Pathway Journal - Index Cinema
Settembre/Ottobre 1999SommarioAnno 1  - Numero 6

 Cinema 
        Anna Magnani 
        Mamma Roma 
        Deep impact 
        Festen 
        Il grande Hitchcock 
        Hitchcock: Gli Uccelli 
        La congiura degli innocenti 
        L'uomo dalla maschera di ferro 
        Notorius, l'amante perduta 
        Salvate il soldato Ryan 
        Sequel & Remake 
        Il sesso a Venezia 
        Star Wars: Episode I 
        Il grande Toto' 

 Cultura e società 
        Accadde a settembre... 
        L'amore in carcere 
        Catechismo a scuola: si o no? 
        Chi sono i macellai? 
        Confessione di un mammone 
        Se questa e' giustizia... 
        I delitti di Jack 
        Il palio di Asti 
        Lettera di un bambino abortito 
        La perfezione dell'anima... 
        Roswell, dov'e' la verita'? 
        Le Satire di Giovenale 
        Teatro: El Tannura 

 Libri e Fumetti 
         La vendetta nella letteratura 
         Dragonball: il manga 
         Maison Ikkoku alla ribalta 

 Musica 
         Labyrinth: Timeless crime 
         Marduk: Panzer Division Marduk 
         Meeting delle etichette indipendenti 

 Sport 
         L'Inter torna grande? 
         Atletica:  Siviglia '99 
         Mondo calcio 

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MAMMA ROMA 

All'inizio degli anni '60 un poeta si affaccia a Cinecitta': lo ha sempre interessato la borgata romana, e'convinto che la realta'drammatica del sottoproletariato non sia soltanto una piaga sociale da discutere in parlamento, ma che possa fornire un buon materiale di poesia; una poesia che non disdegna gli elementi astratti, gli accostamenti alla perfezione naturalistica dei maestri della pittura, ma anzi, sono proprio questi elementi a rendere ancor piu'compatto il discorso che vuole portare avanti. 
A un certo momento il poeta si rende conto che una accurata manipolazione delle immagini che scorrono sullo schermo rende quanto la parola scritta, se non di piu'. 
E'da questa riflessione che scaturisce l'accostamento di Pasolini al cinema. 
Il "discorso"comincia con Accattone nel 1961, e gia'si capisce che Cinecitta', nella lista dei fenomeni a cui ha spalancato le porte, aggiunge questo personalita'assolutamente singolare, questa pecora nera che non avrebbe perso il gusto della provocazione cosi'presto, se in quel 2 novembre 1975, un delitto il cui movente continua a rimanere un grosso punto interrogativo che campeggia negli archivi del tribunale non meno che nella mente degli italiani, non lo avesse trasferito nel mondo dei piu' (un mondo finalmente privo di pregiudizi sui gusti sessuali del singolo). 

La seconda provocazione e'Mamma Roma, che apre un sodalizio artistico con la Magnani durato ben poco, un solo film. Un vero peccato, a giudicare da come il regista bolognese era riuscito a valorizzarla, mostrando ancora una volta quanto il modello femminile italiano-nei suoi pregi e difetti-dovesse identificarsi nel volto-e nell'anima della grande attrice romana classe 1908. 

Figure di battone col cuore grande il cinema italiano ne aveva gia'descritte: basti pensare alla Masina de "Le notti di Cabiria", che nelle mani del marito Fellini tratteggia una figura dai risvolti socio-psicologici non indifferenti: ma la "Mamma Roma"proposta dalla Magnani e'tutta un'altra cosa. Ha quel tanto di femminilita', di spontaneita'che ogni momento sembra si voglia ribellare alle convenzioni registiche...diciamoci la verita', quel tanto di Magnani in piu'!!!. 

Mamma Roma non e'piu'una ragazzina: ha un figlio di sedici anni, ed e'giunto il momento di dire addio all'ambiente delle retate, per cercare-finalmente-di trovarsi un posto di tutto rispetto nella piccola borghesia. E'un sogno che perseguita da sempre, ma ora e'giunto il momento di svezzarsi dal pappone, di divenire una onesta lavoratrice che non ha piu'bisogno della protezione di quegli uomini laidi che caratterizzano gli ambienti piu'retro', ma anche l'anima pulsante della capitale. 
Mamma Roma ha pero'un handicap, che caratterizza tutto l'ambiente in preda alla sozzura frequentato dalla nascita: il desiderio di omologazione coi piccolo-borgesi, e la convinzione che da questo scaturisca la salvezza, in tutti i sensi. 

Ritrovera'il figlio sedicenne denutrito, rozzo, ignorante, con una compagnia di ribaldi dei quali ha assorbito ogni peggior difetto: il maggiore desiderio della madre e'farlo diventare qualcuno, strapparlo dalla feccia della societa'che da tempo ha imparato ad aborrire e catapultarlo in una realta'per lui tutta nuova. 

Il rapporto fra madre e figlio rappresenta l'elemento piu'interessante, nonche'il piu'commovente di tutto il film: in tutta la sua ingenuita'Mamma Roma e'convinta di far del bene al proprio figlio, ma in realta'lo sforzo che richiede al proprio figlio-integrarsi in una realta'che non gli e'congeniale in modo drastico-rappresentera'la causa primaria del fallimento. 

Ettore e'un ragazzo disincantato, a cui e'mancato l'affetto del padre e che ha sempre tenuto dentro di se'il risentimento di una madre troppo assente: e'un figlio della strada, che non ha mai nutrito riverenza nei confronti della madre. 
E quando scoprira'la vecchia professione della madre (che e'costretta a battere nuovamente, per soddisfare i bisogni economici dell'antico protettore), si trasformera'in avversione vera e propria, in desiderio di tradire tutte le sue aspettative. Cosi' abbandona il posto nella trattoria che la madre gli aveva assicurato con un raggiro, e riprende i vecchi furtarelli, classico passatempo da "burini". 
Finira'in carcere, e rinchiuso in un reparto neurologico, morira', di fronte allo sguardo assente dei compagni di cella. 

Ora Mamma Roma e'disperata: tenta il suicidio, ma la bloccano. E'la fine di un sogno, ma forse l'inizio di un'autocoscienza che sempre era stata piegata dalla restrizione mentale delle borgate. 

Degli elementi pittorici che tendono a completare il discorso pasoliniano ne ho gia'parlato. E'importante pero'citare quanto la descrizione della morte di Ettore ricordi il Cristo Morto del Mantegna 

Tanto si e'detto e tanto si dira'sull'universo pasoliniano. 
Noi diamo una traccia, e speriamo che il lettore si innamori di questo genio novecentesco, che ha, come tutti i piu'grandi autori, la rara capacita'di suggerire qualcosa di diverso ad ogni spettatore. 

Mamma Roma (1962) 
Scritto e diretto da:  Pier Paolo Pasolini 
Interpreti principali: Anna Magnani; Ettore Garofalo; Franco Citti 
 

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