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GIOVENALE
E LA SUA CITTA'
E' innegabile che ogni qualvolta viene pubblicato un libro "denuncia"
contro qualcuno o qualcosa, l'interesse generale per il soggetto in questione
cresce vertiginosamente; è capitato con il famoso libro di Raffaele
Costa "L'Italia degli sprechi", abbiamo un esempio lampante con "Via col
vento in Vaticano" e la lista potrebbe ancora allungarsi a piacere. Ma
il malcontento verso una determinata classe dirigente, o più semplicemente
contro il comportamento degli stessi contemporanei è un sentimento
molto vecchio, addirittura possiamo trovarne un esempio nell'antica civiltà
romana. Scritte sicuramente tra il 100 e il 135 d.C., le "Satire" di Giovenale
sono un classico esempio di denuncia e condanna contro un modo di vivere
e un'organizzazione sociale fatta di corruzione, abusi di ogni genere e
perversione. Non sappiamo molto su Giovenale, eccetto che visse tra il
55 e il 135 d.C.; sappiamo però che si accanì fortemente
contro i suoi concittadini romani che ai suoi occhi erano colpevoli delle
peggiori nefandezze possibili. L'autore non vive più nella Roma
dei progenitori, dove gli uomini lavoravano e faticavano per il bene della
comunità; ormai la città è irrimediabilmente corrotta
da una spregiudicata classe politica che nemmeno Tangentopoli s'immaginava.
Nelle satire, che sono sovente divertenti, ricche di umorismo nero e scritte
con grande proprietà di linguaggio, troviamo sotto accusa tante
persone, tra cui le donne romane, che vivono tessendo delitti contro i
mariti e circondate di amanti ricchi e spregiudicati; viene descritta l'impossibile
vita nella metropoli, ricca di assassini e delinquenti di ogni razza, pronti
a farti fuori per il più futile motivo. Inoltre ci racconta tutte
le malefatte che vengono organizzate contro poeti e scrittori, prima visti
con rispetto dalla cittadinanza, adesso trattati peggio dei cani randagi.
Roma è diventata una città che non teme più le ire
delle divinità, tutto è lasciato al caso e se prima si interpellavano
gli oracoli, adesso sono di moda le fattucchiere e le vecchie spudorate,
pronte ad avvelenare i parenti per arricchirsi. Si tratta quindi di un
libro critico ma altrettanto divertente, un piccolo capolavoro che viene
dal passato e che, ahimè, ci ricorda che la nostra storia è
scritta anche in queste pagine poco edificanti.
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