RAISSA:
L'UNICA FIRST LADY SOVIETICA...
Era il 21 Settembre
1999. Nell'ospedale tedesco di Muenster si spegne Raissa Maksimovna Titarenko
Gorbaciova, all'età di 67.
Di lei ci rimangono tanti ricordi, i suoi vestiti sempre impeccabili,
raffinati ed eleganti che erano mal visti dal popolo russo, tanto da essere
accusata dai suoi cittadini di eccessivo europeismo, il suo caldo sorriso,
la sua grandissima umanità. Raissa ci mancherà tantissimo,
ma non come a suo marito Mikail che dopo la sua morte e' rimasto ancora
due ore al suo capezzale, tenendole la mano fredda e singhiozzando rumorosamente,
quasi a mantenerla in vita.
E allora proprio per il grande amore che legava questi due importanti
personaggi della vita politica mondiale degli anni '80 e per la loro grande
umanità voglio qui fare un tributo a Lei Raissa, l'unica First Lady
sovietica.
Ammirata dagli occidentali, ma mal sopportata dai suoi connazionali
russi ai quali appariva snob e distante, Raissa è sicuramente la
più celebre donna russa di questo secolo che stà ormai volgendo
al termine.
A parte Caterina II, la grande imperatrice di Russia, nessun'altra
donna ha avuto la stessa notorietà mondiale. Questo perchè
dopo le impacciate, mal vestite ed eccessivamente rotonde mogli dei precedenti
premier russi, per la prima volta una donna sovietica appariva, bella,
arguta, elegante e disinvolta.
Ma qual'è stata la sua storia?
Raissa Maksimovna Titarenko era nata nel 1932 nel villaggio di Rubtsovsk,
nella Siberia orientale, a poca distanza dal poligono nucleare dove per
decenni si è assistito a tantissime morti provocate dalle radiazioni
sprigionate dal suolo. E chi sà se anche la sua morte non sià
da imputare a ciò. infatti molti medici russi hanno ipotizzato che
la sua leucemia abbia avuto origine in quelle radiazioni assorbite dalla
giovane Raissa.
La madre era contadina, e il padre lavorava nelle ferrovie. Negli anni
del terrore staliniano i suoi genitori furono denunciati come kulaki. Per
questo la famiglia Titarenko fu costretta a trasferirisi piu' volte. Nel
1949, negli Urali, Raissa, ricevette la medaglia d'oro per "gli eccellenti
risultati e la condotta esemplare", oltre al diritto di "iscriversi negli
istituti di istruzione superiore dell'Urss senza esami di ammissione".
Nel 1953 Raissa conobbe Mikhail Gorbaciov quando entrambi erano studenti
all'Università Lomonosov di Mosca, a una serata danzante nel convitto
universitario di Sokolniki.
Si sposarono poco dopo, dopo che Mikhail aveva lavorato d'estate come
trebbiatore per pagarsi il matrimonio, celebrato in autunno nell'ufficio
delle registrazioni anagrafiche di Sokolniki.
Raissa si trasferi' con lui a Stavropol, dove i Gorbaciov rimasero
piu' di 20 anni.
Insegnava filosofia all'universita' di agraria e preparava il dottorato,
dopo aver scelto una tesi sui la vita familiare, i rapporti e le condizioni
materiali dei contadini.
"La campagna russa, scrisse piu' tardi Raissa, e' il posto in cui tutti
noi abbiamo le nostre radici, la fonte di tutte le nostre forze e forse
anche delle nostre debolezze".
Nel 1957 nasce Irina, destinata a restare figlia unica: la carriera
politica di entrambi sconsigliava una vasta prole.
I Gorbaciov tornarono a Mosca, quando Mikhail fu chiamato al Comitato
centrale.
Divenuta poco dopo "Firs Lady", Raissa, si invento' il protocollo del
suo inedito ruolo, dedicandosi al Fondo sovietico per la cultura e ai problemi
dei bambini dalle vittime del terremoto in Armenia a quelle di Cernobyl.
Raissa, come del resto il marito Mikhail, aveva rotto il protocollo
del Cremlino.
Infatti lei era sempre accanto al presidente che consigliava e ascoltava,
al contrario delle "altre donne del Cremlino", lasciate nell'ombra,private
di qualsiasi diritto a una vita pubblica e ufficiale, e, spesso, vittime
del ruolo dei loro mariti.
Cosi' distante dal ruolo canonico imposto alla donna russa, Raissa
Gorbaciova non sempre riusci' a farsi amare dalla gente del suo paese:
nelle ultime settimane della sua malattia pero' centinaia di lettere e
messaggi di auguri hanno inondato la Fondazione Gorbaciov.
Persino Boris Eltsin, dopo un silenzio durato otto anni, ha inviato
un telegramma di sostegno a Mikhail, molto piu' esausto in questi ultimi
giorni accanto al capezzale della moglie che nel 1991, quando fu costretto
a subire il golpe e l'estromissione da parte del Presidente russo.
Chi non si ricorda il modo in cui la first lady venne acclamata da noi
italiani in occasione del suo viaggio nel nostro paese. Migliaia di persone
attesero i due coniugi a Roma, per poterli salutare, e c'è stato
chi a Milano getto' petali di rose dalle finestre al passaggio in auto
di Raissa.
La prima visita ufficiale di Mikhail Gorbaciov in Italia segno' infatti
una svolta storica per l'incontro con il Papa, ma fu anche un bagno di
folla continuo, una eccitazione collettiva per Mikhail Gorbaciov, l'uomo
che stava cambiando mondo, e per la moglie Raissa che appariva come "il
volto femminile della perestroika".
Meno comunicativa del marito, seppe conquistare soprattutto con la
sua normalita', in totale contrasto con il grigiore delle consorti dei
dirigenti sovietici, e per il visibile affetto che provava per Mikhail.
Un affetto discreto, che pero' fu sottolineato da un bacio sulla guancia
quando "Gorby" termino' il suo discorso in Campidoglio sulla Casa Comune
europea.
Vestita con
sobria eleganza - cappottino grigio, tailleur verde con i profili neri,
robemanteau rosso - e senza sfoggio di eccessivi cambi di toilettes, evito'
con cura lo shopping in centro, e diserto' una sfilata organizzata per
lei da Valentino. Una scelta di immagine precisa, che comprendeva anche
il suo ruolo da madrina alla mostra sulla perestroika al Palazzo delle
esposizioni, e la sua visita a Messina per ricordare come i primi a soccorrere
le vittime del terremoto del 1908 furono i marinai della flotta zarista
che incrociavano a largo della sfortunata citta'. E mentre Gorbaciov scriveva
la storia parlando a tu per tu con il Papa in russo, aspetto' visitando
le stanze di Raffaello. Poi quando fu presentata a Giovanni Paolo secondo
ricevette un dono personale, un rosario di madreperla.
Questa è la Raissa che io voglio ricordare, e che deve rimaere
un monito per le nuove generazioni politiche russe.
E per voi chi era Raissa?

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