SAN LORENZO

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SAN LORENZO

DIACONO E MARTIRE

CELESTE PATRONO

DI SCALA

Cenni biografici

San Lorenzo, celebre diacono della Chiesa di Roma, confermò con il martirio sotto Valeriano (10 agosto 258) il suo servizio di carità, quattro giorni dopo il martirio di papa Sino II. Secondo alcune notizie i suoi genitori furono i due santi coniugi martiri Orenzio e Pazienza. Come vuole una tradizione, già divulgata nel IV secolo, Lorenzo sostenne intrepido un atroce martirio sulla graticola, dopo aver distribuito i beni della comunità ai poveri, da lui ritenuti il vero tesoro della Chiesa.

Il suo corpo fu deposto nel campo del Verano sulla Tiburtina, dove Costantino fece edificare la basilica a Lui dedicata.

La sua memoria il 10 agosto è attestata dalla Depositio Martirum del 354.

Inoltre il suo nome è ricordato nel Canone Romano.

Il diaconato (servizio) è stato sempre un ufficio di primo piano nelle assemblee liturgiche. Il Concilio Vaticano II lo ha pienamente rivalutato facendone anche un ministero permanente e a se stante, con caratteristiche liturgiche e caritative tutte proprie.

 

Iconografia

Le raffigurazioni, dai primissimi secoli a tutt'oggi, presentano il Santo come un diacono dall'aspetto giovanile, con ampia tonsura e rivestito di dalmatica.

Attributi più frequenti sono la croce, il libro dei Salmi, la graticola (di forma e grandezza varie), i carboni ardenti e la borsa del tesoro distribuito ai poveri.

Lo accompagnano spesso i santi legati alla sua vita: Sisto II, il carceriere Ippolito, i diaconi Ciriaco e Stefano. Il mosaico della lunetta del V secolo nel mausoleo di Galla Placidia a Ravenna, presenta il Santo mentre procede verso la graticola, recando una croce astile.

Molti sono gli artisti che hanno raffigurato il Santo: Pasquale Cati (allievo di Michelangelo), L. Fontana e Vigilardi (sec. XIX), Donatello e i suoi allievi (sec. XV), Ghirlandaio (sec. XVI), Ambrogio Lorenzetti, Tiziano (sec. XVI), Luca Giordano (sec. XVII) e altri.

Anche il soffitto della cattedrale di Scala, dipinto (1748) dagli artisti Antonio Cacciapuoti (le tele) e Giovanni De Simone (gli ornati), riporta raffigurazioni del Santo. Nei riquadri, partendo dall’ingresso si può ammirare San Lorenzo che distribuisce ai poveri i tesori della Chiesa, al centro il martirio di San Lorenzo, verso l'altare San Lorenzo restituisce la vista a un cieco, nel transetto l'incontro di San Lorenzo col pontefice San Sisto condotto al martirio.

San Lorenzo celeste patrono di Scala

Scala deve le sue origini all'alma Madre Roma non solo per quanto riguarda la fede ma anche perché le consegnò il culto al grande Martire. Tutti i cittadini di Scala, anche residenti all'estero, nutrono una fervente e profonda devozione al Santo e si vantano della sua particolare e potente protezione.

 

Preghiera

X Glorioso nostro patrono San Lorenzo e nostro potente avvocato presso Dio, per i tanti doni di cui fosti arricchito, proteggi questa nostra città, i suoi abitanti e quanti, anche lontano, lavorano per il bene materiale e spirituale delle loro famiglie.

Ti preghiamo perché nella nostra città fioriscano tutte quelle virtù morali e civili, capaci di garantire a tutti, specialmente ai giovani, un avvenire migliore.

Assisti il Sommo Pontefice nella sua nobile missione di pastore universale; benedici i nostri vescovi, i sacerdoti e i laici impegnati nell'apostolato e particolarmente i diaconi, che, sul tuo esempio, lavorano al servizio di Cristo e dei poveri.

Assisti le donne, i bambini, gli anziani e gli ammalati.

Dona a tutti, con la divina grazia, lavoro e salute per una vita onesta e tranquilla.

R. Amen.

INNO A SAN LORENZO

I

Al Ciel si elevi il canto,
La dolce melodia;
Al Ciel la prece pia,
Per ottener mercé.

O nostro Protettore,
Per noi tu prega e forte,
Così del Ciel le porte
Ci schiuderà Gesù.

II

Sull’ali dell’amore
Contempla il gran Levita,
Che la terrestre vita
In Osca pia sortì.

O nostro Protettore,.....

III

Bilustre ancora, anela
Offrirsi al suo Signore,
E beve con fervore
Il sangue di Gesù.

O nostro Protettore,.....

IV

Fra tutti è fiordaliso
I nati coevi suoi,
Gioia, ch’allegra poi
I santi genitor.

O nostro Protettore,.....

V

Nel fior degli anni, ardito
A Roma volge i passi,
E qui beato fassi
Il servo del Signor.

O nostro Protettore,.....

VI

Alunno pria solerte,
Di poi maestro e duce,
Ovunque spande luce
Di carità e di fe’.

O nostro Protettore,.....

VII

Levita e Tesoriere
L’elesse il Santo Sisto
Giacché in lui di Cristo
Lo Spirito vi trovò.

O nostro Protettore,.....

VIII

Conforto e vitto porta
Agli egri e tra i prigioni,
Che Cristo negli agoni
Dovranno confessar.

O nostro Protettore,.....

IX

Non più si frena Cesare
A tanto rimirar,
Il santo mena all’are,
per trarlo nell’error.

O nostro Protettore,.....

X

Non fuvvi atleta in Roma
Al par di lui vessato
Più volte lacerato
Ma sempre vincitor.

O nostro Protettore,.....

XI

Al fine il Santo impavido
Sul crepitante foco
Stassi giulivo, e poco
Gli pare di soffrir.

O nostro Protettore,.....

XII

Ei con celeste vezzo,
In mezzo a quei tormenti,
Rivolge questi accenti
A truce imperator:

O nostro Protettore,.....

XIII

"Del corpo mio già cotto
Tu mangia pur, se vuoi,
Lo spirto mio non puoi
Privarlo di Gesù"

O nostro Protettore,.....

XIV

L’Eroe di Cristo è spento,
E ricco di splendore
In ciel trionfatore
Lassù Ei s’involò

O nostro Protettore,.....

XV

Ai suoi portenti attonito
Esulta il mondo tutto,
S’addita da per tutto
Gran santo Protettor

O nostro Protettore,....

 
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