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DIARIO
27 settembre ore 17:00
Ho deciso di tenere questo diario durante la mia permanenza quassu',
non voglio rischiare di scordare questi giorni, e poi...almeno mi tengo
occupata. E' ormai passato un mese da quando sono entrata qui per la prima
volta. Questa malattia mi inchioda in questo accogliente, carino, ma triste
e solitario buco! Comincero' a raccontare dall'inizio, ma non mi dilunghero'
troppo.
Ero in giro con degli amici, quando trovammo dei fiori cosi' belli
che non potemmo resistere dall'annusarli; o meglio, _io_ non potei resistere...Mi
avvicinai e tirai su quell'odore splendido, soave, ma letale! Appena mi
allontanai i polmoni mi si strinsero, rifiutando l'aria che cercavo di
immettervi; facevo una gran fatica, cercavo di respirare forte, piu' forte,
ma mi sentivo soffocare. Svenni. Mi raccontano che fui portata subino in
ospedale dai miei amici, e che solo grazie a una macchina speciale riuscii
a rinvenire. Per tirarmi fuori di li' dovettero chiamare il miglior medico
in circolazione, che si fece poratre nel posto dove avevo avuto la crisi,
raccolse e studio' quei fiori cosi' strani, e arrivo' alla conclusione
che questi mi avevano avvelenato. Adesso avrei potuto respirare solo l'aria
contaminata da quel polline. Vi immaginate? Da quel momento non sarei potuta
piu' andare in giro liberamente, all'aria aperta, finche' il dottore non
avesse trovato una cura. E ancora sto qui ad attendere. Per tirarmi fuori
dall'ospedale, mio padre mi costrui' una specie di monolocale sopra casa
mia, in modo da farmi stare a casa, ma con la "mia atmosfera". Ed e' un
mese che sto qui dentro, sola, potendo vedere i miei solo attraverso un
vetro, un odiosissimo vetro, e parlandogli con un interfono. Avete presente
i carcerati? Ecco! Piu' o meno sto come uno di loro! Uno innocente pero'!
I miei amici vengono a trovarmi spesso, anche se le visite si sono un po'
diradate col tempo. Che posso farci? Non possono mica sprecare tempo con
me! in fondo non sarebbe giusto. E poi, ognuno di loro ha una vita da portare
avanti...Sono io che non ne ho piu' una.
Mio padre e mia madre cercano di fare per me tutto quello che e' in
loro potere. Mi riempiono di libri, videogames, film, e tante altre cose,
ma a me mancano le passeggiate in bici, il mare, le corse per strada, e
soprattutto...i loro abbracci. Mi dicon tutti di non perdere le speranze,
ma avranno poi ragione? Nessuno ha idea di come tirarmi fuori da questo
guaio, e io lo so bene. Allora cosa dovrei sperare? In un miracolo! Solo
in quello! Chissa' che tenere questo diario non mi aiuti a schiarirmi le
idee. Anche se, che le idee mi si schiariscano o meno, e' qui che dovro'
stare per chissa' quanto tempo.
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