1. Introduzione: curricolo e programmazione

 Non a caso ultimamente nella scuola  si parla di curricoli e non di programmi . E la diversità non è solo terminologica, dal momento che questi devono realizzare le indicazioni relative agli obiettivi e contenuti generali (o standard da raggiungere), stabiliti nei Programmi a livello nazionale, tenendo conto delle diverse situazioni in cui il singolo insegnante lavora (alunni, ambiente ecc.). Per fare anche solo un esempio, è diversa la situazione di chi lavora in zone a forte presenza di turismo rispetto a chi vive in montagna: nel primo caso potrebbero essere privilegiati certi argomenti rispetto ad altri.

     Il curricolo, inoltre,  prefigura un percorso di apprendimento che, definendo le tappe relative allo sviluppo formativo, accompagna l’allievo dalla scuola dell’infanzia alla conclusione dell’intero ciclo scolastico, evitando così ripetizioni non funzionali al processo di apprendimento. Questo curricolo, in un certo senso, rappresenta uno “spezzone”, in attesa dell’attuazione della Riforma dei Cicli scolastici, uno “spezzone” però fondato su quanto gli studi e i documenti europei recenti hanno prodotto per quanto riguarda l’insegnamento di una Lingua Euopea Moderna (non ha infatti molto senso parlare di Lingua Straniera all’interno della Comunità Europea).

    Questo segmento o parte di curricolo tiene conto di quanto è maggiormente valido ed utile, sotto il profilo didattico e linguistico, per bambini della scuola elementare, in vista della scuola media.

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