiscente, piccola e senza fonte battesimale !                                   

      La parrocchiale dedicata a San Mauro dovette, quindi, sorgere nella seconda metà del secolo, quando il pericolo turco era cessato, o al massimo, nei primi decenni del XVII secolo. Questa fu gravemente danneggiata dal terremoto del 1693 e restaurata dal vicario Tropea e dal vicario Paolo Romeo che, a conclusione dei lavori, nel 1718 fece erigere, "aelemosina civium", un grande portale.                  
     Nel 1767, con la costruzione del campanile, a spese del barone Cannizzaro, ha inizio un trentennio di ristrutturazione della chiesa sotto la supervisione del nuovo vicario Don Mauro Nicolosi; risalgono a questo periodo, infatti, i lavori di ampliamento del presbiterio e del transetto che venne allungato in direzione nord e sud fino ad eguagliare la lunghezza della navata, facendo così assumere all'edificio la forma di una croce greca. Il vicario non riuscì però nell'intento di edificare la cupola, non fidandosi della solidità delle pareti portanti, dovette accontentarsi di una ben più modesta calotta inserita nei prospetti interni del tamburo ottagonale e coperta a padiglione con tegole di cotto.

 (  Santo Castorina - Arte e fede nelle Chiese di Acicastello  -  Opuscolo fatto stampare dalla
    Congregazione "S. Mauro Abate"  nel gennaio del 1999 )

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ACENSIUM  FAECUNDA  PARENS

    La Chiesa, nei primi tempi della sua costruzione, non dovette essere molto addobbata, tanto che noi troviamo un quadro che doveva essere il principale adornamento, raffigurante S. Mauro benedicente, con la data del 1681 ed il fonte battesimale portante la data del 1684. Il terremoto del 1693 provocò il crollo quasi completo della chiesetta di S. Marina che non fu più edificata e danni molto gravi alla nuova chiesa di S. Mauro, che, proprio in quell'epoca, ultimava il suo adornamento. Provocò altresì il crollo delle mura attorno la città, della torre merlata secondaria del Castello e delle costruzioni interne di fattura normanna.
   Passato il terrore ed il panico di quell'infausto avvenimento, tutta la popolazione si diede gran da fare per la riparazione della chiesa madre, aiutata da Don Cristofaro Duca Massa e capitanata dal Vicario Don Paolo Romeo.
   Nel 1716 furono finiti i lavori di restauro della chiesa e fu eretto il bel campanile, che, sfuggito al tragico crollo del 21 luglio 1943, c'è dato ancora d'ammirare. Fu rifatta in pietra lavica la bellissima porta, di cui ancora sparsi qua e là sono visibili i bellissimi particolari e fu murata sotto la finestra, che era rimasta dalla prima fabbrica, la seguente epigrafe:

    Non passarono molti anni, che la chiesa di S. Mauro, pur così mirabilmente riparata, doveva apparire insufficiente, specialmente agli occhi di un altro grande Castellese, il Vicario Don Mauro Nicolosi, che nato nel 1755 e presi, in tempo di primato, gli ordini religiosi, non viveva che per la sua chiesa, di cui ben presto divenne Vicario e per Aci-Castello di cui sognava un avvenire fulgido e splendido, facendo riferimento al passato glorioso del Castello, di cui fu lo storico ed il cantore.
   Amava il paese e la sua chiesa ed il suo costante obiettivo era di farla più grande e più bella. Il sogno era affascinante, ma come realizzarlo?
   Con la decadenza del Castello anche la popolazione si era rarefatta ed immiserita. Tutto questo però non era d'ostacolo all'entusiasmo del giovane sacerdote, tanto che verso il 1790 lo vediamo partire per Roma. A fare che cosa? Certo ad invocare aiuti. Ma denaro non ne trovò. Al Vaticano furono larghi di consigli, di premure ma... in quanto a denaro era un'altra cosa. Allora vediamo il nostro presule girare Roma in lungo ed in largo. Entrò in tutte le chiese, visitò tutte le basiliche e fra le altre, quella che maggiormente attirò la sua attenzione fu la chiesa di S. Maria degli Angioli. Pensò che in quelle forme doveva essere ampliata la chiesa di S. Mauro. Ritornò ad Aci-Castello con lo schizzo abbozzato di una chiesa a forma di Croce greca e si mise in cerca di denaro e mezzi.
    Quello che non ottenne a Roma trovò ad Aci-Castello. La gente dava quel che poteva e chi non poteva dare denari, dava il proprio lavoro. Ed era commovente lo spettacolo al quale si assisteva ogni giorno di domenica, in cui le squadre di volenterosi Castellesi, fra cui non mancavano le donne, accomunate dalla fede e dall'ardore, lavoravano fino al tramonto, per portare avanti la fabbrica, per maggiormente onorare e glorificare il protettore S. Mauro. A capo delle squadre era sempre il giovane vicario e spesso lo si vedeva arrampicato per i ponti o ad impastare la calce ed il gesso, con la tunica sempre in disordine impillaccherata ed imbiancata dal gesso. Ma quando s'accorgeva che la calce o gli altri materiali facevano difetto, smetteva il lavoro manuale e si recava dai più facoltosi a chiedere denaro. Da uno di questi, un giorno ebbe un pezzo d'argento, del valore di 12 tarì e questa moneta fu e rimase base e castelletto di tutto il finanziamento della fabbrica, da quando quella moneta entrò nella cassetta delle elemosine, si racconta che il Vicario Nicolosi non fu più visto in giro a raccogliere fondi.
    I denari venivano da soli senza particolare sollecitazione ed il buon Vicario non fu mai costretto a scambiarla. Quella moneta fu detta  I dodici tarì della Provvidenza ”, si tramandò ai posteri e pare che ancora esista, come cimelio storico, in mano di privati cittadini.
    La Chiesa fu ultimata nell'anno 1797 e Don Mauro Nicolosi, la cui modestia fu pari alla sua grandezza, volle che il suo nome figurasse in nessun luogo, ma una marmorea lapide, posta nell'interno della chiesa, eternasse il miracolo della Provvidenza Divina. La lapide diceva:

    E sopra la porta principale all'esterno collocò un'altra lapide:

per significare come Aci-Castello fosse la madre di tutti gli Aci. Come da suo espresso desiderio, il suo nome non figurò in nessun posto ed il  5 agosto del 1834, quando morì, fu seppellito nella chiesa di S. Giuseppe, come un oscuro cittadino.

( Paolo Muscarà - Il Castello d'Aci nella leggenda e nella storia - 1956 )

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 Luglio 1943 :  I  bombardamenti  

Luglio 1961 :  La  nuova  Chiesa

  Non pare che dopo questi lavori ce ne siano stati altri di una certa consistenza nell'Ottocento; d'altronde, il periodo successivo all'Unità fu caratterizzato da continui avvicendamenti alla guida della parrocchia e da momenti di scarsa floridità economica. 
   I primi lavori importanti si svolsero nel 1907, quando si fece il nuovo pavimento a cemento della Chiesa; altri lavori sono indicati da mons. Zumbo nel 1919.   
(. . . . . .) Nel 1937, al posto del ripostiglio e della cappella della Sacra Famiglia, fu costruita una sagrestia più comoda della precedente (piccolissima); furono restaurati ed il campanile quasi cadente: il Comune diede 1.000 lire, la spesa complessiva fu di lire 18.500. L'inaugurazione avvenne per la festa di S. Mauro 1938. 
 Fu un lavoro che mostrò i suoi benefici solo per pochi anni, fino al 1943.
Aci Castello viveva allora i giorni più tragici della sua lunga storia; la Sicilia era presidiata dalle truppe amiche tedesche (i nostri soldati presidiavano invece altre zone fuori dalla nostra nazione): il 10 era proclamato lo stato di emergenza, a causa dello sbarco delle truppe nemiche inglesi che cominciavano la marcia di risalita lungo la nostra penisola precedute da pesanti bombardamenti navali ed aerei. Il 16 in paese ci furono le prime vittime (2 morti e 6 feriti). Il 18 era in programma una solenne festa religiosa per 1'ordinazione sacerdotale dei castellesi Giuseppe Belfiore, Francesco Cirone e Iginio Sagù ma, all'ultimo momento, per i bombardamenti, la cerimonia fu spostata nella Chiesa di S. Maria degli Ammalati ad Acireale fra enormi difficoltà per andare e tornare. Mai spostamento fu davvero salutare! Alle 12,30 le bombe colpirono proprio la Chiesa di S. Mauro, e chissà quale disastro avrebbero provocato se fosse stata piena di popolo per la cerimonia. Ci furono danni sensibili alla cupola.
    In paese intanto la gente abbandonava le case e viveva nelle grotte, nei rifugi, in campagna. Dopo 3 giorni, il 21 luglio, per la chiesa di S. Mauro fu la fine: alle 19,00 circa, quattro bombe la distrussero completamente, lasciando in piedi il solo campanile.     

    Passarono venti anni prima che la Chiesa potesse guidare nuovamente la vita religiosa castellese: furono anni ricchissimi di dibattito sui modi di allestimento della nuova costruzione. Su questo, infatti, non c'era alcun dubbio: la Chiesa doveva essere ricostruita!
    Alla fine venne fuori un progetto decisamente innovativo che fece e continua a far storcere il muso alla gente.  Ma, in fondo, pensò probabilmente padre Sinatra, serve un luogo di culto! e, bella o non bella, la Chiesa di S. Mauro riprese in pieno la sua funzione di Chiesa guida del paese.  


    Fu tirata su e il 21 luglio 1961, esattamente 18 anni dopo la distruzione, ci fu l'inaugurazione nel corso di festeggiamenti solenni la statua di S. Mauro fu riportata nella sua Chiesa. Da allora sono ormai passati 40 anni e l'opera, su quei richiami di moschea orientale che tante critiche le hanno procurato (e le procurano) ha continuato a vivere. C'è pero chi vede in essa davvero un'opera d'avanguardia, perché sembra mescolare vari culti al punto da proporsi come interprete dell'Ecumenismo che si spera proliferi in questo nuovo millennio.


( Enrico Blanco - Chiesa e vita nella terra e nel territorio del Castello di Aci - 1999 )

Clicca per vedere :   


        

 

  Interno della nuova Chiesa di S. Mauro.

L'altare maggiore Le colonne

GLI  ALTARI  LATERALI  ED  IL  BATTISTERO  -  Cliccare sulle immagini per vederle ingrandite

Battistero.JPG (140983 byte)

Crocifisso.JPG (218431 byte)

S.Antonio.JPG (170247 byte)

S.Mauro taumaturgo.JPG (149932 byte) Madonna.JPG (190455 byte) Sacro cuore Gesù.JPG (305097 byte)

 I  QUADRI  

S.Mauro bened.JPG (59353 byte) Traslazione.JPG (231100 byte) EcceHomo.JPG (349458 byte) Madonna Purità.JPG (105843 byte)

 

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La Chiesa di S. Mauro Abate

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Luglio 1943 - 1961 : i bombardamenti e la nuova Chiesa

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Gli altari, il battistero, i quadri