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INTERNET
LIBERO ?
Tiscalinet, Libero,
Clubnet. Ultimamente non c'e' che l'imbarazzo
della scelta fra
i provider che offrono accesso gratuito ad internet.
Sembra proprio un buon momento per lo sviluppo d'internet in Italia
e per i suoi utenti.
Perche' dico sembra?
Perche' questa nuova situazione non e' esente da alcuni aspetti alquanto
negativi, che ''saltano fuori'' soltanto esaminando la situazione piu'
approfonditamente e nel suo sviluppo.
Vediamo quindi di fare un breve excursus storico.
Tempo fa l'operatore telefonico sardo Tiscali stipulo' un accordo con
Telecom Italia, in cui si prevedeva un guadagno reciproco per ogni utente
Tiscali che ne chiamava uno Telecom, e viceversa.
Tiscali decise cosi' di utilizzare quest'accordo per creare un provider
internet (Tiscalinet) senza abbonamento,
il cui guadagno era costituito appunto da una percentuale sulle chiamate
effettuate dagli utenti per connettersi ad internet.
Il provider fu inizialmente attivo solo a Roma, a Milano e in Sardegna
e, dopo il riscontro positivo, arrivo' in tutte le piu' importanti citta'
italiane, e adesso anche nelle province.
Dopo il successo di Tiscali, anche Infostrada e Telecom decisero di
entrare in questo mercato, rispettivamente con Libero
e Clubnet.
Fin qua sembra
che vada tutto bene, l'utente puo' connettersi ad internet pagando solo
il costo della chiamata, senza pagare abbonamento al provider.
Pensandoci bene pero' la cosa migliore per gli utenti sarebbe stata
l'abolizione della TUT (la Tariffa Urbana a Tempo), per i numeri internet,
perlomeno per alcune ore al giorno, e continuare a pagare l'abbonamento
ai provider, in modo da poter utilizzare internet senza dover stare sempre
a guardare l'orologio.
Come negli USA (dove la TUT non esiste) il paese in assoluto dove internet
e' piu' sviluppato.
In questo modo le compagnie telefoniche si sono assicurate la TUT,
che secondo me e' uno degli ostacoli piu' grossi alla diffusione e al buon
utilizzo di internet in Italia.
Inoltre: cosa succede ai provider ''normali'', cioe' senza societa'
telefoniche alle spalle?
Niente, non possono fare concorrenza, possono solo soccombere, schiacciate
dalla supremazia delle grandi societa' telefoniche, che possono permettersi
grossi investimenti (anche a perdere) e accordi particolari con la Telecom.
L'Aiip (Associazione Italiana Internet
Provider) ha quindi attaccato la Telecom, chiedendo che sia data una percentuale
di guadagno anche ai normali provider, sulle telefonate effettuate ai loro
server.
Per far ''calmare le acque'' Telecom ha cosi' deciso di concedere ai
provider (al minuto) 14 lire nelle ore di punta e 8,5 nella fascia bassa.
Una concessione che io reputo comunque insoddisfacente, per due motivi.
Primo, questo beneficio non e' utilizzabile da tutti i provider, ma
e' riservato solo ai provider che in un anno gestiscono almeno 3 milioni
e mezzo di minuti di traffico.
Secondo, 8,5 lire al minuto (quelle della fascia piu' usata) non sono
neanche la meta' di quelle che sono state concordate con Tiscali e Infostrada.
Anche a queste condizioni, quindi, i provider non potranno fare concorrenza
ai colossi italiani della telefonia.
Io mi chiedo a questo punto: ''ma il governo dov'e'?''. Non dovrebbe
essere lui a interessarsi della questione e mettere delle leggi che regolamentino
con precisione la cifra' che la telecom deve concedere al minuto agli internet
provider?
E' a questo, infatti, che punta l'Aiip,
avere una regolamentazione delle tariffe valida per tutti i provider.
Sinceramente spero che questa regolamentazione venga effettuata prima
della definitiva chiusura di molti provider italiani (come sta accadendo
a Cyberworld, il provider che ospitava PJ - vedi editoriale).
Provider che spesso sono nati in piccole province, pagando altissime somme
alla telecom per l'acquisto delle bande nazionali ed internazionali e che
grazie al lavoro e alla fatica giornaliera, sono riusciti a creare un mercato
internet qua in italia.
Ricordando che se fosse stato per la telecom, l'accesso ad internet,
in tantissime province italiane, sarebbe arrivato soltanto l'anno scorso.
Dal punto di vista degli utenti si potrebbe obbiettare che in effetti
la situazione e'
migliorata, adesso per collegare il proprio computer ad internet non c'e'
piu' bisogno di pagare alcun abbonamento.
Questo potrebbe essere vero (anche se sempre ingiusto nei confronti
dei normali provider internet), se il servizio offerto dai nuovi provider
ad accesso gratuito fosse lo stesso di quello dei provider a pagamento.
Infatti i contratti di Libero, Tiscalinet
e Clubnet, nascondono delle sorpresine
non tanto belle, che a me personalmente hanno irritato parecchio. Consiglio
quindi a tutti di leggersi il contratto del provider che utilizzano.
La cosa che a me ha dato piu' fastidio e' che TUTTI questi provider
che forniscono l'accesso ad internet gratuito, obbligano l'utente a essere
schedato in un log, un archivio cioe', che contiene tutte le informazioni
sugli orari di collegamento dell'utente, nonche' di tutto cio' che egli
ha fatto e visto col suo account.
Per di piu' Infostrada, col suo Libero,
utilizza queste informazioni per mandare e-mail pubblicitaria mirata agli
utenti (i quali sono obbligati dal contratto a leggere almeno 4 di queste
e-mail al mese, pena la rottura del contratto). A me sembra una bella violazione
della mia privacy.
La giustificazione che danno questi provider e' che in caso venga commesso
qualche reato da un loro utente, l'Autorita' Giudiziaria e' facilitata
nel trovare il colpevole, basta che cerchi nel suo log per saperne ''vita,
morte e miracoli''. Sarebbe come, nella vita reale, avere una telecamera
sempre addosso, che registra SEMPRE TUTTO quello che facciamo, per poi
dare la registrazione all'Autorita' Giudiziaria in caso d'indagine. Certo
si risolverebbero moltissimi problemi di giustizia, ma sarebbe come essere
sempre guardati da qualcuno.
Voi sareste d’accordo a vivere cosi'?
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