Anna
Magnani
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Roma
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impact
Festen
Il
grande Hitchcock
Hitchcock:
Gli Uccelli
La
congiura degli innocenti
L'uomo
dalla maschera di ferro
Notorius,
l'amante perduta
Salvate
il soldato Ryan
Sequel
& Remake
Il
sesso a Venezia
Star
Wars: Episode I
Il
grande Toto'
Accadde
a settembre...
L'amore
in carcere
Catechismo
a scuola: si o no?
Chi
sono i macellai?
Confessione
di un mammone
Se
questa e' giustizia...
I
delitti di Jack
Il
palio di Asti
Lettera
di un bambino abortito
La
perfezione dell'anima...
Roswell,
dov'e' la verita'?
Le
Satire di Giovenale
Teatro:
El Tannura
La
vendetta nella letteratura
Dragonball:
il manga
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Ikkoku alla ribalta
Labyrinth:
Timeless crime
Marduk:
Panzer Division Marduk
Meeting
delle etichette indipendenti
L'Inter
torna grande?
Atletica:
Siviglia '99
Mondo
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L'UOMO
CHE SAPEVA TROPPO
Poco o niente
sappiamo dell'infanzia del grande Hitch. Sappiamo che nacque a Londra il
13 agosto 1899 da genitori cattolici (frequento'il St Ignatius College
dei gesuiti; il padre era un commerciante di pollame e importatore di frutta
e verdura; studio'presso l'istituto professionale tecniche e strumenti
di navigazione.
Come vedete, nulla che possa far presagire un suo futuro nel mondo
della celluloide. Eppure l'acostamento avvenne, in quel 1919: il suo primo
impiego fu disegnatore di didascalie per film muti presso lo studio cinematografico
"famous Players"di Londra.
La sua prima regia e'del 1925, "Il giardino del piacere", che anticipa
il suo primo successo di critica e di pubblico, "The lodger", una storia
in cui per la prima volta vengono presentate al pubblico alcune tematiche
a lui care, quali il sospetto, la minaccia e l'innocente perseguitato.
Stiamo parlando del periodo artistico piu'interessante: il periodo
inglese, che va dal '25 al '39, anno in cui il produttore Selznick lo chiamera'ad
Hollywood (e da allora non se ne stacchera'mai piu').
Questa breve carrellata non puo'certo fare onore a uno dei grandi maestri
del cinema di ogni tempo,
grande sperimentatore del mezzo, ma anche, e questo non tutti lo sanno,
uno dei primi ad aver capito che il film e'un prodotto commerciale, e come
tale va venduto al pubblico. Hitchcock capi'che per far accorrere la gente
in massa nelle sale non basta un buon soggetto e un buon sviluppo della
trama, bensi'ci vuole il "marchio", che garantisca fiducia al consumatore,
proprio come un normale prodotto commerciale. E chi poteva essere dunque
questo marchio se non lui???pensateci bene, Hitchcock e'uno dei pochi registi
di cui conosciamo non soltanto il volto, ma anche la personalita': forse
e'l'unico regista insieme a Fellini (escludendo gli attori/registi, naturalmente)a
godere di un privilegio del genere al cospetto del pubblico. Lo abbiamo
visto nella presentazione dei suoi gialli alla TV, ma non solo: pensate
che quando Psyco usci'nelle sale, conscio del fatto che il pubblico lo
conosceva ormai alla perfezione, si permise di porre un megafono all'ingresso
nelle sale, e gli spettatori, prima ancora di godersi la figura del pazzo
Bates, si potevano gia'entusiasmare sentendo la sua voce registrata che
dava delle dritte sulla pellicola!!!
Insomma, che dire, Berlusconi in confronto era un pivellino!!!
Una delle ragioni del successo de "L'uomo che sapeva troppo"risiede
sicuramente nella personalita'di Hitchcock, che gia'andava affermandosi,
come dicevo prima, come marchio inconfondibile.
Il film non e'tra i migliori del periodo ingelese (che anticipa il primo
periodo americano,
dal 1939 al 1947, e il secondo periodo americano, dal 1948 al 1975), ma
sicuramente quello che ha ricevuto maggiori entusiasmi da parte del pubblico
e della critica di allora (la critica moderna considera "Il club dei 39"il
capolavoro del primo periodo). Tanto che ne fu fatto un remake, nel 1956,
con James Stewart & Doris Day, quando gia'era un rifinito professionista,
padrone del crescendo narrativo del film.
Il film comincia con una vacanza a Saint-Moritz, dove due coniugi, insieme
alla figlia, stanno passando le vacanze in mezzo alla neve. Sono testimoni
involontari dell'omicidio di un uomo implicato in un caso di spionaggio.
Prima di esalare l'ultimo respiro, l'uomo afferma che nel pennello per
farsi la barba e'nascosto un biglietto molto importante. Cosa ci sara'scritto
di cosi'importante in questo biglietto??c'hanno capito veramente poco i
signori Lawrence (questo il nome dei coniugi), ma tanto basta per spingere
i delinquenti implicati nella faccenda a rapire la loro figlioletta, con
la minaccia di ucciderla se proveranno a far cenno alla polizia di qualcosa.
Tutta la pellicola e'percorsa dal sottile filo dell'humor britannico,
che sottolinea anche i momenti clou della vicenda.
C'e' un ottimo Lorre nel ruolo del capo delle spie (lo ricordiamo come
protagonista di M di Lang, in cui interpretava il mostro stupratore di
bambine), che riesce, grazie alla sua recitazione perfetta, a rendere molto
piu'intrigante la vicenda.
Non mancano comunque le pennellate di stile: la sequenza all'Albert
Hall su tutte, ma rimangono nella memoria anche la finta chiesa, che in
realta'e'la base delle spie, come la finta purificatrice che ipnotizza
l'amico di Lawrence. Da non trascurare infine i primissimi piani di Lorre,
davvero struggenti, che fanno meditare su quanto il linguaggio delle immagini
in bianco e nero non sia in secondo piano rispetto a quello delle immagini
a colori.
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